sabato 1 agosto 2009

LA PILLOLA ABORTIVA CREA NUOVE SPACCATURE

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La prossima apertura, anche in Italia, della possibilità di esercitare l'aborto terapeudico, trammite l'uso della pillola RU486, sta suscitando un vero pandemonio. Ognuno dice la sua, chi a favore, chi contro, chi nella via di mezzo (Si,,.ma): insomma una vera e propria guerra sulla pillola abortiva. Ad affilare le armi, più d'ogni altro, per affrontare una strenua battaglia, c'è in primo piano la Chiesa, che addirittura avrebbe fatto balenare il rischio della scomunica per chi adotterà l'uso della nuova pillola, che - sempre secondo il Vaticano . costituisce un'arma letale, in quanto serve ad uccidere una creatura di Dio
Comunque, per chi volesse approfondire l'argomento , basta cliccare sotto:



Pillola abortiva - finalmente anche in Italia
Pillola abortiva Ru486, sì dell'Aifa: verrà commercializzata an

Se lo Stato scomunica la pillola abortiva e la Chiesa assolve


PIANO MARSHALL E BANCA DEL MEZZOGIORNO: DUE FANTASTICHE VECCHIE NOVITA' PER SALVARE IL SUD E LA SICILIA


BERLUSCONI E TREMONTI PROMETTONO MARI E MONTI

Lo dicevo: non tutti saranno felici e contenti, per lo sblocco dei fondi Fas.
Ci sarà il volto allegro e soddisfatto di Gianfranco Miccichè, che accanto alla promessa della restituzione di ciò che tocca alla Sicilia ha avuto la carezza del padrozzo al figliozzo rabbonito; ci sarà l'esultanza di don Raffele che potrà dire che, se non sifosse mosso con la novella del partito del Sud, alla Sicilia avrebbero tolto anche le briciole; ma non mancheranno tuttavia le riflessioni e le gelosie, perché ci sarà chi, mugugnando spiegherà che quei fondi sbloccati sono soldi che Bruxelles ci manda per aiutare le aree sottosviluppate e Roma invece aveva cominciato a spenderli per coprire le multe di chi ha trasgredito, per esempio,le regole europee sulla produzione del latte.
"Ciò che ci spetta di diritto è diventato un grazioso regalo ed un segno di attenzione, anzi una svolta, e in più oggetto di polemica fra le regioni meridionali". Questo asserisce chi conosce il significato dell'acrostico F.A.S.
E sapete, con quale scusa, avevano cominciato a stornare quei fondi? Con il pretesto che la Sicilia ed il Sud in genere non erano in grado di garantire la qualità della spesa.
Diciamo pure che è notorio quanti arruffoni e arraffatori trovano spazio tra i nostri amministratori pubblici, e ogni giorno - sia a destra che a manca - fanno"sbombicare" fatti e misfatti sulla gestione del pubblico denaro.
Ma solo da noi, avviene ciò?
E tutte le magagne scoperte da Roma in sù, sono forse peccati veniali?
Figuriamoci quanto grande possa essere la correttezza fuori del Sud.
Di questo miserabile Sud, della cui esistenza adesso il Cavaliere si ricorda, e per le cui esigenze, non solo restituisce i soldi che l'Europa ha assegnato, ma farà di più e di meglio, addirittura intende fare qualcosa di storico.
Rispolverando il pallino del PIANO MARSHALL., natogli in reminiscenza di quello originale, adottato nel 1947 dagli Stati Uniti per risollevare, con un massiccio aiuto economico , l'Europa, stremata dalla disastrosa seconda guerra mondiale, il Cavaliere, supportato dal suo affezionato Tremonti, dopo averlo sbandierato per la Palestina, adesso lo vuole camuffare come piano Marshall per il Sud.
Ma perchè dovrebbe scimmiottare gli americani, non potrebbe chiamarlo, anzicché "maresciallo", "cavaliere" il suo piano per il Sud?. Chi glielo impedisce di impostare un "piano Cavaliere" accanto ad una Banca Tremonti?
E non del Mezzogiorno, che troppo somiglierebbe alla vilipesa Cassa del Mezzogiorno.
Teme forse, il cav. che possa essere smentito dai fatti?
E vabbè, non sarebbe una novità se le sue promesse venissero smentite.
Quante volte egli stesso ha negato ciò che aveva detto un minuto prima!

