martedì 19 gennaio 2010

GRAZIE PROVINCIA REGIONALE DI MESSINA: PER BARCELLONA NEPPURE BARBA E CAPELLI


La montagna ha partorito il topolino. Dopo tante discussioni, il Consiglio Provinciale ( la montagna )
ha partorito il piano di rimodulazione per la manutenzione e attivazione delle strade del Provincia di Messina.
Il topolino partorito è la modestissima porzione di finanziamento destinata alle strade provinciali che ricadono nel territorio barcellonese.
Ecco quanto è stato disposto per quest'area che ha decine e decine di strade di comptenza della provincia regionale, quasi tutte in condizioni pietose: - Lavori di ammodernamento, adeguamento e messa in sicurezza del circuito culturale, museale ed etnoantropologico (Museo Cassata, Basiliani-Parco Jalari) sul tratto SSPP 79, 80 e 81 S.Paolo Gala - Migliardo - Maloto - Barcellona P.G. (1.100.000euro).

E qui c'è lo stop. Grazie Provincia....

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Barcegotto è stata sempre fanalino di coda negli investimenti provinciali,e
questo nonostante è la seconda città della provincia dopo Messina.
Dal dopoguerra ad oggi la provincia regionale ha realizzato soltanto le 20 aule scolastiche nella via adiacente al palacultura,tutte le altre scuole sono vecchi edifici adattati a scuola,ad eccezione dell'IPSIA e del liceo classico,i cui edifici sono stati però realizzati dall'amministrazione comunale,e poi ceduti alla provincia per il passaggio di competenze.
Con i soldi spesi per gli affitti in tutti questi anni,avremmo certamente delle scuole al pari dei più moderni college americani.
Nonostante questo la provincia continua ad affittare locali per il liceo scientifico,la cui sistemazione in una "scuola" degna di questo nome chissà se mai avverrà.
Ricordiamoci che un barcegottese
è anche stato presidente di provincia per ben due mandati.
Adesso il chi guida la provincia regionale credo che non abbia molto interesse per il nostro territorio,ed a riprova di ciò ha anche abbandonato il progetto dell'aeroporto del mela,
su cui invece il suo predecessore si era tanto impegnato.

barcellonablog ha detto...

Volevi dire adiacente al PalAlberti e non al Palacultura. Si tratta del plesso scolastico dell'istituto commerciale, accanto alla scuola elementare di Santa Venera. Effettivamente la Provincia da anni trascura Barcellona Pozzo di Gotto e quel poco che si prefigge di stanziare adesso lo si deve a chissà quali autorevoli intercessioni...
Purtroppo la mentalità dei nostri rappresentanti politici non si discosta affatto da quella che ha caratterizzato la prima repubblica, anzi si potrebbe dire che è peggiorata.

Anonimo ha detto...

si correggo palAlberti

Mario ha detto...

Se non ricordo male da qualche parte ho letto di 700.000 stanziati per mettere in sicurezza la litoranea di Milazzo-Barcellona. Intendiamoci, topolino anche questo a fronte di un lungomare di svariati chilometri.

Anonimo ha detto...

ma chi è questo imbecille che scrive barcegotto???? ma che significa???ma "prufissuri" ex giornalista del giornale di sicilia tuttologo e politologo ma dove l'hai beccato quest'altro esperto???

Anonimo ha detto...

si è vero..sarà un termine caro a qualcuno..ma che è sto barcegotto..!!

Anonimo ha detto...

Nel XVI secolo si assiste all'aggregazione spontanea di piccoli casali e villaggi, che solo nel XVII secolo diventeranno un'unica unità territoriale. Lo sviluppo di questi centri porta ad una forte crescita demografica e ad un forte sviluppo dei nuclei abitativi, che fa nascere l'esigenza di dare un solo nome alle unità dei villaggi.
Pozzo di Gotto sorge così nel 1463 grazie al nobile Nicolò Gigolo (di Messina) e Barcellona nel 1522. Pozzo di Gotto, prima amministrata da Milazzo, diventa indipendente nel 1639. Ed è nel 1606 che Barcellona costruisce la Chiesa di San Sebastiano. Agli inizi del XVII secolo, ad occidente del Torrente Longano, vi erano i seguenti nuclei amministrati da Castroreale: i villaggi di Barcellona (nuclei abitativi: Immacolata, Quartalari, Fondaconuovo, Sant’Antonino, San Giovanni, San Sebastiano e Grazia) e i casali di Sant’Antonio e di Nasari.
Sul versante orientale del Longano esisteva Pozzo di Gotto, che comprendeva sette villaggi: San Gaetano, Sant’Andrea, Pagano, Caldora (l'attuale Calderà), la Torretta (oggi appartenente a Milazzo), Oreto, Femminamorta e Serro di Sant’Andrea (l'attuale Serro del Carmine). I nuclei abitativi erano: Panteini, Pizzo Castello, San Vito e Marsalini. Le abitazioni di questi centri erano per lo più semplici, suddivise in due parti: quella per il laboratorio artigianale e quella adibita ad abitazione vera e propria. Sul fronte della strada le case avevano una struttura unitaria, mentre la parte retrostante era occupata da un cortile, via d'accesso alla campagna. Con il passare degli anni, nascono ed assumono sempre più importanza i primi conventi: Carmine (1500), Sant’Antonio di Padova (1600), Cappuccini (1600), Basiliani (1700). L'unica via di comunicazione tra i due centri, Barcellona e Pozzo di Gotto, è rappresentata dalla via Regia delle Poste. Nel 1789 Barcellona ottiene l'indipendenza ecclesiastica per la Chiesa di San Sebastiano e nel 1823 quella amministrativa da Castroreale.
Nel 1836 avviene l'unificazione dei due centri: il risultato è Barcellona Pozzo di Gotto, con 20.000 abitanti.
Questa è la storia di Barcellona Pozzo di Gotto.Negli anni è divenuto sempre più frequente l'uso, anche nei documenti scritti, di usare il diminuitivo Barcellona P.G. o peggio soltanto Barcellona,dimenticando così che Pozzo di Gotto è stato uno dei comuni fondanti la città di Barcellona Pozzo di Gotto.
L'uso di Barcegotto è una provocazione che uso per fare emergere questo problema,credo che l'anonimo della 9,19 probabilmente non conosce la storia della nostra città,e forse non ha la necessaria acutezza di pensiero per capire la provocazione.

Anonimo ha detto...

Hai ragione ce ne vuole di acutezza per cogliere una tale demenziale provocazione!!!! Che hai complessi di federalismo cittadino? Tranquillo non esiste tale pericolo

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