sabato 10 gennaio 2009

IL SOGNO DI ORSOLA S'E' AVVERATO

Un pomeriggio tutto per lei: per Orsola.
Un pomeriggio intero che l'ha fatta sentire al centro dell'attenzione di un pubblico affettuosamente int
eressato alla sua produzione di international stylist, come lei stessa s'è definita .
Sarà stato l'interesse, sarà stato l'affetto o la curiosità, il fatto è che, dal momento dell'inaugurazione della sua mostra-defilé fino a sera, lei e i suoi modelli d'abiti d'alta moda sono stati al centro dell'attenzione degli intervenuti.
Come già annunciato nei giorni scorsi, Orsola Di Pasquale, grazie alla sensibilità del Centro Studi e Ricerche di Psicologia e Psicopatologia "Sentieri della Mente", ha potuto realizzare un sogno: fare "sfilare" le sue "modelle" sull'immaginaria pedana del salone a Vetri dell'Oasi di Barcellona, nell'ambito di una manifestazione denominata “Non solo moda" e realizzata con un progetto di lavoro, che ha coinvolto tre studentesse dell'Università di Messina: Giusi Cicciari, Sonja Grasso e Carmen Isgrò.
Le modelle di Orsola sono gli stessi originalissimi disegni di meravigliosi abiti policromici dettati dalla sua fantasia e abilmente delineati dalla sua mano sicura e paffutella. E dei quali uno è stato preso a modello per la realizzazione di un abito, molto ammirato dal pubblico.
Dopo che Orsola, con candido sussiego, ha spiegato ai visitatori le caratteristiche dei suoi vari disegni, tutti diversi l'uno dall'altro, non solo per la portata degli abiti, ma anche per le acconciature e gli accostamenti cromatici, su iniziativa della dottoressa Giulia Carmencita Fasolo, il pubblico è stato trattenuto da Giusi Cicciari, Sonja Grasso e Carmen Isgrò, che assieme ad Orsola hanno raccontato il percorso straordinario che ha portato alla riuscita della manifestazione, mettendo al centro di essa, una ragazza down con tutta la sua fantastica carica umana e le sue doti creative.
"Non solo moda" sarà aperta al pubblico anche domani, domenica 11 gennaio.

SI RIPARLA DEI DANNI CAUSATI DAL MALTEMPO ___________SI INDAGHERA' PER SAPERE SE CI SONO STATE PREVENTIVE OMISSIONI?

Sappiamo che i danni causati dal nubifragio di dicembre sono stati tanti e in gran parte gravi. Dalla relazione del Sindaco al Consiglio Comunale sulla loro entità risulta che son stati enormi, quantificabili in moneta oltre cento milioni di Euro. Una parte - 350.000 - già impiegati dal Comunre per far fronte alle più immediate esigenze, il resto da reperire - se sarà possibile - attraverso un qualche decreto ministeriale che tenga conto del riconoscimento, da parte del Governo, dello stato di calamità che ha colpito il territorio.
Oltre la metà del denaro necessario dovrebbe servire per il risanamento di opere pubbliche, un terzo circa per risarcimento ai proprietari di strutture private, ed il resto per risanamento agricolo. Questo quanto emerso dalle indagini condotte da una commissionre di tecnici comunali subito dopo il disastroso evento e, ad un mese circa dall'evento, riferito dal sindaco con la sua relazione al Consiglio Comunale. Che tale somma, ritenuta necessaria dagli esperti, sia facilmente reperibile non siamo in grado di poterlo affermare: è probabile che la riuscita dipenda dalla capacità politica dei nostri rappresentanti istituzionali, che però potrebbe in definitiva risultare smorzata dalla critica situazione finanziaria che attualmente attanaglia Stato e Regione. Comunque, dato che il guaio c'è stato, è sperabile che ci siano i minori impedimenti possibili. Se si dovesse ragionare però alla femminina, in maniera da addebitare il risarcimento dei danni - pubblici e privati - almeno in parte a chi, pur avendone il dovere, non ha provveduto ai necessari interventi di prevenzione, io chiederei ai frequentatori di questo "BLOG" di dirmi se non fosse il caso di fare un'indagine per scovare tali presumibili responsabili. A tale proposito, anche se bisogna ammettere che potrebbe apparire un po' ritardataria, mi pare che cada a fagiolo la reprimenda di uno dei consiglieri della maggioranza consiliare, il rappresentante dell'MpA Gaetano Torre, che con una sua nota letta dopo la relazione del Sindaco ha messo in dubbio che non ci siano state inadempienze preventive ad aggravare la situazioine in occasione delle piogge del 10 e 11 dicembre. E per questo ha proposto la costituzione di una commissione che indaghi se l'Impresa che ne aveva preso l'impegno abbia provveduto alla manutenzione di pozzetti, di canali di scolo e di quanto altro è adibito allo smaltimento delle acque piovane.

