sabato 8 agosto 2009

HA LA SICILIA IL DIRITTO DI REGOLAMENTARE E ORGANIZZARE I GIOCHI CHE ESULANO DA QUELLO DEL LOTTO?


Vuoi vedere che ci stiamo riducendo, nella politica italiana, a chi le spara più grosse?
E non si parla qui della improvvisa "denuncia" berlusconiana secondo cui la Rai lo perseguiterebbe , ma d'una serie di "balon d'essay", lanciati per sondare chissà quali reazioni tra una popolazione italica che, mezzo cloroformizzata dai media, non sembra essere incline alla reazione, soprattutto adesso che siamo in tempo di ferie.
Comunque, dopo i palloncini- sonda, lanciati nell'azzurro del cielo estivo dal Carroccio, adesso qualcuno viene spedito addiritura dalla Sicilia. Non sappiamo con quale possibile ragione, visto che della materia sinceramente siamo all'oscuro.
Dunque: in un comunicato emesso oggi, il Fronte Nazionale Siciliano annuncia a carattere cubitali che

TUTTI PARLANO DEL JACK-POT MILIONARIO, MA I SICILIANI NON SANNO CHE, AI SENSI DELL'ART. 36 DELLO STATUTO, LE ENTRATE DEL SUPER-ENALOTTO, CHE OGGI VANNO ALLO STATO, SPETTANO ALLA REGIONE

E così si spiega: "La circostanza che il Jack Pot del "6" nel Superenalotto abbia raggiunto, recentemente, livelli altissimi ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica sui grandi incassi che lo Stato ricava, appunto, dal Settore "GIOCHI" (Superenalotto, Totocalcio, Gratta e Vinci, Scommesse, Lotteria Italia e altre, ecc.).

In questo contesto, in Sicilia, andrebbe sollevata la questione delle competenze e dei diritti della Regione Siciliana, ai sensi e per gli effetti dell'art. 36 dello Statuto Speciale di Autonomia. Questo articolo, infatti, al secondo comma, sancisce che allo Stato, in materia, vadano soltanto le ENTRATE del "LOTTO". Appare, pertanto, oltremodo chiaro che le entrate del SUPERENALOTTO, così come le entrate degli altri "GIOCHI" diversi dal LOTTO, per la parte che riguarda la Sicilia, devono essere versate alla Regione Siciliana e non allo Stato, come oggi avviene..

Detto questo, l'FNS ritiene che la Regione Siciliana debba fare valere i propri irrinunciabili diritti e debba, altresì, partecipare ad ogni iniziativa e decisione che riguardi la regolamentazione e l'organizzazione dei giochi medesimi.

L'aspetto finanziario, ovviamente, è decisamente più importante e va affrontato immediatamente e con l'energia che il problema merita."
Ed è appunto dell'aspetto finanziario che il Governo italiano terrà talmente conto da accogliere come una boutade la convinzione del FNS. Così come ha sempre sarcasticamente rigettato il reale diritto della Regione Siciliana a pretendere parte d'imposte e ammennicoli ricavati dai carburanti . Diritto, più volte rivendicato e mai riconosciuto.

fra Galdino

Imposte di fabbricazione e di consumo (accise),



TORNA LA FESTA DI SAN ROCCO, A CALDERA', E SI SVOLGERA' IN UN'ATMOSFERA DI NOVITA'

PER L'OCCASIONE S'INAUGURA LA NUOVA PIAZZA DELLA FRAZIONE RESA NOTA DA "IL PIRATA"



