sabato 16 gennaio 2010

UN FANTASTICO PONTE GALLEGGIANTE SULLO STRETTO POTREBBE ESSERE L'IDEALE PER UNIRE LA SICILIA ALLA PENISOLA



SU YOU TUBE IL VIDEO DEL PROGETTO IDEATO DALL'ARCHITETTO MOR TEMOR

I lavori preliminari alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, iniziati con la posa della prima pietra nel cantiere di Cannitello - aperto per lo spostamento di quella stazione ferroviaria e della rispettiva linea da dismettere per evitare interferenze ai cantieri calabri del progetto - confermano almeno formalmente che Messina e Reggio saranno congiunte da un maestoso ponte sospeso ad una sola campata, lungo 3666 metri, i cui lavori di realizzazione sono stati affidati al contraente generale Eurolink, aggiudicatario della gara internazionale.
La gigantesca opera, secondo il cronoprogramma dell'Anas, dovrebbe essere completata entro la fine del 2016, per consentire l'apertura al traffico il 1° gennaio 2017.
A parte la data, che con quel 17 non sembrerebbe di buon auspicio, di fatto si è convinti che, una volta iniziati effettivamente, e non semplicemente pro forma com'è avvenuto per la posa della prima pietra, i lavori procederanno a ritmo serrato per essere portati a termine nel giro di sei anni.
Ciò vuol dire che il progetto, già ufficialmente presentato dal Ministro Mattioli, sarà quello sopra descritto, e non altro, con tutt'al più qualche aggiustamento tecnico per quanto riguarda la garanzia di sicurezza.
Ragion per cui non ci sarà spazio per nessun'altra idea progettuale, quale per esempio quella prospettata da Mor Temor, un giovane architetto israeliano, laureatosi in Italia e residente nella provincia di Nazaret, alta Galilea, il quale al Ministero italiano dell'infrastrutture ha inviato un suo originalissimo progetto per la costruzione di un “Ponte Galleggiante Abitato” sullo Stretto di Messina. Senza averne però risposta.
I dettagli del progetto sono stati corredati con un video, che, dato il mancato riscontro da parte del Ministero, l'interessato ha reso pubblico, consentendone la visibilità in internet.

Clicca qui e lo trovi su You Tube:
Bridging the Messina Straits /

venerdì 15 gennaio 2010

ACQUA CHE DIVENTA PIPI' E PIPI' CHE DIVENTA BIRRA


Oni tanto do una scorsa al sito Dagospia, dove è possibile trovare qualche chicca uscita dalla virulenta penna di D'Agostino. Capita pure che ci siano delle lettere dei tanti avventori del sito, e qualcuna è davvero gustosa.
Ne riporto una, che però mi dovete consentire di commentare, anche se brevemente.
Lettera 22
Ieri ho visto il servizio di Striscia sullo stato in cui versa la stazione Termini di Roma. Veramente siamo alla mercè di un manipolo di truffaldini, che non ti mette a disposizione, nella città delle fontane, una fontanella alla quale potersi abbeverare. Al danno si aggiunge la beffa, perchè vicino alla fontanella guasta c'è il distributore di bibite, che ti vende la bottiglietta a 1 euro. In tutta la stazione non è possibile bere è un vergogna. Poi per andare a pisciare devi pure pagare 80 centesimi, quindi la bottiglietta a conti fatti ti viene a costare 1,80, se si considera la conseguenza fisiologica che segue alla bevuta.

All'anonimo che l'ha scritta suggerirei un consiglio, che forse gli farà risparmiare l'euro e ottanta.
Beva l'acqua , quando la bottiglietta sarà vuota, visto che avrà lo stimolo di far pipì, la usi per pisciarvi dentro. Intanto risparmierà gli 80 centesimi della latrina. Se poi riuscirà a imitare i tanti truffaldini della stazione, potrà tappare la bottiglietta e venderla spacciando il contenuto per birra. Forse potrà ricavare più di un euro.

DI FRONTE ALLA UNIVERSALE TRAGEDIA DI HAITI, VOGLIAMO GUARDARE IN VOLTO QUESTA NOSTRA REALTA?