Francesco Cilona

venerdì 9 gennaio 2009

E IL SINDACO HA PARLATO AL POPOLO, RELAZIONANDO IN CONSIGLIO COMUNALE SUI PROBLEMI CHE AFFLIGGONO LA CITTA' E SUI RIMEDI CHE SI CERCHERA' DI DARE.




Il Consiglio Comunale di Barcellona Pozzo di Gotto s'è riunito stamani, in seduta straordinaria, per ascoltare l'attesa relazione del sindaco su problemi ed eventi che hanno inciso o continuano ad incidere sulla vita cittadina.
L'Amministratore ha per prima cosa affrontato il discorso relativo agli eventi alluvionali del 10 e 11 dicembre 2008 e al susseguente programma di interventi che il Comune intende affrontare "per risolvere i danni causati e rimuovere eventuali cause che hanno incentivato i disagi ai cittadini".
Successivamente il dott. Nania si è soffermato sulla questione del precariato, annunciando con quali provvedimenti e secondo quali indirizzi l'Amministrazione intende raffrontare il problema degli articolisti LSU a tempo determinato, Ricordando, tra l'altro, d'avere avviato le pratiche per richieste di finanziamento alla Regione e allo Stato. Iniziative, già sollecitate e ribadite con la mobilitazione delle forze di lavoro interessate, organizzata da CGIL, CISL e UIL, durante lo scorso mese di dicembre. Addirittura, in diversi incontri tra la dirigenza CGIL e il primo cittadino, si era concordato di chiedere al Ministero del Lavoro il necessario finanziamento per l'estenzione a tempo indeterminato del contratto di tutti i lavoratori precari. E a tale proposito - informa il responsabile della Camera del Lavoro di Barcellona, Salvatore Chiofalo - la Cgil ha deciso di presentarsi con una delegazione di lavoratori presso il Ministero, per sostenere anche in quella sede le ragioni della richiesta. Per l'occasione, sarà invitato il Sindaco a partecipare all'incontro.
Tornando alla relazione amministrativa, dopo che il Sindaco ha enumerato le cause che hanno impedito la presentazione in Consiglio del piano di fattibilità sui fondi di cui al decreto 18/03/05 del Ministero dell'Economia e delle Finanze e lo stato di attivazione di programmi già approvati dal Consiglio Comunale - motivazioni ritenute insufficienti dai consiglieri d'opposizione - si è passati al problema clou, riguardante l'igiene ambientale. Il dottore Nania, ovviamente rammaricato per il contrattempo determinato dal dissesto della strada che porta alla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, che praticamente ha messo in difficoltà igienica non soltanto Barcellona, ha ribadito l'interesse dell'Amministrazione Comunale per un più oculato sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti solidi e, nel breve periodo, dell'opportunità di orientarsi verso la ricerca di un sito prossimo e accessibile, possibilmente coinvolgente un numero limitato di comuni limitrofi. Diversi sono stati gli interventi dei consiglieri, con reazioni più o meno condiscendenti nei confronti delle giustificazioni e delle proposte operative del sindaco. Si è parlato di sottovalutazione in ordine alle prospettive metereologiche, che hanno resa impreparata la città durante il temporale dell'11 dicembre, di trascuratezza nella manutenzione di strutture ed infrastrutture - saie, argini del rtorrente, muri del cimitero - si è invocata per l'ennesima volta l'iniziativa per una svolta nella raccolta dei rifiuti solidi, che porti allo smaltimento differenziato. All'amministrazione, tra l'altro, s'è rimproverato d'essere arrivata ad un punto di scollamento con la città veramente preoccupante, e più di un consigliere, tra le minoranze, s'è detto pronto a contribuire per la soluzione dei numerosi problemi che affliggono Barcellona. Offerta che il Sindaco non ha respinto, mentre ha rintuzzato come ingiuste le accuse di appiattimento rivolte alla sua Amministrazione.