venerdì 31 luglio 2009

SI COMINCIANO A SBLOCCARE I FONDI PER L'ASSISTENZA ALLE AREE SOTTOSVILUPPO




Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha dato via libera allo sblocco di oltre 4 miliardi di euro di Fondi per le aree sotto-utilizzate (Fas) destinati alla Sicilia. I fondi Fas stanziati per la Sicilia, sempre secondo quanto riferito da fonti di palazzo Chigi, ammontano a 4miliardi e 313 milioni di euro.
Mano tesa e disponiibilità sulle risorse e scomunica senza appello per tutte le tentazioni autonomistiche,sia nella versione hard del partito del Sud, sia in quella soft del PdL Sicilia. Silvio Berlusconi non ha nascosto la strategia per superarel'ultimo intoppo politico prima delle ferie L'antipasto del piano Sud è quello anticipato mercoledì: lo sblocco di quattro miliardi d'interventi per la Sicilia. Successivamente toccherà alle altre Regioni che presenteranno i piani d'utilizzo.
Per coordinare gl'interventi nascerà una banca per il Mezzogiorno: che non dovrebbe essere la copia dela vecchia Cassa per il Mezzogiorno. La precedenza, nell'assegnazione dei fondi, è andata alla Sicilia, perchò il Governatore Lombardo è tato il primo ad accettare di presentare il piano richiesto per l'utilizzo del finanziamento
Il criterio d'ordine usato per lìoccaone, non viene però condiviso dagli altri Governatori del Sud, che parlano di "figli e di figliastri", in questa vicenda, almeno per quanto riguarda la distribuzione delle quote FAS.
(Ripreso da "IL GIORNALE")

Quindi, non tutti felici e contenti: forse neppure in Sicilia lo sono tutti, chissà perché!

SI TORNA A PARLARE DELL'IPAB NICOLACI-BONOMO, DOPO CHE IL SENATORE LUMIA HA PRESENTATO UN'INTERROGAZIONE SULLA SUA CATTIVA AMMINISTRAZIONE

FOTO: Due scorci di edifici dell'Ipab Nicolaci-Bonomo

Dopo un anno di silenzio, durante il quale la Magistratura di Barcellona ha posto gli occhi sulle vicende che lo riguardano, l'Ipab Nicolaci-Bonomo torna a far parlare della sua cattiva gestione.
A riproporre alla pubblica attenzione l'importante argomento è un'interrogazione del senatore del PD, Beppe Lumia, presentata mercoledì scorso a Palazzo Madama, indirizzata al presidente del Consiglio e ad alcuni ministri che sul caso potrebbero avere competenza. Attraverso una ricostruzione particolareggiata delle fasi di trascuratezza e di cattiva gestione del prestigioso patrimonio dell'ex casapia barcellonese, ora Ipab, lasciato in eredità da famiglie benestanti per essere da supporto ad opere assistenziali nei congfronti delle famiglie bisognose. il senatore Lumia ha inteso evidenziare un intreccio di sfruttamenti patrimoniali a danno dell'istituzione, grazie soprattutto a concessioni favorevoli ad elementi giudicati o ritenuti malavitosi. Delle vicissitudini di questa "mal trattata" Ipab, s'è avuto modo di parlare spesso e a lungo, ed in questo stesso blog è possibile - a chi ne avesse voglia - rintracciare tutti gli articoli prodotti.
Cerca nel blog in alto a sinistra: ipab

L'ATO MESSINA DUE INSISTE: IL CONGUAGLIO SULLA TARIFFA DOVETE PAGARLO, SE NON PRIMA POI


LA PROTESTA IN PIAZZA DEL 25 GIUGNO PER IL DECAPITATO CdA E' STATA ACQUA FRESCA

Quando, ieri, ho trovato tra la "posta" l'ultima bolletta ATO e ho letto la lettera d'accompagnamento, d'impeto avrei voluto strappare tutto e comportarmi di conseguenza, come d'altronde hanno fatto finora tanti parecchi altri utenti, arrabbiati per il disservizio e l'esosità della tarriffa imputabili alla gestione della società d'ambito territoriale.
Se mi sono frenato e non ho appallottolato busta e contenuto è stato per una mia ragione: quella lettera, firmata dall'amministratore delegato di ATO ME 2, per quanto odiosa nel contenuto, costituisce la prova che avevamo ragione quando, un mese fa, in questo blog, criticammo il comportamento dei sindaci del comprensorio ATO ME 2, che, riunitisi - non in molti in verità - a Palazzo Longano fingendo di volere venire incontro alle proteste in piazza del 25 giugno, hanno architettato una squallida soluzione: suggerire al CdA ATO di sospendere il pagamento delle bollette del conguaglio contestate.
Il che significava, come allora abbiamo denunciato, proporre al Consiglio d'Amministrazione non di abolire il conguaglio, ma di spostarne la richiesta di pagamento. Il che, a distanza di un mese è stato fatto , rinviando la data di scadenze delle fatture al 31 dicembre: un ottimo dono natalizio scadente la notte di San Silvestro.
Grazie sindaci, grazie dottor Gangemi, delegato d'un consiglio d'amministrazione senza più capo.
Prima di chiudere questo post, mi si consenta di fare un riferimeno importante: Nell'ultima sua riunione l'Assemblea Regionale Siciliana, che doveva discutere l'argomento relativo al passaggio dalla TARSU alla TIA, cioè dalla tassa sui rifiuti alla tariffa sul'igiene ambientale (quella per intenderci che a differenza di altri ATO ci impone sin dall'inizio ATO ME2) , ha deciso di accantonare il problema, e non solo per la fretta di andare in ferie, ma soprattutto e giustamente per un necessario approfondimento, "dopo le recentissime sentenze della Consulta che hanno rimesso tutta la questione in discussione", come ha affermato l'Assessore alla Presidenza Gaetano Armao
Di tutti gli Ato siciliani, soltanto cinque stanno adottando la TIA avendo rigettato la tradizionale TARSU Poiché ciò raddoppia la nostra spesa, cerchiamo di saperne di più cliccando su:
Tia e Tarsu divise dai calcoli – Esperto Risponde

