lunedì 9 agosto 2010

12 AGOSTO TRISTE RICORDO D'UN MICIDIALE BOMBARDAMENTO A BARCELLONA








12 agosto 1943 .............12 agosto 2010


L'Amministrazione Comunale, come negli anni precedenti, invita i cittadini a partecipare alla "breve" cerimonia commemorativa che, alle ore 11 del prossimo 12 agosto ( giovedì) si svolgerà presso il Monumento ai Caduti, in memoria dei duecento concittadini vittime del micidiale bombardamento aereo, che il 12 agosto 1943 ha quasi distrutto Barcellona Pozzo di Gotto.
I nomi dei caduti, in quella luttuosa giornata, sono riportati in una lapide collocata proprio accanto al monumento di via delle Rimembranze.
A quel tragico bombardamento che, per quanto inutile, seminò lutti e persino sconvolse il nostro monumentale Cimitero, dovrebbe essere legato in maniera meno episodica la Memoria di questa nostra Città, dove ormai sembra più facile ignorare che cercare di conoscere o ricordare.
Ovviamente secondo l'età.
Sono pochissimi, forse si potrebbero contare sulle dita della mano, i ragazzi e le ragazze che hanno avuto sentore di quante sofferenze, anche in casa loro, la seconda guerra mondiale ha portato.
Chi scrive queste poche righe, appena adolescente in quel miserando periodo, ha ancora vivo il ricordo di momenti ed episodi ad esso legati.
Il bombardamento del 12 Agosto - ricordo - ci ha sorpreso mentre eravamo sfollati nel vicino villaggio di Santa Venera.
In mattinata, però, mio padre assieme ad uno dei miei fratelli, era "sceso" a Barcellona per procurare qualcosa da portare a pranzo.
Entrambi si trovavano in via Umberto Primo, proprio davanti all'abitazione di mia nonna, quando furono sorpresi dalla tempesta americana; cercarono rifugio sotto la "volta" che dalla via Umberto Primo porta in vico Pensabene, e ben per loro che si sono raggomitolati in un angolo di quel piccolo tunnel.
Una bomba centrò una casa adiacente a quella della nonna, distruggendola e danneggiandone altre, e lo spostamento d'aria fece saltare dalla volta calcinacci che s'abbatterono sugli atterriti rifugiati.
Quelli che eravamo rimasti a Santa Venera, assistendo timorosi ed in ansia al tuonare delle bombe, già piangevamo i nostri cari, pur ignorando la gravità degli effetti di quella inumana scorribanda aerea, non dissimile da quelle di Milazzo e di Messina già sperimentate.
Passò qualche ora ed avevamo la morte nel cuore.
Di quei momenti ricordo la grande apprensione e la paura provata al rintronare delle bombe, che persino m'aveva fatto perdere ciò che, al primo impatto, tenevo nelle mani: un grosso bcchiere di limonata che chissà come ero riuscito ad addolcire con dello zucchero
, alimento raro e quindi doppiamente caro.
Ad un tratto, mentre attendevamo all'aperto chi temevamo non tornasse, essi, inzaccherati dal bianco dei calcinacci, ci apparvero in fondo alla strada: erano loro, i nostri cari, sembravano fantasmi tanto erano bianchi, ma fortunatamente erano sani e salvi.
Molti invece purtroppo non ebbero la loro fortuna, e furono circa duecento, tra cui alcuni dichiarati dispersi: i loro resti non sono stati mai trovati.

Francesco Cilona

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