sabato 25 febbraio 2012

IL SENATORE UDC GIAMPIERO D'ALIA IRONIZZA PERCHE' RAFFAELE LOMBARDO CONTESTA IL DECRETO "SALVA ITALIA"

il sen.Giampiero D'Alia (Udc)
La Giunta regionale siciliana, riunitasi sotto la Presidenza di Raffaele Lombardo, ha deciso di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale alcuni articoli del decreto "Salva Italia", convertito nella legge n.214/2011. Le disposizioni contestate comporterebbero la violazione dello Statuto siciliano e del principio di leale collaborazione fra Stato e Regione, nonché  una cospicua sottrazione di risorse spettanti alla Regione e oneri finanziari a auo carico, sempre  in palese violazione delle norme statutarie.
Tali anomalie sarebbero state addebitate agli articoli 13, 14, 28 e 48 del decreto "Salva Italia" , appunto per violazione degli articoli 36, 37 e 43 dello Statuto siciliano, dell'art 2 delle norme di attuazione e dell'art. 119 comma 4 e 81 della Costituzione. Tra i provvedimenti contestati c'è  quello riguardante l'istituzione dell'Imu (l'ex ICI), la cui applicazione comporterebbe per la Regione siciliana uno squilibrio al bilancio perché la normativa voluta  da Monti, oltre a  ignorare che l'intero gettito dell'IRPEF sulla componente immobiliare nel territorio della Sicilia è di spettanza regionale ,  costringerebbe la Regione a dover anche compensare le perdite degli enti locali per coprire la quota del gettito incamerata dallo Stato.
Sarebbero in contrasto col dettato statutario anche le disposizioni dell'art. 28 che portano dallo 0,9% all'1,23% l'addizionale regionale Irpef e indirettamente riducono la quota di compartecipazione dello Stato alla spesa sanitaria, e la riduzione dei trasferimenti ai Comuni. 
A causa di ciò la Sicilia dovrebbe far fronte senza introiti compensativi.
Secondo il Governo Lombardo, è ovvio che lo Stato intende attuare il federalismo fiscale a carico della Regione senza tener conto delle prerogative statutarie della Regione in materia finanziaria.
La reazione della Giunta al decreto "Salva Italia" viene però messa in berlina da Giampiero D'Alia presidente dei senatori  e coordinatore dell'Udc in Sicilia, il quale afferma che 'la decisione della giunta regionale di impugnare il decreto 'Salva Italia' dinnanzi la Consulta, recita un copione gia' tristemente noto". E ciò perché l'esperienza ci dice che 'la Corte Costituzionale ha sempre respinto i ricorsi che la Regione Sicilia ha proposto in base al 'conflitto di attribuzioni' ed in ordine all’applicabilità degli art.36 e 37 dello Statuto della Regione, che riguardano specificamente l'autonomia siciliana in fatto di tributi e redditi''.
"Basterebbe per farlo capire - secondo D'Alia - la nota sentenza della Corte Costituzionale riguardante le assicurazioni, che ha sancito per l'ennesima volta la non condivisibilità della tesi della Regione  perche' in contrasto con l'interpretazione letterale, sistematica e storica delle norme statutarie e di attuazione dello Statuto". 
"D'altronde - aggiunge il senatore Udc - ogni qualvolta lo Stato dichiara che un tributo serve per un'esigenza speciale, prima tra tutte le sue difficoltà finanziarie (e il decreto 'Salva Italia' ne è il piu' concreto degli esempi) esso è legittimato a incamerarne tutte le relative entrate nelle proprie casse, Imu compresa. E anche questo è già stato sancito dalla Consulta”.
''Tutto ciò – ironizza D’Alia – non può sfuggire al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, tantomeno agli insigni giuristi che ha all'interno della squadra di governo . E' più probabile, invece, che si tratti dell'ennesimo disperato tentativo di reperire fondi con i quali tentare di chiudere il bilancio, che non è nelle condizioni di poter essere approvato e rischia la dichiarazione di dissesto finanziario".


2 commenti:

Sebastiano ha detto...

A Milano il giudice Francesca Vitale, dopo circa due ore di camera di consiglio, ha dichiarato “il non doversi procedere”, perché “il reato è estinto per intervenuta prescrizione”. Il presidente ha citato l’articolo 531 del codice di procedura penale. Berlusconi, dunque, non è stato ritenuto palesemente innocente dal collegio giudicante, che altrimenti avrebbe optato per l’assoluzione. Tanto è vero che il legale di Berlusconi Piero Longo ha affermato a caldo: “Una sentenza così la impugno tutta la vita”. Lo scoccare della prescrizione è determinato da una legge ad personam, la “ex Cirielli” approvata nel 2005 dalla maggioranza berlusconiana. Il reato di corruzione in atti giudiziari, infatti, si prescriveva in 15 anni, scesi a dieci dopo l’approvazione di quella norma (IL FATTO)

franzsidoti ha detto...

Il presidente Lombardo non capisce che prima dell'autonomia siciliana viene la salvezza dell'Italia,non capisce che la sicilia fa parte integrante dell'italia.
Ubi maior minor cessat.

franzsidoti

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