mercoledì 11 maggio 2011

SI CERCA DI LIBERARE I MARCIAPIEDI DA GAZEBO E BARACCHE : QUANDO SI PROVVEDERA' PER SGOMBRARLI DALLE MACCHINE IN SOSTA?


"Il pesce puzza dalla testa".
Pare che questo sia il ritornello ripetuto da quanti hanno appreso dai giornali che - nella nostra città e non solo in essa - sono state "scoperte" centinaia di occupazioni illegali del suolo pubblico, soprattutto marciapiedi, e che conseguentemente si sta procedendo al sequestro di tali manufatti irregolari: anche se con qualche remora.
" A quanto pare - si legge nell'odierna edizione della Gazzetta del Sud - sono numerose in città queste illegalità "regolarizzate" nel tempo dagli stessi uffici comunali che hanno rilasciato copiose autorizzazioni in contrasto con leggi nazionali".
Ci sarebbe, addirttura, un caso "sui generis" riguardante il sequestro di una baracca per la vendita di frutta e verdura, effettuato parzialmente per il fatto che l'erezione del nucleo originale - pur non essendo consentito dalla legge e dai regolamenti contro l'occupazione di marciapiedi - una ventina d'anni fa era stato autorizzato dai competenti uffici del Comune.
Non mancano inoltre casi in cui risulta che è stato stipulato normale contratto con l'Enel per l'utilizzo dell'energia elettrica, con tanto di contatore e conseguenti bollette di pagamento.
Piscis a capite putet: lo dicevano i Latini, per significare che il marcio parte ed è diffuso dall'alto.
Intanto, i marciapiedi, che si sta cercando con l'attuale retata di "recuperare" al retto uso, continuano ad essere usurpati dal permanente posteggio di macchine in moltissime parti della città.
C'è in vista qualche ulteriore provvedimento...liberatorio?

4 commenti:

Nino ha detto...

Per combattere questi fenomeni, basterebbe non servirsi più dei loro servizi, comprare presso quei negozi che sono in regola con le più basilari norme igieniche e civili; forse pochi si rendono conto che tale merce viene esposta giornalmente alle sostanze inquinanti che, a causa del traffico, vengono depositate sulla merce che finisce sulle tavole dei consumatori. Trenta anni fa mi meravigliai quando, in una cittadina del nord, entrai in una pescheria, dove i prodotti erano esposti all’interno del locale, dentro teche frigorifere e senza una goccia d’acqua a terra; allora la mia impressione fù negativa in quanto mancava quel folclore, i colori, gli odori e la munnizza sui marciapiedi cui siamo abituati; oggi devo dire che sono proprio questi trenta anni a fare la differenza tra la nostra pseudociviltà e il resto d’Italia.

cosimo vita ha detto...

Caro Cilona,apprezzo e ammiro questo tentativo secondo me disperato di smuovere le coscienze in un posto come questo,io però penso ormai che si tratti di una battaglia persa da molto tempo;quelle norme semplici che dovrebbero essere dei punti fermi di ogni consesso civile,qui da noi vengono stirate,sminuite,o non considerate,possiamo scandalizzarci ma non è che Borghezio abbia poi tutti i torti....

nino bucalo ha detto...

la frutta esposta all’aperto: è ricca di biossido di zolfo (So2) piombo (Pb) monossido di carbonio (Co) ossidi di azoto (No2) e idrocarburi
Nonostante stia crescendo una coscienza ecologica dei cittadini, sempre più consapevoli ed informati del ruolo negativo degli scarichi delle auto sulla qualità del’ambiente urbano non riesco a capire come sia possibile che la frutta e verdura possa essere esposta sulla strada sopratutto in quelle ad alto traffico.
Nino Bucalo

barcellonablog ha detto...

Caro Vita (ma che formula attuale m'è venuta!) E allora dirò "Amico Vita": per decine e decine d'anni ho sempre cercato di muovere le acque in questa città, con la mia modesta capacità di giornalista, e ho dovuto costatare che, se qualche cosa s'è "smossa", è stato in senso negativo:la città non ha fatto altro che arretrare. Ma poichéla colpa di ciò non credo che sia mia, finché ce la faccio,
continuo imperterrito, illudendomi che ci possano essere altri più capaci e più fortunati di me in grado di imprimere una svolta positiva in questa città.

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