Le sconvolgenti immagini che, anche in prima serata, la TV ci ha presentato sul disastroso evento simico di Haiti, paragonabili se non addirittura peggiori di quelle rievocate lo scorso anno in occasione del centenario del terremoto di Messina, dovrebbero farci riflettere su ciò che la Natura - a volte matrigna, a volte benigna - ci propina.
Ed io ieri sera non ho fatto altro che pensare a quella povera bambina semisepolta dalle macerie che invano si stava cercando di liberare dalla morsa che l'attanagliava con tanta resistenza che apertamente si prospettava di amputarle una gamba per potere estrarre quel corpicino sventurato.
E tutti quei morti disseminati, e tutti quei feriti che inutilmente attendevano di essere raccolti e assistiti da un'assistenza assolutamente non ancora organizzata!
Ma se davvero pensassimo che la Natura è anche cieca e non guarda dove e come agisce, se non dimenticassimo che anche i nostri nonni sono stati vittime degli inattesi sommovimenti di questo globo che ci ospita e sul quale si vive, si ride, si piange, si spera, si dispera, si ruba, si dona, si ama, si odia, se pensassimo almeno ad una parte di tutto ciò e non ci lamentassimo per il taglietto in un dito, per un rimprovero subito, per un saluto mancato, per tante altre difficoltà che, di fronte ad eventi come quello di Haiti, diventano inezie, probabilmente saremmo più obiettivi e meno egoisti di quel che realmente siamo.

FRA' GALDINO

giovedì 14 gennaio 2010

SULL'INCONTRO TRA BERLUSCONI E FINI, SOLO COMMENTI DELLA BASE PDL


Fini e Berlusconi pranzano insieme e siglano un nuovo armistizio: che - secondo quanto ha raccontato La Russa presente al convivio - prevede una maggiore concertazioine e più frequenti incontri tra i due "comprimari".
Secondo La Russa l'incontro "non è stato di maniera".
Entrambi non hanno nascosto l'esistenza di problemi: a partire dal "fuoco amico", ovvero dai durissimi attacchi portati dal Giornale di Vittorio Feltri contro il presidente della Camera.
"Si è parlato del danno che può fare e della necessità di non criminalizzare nessuno ma di lavorare tutti per un rasserenamento anche su questo terreno".
Sono stati affrontati anche altri problemi, tra cui la scelta delle alleanze in vista delle elezioni regionali.
Berlusconi e Fini si sarebbero trovati d'accordo nel ritenere inaccettabile la politica del doppio forno dell'Udc, ma nessuno dei due si sarebbe espresso sul comportamento da assumere nei confronti di Casini..
L'asserita condanna del "fuoco amico", cui il ministro della difesa ha fatto riferimento, ci ha spinto a consultare il sito del Giornale di Feltri, per accertarci se, nel resoconto sull'incontro Berlusconi-Fini, appaia qualche frecciatina velenosa, di quelle che quel direttore sa scoccare.
Nell'articolo, frutto di redazione, dalla prima all'ultima parola, nessunissima traccia di commento. Numerosi sono invece i commenti...dei lettori, e tutti impietosi nei confronti di Fini.

Ecco un significativo florilegio a commento dell'articolo: (vale la pena leggerlo)

-Mi chiedo quanto durerà questa nuova pace tra Fini e Berlusconi. Sembra il gioco del gatto col topo sino a che uno spazientito dell'altro, và, dove è determinato ad andare. Vista così, si dovrebbe pensare che non durerà molto...