giovedì 30 luglio 2009

NON C'E' SPAZIO PER IL PARTITO DEL SUD: E LOMBARDO CHE HA POSTO RICATTO LO INTENDA


Non c'è spazio per il partito del Sud, c'è già il Pdl a rappresentare gli interessi del Mezzogiorno. Queste le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi secondo quanto riferito da alcuni partecipanti all'incontro, a Palazzo Grazioli, di Berlusconi con un gruppo di parlamentari e amministratori locali siciliani. Il premier ha rassicurato i partecipanti sul piano di rilancio per il Mezzogiorno che il governo sta mettendo a punto e che verrà presentato dopo le ferie estive. Nessun riferimento, invece, ci sarebbe stato da parte di Berlusconi al precedente faccia a faccia avuto con il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacono.

L’incontro
Prima si sono riuniti il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia Alfano e una trentina tra parlamentari e amministratori siciliani in vista della riunione del Cipe di domani; Successivamente, il premier ha incontrato in separata sede la titolare dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

"Spero che Micciché si adegui a questa realtà"

"Nessuno può minare l'unità del Pdl. La mia missione è, è stata e sarà quella di costruire questo grande soggetto politico a qualsiasi sacrificio. Io ci tengo ancor più dell'attività di governo". Silvio Berlusconi incontra i "lealisti" siciliani e pone un alt ad ogni progetto politico al di fuori del Pdl. "Ci sono delle regole, dei coordinatori e una struttura chiara. Non ci sono altre possibilità e spero che anche Micciché, che conosco da tanto tempo, si adegui a questa realtà", ha spiegato il premier.

Le richieste della Sicilia, l'assenza di Lombardo
Il coordinamento regionale del partito ha consegnato a Berlusconi un documento in cui vengono riportate le priorità per la Sicilia nel quale si parla dell'utilizzazione "virtuosa e non con fondi a pioggia" delle risorse, della necessità di una cabina di regia fra fondi europei i e fondi Fas e si sollecita il governo regionale a mettere in campo i soldi già disponibi. La premessa è che "il Pdl è un partito di aggregazione, non di divisione" e "c'è piena fiducia nell'impegno, anche a fronte delle diverse emergenze, che il governo sta mettendo per il Sud". Berlusconi ha apprezzato, riferiscono le stesse fonti, il documento e ha 'aperto' "alla discussione per qualsiasi contributo ulteriore". "Insieme 'rifaremo' il Sud", ha sottolineato.

Assenti i parlamentari dell’Mpa
Alla riunione hanno partecipato una trentina di parlamentari siciliani. "Mancavano quelli che hanno posto un ricatto, visto che non hanno votato la fiducia sul decreto legge anti-crisi alla Camera" ha detto il senatore Antonio D'Alì facendo riferimento a quelli del Movimento per le autonomie. Nel corso della riunione - ha detto il senatore Domenico Nania - si è parlato anche "dell'emergenza rifiuti in Sicilia che potrebbe aggravarsi come in Campania".

tratto da:Rainews24.it

Che cosa si sia deciso, non si sa: d'altronde la Sicilia non può pretendere che Berlusconi venga nell'Isola per mettere sotto il tappeto tutta la spazzatura che c'ingombra e c'insozza
(nota di barcellonablog)







mercoledì 29 luglio 2009

SU INVITO DELL'ASSESSORE REGIONALE AGLI ENTI LOCALI SARANNO ATTIVATI O REGOLARIZZATI TUTTI I SITI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DI SICILIA


ASS.Chinnici
----Esistono due leggi regionali (la 22/2008 e la 6/2009) che impongono alle amministrazioni pubbliche di rendere noti per estratto, nei propri siti internet istituzionali, tutti gli atti deliberativi adottati dalla Giunta e dal Consiglio, nonché le determinazioni sindacali e dirigenziali”. Uguale obbligo vale per le aziende pubbliche (ex municipalizzate) per quanto concerne gli atti dei consigli di amministrazione e le determinazioni presidenziali e dirigenziali. L'ha ricordato in una sua circolare indirizzata ai capi dei Comuni e delle Province dell'Isola l’assessore Caterina Chinnici , sottolinando che ciò serve per porre tutti i cittadini sullo stesso piano, con pari diritti e accesso agli atti varati. Le norme entrate in vigore con l’ultima Finanziaria regionale sanciscono l’obbligo di aggiornamento costante del sito d'ogni ente locale, entro il primo giorno di ogni mese. Per le amministrazioni inadempienti, le sanzioni possono determinare persino la sospensione dei trasferimenti trimestrali regionali dal Fondo delle autonomie locali. Il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto il suo sito ce l'ha da tempo, è curato da un esperto, tuttavia c'è capitato che non sempre abbiamo avuto la possibilità di individuare, pur in estratto, taluni atti, come quello - per ricordarne uno - dell'approvazione del bilancio di previsione 2009, che tanto ci ha fatto confabulare sulle date di trattazione e di notifica alla Regione.

