martedì 27 aprile 2010

A MICCICHE', I LEALISTI FANNO LE "SCATTUSARIE" E LUI ASPETTA ANCORA IL CONSENSO DI BERLUSCONI PER DECIDERSI


"La notizia che alcuni parlamentari siciliani, cosiddetti “lealisti”, hanno presentato al Ministro Tremonti un’interpellanza urgente (dai contenuti volutamente allarmistici e tendenziosi), tecnicamente per sapere se la Regione Siciliana abbia rispettato nel 2009 il patto di stabilità, praticamente per tentare ancora una volta di mettere il bastone tra le ruote al governo regionale, mi ha colto un pò di sorpresa, rispetto agli appelli degli ultimi giorni, invocanti il dialogo e l’unità".

Lo afferma, nel suo blog, Gianfranco Miccichè, che così prosegue:

"Se queste sono le premesse del dialogo e dell’unità, credo proprio che non si vada da nessuna parte! Su che cosa dovrebbe vertere il dialogo? Sul modo in cui far cadere l’inviso governatore catanese? Sulla strategia da mettere in atto per sovvertire la volontà dei siciliani e portarli di nuovo alle urne o, peggio ancora, costringerli a un governo di Sinistra? Su che cosa vogliono costruire l’unità? Su azioni pseudo politiche, come quest’ultima, volte non ad indirizzare e determinare la politica regionale (come dovrebbe convenirsi al maggior partito della coalizione), bensì a sopprimere il nemico? Su una cruenta guerra di potere, che rischia di lasciare sul campo milioni di vittime siciliane?

Invocare strumentalmente l’intervento del Ministro Tremonti mi pare l’azione meno costruttiva e meno elegante che questi deputati potessero compiere: meno costruttiva per la nostra terra, che ha bisogno, oggi, di un bilancio che rimanga fuori dall’agone di una sterile politica litigiosa e consenta concretamente alla Regione di proseguire nell’opera di risanamento delle finanze, dopo sessant’anni di sprechi e scelte scriteriate; meno elegante, perchè equivale all’ennesimo tentativo di consegnare a squallide logiche ascariste l’immagine e il destino della Sicilia.

E’ una storia che si ripete! Vendersi agli altri, per svendere la propria gente, al prezzo modico di una presidenza o di un ministero o di chissà che cosa. Un film già visto altre volte, un remake proiettato in tutte le sale dell’Isola; e i siciliani qui, a fare, malgrado loro, da spettatori e a pagare il biglietto … altro che se lo pagano!"

Ma cosa aspetta allora Miccichè per tagliare la testa al toro?

Sentiamolo:
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D: Onorevole Miccichè, ma lei cosa farà: torna nel Pdl ufficiale o fonda il suo partito?
R: Aspetto Berlusconi. E’ con lui che devo parlare e con nessun altro.

1 commento:

Unknown ha detto...

MIccichè non ha coraggio.Teme di perdere il sostegno di Berlusconi cui non interessa minimamente la sorte della sicilia in sè e per sè.
Non credo che Miccichè abbia la stoffa per prendere decisioni definitive in favore della sicilia.Rimarrà nell'ambiguida, finchè le cose a Roma non prenderanno,se la prenderanno,una nuova piega.
Franz

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