- No Fini, No Casini, No Problems
- Volete vedere che Fini prima o poi si candiderà per il Quirinale appoggiato dalla Sinistra e Casinisti per silurare Berlusconi?
-Silvio, ascolta la base: quello ti frega, non l'hai ancora capito??
- Caro Silvio , tutti i candidati di area Aennina prenderanno un ceffone alle regionali che se la ricorderanno per parecchi anni ... A cominciare dalla Polverini che non vincerà mai (visto che metà PDL non la votera mai)
- Come al solito tacerà per un giorno, poi darà fiato alle trombe...se sapesse quanto ci sta sui cosiddetti per quel suo comportamento da primo della classe che vuole dar lezione al maestro, capirebbe subito qual è la via da prendere: le dimissioni, perchè non possiamo votare pdl sapendo che anche lui prenderà il nostro voto.
- Non Credere Nemmeno A Una Parola Il Proverbio Dice ...dagli Amici Mi Guardi Dio Che Dai Nemici Mi Guardo Io è Persona Infida E Vendicativa Non Fà Niente Per Niente Caro Presidente Ti Sò Scaltro Ma..........stai Attento
- Fini dovrebbe baciare i piedi a Berlusconi per avergli dato la possibilità di rivestire cariche che nemmeno avrebbe sognato. Ma l'invidia e la gelosia sono mali incurabili. Per un pò si cheta, poi ritorna a dire fesserie che non hanno niente a che fare con il programma per il quale lui stesso è stato votato. E' l'ora che se ne vada e smetta di intralciare l'opera del PDL, dacché ha tradito non solo la politica a cui ha aderito, ma tutta la sua storia, il "compagno" Fini. - Penso che adesso risulti chiaro e inequivocabile che a Fini premono di più le poltrone e le poltroncine che il PdL.
- La solita solfa di quel cialtrone fatto su misura per il mercato delle vacche.....come nei precedenti governi. Sempre a criticare e deligittimare Berlusconi e governo per poi ricattare per ottenere poltrone e posti per i suoi scherani
- Fosse la volta buona! Presidente butti fuori quell'ipocrita e traditore.
- A che pro dare ancora peso a Fini? è un prepotente che si arroga il diritto di ''insegnare al popolo'', anziche ''inchinarsi'' alle scelte del popolo.
- Caro Presidente del Consiglio, trattalo bene quell'imbusto della campanella! Fa parte della schiera di Franceschini e di quello della Bettola.
- E' giunto il momentodi parlare chiaro! Ho fini condivide i palinsesti della direzione del PDL come previsto dallo Statuto oppure lo si ritenga fuori da ogni decisione che il PDL vorrà prendere: Sono già troppe le trasversalità che ha preso contro. Onorevole Berlusconi gli faccia pagare il pranzo oppure si faccia alla romana. Giò Stecchino ha già troppo scroccato quasi come Casini. Di tutto ha bisogno il PDL tranne che di traditori conservatori all'interno. Tenga la barra dritta solamente con la Lega che è splendida circa le vere esigenze delle persone!!!! -
- Ricalcando la Storia antica, un avvertimento per Berlusconi: "Guardati dalle Idi di marzo!"

DIVENTA SEMPRE PIU' SCONFORTANTE IL DISASTRO DI HAITI





Appare sempre più disastroso il terremoto che ha scovolto Haiti Semidistrutta la capitale Port au Prince, numerose vittime e migliaia di dispersi.

Potrebbero essere centinaia di migliaia le vittime del devastante terremoto che ha colpito Haiti. La devastante scossa di magnitudo 7, che ha fatto crollare gli edifici come se fossero di carta pesta, ha colpito martedì alle 16.53 (le 22.53 in Italia) con epicentro a una quindicina di chilometri dalla capitale Port-au-Prince. Secondo l'Onu e la Croce Rossa dai 3 ai 3,5 milioni di persone sono state colpite dal sisma, oltre un terzo della popolazione totale del Paese. Migliaia di persone sono rimaste sepolte sotto le macerie e i soccorritori stanno cercando di estrarne vive quante più possibile, anche a mani nude. Tra gli immobili crollati ci sono numerosi ospedali e anche il palazzo presidenziale di Port-au-Prince. Tra le vittime c'è l'arcivescovo, monsignor Serge Miot, mentre non si hanno ancora notizie del vicario generale, mons. Benoit. Si contano anche molti morti tra i Caschi blu della missione Minustah dell'Onu ad Haiti. L'edifico di cinque piani, sede della missione, è collassato e, secondo il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, tutte le persone che si trovavano al momento
Sono un centinaio gli italiani che mancano alll'appello dopo il devastante sisma che ha colpito il Paese: lo comunica il capo dell'Unità di crisi della Farnesina. "Confidiamo nel fatto che molte persone non ci abbiano contattato perché si trovano nell'impossibilità di farlo", ha detto. Dei 191 italiani che secondo l'anagrafe si troverebbero a Haiti molti potrebbero non essere nel Paese, ma un numero indefinito di persone potrebbe trovarsi sull'isola senza averlo segnalato alle autorità. Sono un'ottantina i nostri connazionali che il ministero è riuscito a contattare: stanno bene. Un funzionario della Farnesina è in arrivo a Haiti per le ricerche.

