sabato 11 giugno 2011

L'ESTATE INCALZA, I BARCELLONESI SCENDONO AL MARE E TROVANO LE SPIAGGE IMPRATICABILI

UN TRATTO DEL LUNGO ARENILE E' INACCESSIBILE PER DIVIETO, IL RESTO E' DIFFICILMENTE PRATICABILE PER SPORCIZIE


E' già trascorsa la prima decade di giugno e, anche se il tempo continua a fare le bizze, fra qualche giorno l'estate farà il suo trionfale rientro con tutti i "meriti e demeriti" della stagione calda.
E' tempo quindi di "tutti al mare" - tranne però domani e dopodomani destinati ai quattro si referendari - e i Barcellonesi, che hanno il privilegio di potere accedere, a un paio di chilometri, al "bel mar Tirreno" che bagna una chilometrica spiaggia, se hanno una casa al mare - come si suol dire - già si affrettano a farne le pulizie.
Si approssima il caldo, e ciò che il privato si accinge a fare nella propria abitazione, il pubblico dovrebbe pure fare là dove gli compete: cioè nelle spiagge, per consentire alla gente di poterle trovare, fra qalche giorno, ospitali.
Sono cinque chilometri circa d'arenile, parte del quale ad ovest impraticabile a causa dell'inquinamento marino, e non c'è adesso un solo tratto dell'intera striscia di sabbia che sia pulito: c'è di tutto, dalle buste di plastica con sospetta immondizia, a ferraglia arrugginita, da sterpi a stracci di iuta, e bottiglie di vetro rotte ed altre di plastica, qualche bidoncino ammuffito e tanta altra robaccia che insidia il passo e la sosta a chi vuole praticare la spiaggia.
Ma chi s'azzarda, se prima non s'interviene per una massiccia pulizia? Soltanto l'incauto e l'incosciente.
Però, incosciente non è soltanto colui che s'azzarda, lo è pure e maggiormente chi - avendone il dovere - non provvede in tempo a ordinare il necessario intervento preventivo per liberare di tutta quella robaccia pericolosa, ingombrante un sito balneare che potrebbe risultare tra i più belli ed ospitali della provincia.
Non basta riempirsi la bocca di "abbiamo fatto questo, abbiamo fatto quest'altro" per potere sentirsi in pace con la gente che, pur avendo in dotazione una immensa spiaggia libera, non può godersela come dio comanda, per estrema carenza di pulizia.
Non basta riempirsi gli occhi di faraoniche piazze, di nuove strade, di piste ciclabili e altro pubblico lavoro, quando poi la prima che si trascura è la pulizia.
Forse si pensa che, essendo i cittadini, ormai da tempo, costretti a vivere tra strade sporche e cumuli di rifiuti, si siano talmente assuefatti a tanto scempio da non fare più caso ai pericoli d'una spiaggia sporca?
Diano la risposta i cittadini stessi.

DOMANI E DOPODOMANI QUATTRO "SI" CONTRO I "NO" E LE DISERZIONI SUGGERITE DAL CAVALIERE


Domani e lunedì si vota e si vota SI.
E siccome c'è il rischio del "quorum", il cui superamento è temuto dal cavaliere Berlusconi, per ovvi motivi che lo riguardano, bisogna fare in modo - così insiste lo stesso cav - che tale "quorum" non venga superato, per rendere vana la consultazione.
Può un cav. che guida una Nazione, offrire un esempio così negativo?
Certo che può, esempi ne ha dati di peggiori. Figuriamoci se non può. Anzi deve, visto che ognuno ha il dovere di difendere sè stesso e i propri interessi con tutte le proprie forze.
Ma non farebbe meglio se partecipasse al voto ed esprimesse sulle schede quattro bei NO?
E suggerisse ai suoi fans di fare lo stesso?
Mostrerebbe così di non rendere manifesta la sua maggiore preoccupazione: che è quella di vedere il quorum scavalcato e i suoi milioni di No resi inutili dalla valanga di SI.

C'E' QUALCUNO CUI DIRE GRAZIE PER LE SPORCIZIE CHE AFFLIGGONO LA CITTA'?


Antonio ha detto...

Rifiuti a Barcellona: oggi come ieri ancora monnezza per le strade. Chi dobbiamo ringraziare?

Sembra una domanda semplice, questa che Antonio ha posto tra i commenti, ma è soltanto breve, categorica e assai complessa.