Si avvicina il giorno clou per la "nuova" Calderà: anche se non è del tutto rifinito il suo rinnovato arredo urbano, l'antica frazione balneare, il cui nome è stato immortalato da "Il Pirata" di Vincenzo Bellini, dovrà affrontare la fatidica prova del fuoco, dal momento in cui con la fiera animali che cerca di sopravvivere nella foce del Longano, si snoderanno le giornate dedicate alla festa di San Rocco, la cui conclusione ogni anno s'è identificata con "la navigata del Santo", nello specchio di mare che bagna le spiagge tra Caldà e Cantoni.
Le varie manifestazioni, dalla liturgica ecclesiale e processionale a quelle più laiche dello spettacolo e della sbafatoria, come ogni anno - e forse più quest'anno - attireranno un gran numero di persone, che in gra parte giungeranno a bordo di auto e motori, mezzi che nelle giornate clou ovviamente non potranno trovare ingresso in via Calderà, per assoluto divieto sindacale. Ci sarà quindi un servizio d'ordine che, data l'eccezionalità dell'evento, è stato preordinato con intervento finanziario supplementare, in grado di consentire al comando della Polizia Urbana di impiegare tutte le proprie forze titolari e ausiliari.
Una meteora, che costa lo sforzo di circa settemila euro, per il pagamento dello straordinario, visto che la vigilanza dovrà estendersi in orario fuori servizio.
Ah, stavo dimenticando di riferire che, lunedì prossimo, sarà inaugurata la nuova piazza creata
con i fondi impiegati per il nuovo arredo urbano e che tra le manifestazioni artistiche convogliate a Calderà, ce ne sarà una con la partecipazione del simpatico Nino Frassica.

venerdì 7 agosto 2009

MA GLI ALLEATI NON SAPEVANO COSA BOSSI VOLEVA FARE DEL TRICOLORE ITALIANO?



MEGLIO TARDI CHE MAI: ADESSO SI SCANDALIZZANO DELLE PRETESE DELLA LEGA SULLA BANDIERA NAZIONALE. L'INAFFIDABILITA' DI BOSSI DOVREBE FARE IL PAIO CON QUELLA DEL CAVALIERE, CHE BOSSI SE L'E' TENUTO STRETTO

"I giorni del congresso megagalattico sono lontani anni luce: il partito unico, nato sul predellino, erede di Pubblitalia, sembra un gigante dai piedi d’argilla. Non tanto, e non solo, per le avventure amorose del Leader, Silvio Berlusconi, quanto, e soprattutto, per la conflittualità interna alla maggioranza e nello stesso Pdl sulla questione meridionale.

La Lega ha messo in atto un’azione di disturbo che punta a destabilizzare la strategia meridionalista appena affiorata, per amore e per forza, in alcuni settori del Pdl con un costante ricorso a iniziative legislative, dichiarazioni e avvertimenti, che mettono in discussione la stessa identità del governo, non solo quella del paese.

Umberto Bossi ha ripreso il linguaggio e gli argomenti degli anni ottanta, ma oggi non è più il leader di un partito di protesta, com’era definita la Lega allora, ma un Ministro della Repubblica che fa parte della coalizione di maggioranza. Ed un Ministro che dichiari di privilegiare il vessillo della sua regione a quella nazionale non ha precedenti. La comunicazione della Lega provoca inquietudini, sconcerto, conflitto e non invia certo un’immagine solida del governo. Per quanto i forzisti del Pdl si sforzino di minimizzare la strategia della tensione leghista, definendo le dichiarazioni dei Ministri leghisti, Bossi e Calderoli, delle boutades, l’azione di disgregamento culturale e politico è incontrovertibile.

La povertà degli obiettivi dei Ministri è tale da non calcolare fra le conseguenze del ritorno al linguaggio secessionista, il gravissimo danno d’immagine all’Esecutivo ed al suo Premier, Berlusconi.

Ci sono, invero, altre conseguenze: i modelli culturali che questo governo propone al Paese – la disinvolta vita privata del Premier, il dileggio dei simboli nazionali – costituiscono ormai oggetto di preoccupate valutazioni in alcune aree della maggioranza. Spacchettare il Paese, creando contrapposizioni e fomentando una guerra identitaria, non aiuta l’azione di governo e crea difficoltà sempre crescenti.

Come si fa a fare accettare al Paese iniziative e proposte del governo se il Paese è diviso, armato di ragioni contrapposte?

Più che di un’azione disgregatrice, a questo punto, si dovrebbe parlare di autentico sciacallaggio. Mentre il governo e la maggioranza tendono ad accreditarsi come promotori di interventi volti a riequilibrare, socialmente ed economicamente, le due aree geografiche del paese, i Ministri leghisti fanno mancare il terreno sotto i piedi alla maggioranza ed al governo, facendo terra bruciata delle intenzioni del Premier. Altro che boutade.