giovedì 8 gennaio 2009

PRETI OMOSESSUALI? UN TABU' CHE DIFFICILMENTE POTRA' CADERE

il prof. Andreoli

Lo scrittore-psichiatra Vittorino Andreoli, che su "Avvenire", il giornale dei Vescovi, sta conducendo un'inchiesta sui preti, giunto alla 48^ puntata ha affrontato l'argomento omosessualità.
"Non mi scandalizzo - afferma Andreoli - se un’organizzazione, come è anche la Chiesa, decide di escludere dal sacerdozio ministeriale l’omosessuale. Date le mie convinzioni, potrei scandalizzarmi se lo ritenesse un malato, ma non certo se essa si dà dei criteri per la selezione del proprio personale."
Incuriosito da quest'incipit, ho letto quanto su ciò lo scienziato ha continuato a scrivere e, avendolo ritenuto di notevole interesse, ho deciso di riportare quasi integralmente il contenuto dell'articolo, togliendo soltanto un paio di periodi riempitivi che nulla aggiungono all'economia del testo

"Nel 1992 - scrive Andreoli - l’omosessualità veniva cancellata da quel Registro delle Malattie che è redatto dall’Organizzazione mondiale della Sanità, e del quale ogni quattro anni si fa una revisione, in vista di un aggiornamento. In precedenza, l’omosessualità era inclusa tra le malattie, e da allora non vi figura più, venendo scientificamente considerata invece «una caratteristica della personalità».
Come tale non rientra più né in una diagnosi né in una cura medica. Io sono un medico e uno psichiatra, e anche da questo solo punto di vista non considero l’omosessualità una malattia; seppure non posso dimenticare che prima di quella data c’erano schemi di cura sia organica (per la modificazione cioè dei parametri biochimici) sia psicoterapica. E neppure posso dimenticare che non pochi di quei cosiddetti malati venivano ricoverati addirittura in manicomio: ricordo ancora le cartelle cliniche con indicata la diagnosi di omosessualità.
È appena il caso tuttavia di segnalare che qui ci stiamo riferendo a quello che comunemente viene chiamato orientamento omosessuale, che è connesso alla persona, prima dunque che essa si esplichi in determinati comportamenti. Mi pare si possa dire anche che l’omosessualità è una diversità, seppure la persona omosessuale non è definibile solo rispetto ad una propensione sessuale: essa è connotata da un insieme più ampio di caratteristiche e di abilità. Sarebbe insomma un errore circoscrivere e qualificare un uomo per l’uso di un suo organo, come altrettanto stravagante sarebbe ridurre tutte le variazioni dell’eterosessuale a questo solo comportamento.
Quanto dicevo prima non significa però che l’omosessualità possa ridursi a qualcosa di irrilevante. E faccio un esempio. Fino al 1992 il regolamento che normava il Servizio militare di leva, allora obbligatorio, prevedeva l’esclusione dell’omosessuale come persona non idonea al servizio stesso. Questo comma decadde, e ricordo che ci fu una commissione , incaricata di rivedere la faccenda, a cui anch’io partecipai.