E' per questa sua complessità che la risposta non può essere univoca, come non potrà mai essere obiettiva, sia che venga dal semplice cittadino, sia che si decida a darla chi amministra la città o chi rappresenta l'ATO.

Se vogliamo riflettere, a rendere insopportabile il continuo affacciarsi dello stato d'emergenza, è intanto il cincischiarsi della Regione nell'avvio di quella riforma annunciata, sancita e non attuata, che dovrebbe - a detta dello stesso governatore - rivoluzionare l'obsoleta forma di raccolta indiscriminata e di smaltimento in discarica dei rifiuti, con la tecnica differenziata, che con successo viene utilizzata in diversi comuni peninsulari, ma che ancora in Sicilia soltanto in qualche piccolo solerte centro è stata avviata e sperimentata.

Si procederà in questo senso?

Ecco che, se la cosa non si farà, il primo da chiamare in causa dovrebbe essere il Governo Regionale. Almeno per quanto concerne la necessità di voltare pagina.

Se poi si dovesse guardare alle responsabilità per errori e/o omissioni all'origine dell'attuale situazione di sballo nel servizio rifiuti, si correrebbe il rischio di smarrirsi in un mucchio (stavo per dire immondezzaio) di considerazioni ed illazioni, talmente contradditorie da non potere arrivare ad un giudizio serio.

Un po' tutti - dicaiamolo - dovremmo probabilmente sentirci responsabili:

i Comuni per avere imboccato - consapevoli o inconsapevoli - l'itinerario ATO senza curarsi della questione tariffe e solo preoccupandosi a considerare l'ATO una specie di carrozzone politico; le Aziende appaltatrici e le altre società private che nella raccolta e smaltimento dei rifiuti hanno partecipato non sempre in maniera appropriata; noi stessi utenti, che per un verso ( questione delle tariffe) o per un altro ( disordinato comportamento nel conferimento dei rifiuti nei cassonetti) abbiamo contribuito a peggiorare la situazione.

Intanto siamo arrivati davvero al capolinea e se non si ricorre con rapidità e fermezza alla manovra per la indispensabile svolta, non è necessario che lo dica io, finiremo tutti con il muso nella m...., come a Napoli.

Di questo, soprattutto, dovrebbero farsi carico e parlare i sindaci del comprensorio ATO ME 2, allorché, martedì prossimo, s'incontreranno con l'assessore regionale Marino, per esprimere la loro preoccupazione per la reincombente emergenza rifiuti nel territorio da loro amministrato.

Per quanto riguarda la pulizia nelle strade, le erbacce sui marciapiedi, tra l'altro tutti obsoleti, il fetore che ammorba la città ad ondate in certe ore, questo è un altro discorso....che lascerei fare ai nostri cari consiglieri comunali, nella prossima seduta di Palazzo Longano.

Se ne avranno voglia.

fra' Galdino



venerdì 10 giugno 2011

EMERGENZA RIFIUTI:CHIARITA MA SOLO IN PARTE LA SITUAZIONE NELLA SEDE DI ATO ME 2.


PER UN'ULTIMA SPERANZA, SI SPERA NEL RISULTATO POSITIVO D'UN INCONTRO DEI SINDACI CON L'ASSESSORE REGIONALE MARINO, PUNTATO PER MARTEDI' PROSSIMO

Come già detto, nel post precedente, s'è tenuto stamani un incontro chiarificatore sulla situazione di disagio, che gli operatori ecologici hanno sottolineato astenendosi dal lavoro per il mancato pagamento delle spettanze.
Stante l'aleatorio risultato, bisogna arguire che non saranno rose quelle che fioriranno, per quanto riguarda la prospettiva estiva, in ordine alla raccolta dei rifiuti.
Dal chiarimento offerto dalla Multiecoplast, risulta che ancora dalla Regione non è stata inoltrata l'intera somma stabilita per la soluzione del problema emergenza, essendo pervenuta soltanto una tranche di 230 mila euro, equivalente a un po' meno di un quinto dell'atteso.
Comunque si assicura che il restante milione e duecentomila euro sarà reso disponibile a giorni e con esso - sstiene l'Azienda - si potranno pagare stipendi e salari del mese di aprile e di parte del mese di maggio: non più di tanto, anche perché la Multiecoplast deve affrontare altre pendenze.
I lavoratori, che entro il 15 giugno maturano due mesi di spettanze non pagate oltre al pagamento di residui arretrati, a questo punto, hanno deciso il rientro al lavoro, ma con l'effettuazione di un solo turno giornaliero.
La situazione, pertanto, non è affatto felice e i fatti lasciano prevedere che, rebus sic stantibus, lo stato d'emergenza-rifiuti torna a far capolino in ben trettotto comuni, con conseguente disturbo per tutti i cittadini e ovvia caduta di eventuali programmi turistici.
La preoccupazione, cosicché, è d'obbligo, e sarà manifestata apertamente all'assessore regionale Marino, martedì prossimo, dai sindaci dei Comuni interessati, allorchè saranno da lui ricevuti, per appuntamento, nella sua sede palermitana.

