domenica 18 luglio 2010

DIMENTICATA AD ARTE DALLA CITTA' UFICIALE LA FIGURA DEL SENATORE CHE RIFECE BARCELLONA POZZO DI GOTTO


CARMELO SANTALCO : Deputato e assessore regionale per tre legislature, Senatore della Repubblica dal 1972 al 1994, sottosegretario e per 10 anni Questore del Senato.


Nel mese di luglio di cinque anni fa, lasciava questa terra uno dei più attivi e longevi aministratori di Barcellona Pozzo di Gotto: il senatore Carmelo Santalco.

Pur non essendo barcellonese di nascita - era naTo a San Marco d'Alunzio nel 1921, Santalco divenne subito barcellonese d'elezione e fu proprio nella nostra città che, come amministratore, avviò la propria maturazione politica, che gradino dopo gradino si sviluppò dalla Provincia, alla Regione, al Parlamento Nazionale, dove raggiunse l'alto incarico di Primo questore del Senato della Repubblica.

Nella ricorrenza del primo lustro dalla sua scomparsa, la città ufficiale stranamente non riece più a ricordare questa figura politica, che fu per prima a dare impulso alla crescita - non sempre ordinata - di Barcellona Pozzo di Gotto.

Di questa strana amnesia si meraviglia il più anziano degli attuali consiglieri comunali, Orazio Calamuneri, che amareggiato ci ha fatto pervenire una sua nota di commento.

"Nel ricordare Carmelo Santalco nel quinto anniversario della scomparsa, - scrive Orazio Calamuneri - voglio precisare che sebbene Santalco abbia segnato oltre trenta anni di vita politica e amministrativa in questa città nessun riconoscimento gli è stato tributato. C’è stata una delibera del Consiglio Comunale, di intestargli il Palazzo Comunale, ma poi è rimasta lettera morta. Sembra che si voglia fare “dimenticare” questo personaggio che forse, facendo un raffronto con le successive amministrazioni , ci si rimedierebbe una inesorabile figuraccia".

"Santalco Senatore - sottolinea Calamuneri - non avrebbe accettato passivamente lo smantellamento dei servizi (vedi Serit o Stazione) o l’indebolimento dell’Ospedale a cui teneva particolarmente".

"Non voglio fare elogi post mortem per santificarlo, era anche lui un essere umano, ma due cose le voglio testimoniare. Santalco quando la povera gente non aveva l’acqua in casa e faceva la ressa alle poche fontane, anche molto distanti dalle abitazioni, ha avuto una idea rivoluzionaria. Ha fatto installare decine e decine di fontane in ogni quartiere e la gente ha finito le file e le risse, avendo l’acqua a pochi metri da casa. La seconda: negli anni 50, 60 e 70, il 70% delle famiglie viveva in veri tuguri dove mancavano di tutto, dai servizi igienici, persino ai pavimenti, e le figlie femmine si sentivano umiliate. Ebbene anche qui la cosa è stata vista come una priorità e migliaia di cittadini hanno avuto una civile abitazione, migliorando così le condizioni di vita".

"Una politica questa che, uscito di scena lui, è stata abbandonata. Infatti - stigmatizza il consigliere Calamuneri - da circa 17 anni non si costruiscono più case popolari. Ecco spiegato perché Carmelo Santalco nelle masse popolari era benvoluto. Ho ricordato solo due cose, ma potrei parlare di tante altre cose, vedi Impianti Sportivi, Zigari, Fondaconuovo, lo Stadio D’Alcontres, il Palazzetto dello Sport. Per fare un paragone voglio citare l’impianto di Manno che dopo anni è sempre fermo li, al palo. Anche per questo si preferisce dimenticarlo, ma la gente lo ricorda bene, ed io lo ricordo con loro". Orazio Calamuneri

13 commenti:

Anonimo ha detto...

il senatore Santalco, avrà mille meriti ed è triste che non gli riconoscano ma ha pure una colpa gravissima: ha contribuito perchè si perdesse l'identità barcellonese. Il vero problema di oggi è che Barcellona è una città che non sa chi è, cosa vuole e dove vuole andare. E questa è una colpa santalchiana che per accontentare tutti (tutti i suoi elettori, naturalmente, ma che erano la maggioranza) alla fine ha scontentato tutti. Però, almeno umanamente, gli si deve riconoscere un grande impegno e una grande forza morale. Peccato che nessuno dei politichicchi (parlo dei consiglieri e degli assessori vari, sia ben inteso) lo ricordi...

amico-fascio

pippo biondo ha detto...