LA BIBLIOTECA COMUNALE "NANNINO DI GIOVANNI" ATTENDE DA ANNI DI ESSERE MESSA IN SICUREZZA


Nella nostra città esiste una biblioteca comunale ricca di volumi d'ogni genere, molto frequentata, gestita da personale competente e sensibile e tuttavia strutturalmente lasciata in condizioni inaccettabili.
E' la "Nannino Di Giovanni", così chiamata perchè ospitata in una villetta di via Regina Margherita, che fu di proprietà del cavaliere Nannino Di Giovanni.
La sede, in parte ristrutturata con l'annessione di una sala-conferenze, costruita oltre un ventennio fa, nella sua parte originaria, le cui stanze sono adibite sin dall'inizio per la custodia dei libri, è in condizioni d'inadeguata agibilità, da circa tredici anni.
Addirittura esistono vani che, in seguito all'alluvione del dicembre 2008, sono stati dichiarati inaccessibili.
Ciò ha indotto a trasformare l'aula-auditorium in sala di lettura e consultazione, oltre che in provvisorio"contenitore" di libri, riviste e altro materiale di più frequente consultazione.
Se si chiede a qualuno perchè non si sia provveduto a riportare in condizioni di agibilità la parte della sede inaccessibile, le risposte sono vaghe: c'è chi dice che, per farlo, si attendono adeguati finaziamenti, ma c'è qualcuno che addirittura insinua che non è possibile intervenire a causa di qualche cointenzioso sulla effettiva proprietà della sede. Insomma, si tratta di risposte incontrollabili che ovviamente servono a lasciare l'importante struttura nello stato di incuria già descritto.
Eppure, c'è da considerare che a Barcellona si stanno progettando o eseguendo lavori di ristrutturazione in diversi edifici ( chiesa sconsacrata di San Vito, edificio dell'ex centrale del latte, vecchia perscheria) tutti con l'obirettivo di rendere disponibili nuovi centri cosiddetti socio-culturali. Per tutte queste sedi sparse i fondi, insomma, si sono trovati.... Come mai, non si riesca invece a risolvere il problema della biblioteca, è un mistero.
Eppure si tratterebbe di salvaguardare un patrimonio importante, reso ancora più prezioso dal grande lavoro svolto per il recupero di tomi antichi d'inestimabile valore.

"La Biblioteca comunale "Nannino Di Giovanni" di Barcellona Pozzo di Gotto - scrive in una sua recenzione la titolare dottoressa M.R. Naselli - da oltre dieci anni ha istituito una sezione dedicata al suo patrimonio librario antico. I testi antichi, prima conservati nei magazzini insieme alle più diverse pubblicazioni, dopo la loro sistemazione e registrazione, sono stati sottoposti ad un trattamento catalografico che ne ha rilevato ulteriormente la loro importanza, sia dal punto di vista bibliografico sia come elemento di ricostruzione storica cittadina. 1
L'esame delle note di possesso e/o degli ex-libris ci permette di stabilire con una certa sicurezza la provenienza del fondo, di natura composita, costituito in gran parte dai libri confiscati agli ordini religiosi, in seguito alla legge del 1866, e da opere già patrimonio di biblioteche di privati e pervenute alla biblioteca per donazione.

Il primo di questi gruppi comprende essenzialmente i testi della libraria del convento dei Cappuccini di Pozzo di Gotto, oltre a sporadici esemplari provenienti dal monastero di S. Maria di Gala, dal convento dei Carmelitani e da quello dei frati osservanti di S. Antonio da Padova. Al secondo si ascrivono alcune delle opere elargite dalla famiglia Nicolaci, dall'avvocato Lorenzo Rossitto Valveri, dall'architetto Carlo Broggi e dall'ispettore scolastico Corrado Perricone. Anche tra le opere donate alla biblioteca dallo storico barcellonese Nello Cassata sono stati rinvenuti libri antichi, conservati ora in questa sezione.

mercoledì 13 gennaio 2010

RIDURRE LE TASSE? MA CHI L'HA MAI PROMESSO!?! SONO TUTTE ILLAZIONI...



Dixit sed non dixit. Ciò che ha detto non l'ha detto.
Ovvero qui lo dico e poi lo nego.
Come volevasi dimostrare.
Il premier non ha mai detto che avrebbe diminuito le tasse e quindi la storia dei due coefficienti (23 e 33) sarebbe una bufala mediatica.
Forse sarebbe meglio che questi due numeri li giocassimo al lotto.
Chissà potrebbe uscirci qualcosa di guadagnato in euro.
Se non per noi, sicuramente per lo Stato.
La notizia è fresca e speriamo che non sia smentita dopo che l'avremo riferita.
L’attuale situazione di crisi non permette nessuna possibilità di riduzione delle imposte". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. ”La situazione attuale del debito pubblico comporterà, solo di interessi, una spesa di 8 miliardi di euro all’anno. In questa situazione – ha sottolineato il premier – è fuori discussione poter pensare a un taglio delle imposte”. ”Devo dire – ha detto il capo del governo in conferenza stampa – che non sono vere neppure tutte quelle illazioni sulla volontà di andare alla riduzione delle imposte”.
Dixit, sed....Attendiamo, prima di completare la frase.