ATO MESSINA DUE. OPERATORI ECOLOGICI IN AGITAZIONE DA IERI SI ASTENGONO DAL LAVORO


SI CERCA DI DIRIMERE LA QUESTIONE IN UN URGENTE INCONTRO NELLA SEDE DELL'ATO.

Nel momento in cui scrivo, apprendo che si sta svolgendo nella sede di ATO ME 2, a Barcellona, un incontro tra gli interessati alla questione del tardato pagamento, alle maestranze, di arretrati da parte dell'Azienda appaltatrice, incaricata a gestire fino alla fine di giugno la raccolta dei rifiuti solidi urbani nel territorio di competenza dell'ambito territoriale.
L'urgenza dell'incontro, al quale partecipano i dirigenti dei sindacati che sostengono la categoria, è dettata dal fatto che gli operatori ecologici, in agitazione per il mancato pagamento delle spettanze, da ieri si sono astenuti dal lavoro, perché convinti che la Multiecoplast sia già in possesso del contributo straordinario concesso dalla Regione per far fronte all'emergenza dell'accumulo rifiuti e, nonstante ciò, non abbia ancora utilizzato quel denaro per sanare il debito nei loro confronti.
Adesso, nell'incontro di cui sopra, si dovrà finalmente chiarire qual è realmente la situazione sul piano finanziario: se effettivamente l'Azienda stia ritardando il pagamento, nonostante sia stata messa dalla Regione in condizione di farlo, o se invece manca tale disponibilità per eventuale ritardo del contributo regionale promessoi.
Staremo a sentire: lo sapremo probabilmente più tardi, essendoci stata promessa sollecita inforrmazione.

giovedì 9 giugno 2011

ELEGIA DELLE DONNE MORTE: MERCOLEDI' AL CIRCOLO PICKWICK DI MESSINA



Mercoledì 15 giugno · 18.30 - 21.30, al Circolo Pickwick, Via Ghibellina, 32, Messina, si svolgerà un incontro per la presentazione del libro "Elegia delle donne morte" di Beatrice Monroy.
L'incontro sarà introdotto dal Prof. Giuseppe Campione, dell'Università degli Studi di Messina.
Al dibattito, tra gli altri, prenderanno parte il Prof. Girolamo Cotroneo, Università di Messina e la Prof.ssa Patrizia Danzè. Sarà presente, inoltre, l'autrice del libro.
Il libro presenta storie di donne che non ce l’hanno fatta, donne perdenti che, trovandosi a un bivio cruciale della loro vita, si sono ritratte affogando nel silenzio. Vite e storie che si incrociano in un mattino piovoso sui gradini di una Chiesa di una città senza nome, una città fantasma e clone di Palermo.
Elegia delle donne morte, è un canto dedicato a quelle donne che non sono riuscite ad essere più forti di quanti, più o meno colpevolmente, le hanno schiacciate. Donne che hanno fatto del silenzio l’unico rifugio possibile, finendo però con il rimanerne in trappola.
Tutti i destini narrati hanno una comune origine in una notte di scirocco. Un fuoco devasta le montagne attorno alla città, qualcuno ne approfitta per dare fuoco al grande Archivio, memoria di una città senza nome, una città fantasma e clone di Palermo.
Beatrice Monroy vive a Palermo, è autrice di testi teatrali e radiofonici (Rairadio1 e Rairadio3), ha pubblicato raccolte di racconti e piccoli poemi per il teatro, e recentemente "Tutti in scena", manuale di drammaturgia, per le edizioni La Meridiana. Da più di un trentennio anima laboratori di scrittura e narrazione in giro per l’Italia.

