giovedì 10 febbraio 2011

IL COMITATO PRO CUTRONI ZODDA SUL PIEDE DI GUERRA


Se è fondato il timore, recentemente esternato dal Comitato territoriale pro Cutroni Zodda, secondo cui l'ospedale di Barcellona, cui fa riferimento un'area di oltre centomila utenti, per volontà della Regione dovrà praticamente perdere la sua naturale funzione, non resta altro che riconoscere che il Governatore Lombardo e il suo assessore alla Salute, Massimo Russo, valgono davvero tanto quanto finora l'hanno descritti le opposizioni.
Sarebbero, per dire il minimo, governanti che nell'espletare il loro compito istituzionale sanno usare solo due pesi e due misure.
E fare ciò, soprattutto se si tratta di sanità, è disdicevole, perchè tutti hanno diritto alla salute allo stesso modo e nella stessa misura.
Faccio questa premessa, a fronte di quanto è emerso in un recente incontro che, a Palazzo Longano, ha riunito i rappresentanti del Comitato di cui sopra, che, rivendicando i diritti della gente dell'intero distretto sanitario cui fa capofila il Comune di Barcellona, ancora una volta hanno espresso la necessità e la ferma volontà di insistere con accresciuta veemenza e organicità nell'azione di protesta, contro chi tali diritti intende violare.
Secondo il sindaco Candeloro Nania, l'assessore regionale Russo, il dirigente dell'ASP ME Giuffrida e il deputato Laccoto si sono sempre sottratti a interloquire con i sindaci» e adesso accade che «la rifunzionalizzazione del Cutroni Zodda prevista nel decreto si riduce di fatto nella trasformazione della struttura in un Pta (Presidio Territoriale d'Assistenza), che non sarà in grado di rispondere alle esigenze del territorio».
"Una soluzione che esclude ogni criterio di legittimità, razionalità e funzionalità - così si legge in un comunicato - giacché altri presidi che vengono invece mantenuti nella loro attuale operatività come quelli di Patti, Sant'Agata e Taormina sono sproporzionati rispetto alla domanda proveniente dal territorio. Mentre il P.O. di Milazzo per l'eccessivo ed insostenibile carico non riesce più a fronteggiare, nonostante il sacrificio costante di tutto il personale, i casi di emergenza/urgenza".

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