martedì 7 giugno 2011

IN UN LIBRO DI WALTER RUSSO, DUE RACCONTI DA LEGGERE TUTTI D'UN FIATO


Iaddina chi camina torna ca bozza china.
Stavo appunto camminando per il centro cittadino, quando in piazza San Sebastiano ho incontrato un crocchio di amici e conoscenti.
Avvicinatomi ho notato che c'era, nel gruppetto, uno dei nostri bravi impresari edili: baffetti e capelli bianchi, ma ancora giovane - almeno rispetto a me - e in gran forma.
Ma perché la storia della gallina?
Perché avevo bisogno di un piccolo escamotage per comunicare che il muovermi in città m'aveva offerto l'occasione per trovare uno scrittore , in un impresario edile che - lo confesso - non sapevo fosse tale.
A rendermi edotto - scusate la mia ignoranza - è stato proprio lui - Walter Russo - donandomi in quella stessa occasione una sua opera...letteraria. Accompagnata da un'affettuosa dedica, scritta all'istante.
Il libro, di recente pubblicazione, contiene due racconti: "Il volto del sospetto" parecchio robusto. e "Ariel, un angelo ebreo", più esile.
Giunto a casa, subito, gli ho dato una scorsa, osservando intanto per prima cosa il linguaggio - lo stile - che per me è la voce dello scrittore.
E devo dire che devo complimentarmi con l'autore per la scorrevolezza e la chiarezza con cui vengono espressi gli eventi e condotti i dialoghi: tutti con procedimento lineare, mai ingarbugliati.

Effetto - ho pensato - della padronanza con cui Walter Russo ha saputo affrontare e dipanare i due fatti da lui narrati.
Entrambi i racconti - che in effetti sono due piccoli romanzi, e direi quasi due storie romanzate - si presentano completamente diversi per ambiente ed epoca, oltre che per i sentimenti e le sensazioni in essi descritti dall'autore.

Ricordi, tentazioni, passioni, uomini di legge, delitti, orribili scoperte s'intrecciano nell'ombra di un sospetto che aleggia in tutto il primo racconto. Mentre nell 'altro - a mio modesto vedere - un piccolo tragico affresco condensa, con tratti rapidi, la sfortunata fine di un "angelo ebreo", del giovanissimo Ariel, incappato, dopo una breve fuga con i genitori, in un famigerato campo di sterminio nazista, dove l'aberrante crimine assoluto gli toglie in un attimo la vita.
Ennesima innocente vittima della shoah.

3 commenti:

Eliana T. ha detto...

Buongiorno, sono una cittadina davvero molto delusa. Quando sono arrivata nel mio quartiere S.Andrea, era l'anno 1987, le strade venivano pulite ogni giorno , oggi non succede più.
Ho telefonato Alla polizia Municipale e mi è stato risposto che loro non possono fare nulla. Cosa si può fare per vedere un può di pulizia? E' molto sporco pure davanti alla casa del Sindaco, possibile che non lo veda? Grazie

Carmelino ha detto...

Non solo non vede, ma neppure sente i costanti accorati richiami della popolazione...
C'è sporcizia nelle strade, perchè non ci sono nè spazzini, nè quattrini, ma c'è anche tanto fetore, soprattutto la sera, che spunta all'improvviso ed invade l'atmosfera in maniera preoccupante:
Lo sente questo cattivo odore, il primo cittasino? Non c'è bisogno dell'olfatto del segugio per notarlo.,.. Carmelino

Vanni Zagara ha detto...

Complimenti all'amico Walter Russo per la sua vena artistica,
a me sconosciuta.
La nostra città è piena di talenti nascosti a cui, forse, bisognerebbe guardare con maggiore attenzione per risvegliarla dal torpore culturale in cui ormai è sprofondata

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