L'OROLOGIO DELLA VITA: QUELLO Sì CHE CAMBIA UMORE


Sentite che notizia curiosa appare oggi su internet, pronta ad essere recepita domani dai giornali.
Gli orologi digitali in Sicilia impazziscono, cioè corrono come matti e non si capisce il perché.

"Orologi che corrono, mistero in Sicilia Gli orologi elettronici corrono troppo in Sicilia. Lancette avanti anche di 20 minuti al giorno. E' un mistero..".ce lo fa sapere TgCom:
Mentre per Repubblica.it sono
"Centinaia le segnalazioni di radiosveglie e altri apparecchi collegati alla rete elettrica che balzano avanti anche di dieci minuti. La causa potrebbe essere..."
Ma sono soltanto gli orologi collegati alla rete elettrica oppure tutti gli elettronici, compresi quelli a batteria? Forse qualche orologio, collegato a rete non nazionale, dove si sarà avverato qualche improvviso scatto di tensione e quindi d'accelerazione. Ovviamente col "forse" ed il beneficio,,,dell'inventario.
La notizia pare che parta dalla zona di Catania, dove si sarebbero registrati casi in cui le sfere di alcuni orologi si affrettino in maniera anomala, tanto da incuriosire i possessori e a mettere in moto i cervelloni di specialisti che, senza neppure accertarsi se il fenomeno sia vero e talmente esteso da essere preso in debita considerazione, già cominciano a dare la colpa dello sfasamento all'esistenza di impianti fotovoltaici, il cui influsso potrebbe stimolare la velocità delle lancette, che poi non si capisce se si mangiano in un giorno 10, 15 o addirittura 20 minuti. Visto che i media riportano numeri talmente diversi.
Che il tempo sia soggetto alla relatività potrebbe essere un fatto persino lapalissiano, ma che in Sicilia tale relatività si manifesti apertamente nelle sveglie elettroniche, per poterlo affermare occorre prima constatarlo coi propri occhi.
Qui, per esempio, siamo in Sicilia e se guardo tutti gli orologi disponibili in casa m'accorgo che nessuno di essi è così sregolato da correre più degli altri. Neppure quello del personal computer, che categoricamente ti segna la stessa ora della sveglia che è sulla scrivania, dell'orologio da polso e di quello del cellulare.
Tutti non sgarrano d'un secondo.
Si vede che siamo in una parte dela Sicilia dove gli influssi esterni non hanno potere, probabilmente per carenza d'impianti fotovoltaici. Chissà cosa accadrebbe se ci fosse da queste parti una centrale nucleare.
Che esista la relatività del tempo ormai è assodato e non bisogna, per averne conferma, scomodare Galileo, Einstein o la scienza astronautica.
Il tempo si dilata o si restringe e questo, se a me profano può sembrare strano, un mistero non è più per gli astroauti e per quanti si curano d'astronautica..

"Il fenomeno della dilatazione del tempo implica che un astronauta che viaggiasse alla velocità della luce per andare, ad esempio, alla stella più vicina, distante circa 4 anni luce, al suo ritorno sulla Terra, troverebbe non più la gente invecchiata di 8 anni, ma di secoli. Molto probabilmente si perderebbe il ricordo della sua partenza. Per lui sono passati fisicamente 8 anni, per chi è rimasto sulla Terra, col tempo relativisticamente dilatato, sono passati dei secoli. I concetti nuovi della relatività oltre a rivoluzionare la fisica ci costringono a confrontarci con situazioni che richiedono tempo e pazienza per essere accettate ed in seguito comprese"

Ma tutto questo non c'entra col fenomeno degli orologi nevrastenici, come non ha nulla a che vedere con la relatività del tempo collegato all'età del soggetto umano.
Per un ragazzo una giornata, una settimana, un mese, un anno sembrano cento volte più lunghi che per un anziano.
Per me il giorno corre come un lampo e la sera, quando vado a letto, nel compiere gli stessi gesti della sera precedente, non mi sembra che li stia ripetendo 24 ore dopo. Il tempo cioè, in età matura, vola: è colpa dell'orologio della vita, il vero orologio pazzo.

mercoledì 8 giugno 2011

NON INVIDIARE MAI LA FORTUNA DEGLI ALTRI


www.adnkronos.com
Milano - (Adnkronos) - La macchina, una Porsche 911, ha perso aderenza al suolo dopo aver bucato. Il vicepresidente di Mediaset , diretto a Portofino, era solo in auto. E' stato sottoposto, come da procedura, all'alcoltest, che è risultato negativo.