IMPONIAMO AI DOCENTI DEL SUD UN TEST SUL DIALETTO, TANTO I TERUN SON TUTTI TESTE DI CAVOLO.....


NON E' DIFFICILE CHE I LEGHISTI LA PENSINO COSI': MA POTREBBE TRATTARSI D'UN PRETESTO PER METTERE IN DIFFICOLTA' L'AMICO PREMIER

Saranno in pochi coloro che sanno o si ricordano che chi scrive queste righe ha iniziato la sua carriera d'insegnante titolare in una scuola di Roma, dove nel lontano 1958, avendo vinto il concorso magistrale, ha dovuto...emigrare, con in tasca un gruzzoletto che non superava le centomila lire.
Era quello il primo anno fuori casa, da emigrante. Avevo superato, grazie all'intervento d'un sindacato, un'imboscata a danno di candidati vincitori residenti in Sicilia e Sardegna, tentata nell'ambito del Provveditorato capitolino, per cui nessuno di noi era stato convocato in tempo per l'assegnazione del posto. Assunto finalente,con 20 giorni di ritardo, assieme agli altri negletti, ho iniziato la mia avventura di "giovane emigrante": assegnato - per quel contrattempo - in una sede provvisoria della periferia romana, con il diritto di prendere quanto prima possesso, in quella di titolarietà .
Tutto questo ho dovuto premettere, non per annoiarvi coi fatti miei ormai datati, ma per introdurmi in un discorso improvvisamente aperto dagli uomini del Carroccio, che ancora una volta hanno cercato di adoperare il Parlamento italiano per imporre discriminazioni a danno dei terùn, d'ogni origine e provenienza, creando un nuovo motivo di tensione, persino tra gli alleati, mediante la più balorda e razzista delle richieste: far sottoporre i docenti provenienti da altre regioni ad un test sulla storia, la tradizione ed il dialetto della regione in cui intendono lavorare.
La balzana idea m'ha fatto tornare alla mente un episodio, che in prima persona ho vissuto appunto in quella scuola della periferia romana, dove m'era stata assegnata una seconda elementare, fatta di fanciulli residenti nelle vicine case popolari.
Era il giorno del primo incontro e diversi alunni erano stati accompagnati dalle mamme.
Una di esse, nell'affidarmi il figliolo, un ragazzino vispo di sette anni, m'ha generosamente concesso il permesso di ricorrere al sacrosanto scappellotto e, per giustificarmene la necessità, m'ha spiegato che il figlioletto l'anno precedente aveva rischiato d'essere bocciato, perchè assieme ad alcuni compagnetti aveva preso la cattiva abitudine di fare "seghe".
"Così piccolo?" stavo per chiedere meravigliato. Fortunatamente la sorpresa è durata un attimo, perchè m'è bastato poco per capire che la signora stava parlando di tutt'altra cosa di quanto m'era balenato sentendo parlare di seghe. A Roma, far sega significa marinare la scuola; e nonostante da noi si dica "far campagnola", non c'è voluto molto per rendermene conto.
Ed il conto è tornato in pieno allorché, raccontando l'aneddoto alla padrona di casa, m'è stato appunto confermato che far sega a Roma significa fare campagnola.
C'è da confidare quindi che un maestro, per quanto umile e terùn, con un po' di comprendonio, sappia intendere il linguaggio dei suoi alunni, anche se d'un'altra regione; e non ci sia la necessità che venga umiliato con un esame strampalato qual è quello voluto dal Carroccio.

F.C.

"IL GIARDINO SENZ'ANIMA" DI FRANCESCA ROMEO PRESENTATO ALL'OASI DI BARCELLONA


L’associazione Genius Loci, in collaborazione con la Pro Loco, ha presentato nella sala delle conferenze dell’ex Monte di Pietà di Barcellona, l’opera prima di Francesca Romeo, Il giardino senz’anima, pubblicato dalla casa editrice calabrese “La città del Sole”.

Francesca Romeo, laureata in filosofia, collabora con la Gazzetta del Sud, con la Voce del Longano on-line dove cura la rubrica Avvenimenti, col bimestrale Simun, ed ha collaborato col mensile Comunità. Il Giardino senz’anima è un poemetto in versi liberi, denso di rimandi, citazioni, allusioni, quasi una “poesia visiva”, che denota la noteole cultura della poetessa.

Dopo un’introduzione, sulla struttura e le innumerevoli citazioni e riferimenti, del libro il primo relatore , Gino Trapani, ha dialogato con l’autrice per approfondire alcuni aspetti dell’opera.