CLICCA QUI:

Fini al governo: "L'uso distorto dei decreti soffoca il Parlamento ...

IL MINISTRO BRUNETTA ASPIRA AL POSTO DI CACCIARI

Per il Pdl veneziano il miglior candidato possibile a sindaco della città è il ministro Renato Brunetta

Renato Brunetta, in un'intervista al quotidiano il Clandestino, si dichiara pronto a fare il sindaco di Venezia. «Io sono disponibile. Certo - aggiunge il ministro - l'ultima parola spetta al Pdl veneziano e alla maggioranza che governa il Paese, perché è una città simbolo dell'Italia. Pertanto la decisione è una decisione che va presa con grande ponderatezza e determinazione».

«Io ho dato la mia disponibilità - continua Brunetta -: fare le 2 cose insieme: sindaco-ministro o ministro-sindaco... non sarei né il primo né l'ultimo
».

Da:Il Gazzettino.it

CONTINUA IL DISCORSO TRA SORDI SULLA SORTE DELLA FIAT DI TERMINI IMERESE


. «L'ho detto il 18 giugno, l'ho ripetuto a Palazzo Chigi prima di Natale, l'ho ripetuto ieri. Nel messaggio non è cambiato niente» Sergio Marchionne continua ad essere categorico, rispondendo ai giornalisti americani, che a Detroit l'hanno intervistato, ricordandogli che oggi a Termini Imerese i dipendenti della Fiat incrociano le braccia e si avviano a raggiungere Palermo, dove è previsto un presidio davanti Palazzo dei Normanni, sede dell'assemblea regionale siciliana. L'Ars, nel pomeriggio, si riunirà in seduta straordinaria proprio per affrontare il caso Fiat.
Fim, Fiom e Uilm intanto chiedono il mantenimento della produzione di auto e la salvaguardia dei posti di lavoro. Alla Fiat di Termini Imerese lavorano 1.350 persone, altre 600 sono occupate nelle aziende dell'indotto. E i sindacati rinfacciano a Marchionne di aver fatto marcia indietro sul piano di rilancio di Termini predisposto due anni fa.

Palermo, 13 gen. (Adnkronos) - Sono circa un migliaio gli operai della Fiat di Termini Imerese (Palermo), ma anche dell'indotto e dell'Italtel che stanno manifestando davanti a palazzo dei Normanni di Palermo sede dell'assemblea regionale siciliana. Le tute blu hanno raggiunto Palermo a bordo di otto pullman, ma anche di auto private, partiti un'ora fa dallo stabilimento Fiat di Termini Imerese, chiuso per lo sciopero a cui, secondo la Fiom Cgil, avrebbero aderito tutti i dipendenti.

Ma il delegato aggiunto della Fiat respinge l'accusa asserendo che «Allora era stata fatta una serie di ipotesi basate su un mercato in crescita e su un impegno del Governo che avrebbe fatto parecchie cose, che poi abbiamo visto... Con un mercato in crescita ci sarebbe magari stata la possibilità di risolvere qualcosa, ma ormai, in questo mercato, parlare di riabilitare lo stabilimento di Termini Imerese è da pazzi».
"La Fiat è una multinazionale - aggiunge Marchionne - e i sindacati devono rendersi conto della necessità di un equilibrio tra domanda e offerta".
Dichiarazioni non nuove che, a Termini Imerese, hanno generato scioperi spontanei tra gli operai, in un clima che il sindacato ha definito "di tensione".
Fermo il commento di Guglielmo Epifani, segretario della Ggil: "Continueremo a batterci contro la chiusura". La Uilm, dal canto suo, ha fatto sapere che intende proporre a Fim e Fiom due ore di sciopero di tutti i lavoratori del gruppo entro gennaio, "a sostegno della vertenza che riguarda lo stabilimento di Termini Imerese".
I delegati di Fim, Fiom e Uilm dalle 5 del mattino hanno presidiato i cancelli della fabbrica, "ma nessun lavoratore - dice il segretario territoriale della Fiom, Roberto Mastrosimone - è entrato in fabbrica".
Sulla gravissima questione, il Fronte Nazionale Siciliano, attraverso un comunicato, esprime la propria solidarietà alle tute blu siciliane, ed esprime la convinzione che "la Sicila deve aprire un contenzioso globale con la Fiat in caso di ritirata da Termini Imerese. Coglie inoltre l'ooccasione per esprimere favorevole alla costruzione di auto ecologiche e alla migliore utilizzazione dell'energia solare".