Questa breve notizia, riferita dall'Agenzia AdnKronos, è diventata subito oggetto di commenti, in molti dei quali traspare una mal celata antipatia nei confronti del soggetto incidentato, venata da un pizzico- e forse più - di delusione per l'esito diciamo alla fin fine felice dell'evento, risultato fortunatamente senza danno fisico per il conducente della potente auto cozzata contro un muro.
Qualcuno, credendo che si trattasse di Silvio anzicché di PierSilvio, s'è addirittura rammaricato perchè la fortuna aveva lasciato illeso il "titolare" del sinistro.
E gente di tal genere fa sinceramente solamente pena, considerando che neppure al peggiore dei nemici bisogna augurare il male.
Non dico che non sia umana certa gelosia - ma non l'invidia - nei confronti degli iperfortunati e che, a volte e forse anche spesso, s'impreca contro la malasorte, speoie quando si assiste all'esistenza di tipi che - come si dice dalle nostre parti - "ntrasunu nudi nto mari e nesciunu chini di calamari".
Ma andare oltre non è umano: è semplicemente deplorevole e assolutamente inutile.
Ricordo che quand'ero ragazzino e, ai Salesiani, a conclusione delle gare di catechismo, si partecipava ad una lotteria con diversi premi, dalle statuette di San Giovanni Bosco e della Madonna ai santini di carta, a me non ci fu una volta che non mi toccò in sorte un'immaginetta o un libriccino di preghiere, mentre c'erano anche là "quelli dei calamaretti" che si pappavano un bellissimo don Bosco o un Sant'Antonino alto 20 centimetri.
Certamente restavo scontento, ma non per questo auguravo ai più fortunati che gli cadesse di mano la statuetta.
Ognuno ha il suo culo: c'è chi l'ha stretto e chi invece ce l'ha quanto una sporta. Pazienza!
Parabola significa: che i Berlusconi tuttora hanno, caso mai, il privilegio di far parte di quest'ultima categoria. Ma non per questo dobbiamo invidiarli...
Per carità, si godano la loro fortuna!
Purché non la utilizzino per spadroneggiare in Italia.

GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI SARANNO DOMANI ARGOMENTO D'UN IMPORTANTE CONVEGNO ORGANIZZATO PER INIZIATIVA DEL SENATORE MARINO

L'INCONTRO, SARA' PRESIEDUTO DAL PRESIDENTE SCHIFANI, A PALAZZO GIUSTINIANI

FOTO: DIRETTORE ROSANIA .....OPG DI BARCELLONA===>
''''''''''V"""
"""
Domani
, l'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona, al pari degli altri cinque OPG della Penisola, sarà sottoposto alla lente d'ingrandimento dei notabili politici che parteciperanno all'incontro informativo e di confronto (workshop) che il Senato organizza, su iniziativa della Commissione Parlamentare d'inchiesta sul Ssn, presieduta dal senatore Ignazio Marino, la stessa che nello scorso mese di giugno effettuò un'inattesa visita al "Madia", con esito poi definito "sconcertante".
"Se questo è un ospedale" è l'etichetta del convegno, e già la dice lunga sul parere che sarà espresso nella relazione introduttiva tenuta dal sen. Marino, prima che verrà prooiettato un documentario integrale, girato dai senatori membri della commissione durante i sopralloghi a sorpresa nei diversi Opg.
Tale cortometraggio finora è stato visto soltanto dalle alte cariche dello Stato e chi ha avuto "tale privilegio" sarebbe rimasto "scandalizzato", tanto che qualcuno ha parlato di "incredibile viaggio di scoperta di un mondo di dannati, senza la speranza di una prescrizione, di un indulto, di un processo breve o lungo”.
Assieme ai politici parteciperanno al convegno - che si terrà a Palazzo Giustiniani - operatori dei sei Opg ed altri che lavorano nei Dipartimenti di salute mentale. Nella seconda parte della giornata è previsto anche l’intervento di un ex ospite Opg, che parlerà della sua esperienza d'internato..
"Il diritto alla salute si è smarrito. In strutture come gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari gli internati non sono pazienti: manca tutto, la cura e l'assistenza sono state spazzate via dalla mancanza di risorse, a cui è seguito un inaccettabile degrado".
Questo è quanto il presidente della Commissione sen. Marino ha voluto sottolineare recentemente,dopo il decesso di un internato ad Aversa.
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martedì 7 giugno 2011