Successivamente ha relazionato Melo Freni - scrittore-giornalista e per l'occasione autore di una lettera-prefazione al libro - il quale ha posto l'attenzione sulla complessità dell’opera, facendo riferimenti ad altri autori, in particolare Ezra Pound, di cui, ha detto, la Romeo ha ben capito la lezione. Tra gli interventi dei due relatori sono stati letti, dalla professoressa Maria Elisa Colella, brani di "Il Giardino senz'anima". Ha fatto da moderatore il presidente della Genius Loci, Marcello Crinò.

martedì 28 luglio 2009

COME E PERCHE' SI DOVREBBE PROTEGGERE E SALVARE L'IDENTITA' DEL SUD E DELLA SICILIA

INTERVIENE IL FRONTE NAZIONALE SICILIANO NELL'ANIMATO DIBATTITO SUL PARTITO DEL SUD

Giuseppe Scianò =Dicevamo che dalla Sicilia sono spesso partiti gli spunti per un sommovimento della politica nazionale.
Solo che, una volta avvenuto, il nuovo è stato carpito e spesso utilizzato a discapito di chi l'aveva incentivato. Oggi, sempre partendo dalla Sicilia, qualcosa di nuovo sta accadendo ed ecco che forze centrifughe si stanno avventando per dissolverne la sua natura originaria.
Appare pertanto significativo quanto, per l'occasione, viene denunciato dal Fronte Nazionale Siciliano.
"I tanti dibattiti ed i servizi giornalistici, che si sono sviluppati sotto il Solleone, sulla probabile nascita di uno o due o tre "partiti del Sud" - si legge in un comunicato del FNS firmato dal segretario politico Guseppe Scianò - potrebbero essere, senza dubbio, più utili e produttivi se si caratterizzassero per maggiore serietà e completezza. Non dovrebbero, pertanto, a nostro modesto avviso, prescindere dalla rivisitazione (in termini attuali e concreti, ovviamente) degli effetti devastanti, ed ancora oggi imperversanti, della questione meridionale e della questione siciliana Non dovrebbero ignorare la egemonia imperial-cononialistica degli interessi del NORD su quelli del SUD e della SICILIA. E non dovrebbero sottrarsi all'obbligo moale e politico di evidenziare le tragiche conseguenze della "mala unità" d'ITALIA, realizzata nel 1860, per la quale, com'è noto, si stanno cercando disperatamente nuovi miti e nuove bugie che ne esaltino la presunta validità anche per i Popoli del SUD. I vecchi miti, compreso quello di Garibaldi, infatti, non reggono più di fronte al revisionismo storico in corso".
Nel comunicato si sottolinea che, oltre che sociali, la Questione Meridionale e la Questione Siciliana vanno inquadrate come "vere questioni nazionali"., cioè "di nazionalità e di popoli liberi e di forte identità, "conquistati", "schiavizzati", "denazionalizzati", "de-statualizzati", "deculturizzati". Di Popoli, cioè, privati delle loro ricchezze, della loro economia, e ridotti, di fatto, a colonie di sfruttamento, a vantaggio delle Regioni Settentrionali.." Una tesi, questa, speculare, completamente opposta a quella sostenuta dalla Lega di Bossi, che parla sempre di sfruttamento delle sostanze del Nord da un sud parassita:
"Dopo il 1860 - ricorda il F.N.S. - seguirono decenni di persecuzioni, di espoliazioni, di deportazioni, di rappresaglie, di decimazioni, per le popolazioni del Sud e della Sicilia. Seguì anche la grande diaspora. Quell'emigrazione, cioè, di massa verso il Nuovo Mondo (come si diceva) e verso altri Paesi. Per la cronaca: prima dell'Unità d'Italia il triste fenomeno dell'emigrazione era conosciuto e vissuto soltanto dalle misere popolazioni dell'Italia Centro-Settentrionale (Padania compresa)".
" La verità - si sottolinea in fine - è scomoda e lacerante. E' difficile (anzi impossible) che il Politico del SUD sia senza peccato. Non si potrà prescindere, pertanto, dai mea culpa. Ma è pure vero che la verità' è sempre rivoluzionaria. E che, con la verità dalla parte loro, i Popoli del SUD e della SICILIA potranno iniziare quel percorso rivoluzionario", in senso politico, culturale e morale, senza il quale non si può uscire dal fondo del sacco del neocolonialismo".

A BARCELLONA POZZO DI GOTTO SARA' OPPORTUNO ORGANIZZARE LE RONDE PROPOSTE DALLA LEGA NORD E ISTITUZIONALIZZATE DAL MINISTRO DELL'INTERNO?



Il giorno dopo gli scontri di Massa, tra giovani di estrema sinistra , contrari alle ronde in città, e altri di estrema destra, favorevoli - con conseguente intervento in forza della polizia e ferimento di cinque agenti - si sono riaccesi polemica e dibattito politico attorno al provvedimento sull'istituzione delle ronde, il cui decreto attuativo, dovrebbe entrare in vigore il prossimo otto agosto.

