mercoledì 7 dicembre 2011

LA CONDIZIONE DI VITA RILEVATA NEI PENITENZIARI ITALIANI E' ALTAMENTE DRAMMATICA



LO CONFERMANO I DATI ACQUISITI NELL'ULTIMO TRIMESTRE DALLA UIL PENITENZIARI - SARNO INTENDE SOTTOPORLI ALL'ATTENZIONE DEL PREMIER MONTI

“ La prepotente urgenza alla necessità di offrire risposte al dramma penitenziario, cui più volte ha fatto richiamo il Presidente della Repubblica, trova piena conferma e sostanziale ragione nell’analisi dei numeri. Per questo auspichiamo che il governo Monti collochi nella propria agenda alla voce 'priorità' la questione penitenziaria”

Così Eugenio SARNO, Segretario Generale della UIL Penitenziari, presenta il rilevamento trimestrale su alcuni dati penitenziari, effettuato dal sindacato.
"Una situazione - aggiunge Sarno - che, oggettivamente, rappresenta vergogna e disonore per un Paese come l’Italia. E come emerge in modo netto dal rilevamento non è solo una questione di sovrappopolamento, che pure riveste un ruolo importante nelle criticità del sistema”
"La lettura delle posizioni giuridiche conferma l’urgenza di una incisiva riforma della giustizia. Abbiamo forti dubbi sulla credibilità di un sistema penale che determina la detenzione di circa il 42 % di soggetti privi di una condanna definitiva. L’eccessivo ricorso alla custodia cautelare alimenta il fenomeno delle sliding doors (porte girevoli) che sovraccarica il sistema di spese e lavoro. Ciò in ragione dei tantissimi detenuti che fanno ingresso in carcere per essere scarcerati solo dopo poche ore“
La promiscuità di etnie, di percorsi delinquenziali e di età – sottolinea il Segretario Generale della UIL Penitenziari - è una delle condizioni che incide direttamente nell’alimentare la spirale di violenza all’interno delle carceri. La cronica e grave deficienza numerica degli organici di polizia penitenziaria (- 7500) e degli addetti al trattamento intramoenia (- 850) impedisce di operare sia in funzione della sicurezza che. L’ozio forzato è il peggior antagonista di qualsiasi percorso riabilitativo ed è il miglior complice della deriva depressiva. Purtroppo causa mancanza di fondi e di risorse umane questa prospettiva è divenuta la quotidianità dei 68mila detenuti. Anche in ragione di ciò è determinante rivedere alcune norme che possano sostenere il deflazionamento delle presenze detentive. del recupero e del reinserimento". "Credo - continua Sarno - che i 61 suicidi in cella che noi abbiamo monitorato dal 1 gennaio ad oggi , anche se il DAP ne registra 56, ed i 924 tentati suicidi stiano a testimoniare quanto sia necessaria una diversa concezione della detenzione, delle condizioni di detenzione e della prevenzione degli eventi critici".
"Scorrendo l’elenco di questi ultimi si ha la fotografia di cosa sia la realtà penitenziaria e si può ben comprendere quali siano le difficoltà – conclude il leader della UIL Penitenziari - della polizia penitenziaria a gestire una situazione ai limiti dell’ingestibilità. Nonostante queste difficoltà i baschi blu in questo 2011 hanno salvato la vita a 387 detenuti. Voglio sperare che il Ministro Severino legga, valuti e, dopo aver incontrato le OO.SS., metta in piedi un concreto percorso di soluzioni”

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