IN UN LIBRO DI WALTER RUSSO, DUE RACCONTI DA LEGGERE TUTTI D'UN FIATO


Iaddina chi camina torna ca bozza china.
Stavo appunto camminando per il centro cittadino, quando in piazza San Sebastiano ho incontrato un crocchio di amici e conoscenti.
Avvicinatomi ho notato che c'era, nel gruppetto, uno dei nostri bravi impresari edili: baffetti e capelli bianchi, ma ancora giovane - almeno rispetto a me - e in gran forma.
Ma perché la storia della gallina?
Perché avevo bisogno di un piccolo escamotage per comunicare che il muovermi in città m'aveva offerto l'occasione per trovare uno scrittore , in un impresario edile che - lo confesso - non sapevo fosse tale.
A rendermi edotto - scusate la mia ignoranza - è stato proprio lui - Walter Russo - donandomi in quella stessa occasione una sua opera...letteraria. Accompagnata da un'affettuosa dedica, scritta all'istante.
Il libro, di recente pubblicazione, contiene due racconti: "Il volto del sospetto" parecchio robusto. e "Ariel, un angelo ebreo", più esile.
Giunto a casa, subito, gli ho dato una scorsa, osservando intanto per prima cosa il linguaggio - lo stile - che per me è la voce dello scrittore.
E devo dire che devo complimentarmi con l'autore per la scorrevolezza e la chiarezza con cui vengono espressi gli eventi e condotti i dialoghi: tutti con procedimento lineare, mai ingarbugliati.

Effetto - ho pensato - della padronanza con cui Walter Russo ha saputo affrontare e dipanare i due fatti da lui narrati.
Entrambi i racconti - che in effetti sono due piccoli romanzi, e direi quasi due storie romanzate - si presentano completamente diversi per ambiente ed epoca, oltre che per i sentimenti e le sensazioni in essi descritti dall'autore.

Ricordi, tentazioni, passioni, uomini di legge, delitti, orribili scoperte s'intrecciano nell'ombra di un sospetto che aleggia in tutto il primo racconto. Mentre nell 'altro - a mio modesto vedere - un piccolo tragico affresco condensa, con tratti rapidi, la sfortunata fine di un "angelo ebreo", del giovanissimo Ariel, incappato, dopo una breve fuga con i genitori, in un famigerato campo di sterminio nazista, dove l'aberrante crimine assoluto gli toglie in un attimo la vita.
Ennesima innocente vittima della shoah.

lunedì 6 giugno 2011

QUANDO L'ARIA PUZZA VUOL DIRE CHE LA POLITICA PUZZA DI...BRUCIATO.


Chissà se la poesia ultimamente scritta da Carmelo Famà - L'ARIA - è stata letta da chi ha il compito in questa città di tutelare la salute della popolazione.
Se non l'ha fatto, dovrebbe leggerla di sera, quando ad un certo orario, in più punti della città - sicuramente nella zona in cui abito io - la gente è costretta a serrare tutte le imposte esterne per cercare di attutire l'orribile ondata di puzzo a volte di fogna, altre volte e più sovente d'ovile, che investe la città e, in essa, il respiro di chi vi abita.
Senza che si possa più dire - alla maniera del poeta - "l'aria che respiro e che dà ossigeno alla vita è la base della salute di ogni essere e deve essere protetta da ogni inquinamento".

http://www.arbremagique.it/

domenica 5 giugno 2011

IL REFERENDUM? COME LA PENTOLA DI GIUFA'!


GUAI, TOCCA E VIDIRAI


Lui vuol far credere d'essere il cavaliere senza paura, che non teme di dovere mollare, perché la sua maggioranza è coesa e, per di più, adesso il partito è nelle mani fidatissime di ...un Angelo.
Ma in effetti sta attraversando momenti estremamente preoccupati, sia per il vento che non tira più a suo favore, sia per il fallimento di ogni tentativo messo in atto per far fallire la tornata referendaria.