Se ne sono resi conto gli uomini di AN nel Pdl, a cominciare da Italo Bocchino, il quale ha liquidato con parole dure e sprezzanti le proposte leghiste sui vessilli e il resto. Sul terreno della contrapposizione Nord/Sud, Silvio Berlusconi rischia più che sulle frequentazioni di minorenni che gli addebita la moglie, le feste di Villa Certosa fotografate dal paparazzo sardo e le notti bianche con le escort sul lettone di Putin.

Lo spazio ai dubbi, le perplessità, alle critiche sulla guida di Silvio Berlusconi si è allargato giorno dopo giorno. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, non è più il solo a bacchettare il Premier (sulle questioni istituzionali), ci sono malumori e preoccupazioni che toccano la base del partito. Quanti si sono schierati a favore del Premier sulle vicende personali, quasi istintivamente per via degli attacchi dei giornali meno generosi con il Premier, cominciano a guardarsi attorno e a chiedersi se di questo passo non finisce a puttane. Ciò che si evoca fra il serio e il faceto con una punta di ironia fra gli amici del bar attorno ad un tavolo e un boccale di birra, si è trasformata in una concreta preoccupazione per i motivi più diversi"

ANALISI TRATTA DA: SICILIA INFORMAZIONI.WEB

CLICCA QUI:
Il Premier ai giornalisti:

In una nota, il Fronte Nazionale Siciliano Sicilia Indipendente" si dice favorevole all'accoglimento della recente propostadella Lega Nord, tendente a dare agli stemmi e alle bandiere regionali ruolo, funzioni e riguado molto simili a quelli riservati attualmente al tricolore. " Intendiamoci, si legge nel documento, con la proposta in argomento , la Lega Nord , in sostanza,si dà la zappa sui piedi. Avverrà, infatti, che i popoli del Sud avranno una preziosa occasione per acquisire maggiore consapevolezza della rispettiva e separata identità"
"Sarebbe questa, una marcia in più per contrastare l'egenia della Padania, al cui esclusivo servizio è impostata la politica economica dello Stato Italiano. Non da poco tempo, certamente, bensì da 150 anni a questa parte".

" L' FNS si permette, tuttavia, di rivolgere a tutti i Cittadini della varie Regioni ed ai Siciliani (in particolare) la calorosa raccomandazione di non cadere in una trappola e/o in trappole mediatiche , che li potrebbero distrarre da problemi più importanti, acuitisi in questo momento drammatico , per la SICILIA e per il SUD".

giovedì 6 agosto 2009

ANCHE NOI PAGHIAMO LA TIA: S'INTERESSERA' QUALCUNO PER FARLA CORREGGERE?



C'è chi s'interessa davvero per difendere i diritti dei cittadini: è il difensore civico di un Comune diverso dal nostro: è avvocato, si chiama Saglimbene e difende i cittadini di Misterbianco. Adesso si sta interessando della TIA ATO, cioè della tariffa sull'igiene ambientale e ha intenzione di spuntarla almeno per quanto riguarda il pagamento dell'IVA, finora trattenuto nelle fatture decorse.

Questa la notizia, che ci sembra giusto far conoscere al nostro difensore civico, perchè possa eventualmente utilizzarla a favore della nostra comunità:

"Dopo il pronunciamento della Corte costituzionale sulla natura giuridica della Tia, la Tariffa di igiene ambientale, il difensore civico del Comune di Misterbianco, l'avvocato Salvatore Saglimbene, ha scritto alla società d'ambito Simeto Ambiente chiedendo all'Ato3 di "conteggiare ed emettere i documenti fiscali di annullamento parziale delle fatture emesse". "In virtù ed esecuzione della sentenza 238 della Corte Costituzionale - ha spiegato l'avvocato Saglimbene - alla Tia, essendo un'entrata di natura tributaria, non deve essere applicata l'Iva, l'imposta sul valore aggiunto. Alla luce di questa sentenza è necessario che vengano rimborsati agli utenti gli importi dell'iva già incassati con le bollette emesse dall'inizio del servizio sino ad oggi. E' nell'interesse di tutti i cittadini dei 18 comuni dell'Ato3 la restituzione delle somme incassate". Il difensore civico si è fatto portavoce della questione per tutti e 18 i Comuni che ricadono sotto la gestione dell'Ato 3 Simeto Ambiente".

