lunedì 6 dicembre 2010

RITORNA IN FAMIGLIA LA STUDENTESSA SEDICENNE DI TERME VIGLIATORE

ERA FUGGITA CON LA COMPLICITA' DI UN QUARANTUNENNE CONOSCIUTO SU FACEBOOK


Domani sera, probabilmente, rientrerà in famiglia Maria Grazia Ruvolo, la strudentessa di sedici anni, scomparsa giorni fa, fuggendo con un quarantunenne di Chiavari, e ieri ritrovata in Albania, dopo una accurata ricerca operata dai carabinieri di Barcellona, Messina e Brindisi.
La ragazza, la cui presenza era stata individuata in un paese prossimo al confine greco, dove per interessamento del console italiano Strozzi era stata affidata alle cure delle suore missionarie del locale convento, ieri sera stessa s'è messa in contatto telefonico con la mamma e, chiedendole perdono per l'avventata fuga, le ha assicurato che non vedeva l'ora d'incontrarsi col padre che, nel frattempo, aveva raggiunto Brindisi.
Per la poco edificante vicenda, che ha messo in grande ambascia una famiglia, si profilano ovviamente conseguenze penali per l'uomo che, chattando su facebook, ha approfittato dell'inesperienza di una minorenne, tanto da dovere rispondere alla giustizia per i reati di sottrazione di minorenne consenziente e sottrazione d'incapace.
Anche se l'avere ritrovato la ragazza salva e - si dice pure - pentita della fuga, con conseguente sollievo e gioia per i genitori, è presumibile che al fatto seguiranno risvolti legali, che andranno affrontati con il massimo buonsenso, per ridare la necessaria serenità ad una giovanissima che non s' è resa conto della gravità del passo che stava facendo.

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Di fronte a questo fatto, che mi auguro si risolva nel miglior modo possibile, la memoria, pur facendo il dovuto distinguo, data la scarsa analogia, mi riporta ad un fatto, avvenuto parecchi anni fa, a Barcellona.
La protagonista si chiamava Grazia e venne rapita in maniera avventurosa.
Allora non c'era ancora Facebook e le "sottrazioni" avvenivano, in maniera meno subdola, grazie all'ausilio di qualche compare e di una centoventotto fiat.
Si trattò del clamoroso "ratto" di una sabina del Longano, alle conseguenze del quale il genitore reagì in maniera così aspra da suscitare un caso giudiziario talmente intrigato da rovinargli l'esistenza.
Una vera trama romanzesca, che il senatore Carmelo Santalco nel 1986 seppe abilmente sfruttare per dare contenuto al suo romanzo "Il portafoglio a mantice".
Che consiglio di leggere.

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