E sì che - per tranquilizzarlo - i suoi aficionados le studiano tutte, boicottando con remore e trabocchetti il temuto evento: ricorso alla Cassazione, controricorso alla Consulta, impedimenti ed incertezze nel voto degli Italiani all'estero, silenzio assordante mediatico con la complicità delle televisioni sue e di quelle asservite e, per di più, un macroscopico errore di date, riguardante il referendum, diffuse dal minzoliniano tg1, come si potrà subito constatare cliccando qui:

L'ARIA CHE RESPIRIAMO E' IL TEMA DELL'ULTIMO PARTO POETICO DI CARMELO FAMA'


Potrà sembrare insistente e fin troppo prolifico: certo si è che Carmelo Famà sforna le sue poesie a ritmo costante, cogliendo l'argomento dall'attualità per meditare e trasfonderlo nel senso dell'eterno divenire.
Oggi è l'aria ad esaltarlo e preoccuparlo nello stesso tempo.....

IL SICILIANO: UNA NUOVA MATERIA PER LE SCUOLE DELL'ISOLA CHE NON DIVENTI PESANTE ORPELLO PER GLI STUDENTI SICILIANI


::::::::::::::::::::::::::::::::::::Giuseppe Pitrè==>

Il 18 maggio u.s., l'Assemblea regionale ha approvato la legge che pone il "siciliano" tra le materie da studiare.
Il testo, presentato dal deputato del MpA Nicola D'Agostino, è stato approvato all'unanimità, e prevede l'inserimento del nuovo studio in tutte le scuole dell'Isola, dalle elementari alle superiori.
Avevo saputo di tale rivoluzionaria iniziativa, quando l'idea era stata sottoposta al giudizio della commissione parlamentare, e sinceramente m'ero chiesto - e me lo chiedo ancora - quale debba essere "il siciliano" da introdurre tra le materie di studio, con quali libri e con quali docenti.
Una curiosità legittima, a mio modo di vedere, che nasce dal dilemma: siciliano aulico o siciliano vissuto?
Cioè: la lingua uniforme cui sono ricorsi letterati e studiosi dell'Isola o il linguaggio verbale comunemente usato in ogni angolo della Sicilia, che però è talmente multiforme, da doversi affrontare specificamente in loco.
La nuova norma prevede per due ore la settimana "la valorizzazione e l'insegnamento della storia, della letteratura e della lingua siciliane nelle scuole di ogni ordine e grado", senza però specificare altro - almeno per quel che io sappia -, cosicché la sua istituzione, seguita dalla retorica accoglienza dei nostri politici - in primis il presidente Raffaele Lombardo - m'ha fatto sentire puzza di fumo, di quel fumo leghista che, come ogni cattivo odore, cerco di sfuggire.
Comunque, dalla mia esperienza di maestro e di genitore, a ben riflettere, potrei desumere che qualcosa per non disperdere la "nostra" lingua - che potremmo definire la sintesi dei dialetti locali della nostra Isola - si può e si deve fare: e non soltanto nella scuola, ma anche e soprattutto nella famiglia.
Come esperienza magistrale ricordo che vigeva un tempo l'imperio e c'è ancora la viva raccomandazione di evitare il dialetto, a tutto privilegio della lingua italiana; come genitore ricordo che ai nostri bambini, sin dalla culla, evitavamo di parlare in dialetto perché era invalsa la pessima abitudine di insegnar loro ad esprimersi in italiano.
E dico pessima, perché successivamente ci saremmo dovuti accorgere che i bambini, divenuti ragazzi, a contatto esterno, apprendevano un dialetto talmente distorto da apparire comico, anche se in effetti era una conseguenza amara della nostra errata lezione di lingua.
Dal ricordo di queste due esperienze, allora, che cosa intendo dedurre?
Una cosa molto semplice: che sia in famiglia, sia nella scuola si dia la possibilità di esprimersi con la massima spontaneità, senza nessun ostracismo per la lingua materna (che non va confusa con la lingua nazionale, ma identificabile con il siciliano locale) e con tanta attenzione verso il rispetto di essa e della lingua italiana, pari al meritato riguardo per la storia e la letteratura dell'Isola, coniugato con quello della storia e della letteratura d'Italia.
Quelle vere e non quelle artefatte e smussate finora ammannite nei libri di scuola.

FRANCESCO CILONA

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