PILLOLE DIGESTIVE REGIONALI

MA NON S'ERA DETTO CHE L'ESA SAREBBE STATA SCIOLTA? ADDIRITTURA S'ERA PARLATO D'UN BLITZ DURANTE IL GOVERNO CUFFARO IN OCCASIONE DELL'ASSENZA D'ALCUNI ASSESSORI.. IN TRASFERTA IN SPAGNA

"L’Esa diventerà il braccio operativo dell’assessorato all’Agricoltura e Foreste”. Lo ha dichiarato Michele Cimino, assessore regionale all’Agricoltura, dopo avere incontrato Roberto Materia, presidente dell’Ente sviluppo agricolo (Esa). “Abbiamo concordato con il presidente – ha proseguito Cimino - una serie di interventi per potenziare e valorizzare l’ente siciliano. Al più presto definiremo le attività dell’Esa, dai prestiti agli operatori agricoli attraverso il fondo di rotazione agli interventi infrastrutturali necessari nelle aree agricole, agli impianti di trasformazione dei prodotti agricoli”. Saranno anche affrontati i problemi del rilancio dell’assistenza tecnica, della biofabbrica (allevamenti di insetti per l’agricoltura biologica) e della stabilizzazione degli operai stagionali impegnati nella meccanizzazione del settore. (ASCA)

Si è insediato questa mattina a Palermo l'Osservatorio regionale del commercio, organismo consultivo dell'assessorato regionale. I componenti dell'osservatorio rappresentano le associazioni di categoria e dei consumatori. L'attuale composizione dell'Osservatorio deriva dalla nomine di inizio di luglio, effettuate prima del rimpasto di governo. All'ordine del giorno del comitato c'erano le domande presentate da una cinquantina di comuni siciliani per ottenere lo status di ''città ad economia prevalentemente turistica'', condizione che consente alle amministrazioni comunali di operare in deroga alle regole per apertura e chiusura degli esercizi commerciali. Oltre il 50 per cento dei comuni siciliani ha ottenuto lo status.

''È stato il primo incontro con l'organismo che rappresenta il mondo del commercio - ha spiegato l'assessore regionale Titti Bufardeci - a cui intendo affidare un ruolo di consulenza per affrontare i temi quotidiani del settore e l'analisi di una visione strategica per riflessioni più complesse. Ci siamo dati appuntamento a settembre per discutere, in prima istanza, delle richieste pervenute dai Comuni per lo status di città ad economia turistica, ma anche per affinare le tematiche relative alla programmazione comunitaria e al ruolo propulsivo che possono detenere i centri naturali del commercio''.

L'osservatorio non ha esaminato le pratiche depositate dai comuni. ''Non si blocca niente - ha continuato Bufardeci - e le città che hanno già ottenuto lo status per operare in deroga agli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, possono continuare in proroga sino alla fine dell'anno, in base alle norme vigenti''.
Questi i Comuni interessati alla richiesta:
Ali Terme, Castellamare, Castelvetrano/Selinunte, Chiaramonte Gulfi, Furnari, Gibellina, Gioiosa Marea, Isola delle Femmine, Lascari, Lipari, Malfa, Nizza di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Pachino, Prizzi, Ragusa, Ribera,Rodì Milici,, S.Agata Li Battiati, Santa Croce Camarina, Santa Maria Salina, Caccamo, Campofelice Roccella, Corleone, Bolognetta, Savoca, Termini Imerese, Villafranca Tirrena, Terrasini, Montelepre, Canicattini Bagni, Castelbuono.

GIANFRANCO MICCICHE': CHE "MICCICA" E'?