AGGIORNAMENTO:

I lavoratori Fiat protestano davanti all'Ars in attesa dell'inizio della seduta straordinaria del parlamento regionale prevista per questo pomeriggio e durante la quale si parlera' proprio della Fiat e dell'annunciata chiusura dello stabilimento siciliano a partire dal 2012. Gli operai hanno sistemato davanti all'Ars una bara in polistirolo con la scritta 'Fiat' e il simbolo di una croce. Numerosi gli striscioni con diverse scritte: 'Fiat come acronimo di furbi industriali abbandonano Termini', oppure 'Marchionne e Scajola cumpari senza parola' e ancora 'Riconversione industriale=chiusura totale'.

L'assemblema regionale siciliana, riunita in seduta straordinaria, ha deciso di dare mandato al presidente Lombardo di chiedere la convocazione del Consiglio dei ministri che si occupi della vicenda.

martedì 12 gennaio 2010

"IO CREDO", "IO PENSO", "IO DICO": L'EGO MAXIMUM SFASCIATUTTO


"Magari capiva più di politica estera che non d'Italia e forse non ci libererà mai da Berlusconi.
In compenso, nel far fuori chiunque gli possa fare ombra nel centrosinistra, D'Alema è sempre infallibile.
Uno dopo l'altro, Prodi e Cofferati, Veltroni e Rutelli.

Liquidata la pratica nazionale, è tornato nelle sue terre e in un mese ha schiantato i due miti locali, Michele Emiliano e Nichi Vendola.
In cambio, s'intende, di un grande disegno".
Se credete che ciò l'abbiano scritto Feltri o Belpietro, siete fuori strada.
E' l'incipit di un articolo di Repubblica.
E lo faccio mio, perché lo condivido parola per parola, tranne quel
forse della prima riga.

CONCLUSO L'ATTIVO SEMINARIALE FNS SU 12 GENNAIO 1848

Si è concluso nella tarda mattinata di ieri l'attivo seminariale FNS , organizzato per approfondire i significati ed i valori della rivoluzione siciliana del 12 gennaio 1848.
I lavori sono stati coordinati dal Prof.Corrado Mirto,che ha tracciato un percorso sintetico della Storia del Regnum Siciliae , dalla data dell'incoronazione di Ruggero 2° nella Cattedrale di Palermo , avvenuta nella notte di Natale del 1130, fino alle rivoluzioni del secolo 19°.
Giuseppe Scianò, nella propria relazione, ha ricordato i "contenuti" e le finalità della Rivoluzione del 1848 ; il ruolo di Ruggero Settimo, che fu un vero e proprio Capo Provvisorio del risorto Stato Siciliano; i lavori del Parlamento Siciliano convocato nella Chiesa di San Domenico il 25 marzo 1848 sulla base delle regole della Costituzione del 1812; la emanazione della nuova Costituzione datata 10 luglio 1848;la dichiarazione di indipendenza della Sicilia e quella della decadenza della Dinastia Borbonica e i tanti provvedimenti legislativi ed operativi adottati.Nonchè le grandi battaglie sostenute a Palermo, a Catania e a Messina e le altre vicende militari e politiche che caratterizzarono la breve, ma significativa e gloriosa, esistenza dello Stato Siciliano, "riconosciuto" da non pochi altri Stati italiani ed europei".
Numerosi e qualificati gli interventi al dibattito.

lunedì 11 gennaio 2010

GLI ARBITRI SOSPENDANO LE PARTITE SE ODONO CORI RAZZISTI


E', QUESTO, L'ORDINE EMANATO DAL MINISTRO DELL'INTERNO PER SEDARE LE PLATEE
Ma è davvero troppo severo questo nostro ministro dell'interno!
Figuriamoci se non lo è uno che ordina agli arbitri di sospendere le partite, non appena si accorgono che da curve, spalti e tribune si levano cori razzisti.