Il provvedimento, già pronto, stabilisce i requisiti di chi vuole partecipare al nuovo "istituto:volontario": potranno agire al massimo in tre persone, avere non meno di 25 anni, non dovranno far parte di associazioni, movimenti, o gruppi organizzati, essere disarmati ed andare in giro con una divisa gialla fluorescente. Saranno i prefetti a tenere l'Albo delle associazioni dei volontari.

Non tutti comunque sono d'accordo sull'istituzione delle ronde, in quanto sorge il timore che possano costituire incentivo ad episodi di prevaricazione e a scontri simili a quelli registrati a Massa. Il cui sindaco, dopo l'esperienza dell'altra notte, nel decidere che nella città da lui amministrata non saranno consentite ronde, ha invitato Maroni "che se le faccia in casa sua".

E in casa nostra, cioè a Barcellona Pozzo di Gotto, cosa si pensa su questa nuova istituzione?

Provvederà il Consiglio Comunale di Palazzo Longano ad approvare un'eventuale mozione avanzata da qualche consigliere per la formazione di ronde da avviare lungo le vie cittadine?

Oppure, onde evitare che si faccia sperimenazione in corpore nostro, prima di avanzare una simile proposta, si aspetterà di assistere agli effetti prodotti laddove le ronde saranno istituite?

Intanto, chi pensa che le ronde possano essere utili a Barcellona?

E chi pensa che possano essere inutili o controproducenti?

Un dibattito sull'argomento potrebbe essere interessante e produttivo: Che ne dite?

MICCICHE' HA LA CODA DI PAGLIA E CREDE CHE BERLUSCONI L'ABBIA BACCHETTATO



IL SOTTOSEGRETARIO SICILIANO CON UNA LUNGA LETTERA RISPONDE PER LE RIME

Berlusconi con la sua dichiarazione di ieri ha sparato un colpo e ha ferito due piccioni; Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè.
Quest'ultimo addirittura si dice convinto che il bersaglio diretto è stato addirittura lui soltanto. Ma può darsi che domani il premier lo smentisca.
Intanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe, persuaso della giustezza del suo sospetto, non ha perso tempo e con una sua nota ha risposto che la Sicilia s'attende fatti, non promesse.
"Il tempo delle deleghe in bianco è finito", scrive Gianfranco Miccichè. "Non posso nascondere che la lettura della nota di Berlusconi, ieri sera, mi abbia trasmesso una sensazione di stupore. Non tanto per la difesa dell'operato del governo rispetto al Sud, quanto per l'accusa in essa rivolta a qualcuno di sventolare la bandiera sudista per lucrare potere. Quel qualcuno dovrei essere io, se non ho capito male". "Un pensiero questo, ne sono consapevole - aggiunge - molto diffuso tra quanti all'interno del mio partito pensano di poter riportare qualunque ragionamento politico si tenti di sviluppare al livello di poltrone e di postazioni di potere. Sono gli stessi che ti additano al tradimento quando, avendo dimostrato coi fatti che non per tutti vale questa regola, non riescono a trovare altri argomenti per metterti in cattiva luce". "Io, che conosco Berlusconi da tantissimi anni, non ho certo bisogno di ricorrere a queste bassezze - attacca Micciché - Il nostro rapporto è nato e si è sviluppato al di fuori della politica, attraverso la condivisione di esperienze professionali e umane importantissime, per cui non saranno certamente questi tentativi maldestri a poterlo compromettere. Ma in queste settimane io ed i miei amici, accompagnati devo dire da una presa di coscienza comune dei giornali e della società civile - prosegue il sottosegretario siciliano - abbiamo parlato di Sud e di Mezzogiorno tradito perché è questa la vera urgenza della politica. Di quella politica in cui con Berlusconi sono entrato per compiere quella rivoluzione liberale che facesse dell'Italia un paese moderno, capace di competere a livello europeo e mondiale. Dell'Italia intera, però, non di una sola parte del Paese: il Nord, come sembra aver deciso l'asse Tremonti-Lega Nord". "Abbiamo denunciato la situazione di ritardo in cui versa il Sud non perché io voglio diventare ministro o gli amici miei vogliono garantirsi la ricandidatura alle prossime elezioni - replica Micciché - ma perché è sotto gli occhi di tutti."

lunedì 27 luglio 2009

SBAGLIA RAFFAELE LOMBARDO A VOLERE IL PARTITO DEL SUD, PER LA SICILIA E IL MEZZOGIORNO BASTA IL PDL: PAROLA DI BERLUSCONI


Qualcuno avrà dimenticato un importante particolare riguardante la Sicilia. O probabilmente lo ignora completamente.
Che cioè la nostra Isola, sempre o quasi, è stata "fucina" delle maggiori innovazioni politiche dell'Italia.
Si tratta di questo: la Sicilia, che per molti versi viene lsciata a margine della politica nazionale, con la complicità dei suoi stessi uomini politici, gratta gratta in realtà è stata e continuerà ad essere artefice di operazioni che hanno dato e daranno esca a movimenti rinnovatori della politica nazional.
Se si dimentica o s'ignora questo fatto, non si riesce a capire perchè, in questi giorni, c'è stato un continuo rimestare di attenzioni e di preoccupazioni, di fronte all'invenzione del partito del sud che, nata come semplice reazione al mancato mantenimento d'impegni elettorali assunti dal leader del Pdl, s'è consolidata con la crescente consapevolezza dello stato di abbandono che quel signore e i suoi cortigiani, meridionali compresi, intendevano perpetrare, dietro l'egoistica spinta della Lega nord.

