martedì 10 agosto 2010

OPG DI BARCELLONA ALL'ASL: ASPETTA E DISPERA CHE' L'ORA PIU' NON S'AVVICINA....

O COL MINISTRO O COL GOVERNATORE NULLA CAMBIA SE NON CAMBIANO LE TESTE


Questo post fa riferimento alle recenti polemiche, suscitate dalla sconcertante dichiarazione del senatore Ignazio Marino, fatta dopo che la Commissione parlamentare da lui guidata ha visitato l'OPG di Barcellona Pozzo di Gotto.
Come si ricorderà, tali polemiche hanno portato al solito scaricabarile tra Stato e Regione, per la mancata assunzione del trasferimento di gestione all'Asl regionale, che avrebbe dovuto avvenire in attuazione del decreto legislativo 230/99.
Le gravissime carenze riscontrate nel nosocomio di via Madia, sarebbero quindi conseguenti alla solita inerzia della Regione che, come spesso accade, traduce, con ritardo, in proprie le innovazioni legislative statali.
Recentemente, questo è stato il leit motiv sull'argomento ripetuto dai segretari della Fp Cgil, Clara Crocè, e della Camera del Lavoro di Messina, Lillo Oceano, secondo cui la responsabilità di quanto emerso è da ascriversi all'inerzia della Regione Sicilia, appunto per non avere ancora provveduto a fare propria la legge del passaggio dell'Opg all'Asl.
Tralasciamo la risposta dell'Assessore Regionale alla ...Salute, Massimo Russo, che ha scaricato sul Governo nazionale la mancata attuazione della prassi del confronto tra Stato Regione che prelude il passaggio delle competenze, perchè a nostro modesto parere, il difetto non sta nella mancata assunzione regionale, bensì nel complessivo modo di gestire ogni cosa in questa nostra Nazione.
Se così non fosse non si comprenderebbe ciò che all'inizio di quest'anno ha denunciato, in un comunicato stampa, datato 13 gennaio 2010, il sindacalista
Fabrizio Fratini, che guarda caso, è il Segretario Nazionale Fp Cgil Sanità ...
E, guarda ancora il caso, Fratini dice tutto il contrario di ciò che viene detto in Sicilia sulla responsabilità che ricadrebbe tutta sul servizio sanitario e quindi, nel nostro caso, sulla Regione Siciliana.

"Prima di sperimentarsi, per l'ennesima volta, in un Piano carceri che, comunque sia, si rivelerà un fallimento - spiega il sindacalista della Cgil - il Governo restituisca ciò che ha maltolto al Servizio Sanitario Nazionale sul tema dell'assistenza sanitaria in carcere".
"Sono ormai quasi due anni che i Servizi Sanitari Regionali e le ASL hanno assunto la funzione di assistenza sanitaria per le persone momentaneamente private della libertà personale senza che a ciò sia corrisposto un solo euro in più nei loro bilanci".Ovviamente il riferimento non è alle ASL di Sicilia
"Degli oltre 320 milioni di euro previsti dalla legge di riforma per il 2008 e 2009 - aggiunge Frattini -sono solo 32 quelli che ad oggi sono stati trasferiti nei bilanci delle ASL; i restanti sono ancora nelle mani del Ministro dell'Economia che continua a trattenerli illegittimamente".
"E ciò a fronte, oltretutto, del considerevole aumento della popolazione detenuta registratosi negli ultimi 24 mesi". "Come è ulteriormente sostenibile una situazione che vede le ASL aver assunto questa nuova e delicatissima attività senza quelle risorse che lo stesso legislatore aveva ritenuto necessario per il passaggio delle funzioni di assistenza dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale?" si chiede Fratini.
"All'insostenibilità di questa situazione si aggiungono gli effetti assurdi che questo ritardo sta provocando". "Il primo è che tantissimi Servizi Sanitari Regionali si sono trovati costretti comunque ad investire le già scarse risorse esistenti per l'assistenza ai cittadini liberi per ammodernare e rimettere in sicurezza le obsolete e pericolose strumentazioni sanitarie che il Ministero della Giustizia ha "offerto" in dote al Servizio Sanitario Nazionale". "La seconda è che quello stanziamento, definito da una legge dello Stato per l'esercizio di una specifica funzione di assistenza sanitaria in carcere, rischia di essere risucchiato nelle logiche perverse degli equilibri di bilancio e dei piani di rientro". "C'è bisogno, quindi, di una decisione immediata del Governo che restituisca alle ASL i soldi indebitamente sottratti e di una specifica destinazione di quelle risorse per l'assistenza in carcere, a prescindere dallo "stato di salute" economico finanziario dei servizi sanitari regionali". "Non si può rischiare, così come è già successo in alcune importantissime realtà regionali, che quei soldi, una volta sbloccati, vadano a riempire buchi di bilancio o a sostenere piani di rientro: l'assistenza sanitaria in carcere va garantita a prescindere". "Piano carceri o no. "
NON POTREBBE DARSI CHE LA REGIONE SICILIA intende guardarsi le spalle consapevolmente, ritardando di accollare all'ASL la gestione sanitaria dei penitenziari e dell'OPG?

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