Ma lui non è quel Maroni che, applicando la legge

Bossi-Fini, avrebbe dovuto regolarizzare la posizione degli immigrati?
Non è lo stesso Maroni che avrebbe dovuto prevenire ciò che ha ammesso d'aver temuto accadesse a Rosarno? E che purtroppo accadde!

Si è lui, ma è pure lui che, incavolatissimo, ha annunciato
: "Stop alle partite per razzismo"."

"A parole - scrive l'Espresso - sono tutti d'accordo col ministro Maroni, ma nei fatti anche questa proposta rischia di fare la fine della tessera del tifoso, preparata e pompata dal ministro dell'interno e rimandata all'anno prossimo".

"Il presidente federale Giancarlo Abete - aggiunge il giornale romano - aveva chiesto chiarezza domenica ripassando la palla al ministero e oggi ribadisce le sue perplessità. Conferma la disponilibità della Figc ma aggiunge che all'arbitro «già si chiede di tutto: che veda i falli in tempo reale - senza aiuto di mezzi tecnologici -, che senta i cori, che ne valuti l'eventuale connotazione razzista. Ora anche che decida in autonomia di interrompere la partita...»"

Oh, no! Ma allora si vuole che il tradizionale 'epiteto taurino'... contro l'arbitro non basti più!

Ma questo è sadismo!"

MARONI CHE TANTO STA FACENDO PER METTERE IN REGOLA IL FENOMENO, NULLA AVEVA FATTO PER PREVENIRE I DISORDINI DI ROSARNO



E ADESSO DICE:"LO TEMEVAMO" ADDOSSANDO LA COLPA ALLA REGIONE CALABRA, CHE GUARDA CASO E' DI CENTROSINISTRA: NON TUTTI I GOVERNANTI POSSONO AVERE PERO' LA STOFFA DI OBAMA CHE IN QUANTO CAPO SA ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA'

"Dopo due giorni di vera guerriglia urbana e “caccia al nero”, da venerdì sono stati avviati i trasferimenti di centinaia diraccoglitori di arance. Molti altri hanno lasciato la città e i terreni circostanti di propria iniziativa. Diversi pullman ne hanno trasportati circa 350 al Centro accoglienza richiedenti asilo di Bari, alcuni sono stati accolti in centri tra la Calabria (Crotone) e la Puglia, altri ancora hanno avviato una diaspora verso il centro-nord o anche verso la Sicilia, salendo sui treni in partenza da Lamezia Terme. In totale 1.300 immigrati sono stati spostati dalla zona. Pochi, si dice, sono rimasti per portare a termine la stagione di raccolta di arance e mandarini, alcuni nascosti nelle campagne e forse dai datori di lavoro.

Maroni: Rosarno, bomba innescata

Nonostante il Vaticano abbia condannato le gravi condizioni di lavoro cui sono sottoposti gli immigrati e Papa Benedetto XVI abbia ricordato nell’Angelus domenicale che «un immigrato è un essere umano da rispettare» richiamando le istituzioni a «non venire meno alle proprie responsabilità», per il governoil problema resta unicamente l’immigrazione clandestina. Ribadendo che gli immigrati irregolari trasferiti nei centri di accoglienza, come previsto dalla legge, verranno espulsi, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha spiegato che «purtroppo a Rosarno è avvenuto quello che temevamo». La colpa è delle «autorità locali e territoriali», che attraverso dieci anni di tolleranza e lassismo hanno consentito la nascita di comunità di extracomunitari che erano delle vere e proprie «bombe innescate». Ci sono «responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare», perciò il titolare del Viminale ha lanciato il suo messaggio: «In Calabria lo Stato c'è: interverremo nel Sud per supplire alle mancanze locali».

E mentre Maroni si concentra sugli immigrati, c’è anche chi richiama l’attenzione su un altro fattore determinante nelle rivolte di Rosarno. Alberto Cisterna, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia (Dna), è convinto che «a sparare agli immigrati sono stati sicuramente uomini della 'ndrangheta, per far vedere che sono loro a controllare il territorio». «Quando la gente si e' sentita aggredita - ha detto il magistrato in un’intervista ad “Avvenire” - si e' rivolta ai mafiosi che sono stati costretti ad intervenire perché non possono perdere la faccia».