Su un piano forse fin troppo pragmatico taluno arriva a dire che un ragionamento simile potrebbe valere anche nelle scelte che la Chiesa deve fare circa il proprio personale. Chi le impedisce infatti di riscontrare che determinate caratteristiche mettono l’aspirante al sacerdozio in particolare difficoltà, e per questo di decidere che l’omosessuale non verrà ammesso?

Voglio dire che non mi scandalizzo se un’organizzazione, come in fondo è la Chiesa, decide di escludere dal sacerdozio ministeriale l’omosessuale. Date le mie convinzioni, potrei scandalizzarmi se lo ritenesse un malato, ma non certo se essa si dà dei criteri per la selezione del proprio personale. Anche se questo lascia, a mio avviso, aperta la questione sul perché debbano essere per forza escluse oggi dalla vita sacerdotale le persone di orientamento omosessuale.
Riconosco che è un argomento difficile, almeno per me, e ¿ ripeto ¿ ho rispetto per la Chiesa, che in questo campo fa valere un criterio di somma prudenza.
In ragione della mia professione, qualche prete omosessuale l’ho conosciuto: o che desiderava superare da questa tendenza comportamentale, o che - casto - voleva saper contenere l’urgenza che gli si presentava. Posso solo dire che in genere si è trattato di persone provate dal confronto tra la loro personale inclinazione e una vocazione, quella del prete, che ti induce ad ascoltare gli altri, e a mettere sé in secondo piano così che sia Dio in quel rapporto a prevalere. Erano cioè persone non prive di un desiderio di autenticità, ma che certo sentivano e vivevano drammaticamente la loro fragilità. Che poi è una fragilità che il costume vigente bolla in modo marcato. La sensibilità popolare infatti ha in genere una reazione differenziata di fronte a uno scandalo eterosessuale oppure omosessuale, nel senso che considera un male minore per un prete la relazione con una donna piuttosto che con un uomo.
Va da sé che l’omosessualità si distanzia anni luce dalla pedofilia: questa infatti, per la medicina, rientra clinicamente tra le malattie sessuali, legate alla difformità dell’"oggetto" di attrazione. E anche dal punto di vista sociale la pedofilia resta un delitto avvertito come abominevole, in quanto non solo non rispetta l’altro, più piccolo, ma lo violenta in una fase per di più delicatissima della sua esistenza.
Per quanti poi si incamminano nella strada che porta al sacerdozio è importante svolgere un sapiente discernimento, che non disdegni all’occorrenza le competenze professionali. Torno a ripetere qualcosa che già dissi all’inizio di questo viaggio, e cioè che non bisogna aver paura di rivolgersi agli esperti di psicologia. Meglio una disamina chiara dei problemi che ci sono oggi che un fallimento domani.
Arrivato al termine di questa puntata, non posso tuttavia esimermi dall’inviare un pensiero di riguardo ai sacerdoti che si sono scoperti omosessuali, e che in questa declinazione affettiva soffrono per restare fedeli alla loro vocazione: a costoro vorrei dire ¿ io non credente ¿ di rivolgersi a Dio per chiedergli l’aiuto a far sì che anche questa "caratteristica" diventi una ricchezza a servizio della missione cui stanno dedicando la loro vita."
Vittorino Andreoli

mercoledì 7 gennaio 2009

- - ANCHE PER IL SINDACO DI BARCELLONA P:G: "L'UNIONE FA LA FORZA" - - Un benvenuto all'arteria tra Barcellona e Milazzo