Tramite un giornale intimo al Premier s'è appreso che ormai Gianfranco Miccichè sta rompendo talmente coi suoi capricci da dovere subire almeno un ammonimento, se non addirittura una strigliata.
E' mai possibile che, ai guai di tutti i giorni che la maggioranza deve affrontare, si debbano aggiungere i capricci di un ribelle, che prima si toglie un sassolino dalla scarpa facendo cacciare dal governo siciliano il suo nemico Totò Vasa Vasa, poi comincia a miscitare con la fantastica invenzione d'un fantomatico partito del Sud, quindi se la piglia con Tremonti, perchè non intende sbloccare i FAS, e adesso s'è inimicato pure con il sindaco di Palermo, facendo il geloso dei milioni regalati da Berlusconi a Cammarata per tappare i buchi del blancio comunale.
E tanto ha fatto e disfatto, il ribelle Miccichè, che ha messo in ribellione anche i Governatori delle altre regioni, invidiosi dei FAS sbloccati soltanto per la Sicilia.
Ma chi crede di essere questo Miccichè?
E' meglio che si dia una calmata, e che si renda conto che poi lui non conta un granchè: basti pensare che "non rientrerebbe nella classifica dei dieci dirigenti del Pdl più amati".
Ma chi sono allora i beniamini del momento?
Quei figuri che costantemente affacciandosi nei TG di RAIuno e RAIdue, hanno ormai appannato completamente i nostri teleschermi?
O c'è posto pure per l'alleato leghista, che un giorno dopo l'altro ne inventa una nuova e, per aiutare il cavaliere distogliendo l'attenzione dai suoi problemi personali, fa proposte strampalate e vergognose, come il test regionale per i maestri del sud, lo stemma regionale sul tricolore, la gabbia salariale per le regioni del sud, dove la gente ha la fortuna di stare nel paese della Cuccagna, con stipendi d'oro e costo della vita azzerato: una vera pacchia.

fra' Galdino

mercoledì 5 agosto 2009

QUI SI MUORE DI FAME, MA CALDEROLI VUOLE METTERE IN GABBIA I NOSTRI MAGRI REDDITI


In un Paese in cui ci sono Ministri che rappresentano il Nord e non ce ne sono a rappresentare il Sud, può capitare che svegliandosi un bel mattino, si sfogli il giornale e si legga che c’è un Ministro che vuole differenziare gli stipendi, a favore del Nord naturalmente, perché c’è uno studio di Bankitalia che attribuisce al Mezzogiorno un costo della vita più basso del 16,5 per cento circa.
Il leghista Roberto Cal­deroli, infatti, ripropone le gabbie salariali e l’adeguamento degli stipendi. In pratica vorrebbe che il governo legiferasse al fine di aumentare gli stipendi al Nord.
Raffaele Bonanni, segretario del Cisl, chiede infatti a Calderoli se non voglia decidere tutto per legge, e se così fosse chiede per quale ragione non si debba cominciare al costo del denaro che penalizza le imprese perché nel Mezzogiorno è più alto che nel Nord.

Nel rapporto di Bankitalia sulle differenze dei prezzi al consumo. Si pone l’accento sugli affitti delle case che è più basso al Sud, ma non – per fare un solo esempio – sul costo del denaro e dei servizi pubblici che al Sud è notevolmente più alto.

La bocciatura delle proposte di Calderoli è pressocché unanime e viene sia dalla maggioranza quanto dall’opposizione ma questo non lascia affatto sereni né sulle strategia del governo né sul futuro del Sud.

Il Presenzialismo propositivo della Lega mira a mantenere la pressione leghista sull’esecutivo e la stessa maggioranza ed a raccogliere i consensi padani. Ha tuttavia finito con lo stanare anche i più silenziosi, come il Presidente del Senato, il siciliano Renato Schifani, che ha espresso il suo dissenso sulle gabbie salariali


Tratto da "SICILIA INFORMAZIONI"

SI SPORCANO LE SPIAGGE: CHI PENSA A PULIRLE ANCORA NON SI SA.