Il Berlusconi, che di furbizia s'è sempre nudrito, malgrado le sue recenti preoccupazioni personali - e quando mai non s'è preoccupato delle sue cose? - ha alla fine capito che, per quanto sia potuto sembrare strumentale, la storia della creazione di un partito del Sud non
può ridursi ad un semplice tentativo di ricatto per il recupero di fas depredati e per qualche altra spicciola attenzione verso i problemi meridionali, che esorbitasse dalla costruzione del megalitico ponte sullo stretto. E così, quando s'è reso conto che non era soltanto Miccichè a fare il paio con Lombardo, ma anche altri componenti del nuovo Pdl avevano cominciato a sollevare il problema della distinzione regionale pur in seno al partito nazionale, o che una ministra - guarda caso siciliana - stava recalcitrando per talune espoliazioni perino in seno al suo dicastero, il cavaliere ha invitato uno dei suoi siciliani piùfidati a cercare di porre una bella pezza al tessuto in procinto di logorarsi, ideando un bel piano d'intervento. Ed intanto non ha mancato di fare il suo a parole, annunciando che si sbloccheranno i fondi fas e cheper il Mezzogiorno finora s'è già fatto parecchio.

"Questo governo - spiega il premier in una nota - non ha mai trascurato i problemi del Sud. Mi sembra che abbiamo fatto molto, anzi moltissimo, per Napoli e per la Campania, per l'Aquila e per l'Abruzzo, per Catania, per Palermo, che non sono certo aree del Nord".
"Sono state anche stanziate somme rilevanti per numerose infrastrutture e avrò il piacere di inaugurare diversi cantieri da qui alla fine dell'anno. Piuttosto, consapevoli che i sistemi amministrativi del passato hanno dato luogo a troppe inefficienze e a troppi sperperi - precisa Berlusconi - abbiamo richiesto e atteso garanzie dalle regioni circa l'utilizzo dei Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) in infrastrutture anziché in spese correnti. E presto trasferiremo alle stesse regioni i suddetti fondi; inserendoli nel Quadro strategico nazionale che è nel nostro programma elettorale, in coerenza con l'Europa".
"Ora - conclude Berlusconi - stiamo lavorando con i ministri delle Infrastrutture, dello Sviluppo e dell'Economia, dell'Ambiente e delle Regioni per mettere a punto un Piano innovativo per il Sud, la cui modernizzazione e il cui sviluppo ci stanno da sempre a cuore perché significano maggior benessere per tutta l'Italia. Le preoccupazioni espresse da alcuni parlamentari del centrodestra - conclude - troveranno quindi, e presto, una risposta concreta e adeguata".
Finite le rassicurazioni, il presidente del Consiglio, lancia la frecciata avvelenata, e si capisce bene a chi è diretta: a colui che ha avuto il coraggio di fare astenere il proprio gruppo dall'imposizione perpetua della fiducia:
" Non mi preoccupano - afferma Berlusconi - le uscite e i comportamenti che sono con evidenza riconducibili a recriminazioni e a richieste di potere di tipo personale e che si è invano cercato di coprire come fossero attenzioni verso il destino del Mezzogiorno".
L'hai capito, caro don Raffaele?

fra' Galdino

domenica 26 luglio 2009

IL PDL "SI FA IN QUATTRO" PER VENIRE INCONTRO ALLE ESIGENZE DI NOI SICILIANI



Questo resoconto c'è parso talmente azzeccato da riportarlo in questo blog integralmente