Milazzo
Il sindaco Candeloro Nania





Barcellona Pozzo di Gotto




Dopo tanti appelli del Presidente della Repubblica ad unire le forze per affrontare la crisi - tanti e talmente ripetuti da diventare inefficaci - adesso anche il Sindaco di Barcellona ci si mette ad avanzarne uno suo proprio alla cittadinanza, per sollecitarla ad essere compatta nell'evitare di dipingere la città secondo etichette ormai superate e a non farsi vincere dalla "sfiducia organizzata", la quale - a suo giudizio - è la bestia nera da sconfiggere se si vuole valorizzare l'immagine vera della città del Longano.
Questo, in sintesi, l'abbrivio di un'intervista rilasciata al giornalista Mario di Paola dal dott. Candeloro Nania che, nella sua qualità di primo cittadino barcellonese, si professa in grado di rivendicare alla sua "gestione di Palazzo Longano una costante azione tesa al rispetto della legalità".
Excusatio non petita? Niente affatto..
Il sindaco Nania arriva a questa rivendicazione partendo da un concetto plausibile, secondo cui "
il Comune è la carta assorbente di tutti i problemi locali".
Sennoché, ciò gli fa sentire il "bisogno di chiamare tutte le forze attive che operano in città a partecipare ad un cammino condiviso. Per fare questo bisogna acquisire l'identità di una comunità coesa, che prer prima cosa deve appropriarsi di un bene immateriale, il quale produce però nel tempo benefìci concreti: un'immagine esterna credibile. Al di fuori di vecchi stereotipi che ci hanno sin qui penalizzato- insiste il sindaco - rivendichiamo il diritto delle persone per bene, che sono la stragrande maggioranza nella nostra città".
Ovviamente i vecchi stereotipi di cui parla, nella sua intervista , Candeloro Nania, e dei quali bisogna liberare la città, sarebbero quelli macchiati dai tanti delitti commessi in questo centro negli ultimi decenni del secolo scorso, ed insistere su tale ruggine - lui pensa - sarebbe deleterio per l'immagine di Barcellona Pozzo di Gotto.
Ma basterebbe un colpo di spugna alla memoria storica, per potere intraprendere un cammino solidalmente sostenuti dalle persone per bene?
Si potrà, prima o poi, creare un'immagine nuova, se non addirittura ricostruire la verginità, nella nostra città, demolendo il recente passato?

Se lui la pensa così, vuol dire che la sua fiducia di ripresa è talmente diamantina che prima o poi la nuova immagine auspicata potrà dare i suoi buoni frutti. Sarà! Ma per un maquillage del genere ci vorrebbe un estetista tanto bravo da mettere la città in uno stato di rinascita che la riscattasse dalla turbolenza del passato.
E allora c'è da chiedere se questa Amministrazione sia, con l'aiuto dei "migliori", in grado di
cancellare anche il degrado attuale: quello cioè del caos cittadino, della mancanza di servizi, delle sporcizie che insozzano la città e deturpano le spiagge, corrose dal mare, dei marciapiedi fracassati, dell'assoluta inefficenza nella vigilanza urbana, della microcriminalità crescente, della persistente tela di Penelope di cui lo stesso sindaco ha parlato, riferendosi ai molteplici lavori presi, sospesi, ripresi e risospesi, come avveniva per la tela della moglie di Ulisse.
Potrebbe, forse, riuscire nell'intento, mettendo sotto il tappeto il polverone delle segnalazioni e delle molteplici critiche e lamentele dei cittadini. Creando così una bella immagine virtuale della nostra città, un po' come fa mister sorriso con l'Italia.
Basterebbe affermare che tutto va bene e che quel poco che non va è possibile trovarlo anche in molti altri Comuni del Mezzogiorno d'Italia, per mettere a posto la coscienza di tutti : amministratori e persone per bene.

