sabato 6 marzo 2010

Varato il decreto tappabuchi


Il Consiglio dei ministri vara in 35' un decreto interpretativo che dà il via libera alla candidatura di Formigoni in Lombardia e alla lista del Pdl nel Lazio.
I contenuti del decreto. 1° punto: nel valutare i termini di presentazione delle liste ci si basi anche sul fatto che con qualsiasi mezzo si possa dimostrare di essere stati presenti nel luogo di consegna nei termini stabiliti dalla legge. Il secondo punto prevede che la documentazione possa essere verificata anche in un secondo momento, per la parte che attiene ai timbri e alle vidimazioni. Il terzo punto prevede che possano ricorrere al Tar le liste non ammesse, mentre per le liste ammesse sulle quali è stato fatto ricorso ci si può rivolgere al Tar solo dopo il voto. Il quarto punto precisa che queste norme si applicano alle prossime elezioni. I primi due punti dovrebbero permettere di aggirare le irregolarità per la lista Pdl nel Lazio e per quella Formigoni in Lombardia.
"Le norme vigenti non sono modificate - spiega il ministro Maroni- ma si è data una interpretazione autentica, affinché il Tar possa applicare la legge in modo corretto secondo l'interpretazione che il legislatore, in questo caso il governo, dà alla legge. E' lasciata al Tar la decisione se le contestazioni siano fondate oppure no e se la richiesta di riammissione delle liste è accoglibile oppure no"."Mettiamo a disposizione della magistratura amministrativa, l'unico soggetto istituzionale che potrà decidere sulle liste, una interpretazione corretta - prosegue Maroni - (non è il governo che decide: 'queste liste rientrano'), è lasciata al Tar la decisione se le contestazioni sollevate sono fondate oppure no, se la richiesta di riammissione è accoglibile oppure no. Il governo si è limitato a dire qual è l'interpretazione corretta da dare alle norme vigenti. Noi riteniamo che alcune di queste norme siano state applicate in modo non corretto". "E' un provvedimento - sottolinea ancora Maroni - che non modifica le norme di legge".Napolitano firma il decreto. E poco più di un'ora dopo il suo varo, il presidente della Repubblica ha emanato il decreto legge salva-liste. Il capo dello Stato ha dato il suo via libera al decreto una volta verificato che il testo - spiega il Quirinale - corrisponde alle caratteristiche di un provvedimento interpretativo della normativa vigente.
Le reazioni delle opposizioni sono state tutte negative, e tutte espresse in termini duri.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Sono allibito.Fanno tutto quello che vogliono.Una interpretazione a posteriori della norma che ne altera la forma adattandola alla circostanza.E la forma è sostanza.E' ad essa che si ispira la Cassazione nelle sue sentenze.L'illegalità è insita nel potere.Perciò le autorità di garanzia.Se fossimo in dittatura non sarebbe uno scandalo ma in democrazia... La prima autorità di garanzia ha detto sì...e noi abbiamo fiducia in Lui.Ma nonostante ciò siamo frastornati.E' così che funziona la Legge? Questa mi sembra quella del più forte.Il lex dura lex sed lex stavolta non ha funzionato. Se Napolitano ha firmato vuol dire che non ne poteva fare a meno.
Accettiamo con riserva,sperando che da una decisione apparentemente sbagliata possa venire il bene per tutti.

Paolo ha detto...

Non ci resta che il voto! Questo diritto almeno ancora c'è,USIAMOLO BENE!

io stò con BRUNETTA ha detto...

Caro amico prof, NAPOLITANO oltre che è garante della COSTITUZIONE è stato anche un ottimo magistrato,e poi non vorrei essere quello che in questo caso prende le difese del PRESIDENTE perchè certamente non ha di bisogno della mia difesa, ma se ne accorto anche LUI che in questa NAZIONE alcuni GIUDICI usano due pesi e due misure mica se lo sono inventati quelli del P.D.L che a MILANO vi erano centinaia di firme false.

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