In Internet: il 1 marzo sciopero degli immigrati
Intanto si muove anche la società civile. Sabato a Roma associazioni antirazziste e immigrati si sono ritrovati in piazza dell'Esquilino, nei pressi del Viminale, per un presidio «contro l'intolleranza e i lager dei migranti» che ha vissuto anche momenti di tensione quando alcuni manifestanti hanno tentato di sfondare il cordone di polizia per portare la loro protesta sotto il ministero. E in rete cresce il dibattito attorno allo «Sciopero degli stranieri», un’iniziativa nata attraverso il blog “1 marzo 2010”: «Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?», si chiedono i promotori della manifestazione ispirata e collegata all’analoga iniziativa francese «La journée sans immigrés: 24h sans nou».

(valerio perogio) Multimedia

CLICCA:
Rosarno: il video della guerriglia

domenica 10 gennaio 2010

"Sogno una vera riforma tributaria. Come quella che avevamo immaginato nel '94. Con due sole aliquote."



Domani Berlusconi tornerà a palazzo Grazioli per riprendere, rinfrancato, la sua attività governativa.
E assieme ad essa ripiglierà quella mediatica, che sicuramente gli è maggiormente congeniale e gradita, visto che, approssimandosi la campagna elettorale per le regionali, avrà grandi spazi a sua disposizione.
Già nei giorni scorsi, in linea preparatoria, ha lanciato il primo annuncio su un argomento che, nelle precedenti campagne elettorali, gli aveva fruttato larghi consensi.
"Nel 2010 procederemo ad un taglio delle imposte" ha detto, mentre era ancora a riposo, e nonostante il suo portavoce , per non allarmare Tremonti, abbia smentito che l'avesse detto, ieri il premier, dopo essersi consultato con lo stesso ministro dell'Economia, ha smentito lo smentitore, asserendo che il suo sogno è ridurre a due le aliquote irpef.
"Sogno una vera riforma tributaria. Come quella che avevamo immaginato nel '94. Con due sole aliquote. E adesso stiamo studiando tutte le possibilità per realizzarla"
"Silvio Berlusconi, scrive il Messaggero,vuole impostare una tabella di marcia per arrivare al più presto, e non a fine legislatura, ad una riforma fiscale che, a suo giudizio, inevitabilmente dovrà portare ad una riduzione della pressione fiscale.
Il «sogno» di Berlusconi, sarebbero le due aliquote (23 e 33) con un’ampia detax-area. L’annuncio Berlusconi lo fece a Verona nel maggio del ’99 e lo ribadì nell’ormai famoso contratto con gli italiani del 2001".
”Meno tasse per tutti”, quindi: lo stesso slogan con il quale nel 2001 vinse le elezioni, dovrebbe fargli recuperare, nelle votazioni del prossimo aprile, i consensi perduti, a causa delle mancate promesse..
E possiamo star certi che il popolo bravo tornerà ad abboccare all'amo del populista di classe.

DIMEZZATO IL NUMERO DEI POSTI LETTO NELL'UNITA' DI MEDICINA DEL CUTRONI-ZODDA


IL TAGLIO DIPENDE DALLA CARENZA DI PERSONALE INFERMIERISTICO

Dopo che s'è parlato del piano di dimensionamento negli ospedali, presentato dal direttore generale dell'ASP di Messina, dott. Giudffrida, e ci si era in qualche modo consolati registrando che, per il Cutroni-Zodda di Barcellna, almeno in alcuni reparti essenziali, quale quello di medicina, s'era almeno badato a mantenere l'esistente numero dei posti letti, ecco giungere la sorpresa: nell'unità di medicina - appunto in essa - il proclamato numero viene dimezzato.
A determinare ciò sarebbe una necessità obiettiva: l'insufficienza di personale infermieristico, una carenza ormai fossilizzata, visto che si sa da anni che l'organico del Cutroni Zodda non è stato mai adeguato alle reali esigenze del nosocomio.
Ho parlato di sorpresa, ma devo correggermi per non farmi fischiare addosso: per il semplice fatto che il processo di spoliazione nei confronti del Cutroni Zodda è divenuto talmente usuale che nessun taglio di nessun genere potrà mai apparire una novità.
Quindi niente di sorprendente, ma soltanto constatazione della persistenza d'un inveterato progetto: togliere di mezzo un ospedale che ha il difetto d'essere ubicato a Barcellona Pozzo di Gotto.

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