Assicuro che questa non è semplice ironia. E' solo amarezza.
Comunque, nell'intervista del Sindaco due riferimenti mi sembrano realistici : uno quando Nania parla del fermo della discarica di Mazzarrà e non riesce a spiegarsi come mai non si sia intervenuti con la necessaria urgenza per ripristinarne l'accesso, mediante la riparazione della strada franata - e tuttavia rimane strano che nessuno abbia ascoltato questa sua autorevole recriminazione -; l'altro quando, sottolineando l'importanza di una adeguata valorizzazione della simbiosi tra gli ospedali di Milazzo e Barcellona, riesce persino a dire che Duilia non sarebbe più un utopia, se si avesse il coraggio di guardare oltre il Mela.
Per cui si compiace della nuova prospettiva determinata dalla lunga arteria che si sta costruendo tra Barcellona e Milazzo.


fra' Galdino

martedì 6 gennaio 2009

SOPRAVVIVE LA BEFANA DEL VIGILE URBANO

Bimbi presenti alla festa della befana del vigile
clicca sulle foto


Martedì 6 gennaio: per i bambini è il giorno della Befana, la vecchietta bruttina ma buona che volando su una ramazza porta ai più piccini dolciumi e doni.
I bimbi, credendo che esista davvero, l'aspettano e l'accolgono con gioia. E se qualcuno di essi è già divenuto incredulo, finge ugualmente di crederci, per non perdere il regalino. Stamattina, per rispetto alla tradizione, la vecchina ha fatto tappa in diversi punti. L'abbiamo vista persino dentro l'OPG, dove ai bambini degli agenti penitenziari, ha portato grossi pacchi dono.
C'è capitato pure d'incontrarla nei giardini dell'Oasi, dove, chissà perchè, ci hanno detto che quella era la "Befana del Vigile". Forse perchè il suo incontro coi bambini era stato organizzato dal Comune, per iniziativa del competente assessore, Emanuele Bucolo, che, ingaggiando il gruppo di giovani animatori "Cafè Express" - questo nome mi ricorda l'omonimo film di Nanni Loy, con Nino Manfredi - ha consentito d'intrattenere un bel gruppo di bambini, con giochi vari e canzoncine che hanno divertito un po' tutti: i piccini e i grandi che li accompagnavano. Ma perchè la befana era stata intestata al vigile urbano, se dentro l'Oasi non s'è vista neppure l'ombra di una "guardia municipale"? Abbiamo tentato di spiegarcelo, quando ci siamo accorti che, all'incrocio tra la via Roma e la via Garibaldi, c'era un picchetto di vigili e vigilesse, appostato all'esterno dell'Oasi, che, facendo rispettare il divieto di traffico e di posteggio d'auto in quel tratto di piazza, proteggevano dai rumori l'allegra manifestazione befanesca.
Veramente noi, la Befana del Vigile, ce la ricordavamo del tutto diversa. Eravamo noi cittadini che accorrevamo in piazza, dove il Vigile su una pedana dirigeva il traffico, e portavamo dei pacchi dono al meritevole Corpo di Polizia Urbana. Si vede che ormai i tempi sono cambiati...
Fra' Galdino

lunedì 5 gennaio 2009

ECCO PERCHE' NON FU VARATO IL MINISTERO DELLA SANITA'