NEL LIDO GESTITO SI FA PULIZIA
PER IL RESTO,NO
(FOTO SCATTATE STAMANI)
...............................................Il mare stamani era agitato, ma così mi piace lo stesso, anche perchè il maestrale, che increspandolo diventa salmastro, allarga le vie respiratorie.
La battigia è più ampia, sempre morbida, l'onda schiumante t'assale traditrice, pare che voglia giocare coi suoi spruzzi fin quando riesce a bagnarti
i pantaloncini: fino alla cintola.
Stanotte però, il mare non deve aver scherzato affatto: me lo dice la spiaggia, là dove tutta una striscia di rifiuti la rende inguardabile. Aiutato dal vento ha fatto maquillage, liberandosi di tutte le sozzure che l'umanità insolente gli aveva scaricato addosso.
Che, ora, sono seminate lungo la parte alta della spiaggia: taniche, bottiglie, stracci di plastica, siringhe, bucce d'anguria, pezzi di legno, vecchie scarpe e tanta altra immondizia ,non più tollerata dal bel Tirreno, che la sconcezza consumistica sta stravolgendo.
Adesso - mi son chiesto - tutta questa sozzura quanto rimarrà a infiorire l'arenile, che più tardi tornerà ad affollarsi?
Nel vicino lido Moby Dick già qualcuno vi ha messo mano, ma là c'è il gestore che pensa e provvede. Ne ha tutto l'interesse. Per il resto del litorale la competenza è del Comune.
E allora? Campa cavallo... E'proprio così, in questa nostra "bellissima" Sicilia: un po' dovunque.

martedì 4 agosto 2009

BIANCO E NERO: LA DIFFERENZA C'E'....



Stamattina, come d'abitudine, ho intrapreso la mia piacevole passeggiata marinota.
Verso le sette, sono sceso sulla spiaggia e, dopo il solito ammirato sguardo alla distesa marina, mi sono avviato verso la battigia, lungo la quale sono solito camminare.
Il mare era calmo, lo sciacquio dell'onde quasi una musica, la sabbia del bagnasciuga soffice e uniforme: un morbido tappeto. Via, facciamo anche stamani, 'sta bella passeggiata, in questa spiaggia ancora deserta.
Eppure non è del tutto deserta : in alto, ai margini dell'arenile, qualcosa si muove sotto un mucchio di roba; sembrano stracci, ma a guardar bene noto che è una coperta, che si muove. Incuriosito m'avvicino e vedo che adesso spunta, da sotto quel mucchio, una faccia scura, Si solleva: è un nero, un ragazzone che s'era appena svegliato, dopo avere trascorso la notte avvolto in quell'improvvisato sacco a pelo.
"T'ho svegliato, eh?" Un sorriso di smalto bianchissimo è stata la sua tacita risposta. Mentre lui - sicuramete, un vu cumprà - si alzava e si accingeva a raccogliere la sua povera merce, ammonticchiata accanto alla coperta, che provvidenzialmente aveva fatto da sacco a pelo, io andavo ad immergere i miei piedi bianchi nell'acqua e la mia mente in un inatteso pensiero. "Come si può dare la caccia a questa gente - mi dicevo - con quale coraggio si può ignorare questa nostra ingiusta disparità".
Andai avanti, mentre il giovane nero, caricatosi di salvagenti, materassini di gomma, secchielli. teli da bagno, intraprendeva la sua "rancata" sotto il sole, che già cominciava a piìzzicare.
Avrebbe camminato lungo le spiagge forse fino a sera, con quel carico da offrire ai bagnanti spaparanzati sull'arena o sulle sdraio dei vari lidi che fronteggiano i residentials di questa zona, dove il mare è accessibile, quasi pulito, ma gli arenili liberi restano generalmente sporchi.
Finita la passeggiata, stavo rientrando e non m'ero ancora scordato del primo incontro, quando, giunto sulla strada che mi porta a casa, mi passa davanti un branco di cani, e dietro, con in mano alcuni guinzagli, un uomo - bianco di viso e di capelli - che con passo svelto li seguiva: contai i cani sguinzagliati: erano cinque e abbastanza giovani e grossi. Capii che non si trattava di randagi e m'incazzai.
"Ma insomma - gli gridai - vi sembra giusto, con tutto quello che si sente dire, a causa dei cani!" E lui, per tutta risposta, continuando a seguire il branco:"Mai nessuno che dica buongiorno... Mai nessuno che dica buongiorno".
Ma guarda un po', si attendeva il buon giorno.... Chissà quanti prima di me, l'avranno redarguito.
Ma lui voleva il "buon giorno", da bravo uomo bianco accompagnatore di cani sguinzagliati.