A proposito d'identità...: un paese che dimentica hi o nel bene o nel male ne ha determinato la "storia" non è più un paese, cioè una comunità che condivide gioie e dolori pur nella diversità delle opinioni anche politiche.
E' vero sono passati pochi anni non dalla scomparsa politica del senatore Santalco ma sembrano passate secoli, il quadro socio-economico è totalmente mutato ma è pur vero che lo scempio e la devastazione che subisce la nostra Barcellona probabilmente non l'avremmo subito così passivamente proprio perchè fino a qualche giorno fa eravamo proprio una "comunità"...e Santalco lo sapeva.

Anonimo ha detto...

Se quelli che fanno opposizione in questo triste paese sono nostalgici di Santalco, siamo veramente alla frutta!!!

barcellonablog ha detto...

DAVVERO SIAMO ALLA FRUTTA: PECCATO CHE SI TRATTA DI FRUTTA MARCIA: A VOLTE QUELLA CHE IL SOLITO ANONIMO/A - CHE CAPISCO CHI E' - DEFINISCE NOSTALGIA NON E' ALTRO CHE UN RIFLESSO DI DISGUSTO PER UN'ATTUALITA' CHE E' DI GRAN LUNGA PEGGIORE DI QUEL PASSATO.
SIAMO DAVVERO ALLA FRUTTA E LO VEDIAMO OGNI GIORNO IN QUESTA CITTA' RIDOTTA IN UN LETAMAIO

pippo biondo ha detto...

per quello che mi riguarda non è nostalgia, una semplice constatazione!!!

Unknown ha detto...

Franz
Dimenticare il sen. Santalco è ingeneroso e ingiusto.Criticare il suo stile politico clientelare mentre era in vita,era cosa buona e giusta.Ma da morto ,in questo contesto politico ,bisognerebbe innalzargli un monumento.Fa bene Calamuneri a ricordarlo nei suoi meriti,dimenticando però di menzionare la realizzazione del tribunale,suo ultimo grande cavallo di battaglia.Il consiglio comunale dovrebbe dibattere sui suoi meriti e demeriti e pubblicizzarne i risultati.Questo potrebbe costituire l'ultimo contributo da morto di un importante uomo politico barcellonese di adozione.Ma forse questa amministrazione non ha la voglia o ha paura di confrontarsi col sen. Santalco,protagonista indiscusso negli anni dello sviluppo.Ne ha fatti tanti errori,Santalco:abbandono dell'agricoltura,massacro urbanistico,tradimento della promessa di ricostruire 'dov'era com'era'(sue parole) il teatro Mandanici,indebolimento del tessuto commerciale artigiano dei cittadini divenuti clienti,incapacità o forse opposizione alla nascita dell'industria a Barcellona per paura che gli operai, non più clienti disoccupati,potessero intaccare la sua base elettorale,e mettessero in moto una dinamica non proletaria di sindacalismo e sciopero,e soprattutto depauperamento del capitale sociale etico/umano e di dignità.

Anonimo ha detto...

"abbandono dell'agricoltura,massacro urbanistico,tradimento della promessa di ricostruire 'dov'era com'era'(sue parole) il teatro Mandanici,indebolimento del tessuto commerciale artigiano dei cittadini divenuti clienti,incapacità o forse opposizione alla nascita dell'industria a Barcellona per paura che gli operai, non più clienti disoccupati,potessero intaccare la sua base elettorale,e mettessero in moto una dinamica non proletaria di sindacalismo e sciopero,e soprattutto depauperamento del capitale sociale etico/umano e di dignità". Bisogna ricordare Santalco ogni giorno, altrochè... affinchè nessuno commetta più i suoi sbagli...

amico-fascio

Giovanni ha detto...

Grazie, Senatore Santalco. Vede come siamo comminati?

Vanni Zagara ha detto...