Media buffer

"In tutta la lista del nuovo Governo, stranamente, sembra scomparso il Ministero della Salute e naturalmente manca il titolare dell'importante dicastero. A meno che il Presidente del Consiglio non abbia avuto l'intenzione di avocare a sè il pesante incarico, visto che si vocifera che il Cavaliere avrebbe promesso di affidare la delega di viceministro alla salute a Michela Vittoria Brambilla. Comunque si tratta di semplici supposizioni, che non chiariscono il mistero della mancata presentazione di un dicastero per la sanità. Che si sia trattata di una dimenticanza, determinata dalla fretta di fare presto, nella presentazione del nuovo Governo, non sembra verosimile.."
Queste poche righe, il 7 maggio 2008, chiudevano un mio post dedicato alla formazione del nuovo Governo Berlusconi. Le riporto senza togliere una virgola, ora che ho letto finalmente quanta furbizia si sia nascosta nell'operazione messa in atto dal premier nel traccheggio per la formazione del suo nuovo Governo.
Sentite cosa leggo adesso sulla Stampa di Torino: "La promozione a ministro di Michela Vittoria Brambilla e Ferruccio Fazio (rispettivamente al Turismo e alla Sanità) scuote la maggioranza. Berlusconi è intenzionato a portare a termine il rimpasto di governo il più in fretta possibile, perchè nei due settori «c’è bisogno di un coordinamento centrale». Per questo i due sottosegretari saranno fatti ministro.
Questo è l’unico cambiamento che si prospetta nella squadra di governo, «di cui sono molto contento», dice il premier. Ma le rassicurazioni di Berlusconi non convincono le altre componenti della maggioranza. L'altolà della Lega è giunto per bocca di Roberto Calderoli che sabato aveva stoppato la proposta di Berlusconi. Inaspettatamente, però, un secondo stop alla nomina di Fazio e Brambilla, entrambi di Forza Italia, arriva dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri (di An) secondo cui le nomine sarebbero una manovra che «costringerebbe a riaprire il manuale Cencelli e a ridiscutere tutto. Sarebbe una lotteria. Meglio evitare».
Stando a quanto si legge sul Tempo - quotidiano vicino al Premier - nonostante i paletti apposti da Bossi, "è difficile ipotizzare un dietro front da parte di Berlusconi. Tra l'altro, i due soggetti in questione, Fazio e Brambilla, sono persone che lui conosce bene e di cui si fida. Ancora prima della formazione della squadra di governo, nell'usuale toto nomine di Palazzo, i due nomi circolavano tra quelli che avrebbero avuto la "poltrona principale". Poi, esigenze di numero e di situazione furono invece nominati "solo" sottosegretari, con la ripromessa però da parte del premier di cambiare presto le poltrone."
E allora, come la mettiamo? Il sospetto che il mancato dicastero fosse riservato alla Rossa, non era del tutto infondato. Solo che, per opportunità ci sarebbe stato uno changé di titoli, nell'operazione destinata a compiersi in tempi più propizi, quando il bavaglio ad AN e alla Lega sarebbe stato possibile. Visto che i due dicasteri sarebbero stati destinati a due "forzisti doc": Adesso il premier - o chi lo consiglia - si sente talmente forte, anche di fronte ai suoi alleati, da potere mantenere la promessa, senza nulla regalare nè ad An, nè alla Lega. Daltronde basta leggere quanto afferma dell'Utri per trovare la risposta tra le righe.

"Marcello Dell’Utri, uno degli uomini più vicini al presidente del Consiglio - riferisce la Stampa - dà per certa la "promozione" di Fazio e della Brambilla: «Nella maggioranza non ci sono malumori - assicura il senatore di Forza Italia al quotidiano on line Affaritaliani.it - è solo un pò di dialettica interna. Berlusconi ha annunciato da tempo che quelle due posizioni, la Sanità e il Turismo, sono molto importanti. Macché malumore della Lega... e poi non è che Alleanza Nazionale può pensare di avere una contropartita. C’è solo il Popolo della Libertà. Punto e basta. Poi una contropartita dove? Al Commercio con l’Estero... su dai. Non esiste». Ma le certezze di Dell'Utri non convincono i leader di An che ribadiscono le loro perplessità sulla nomina di due nuovi ministri".
C'E' SOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA. PUNTO E BASTA!
Ormai la gabbia è chiusa.