Francesco Cilona

DAL MOLISE SI BATTEZZA IL PONTE DI REGGIO




Ancora non è nato e già lo chiamano Giannetto. E' questo un antico modo di dire che non ha nulla da fare con la famiglia Giannetto, la quale, trapiantatasi da Messina a Barcellona, s'è integrata così bene da creare nella città del Longano prestigiosi esercizi commerciali.
Il detto di Giannetto in altri termini potrebbe essere quest'altro: non ha ancora il cavallo e gli si fa comprare la frusta.
Sentite questa:


L'associazione culturale "Amici della Calabria" di Isernia (MOLISE) ha scritto una lettera proponendo di denominare "Ponte di Reggio" e non "Ponte di Messina" il non ancora costruendo ponte sullo Stretto.

La lettera, firmata da Domenico Lanciano, autore della proposta e dal presidente dell'associazione, Francesco La Cava, è stata inviata a Silvio Berlusconi, ai presidenti delle Regioni Calabria e Sicilia, delle province di Reggio Calabria e di Messina e ai sindaci delle due città dello Stretto, per invitarli ad esaminare l'opportunità di denominare il costruendo ponte non "Ponte di Messina", come si rischia di fare, bensì "Ponte di Reggio".

Agli amici della Calabria "sembra logico denominarlo "Ponte di Reggio" poiché è un ponte che va dalla Calabria (dove è posizionata la città di Reggio) verso la Sicilia (infatti, è il continente che "aggancia" l'isola!)". E ciò "perchè anche la città di Reggio debba avere una sua visibilità geografica e toponomastica come ha avuto già da secoli la città di Messina con la denominazione dello Stretto. Le due città, che potremmo chiamare "sorelle", sono in fondo ed ormai una medesima città metropolitana che deve mantenere in armonia ed equilibrio entrambe le componenti, rispettando e valorizzando le rispettive sensibilità sociali. Altrimenti - conclude la lettera- tra le tante negatività, si ripeterebbe l'usuale atteggiamento discriminatorio verso una Calabria che ha una propria dignità e non può essere soltanto "terra di passaggio".



lunedì 3 agosto 2009

BINARIO TRISTE E AMARO: BINARIO SICILIANO


Prima sono stati chiusi scali e stazioni della ferrovia, adesso persino la linea ferrata sembra destinata ad essere abbandonata. Dopo tante storie e persino tante stragi per la costruzione del doppio binario, adesso si prospetta un addio anche per il treno. Torna alla mente la malinconica canzone di Claudio Villa:Binario, triste e amaro.
Insomma, comincano a fioccare interrogazioni e preoccupazioni per questa tendenza a tagliare la gente della nostra Isola dalla possibilità di muoversi su rotaia. Significativa la denuncia della CGIL regionale:
“Come intende Lombardo affrontare il problema della scomparsa della Sicilia dai progetti di Trenitalia? ”: lo chiede Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil siciliana, a proposito dei piani delle Fs che taglierebbero di fatto fuori, a partire dal prossimo anno, la Sicilia. Per Maggio è “un progetto dalle ricadute devastanti sotto tutti i punti di vista: della mobilità di merci e persone, dell’occupazione, dell’economia dell’intera isola. Mi chiedo- rileva la segretaria della Cgil- considerato che non ci sarà piu’traffico su rotaia e che la rete stradale e le autostrade lasciano a desiderare, se il Ponte sullo Stretto non diventi ancora più inutile. Se il governo lasciasse passare il piano delle Fs- aggiunge Maggio- si rivelerebbe inoltre tutta la natura propagandistica della sua azione, a cominciare proprio dal Ponte”. L’esponente della Cgil osserva che “diventerebbe vuoto slogan anche quello dell’asse Palermo- Berlino”. E rimarca: “Il presidente della Regione pensa di stare a guardare? Il suo progetto di sviluppo forse prevede la fine delle ferrovie nella nostra isola? Se così non è- conclude- chiediamo che ci sia un intervento immediato su Trenitalia e sul governo nazionale per scongiurare i tagli, ennesima beffa consumata ai danni di chi sollecita da anni progetti di sviluppo e viene invece abbandonato a se stesso”.

