lunedì 28 febbraio 2011

VOGLIAMO RIFLETTERE DA QUALE PULPITO VIENE LA CRITICA ALLA SCUOLA PUBBLICA?



Oggi, se me lo consentite, voglio scrivere qualcosa sulla scuola pubblica, che il cavaliere senza pudore ha spudoratamente dipinto come uno dei mali maggiori da fare aborrire alla famiglia, con un intervento pubblico senza attenuanti ( per farsi bello di fronte a coloro, che nella Chiesa, reclamano benefici per la scuola privata) dallo lui stesso poi smentito, con la scusa d'essere stato frainteso...
La solita tattica: del " qui lo dico e qui lo nego", che tanta fortuna finora gli ha portato in mezza popolazione italiana.
Ma proprio da lui - che del rispetto per l'etica familiare ha fatto scempio con il suo esempio - doveva venire questa specie di discorso sul rapporto scuola-famiglia?
Che tra la scuola pubblica e la famiglia si debba accentuare il già esistente rapporto di reciproca diffidenza, non c'era bisogno che venisse a suggerirlo lui, dopo il misfatto operato dalle due sue ministre dell'Istruzione (LEGGI: MORATTI & GELMINI), che non hanno lesinato interventi deleteri a danno della scuola italiana, riuscendo persino a sgretolare quella elementare, vero baluardo dell'istruzione di base e prima fonte educativa in simbiosi con le famiglie.
Si diceva anni fa: "Scuola elementare fiore all'occhiello dell'istruzione in Italia"; e ora non si dice più.
S'intuisce subito il perché di tanto travaglio arrecato volutamente all'istituzione scolastica pubblica: e' un motivo fin troppo caro a chi non ama la democrazia e - sotto le apparenze populistiche - predilige il popolo bue al popolo non stupido, non bigotto, non ignorante.

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