Grandi manovre in Sicilia in casa Pdl. A Giardini Naxos i coordinatori regionale Nania e Castiglione hanno chiamato a raccolta coloro che si riconoscono nell’attuale dirigenza del partito, la partecipazione è stata ampia ed ha visto la presenza di alcuni parlamentari della Sicilia orientale. A Palermo, Sala Rossa di Palazzo dei Normanni, si è costituita di fatto la corrente dei finiani e berlusconiani autonomisti (circa 250 presenti, dieci deputati regionali, tre assessori regionali, parlamentari nazionali, sindaci ecc). L’incontro di Giardini Naxos mirava a consolidare le posizioni dei coordinatori regionali nominati poco tempo fa, e a rimettere in pista azioni di contrasto nei confronti dei promotori del partito del Sud, del quale invero si sa ancora poco o niente. Si formalizza, di fatto, la presenza di una corrente antagonista a quella di Miccichè e diversa dal gruppo che fa capo al Ministro della Giustizia, Angelino Alfano ed al Presidente del Senato, Renato Schifani. La corrente ha un radicamento “orientale” perché i due coordinatori, Castiglione e Nania, provengono da Catania e Messina e contano in queste aree i loro seguaci. Il seminario di Palermo dei finiani e degli autonomisti e l’incontro di Giardini Naxos sono stati preceduti dal meeting di Sorrento, organizzato dal sottosegretario Gianfranco Miccichè, incentrato sui problemi del Meridione e sulla opportunità di dare vita ad una iniziativa politiche che raccogliesse dirigenti e parlamentari del Sud sotto un unico “tetto”. Schifani e Alfano finora non si sono mossi, il fatto che non abbiano riunito le loro truppe non significa che non esistono, tutt’altro. Hanno posizioni di prestigio da difendere e preferiscono non formalizzare la loro “corrente” siciliana. Non hanno nulla da guadagnare nel contarsi. Di certo la loro presenza nel partito non è più quella di prima, proprio per la nascita delle correnti formalizzata in questi giorni. E’ chiaro che Alfano e Schifani esercitano un’influenza sui coordinatori regionali e sui loro amici, ma non fino al punto da dettare legge. Castiglione non è stato affatto contento della “resa” in occasione del Lombardo bis; invece che sconfessare Lombardo e mettere in riga Miccichè ed i deputati regionali a lui vicini, che avevano accettato la nomina di assessori, hanno accettano la situazione di fatto. In realtà, hanno dovuto prendere atto di una decisione assunta da Silvio Berlusconi. Le correnti fanno e sfanno quello che vogliono ma c’è un limite invalicabile, si riconoscono nel leader supremo e qui non si transige. La formazione che si riconosce in Carmelo Briguglio, Fabio Granata e Dore Misuraca – i finiani e autonomisti – sembra avere, in verità, un’autonomia più larga, tanto è vero che durante il seminario di Palermo le tesi prevalenti sono state due: una deroga allo statuto nazionale del partito per “democratizzare” la Sicilia con la nascita di circoli nelle città, congressi locali e elezione dei coordinatori regionali (le regole del Pdl danno a Berlusconi questo potere, su segnalazione dei coordinatori nazionali); l’altra proposta, proveniente da Misuraca (fortemente critico nei confronti di Castiglione), privilegia la nascita di un partito federato in Sicilia, qualcosa che assomiglia al partito del Sud, ma non lo è, perché la corrente dei finiani ed autonomisti su un punto appare unita: contrastare la nascita del partito del Sud, competere lo spazio politico al governatore pur appoggiando lealmente il suo governo. Sulla nascita del nuovo soggetto politico meridionalista dall’interno del Pdl resta l’incognita di Miccichè, per il quale vale l’espressione del “vorrei ma non posso”, perché Berlusconi ha tagliato corto sulla questione, non ne vuole sentire parlare ed esclude che persone a lui affettivamente legate, come appunto Miccichè, possano fargli questo “torto”. Che è un poco quello che Marcello dell’Utri va predicando da molti giorni, giudicando l’idea del suo sodale, Miccichè, niente di più che una esercitazione filosofica. Ma se si trattasse di esercitazione filosofia non ci sarebbero tanti personaggi di primo piano ad occuparsene, a cominciare dallo stesso Berlusconi. L problema vero è come spegnere questo “desiderio” offrendo elementi concreti. I due capigruppo parlamentari, Gasparri e Cicchetto, stanno preparando un piano per il Mezzogiorno: un a sorta di programma-manifesto che rassicuri da una parte e mostri la volontà di procedere a favore del Sud in modo incontrovertibile. Ma mentre scrivono il programma, un episodio – il caso Prestigiacomo – rotola sui loro piedi e minaccia di fare loro uno sgambetto. Lo “scippo” al Ministero dell’Ambiente – così è stato denunciato dalla Ministra – è stato perpetrato da Ministri “nordisti” capitanati da Roberto Calderoli. La siciliana Stefania non vuole sentire conto e ragione, le regole devono essere ripristinate. Berlusconi l’avrebbe tranquillizzata, Calderoli invece l’ha fatta irritare di più. L’exit strategy di questo episodio misurerà lo stato dell’arte sul tema Mezzogiorno. Quale prospettiva per la ricomposizione dei conflitti isolani e non solo nel Pdl? In ottobre la guida del partito passa nelle mani di Gianfranco Miccichè, tutta intera, senza compromessi, e Miccichè ne fa una forza meridionalista. E ciò per volontà di Berlusconi. Schifani e Alfano abbozzano, i finiani non ne fanno affatto un cruccio, anzi, e Castiglione ci rimane male. Ma non si può accontentare tutti. Questa soluzione farebbe felice Lombardo ed il MPA perché il governatore può contare finalmente su un alleato che non gli mette il bastone fra le ruote e su uno spazio politico per il suo MPA che si appresta a diventare partito del Sud. E furono felici e contenti? Non esageriamo.

Tratto da SICILIA INFORMAZIONI.COM

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