A VOLTE UN "CONDIZIONALE" CI PUO' "CONDIZIONARE"


"Ad affilare le armi, più d'ogni altro, per affrontare una strenua battaglia, c'è in primo piano la Chiesa, che addirittura avrebbe fatto balenare il rischio della scomunica per chi adotterà l'uso della nuova pillola, che - sempre secondo il Vaticano - costituisce un'arma letale, in quanto serve ad uccidere una creatura di Dio"
Per avere scritto questa frase, un tale Mario - che potrebbe anche essere un don Mario o, come si dice dalle nostre parti, un padre Mario -m'ha tacciato d'ignoranza.
Avrei ignorato che la Chiesa è categorica nelle sue leggi, per aver inteso dire che il cattolico - ovviamente in quanto cattolico -, di fronte al dilemma "pillola sì, pillola no", rischia la scomunica,
Pur scrivendo da cattolico - che potrebbe anche ignorare il codice canonico - il sottoscritto informava in questo blog, persone non tutte inevitabilmente cattoliche, Parlava, cioè, anche a gente che non rischierebbe la scomunica, in quanto scomunicare significa estromettere dalla comunità cattolica : e chi non è cattolico, essendone già fuori, non ha bisogno di essere estromesso, cioè scomunicato.
Il rischio allora della scomunica c'è, ma solo per il cattolico.
Se il padre Mario, si volesse impuntare su quell'avrebbe fatto balenare,, là potrebbe pure avere ragione, in quanto improprio è il condizionale, in un caso categorico come questo.
E allora diciamo che la Chiesa ha ricordato - ai cattolici - che si rischia la scomunica a causa della pericolosa pillola. Il che vuol dire che l'uso della Ru486 è condannato e postula di conseguenza l'espulsione dalla Comunità cattolica.
Sono io (cattolico o cattolica) a dovere escludere l'uso della pillola del giorno dopo, come sono io (cattolico o cattolica) a dovermi presentare all'altare a ricevere l'Eucarista, con l'anima scevra del peccato mortale, possibilmente dopo avvenuta confessione. La Penitenza è un Sacramento, che non va trascurato.
Eppure ogni domenica, pur senza traccia di confessori, sono frotte di fedeli ad accostarsi all'altare per la Comunione.
Mai una volta che abbia sentito tuonare contro chi s'accosta con tanta facilità al Santissimo Sacramento.
Raramente qualche flebile avvertimento.
Mi si dirà che mancano i sacerdoti.
Sì, ma le regole restano invariate.
Si concede di confessarsi quando ci sarà la possibilità.
Ma non sarebbe più opportuno trovare qualche altra strada per un'intima contrizione?
Insomma, una cosa intendo dire: Non si può fare di tutte le erbe un fascio, va bene, ma non si possono neppure usare due pesi e due misure, nel chiedere il rispetto della legge.

Francesco Cilona

domenica 2 agosto 2009

E CHI AVRA' MAI PIU' IL CORAGGIO DI GIOVANNI BATTISTA?


"Ma il tetrarca Erode, che Giovanni aveva biasimato perchè aveva preso Erodiade, moglie di suo fratello, e per altre scelleratezze, aggiunse un altro crimine a quelli già commessi: fece imprigionare Giovanni" (Luca 19,20).
Così si legge nel Vangelo, sul comportamento di Colui che gridando nel deserto apriva la via a Gesù e che, per avere inveito senza mezze misure contro il comportamento del tetrarca, alla fine perse la testa.
Eppure era uno che umilmente s'era detto indegno di sciogliere persino i legacci ai calzari del Signore.
Adesso chi saprebbe gridare con forza contro eventuali indecenze di novelli tetrarchi?

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