Il senatore Santalco,nel bene e nel male ha caratterizzato un'epoca ed un periodo storico definito.
I suoi comportamenti politici,non sono stati diversi dai comportamenti politici dei tanti "vicerè democristiani" che hanno governato la sicilia dagli anni 50 agli anni 90.
Santalco è stato un eccellente interprete dei bisogni dei Barcellonesi di quegli anni.
Volevi il "posto" ed ecco che S.ti trovava il "posto",volevi
farti la casa "abusiva", ed ecco che si allentava il controllo della polizia municipale sul territorio,
volevi la "licenza" per aprire una attività commerciale,ci pensava S.,
La verità che il Barcellonese,è stato sempre pronto a saltare sul carro del vincitore per ritagliarsi
i propri spazi personali.
Il ceto medio della città ha da sempre rinunciato ad esercitare il ruolo di coscienza critica del potere governante.
Basta osservare le storie politiche dei tutori della sanità dei cittadini,fonte inesauribile di consensi elettorali,essi sono sempre stati dalla parte di chi comanda,ieri con Santalco,oggi con Nania,domani chissà.
C'è da dire che moltissime delle opere pubbliche realizzate da Santalco sono state realizzate gravando il bilancio comunale di mutui che ancora oggi continuiamo a pagare,ed ancora oggi si continuano a pagare debiti "fuori bilancio" per espropri fatti in quegli anni.
Bisogna però riconoscere che Santalco una idea di sviluppo della città,che si poteva condividere o non ,ce l'aveva.
S. ha sempre messo in discussione il monopolio politico e culturale di Messina sulla provincia.
La battaglia condotta sul tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto,in splendida solitudine politica,
contro la Messina politica dei Capria e degi Astone e la Patti del Senatore Ciccio Cimino , è stata un'opera d'arte per fiuto ed intelligenza politica che purtroppo
non hanno voluto riconoscergli,altrimenti gli avrebbero intitolato il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.

barcellonablog ha detto...

Al commento partigiano dell'amico [s]fascio, preferisco quello sicuramente oculato di Vanni, che mi sembra ricordi bene quali furono i pregi e i difetti del senatore Santalco. Tra i pregi,io porrei il suo grande attaccamento a Barcellona, sicuramente superiore a quello di tanti nati e cresciuti in questa città, e la sua strenua difesa - anche se personalmente interessata - dall'assalto dei famelici politici messinesi e dalle preclusioni opposte negli ultimi tempi dala Regione; fra i difetti,ricorderei quello d'essere sospettoso che ci potesse essere gente che lo scavalcasse, tanto da avere grosse remore nel crearsi un vivaio per l'avvenire della città. Ma questo è vizio comune di tutti i politici, di ieri e di oggi.

Anonimo ha detto...

Barcellona era una città con una precisa identità (agricola e zootecnica), per questo era ricca, per questo si è potuta fare un nome nell'ambito regionale e nazionale. Grazie a Santalco, che ha permesso che i suoi amici costruissero dappertutto (cosa che ahimè si continua a fare) oggi Barcellona è un povero paese di provincia... con case e casermoni nemmeno buone da mangiare...
ecco tutto.

amico-fascio

Vanni Zagara ha detto...

Voglio aggiungere che Santalco aveva una precisa strategia di sviluppo della città.
Tutte le scelte operate andavano nella direzione di unire i due più grandi centri della provincia di Messina,Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo.
Sua fu l'idea di Barcellazzo ,nome molto stonato ma che dà l'idea del suo progetto politico.
Il complesso edilizio urbanistico noto come
"Villaggio Petraro",nacque lì perchè doveva rappresentare l'inizio di un percorso verso la vicina Milazzo.
Il tracciato autostradale ed il nuovo tracciato ferroviario furono scelte strategiche che guardavano alla unione dei
due grandi centri del messinese.
Santalco,da politico consumato capì
che Barcellona e Milazzo uniti potevano fare da contraltare politico allo strapotere dei "messinesi".
La sua strategia,purtroppo ha richiesto un prezzo troppo
alto, e cioè lo scempio di un territorio ad alta vocazione agricola quale era la piana che univa Barcellona a Milazzo.
Le conseguenze economiche di quello sfascio,sono oggi sotto gli occhi di tutti.
La nuova classe politica che oggi
governa il territorio,si caratterizza invece per la totale mancanza di strategie di sviluppo politico,sociale ed economico del nostro comprensorio.E' questa la chiave di lettura della diversità che esiste tra le classi dirigenti che caratterizzarono due epoche storiche molto diverse tra di loro.

Anonimo ha detto...

non pensate però che la mancanza di una strategia di sviluppo dei politici attuali sia una conseguenza della "cieca", distruttiva, sovrabbondante, strategia santalchiana?

amico-fascio

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