giovedì 29 aprile 2010

EPURAZIONE E RIVERBERI D'UN PARTITO PADRONALE

Il perché delle mie dimissioni irrevocabili

di Italo Bocchino

Stamattina alle 9 ho rassegnato le mie dimissioni. Irrevocabili. È stato un atto dovuto, dopo le polemiche degli ultimi giorni. Il mio desiderio più grande è quello di sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. Se ero io il problema del Pdl, oggi il problema non c’è più. Faccio un passo indietro. Farò il Vice Presidente “semplice” del Pdl, sarò uno degli 11 vice e continuerò a lavorare per un Pdl diverso da quello attuale.

Non è accettabile che il Presidente del Consiglio chieda la mia testa solo perché ho avuto l’ardire di partecipare a una trasmissione televisiva (Ballarò). Con l’aggravante che avrei rappresentato la “minoranza” del Pdl davanti a milioni di telespettatori. Obama, Merkel, Sarkozy non avrebbero mai nemmeno lontanamente immaginato di fare una cosa del genere.

Non è accettabile che chi ponga in discussione un sistema fondato su un centralismo carismatico che non ha eguali in Occidente, debba essere cacciato o costretto ad andare via. Non è questo il Pdl che sognavamo. Non è questo il Pdl che volevamo e che vogliamo. Un partito che deve essere necessariamente la sintesi delle varie sensibilità e differenze che compongono quel popolo della Libertà che va ben oltre il 38% dei voti che abbiamo preso alle ultime politiche.

Il problema di Silvio Berlusconi è che non riesce a comprendere le dinamiche connaturate a un partito democratico. Un partito liberale di massa deve essere innanzitutto plurale e liberale al proprio interno. Senza liste di proscrizione.

Per difendere la democrazia interna, per difendere l’idea di partito plurale e liberale fui costretto a dire “no” al Presidente Berlusconi quando mi chiese (per usare un eufemismo) di non andare a Ballarò.

Silvio Berlusconi deve capire che chi viene da una storia politica antica, non ha paura delle epurazioni. Non ha paura di esporre in… leggi tutto

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2 commenti:

Antonio ha detto...

«Berlusconi commette il grave errore di colpire il dissenso, colpire cioè chi è in vista per educarne cento, ma questo non porta lontano il partito», precisa il deputato finiano aggiungendo che «continuiamo la lotta dall'interno» del Pdl.

Unknown ha detto...

Pensare di cambiare il PDL dall'interno è una chimera .Il PDL è Berlusconi e Berlusconi non si cambia. Tutto evolve nel mondo tranne lui,perchè in lui manca del tutto quel lievito.Egli è il tutto primordiale indifferenziato monolitico privo di bellezza e di dialettica.Si compiace di essere risoluto caparbio ostinato.Vuole diventare a tutti i costi presidente della repubblica ma per riuscirci dovrebbe modificare la costituzione e annullare la dialettica democratica.Ha trovato sulla strada Fini e i finiani,che, maturati alla dialettica democratica costituzionale grazie all'esperienza di governo, intendono difendere la libertà e la dignita della politica.
Franz

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