FRANCESCO CILONA


IL GOVERNO DI RAFFAELE LOMBARDO RISCHIA LA "SALUTE" SUL PIANO DI RIORDINO SANITARIO

Mentre alla Provincia regionale di Messina cresce il malcontento per lo scarno operato del Presidente Ricevuto, e s'incrementa la schiera di quanti chiedono le sue dimissioni, a Palazzo d'Orleans scricchiola il rapporto tra il presidente della Regione, Lombardo, e i suoi alleati. Dopo l'ormai conclamato dissidio tra l'Udc e l'MpA - alle passate elezioni amministrative uniti ed ora ai ferri corti fino agli insulti tra Cuffaro e il Governatore -, adesso un'altra alzata di scudi mette sul chi va là don Raffaele.
A porsi contro - con il pretesto che la riforma della sanità prospettata dall'Assessore Massimo Russo è inaccettabile - si aggiunge un gruppo di deputati di AN , composto dal sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, in qualità di deputato, dal vicepresidente vicario dell'Ars, Santi Formica, e dagli altri deputati regionali di AN: Alessandro Arico', Salvino Caputo , Livio Marrocco, Salvatore Pogliese e Vincenzo Vinciullo.

A fare da portavoce, nella motivazione del malcontento aennino, è ovviamente un medico, identificabile in un sindaco che rimane deputato alla Regione.
Ed è facile capire che si tratta di Peppino Buzzanca, il quale, premettendo che “alla vigilia del voto all'Ars sulla riforma sanitaria, è opportuno puntualizzare che, senza gli adeguati e necessari aggiustamenti, il piano presentato dall'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, non può essere approvato”, denuncia la presenza d'una serie di incongruenze che, a suo giudizio, imporrebbero un'attenta rivalutazione delle reali esigenze territoriali, in fatto di prestazioni sanitarie.
"Pur condividendo lo spirito al quale il piano si ispira (lotta agli sprechi, al malaffare, alla cattiva organizzazione ed al clientelismo, etc...) - spiega il sindaco Buzzanca - non è immaginabile che si tenti, attraverso la criminalizzazione delle strutture private, di far passare il concetto che basta “tagliare” per risolvere i problemi. Ne verrebbe fuori una Sanità “strabica”, la quale non terrebbe conto delle realtà geografiche infrastrutturali ed orografiche del nostro territorio che, essendo assolutamente disomogeneo, necessita di risposte differenziate e modulate".
Come si vede, il comportamento di almeno due componenti "alleate" comincia a fare scricchiolare il Palazzo. Resta tuttavia da approfondire come si comporterà la parte "azzurra" del Pdl, che, pur non essendosi ancora esplicitamente schierata, ritiene necessaria una verifica di governo per l'avvio dell'attività nel nuovo anno.
Tuttavia, resta da notare che, tra i forzisti, esiste un’area minoritaria, vicina al sottosegretario Micciché, che sembra condividere l’indirizzo del Presidente della Regione.
Ma sarà sufficiente a proteggere palazzo d'Orleans dal rischio d'una spaccatura?

domenica 4 gennaio 2009

SONO MOLTI I GIOVANI ITALIANI CHE PREFERISCONO BARCELLONA







Oltre alla nostra Barcellona, nel mondo ce ne sono altre, grandi e piccole, che con la nostra città hanno in comune soltanto il nome.
La più bella tra tutte è senz'altro Barcellona di Spagna, dalla quale probabilmente la nostra, con la sua omonimia, ha inteso prendere la radice, senza tuttavia riuscire ad assumerne nè la bellezza, nè ovviamente la grandezza e neppure un pizzico di qualsiasi altra qualità. Con la Barcellona spagnola, un dì, gli amministratori emeriti strinsero il legame del gemellaggio, nella speranza che il nuovo vincolo potesse essere di sprone per una felice emulazione. Purtroppo, gli anni son trascorsi, ma, mentre la Spagnola cresceva in bellezza e virtù, ed anche in ricchezza d'iniziative e di pecunia, la nostra pur cara Barcellona, soggetta alla cattiva sorte d'un palazzo mal governato, ha marciato a ritroso, fino a trovarsi nelle pietose condizioni attuali.
E' diventata una cittadina che vive per inerzia, nella sporcizia e nel degrado, senza che nessuno abbia saputo o voluto valorizzare il suo potenziale, anzi con gente che, quando ha potuto, l'ha deturpato, degradando il territorio con l'abusivismo, massacrando le colline ed il litorale, lasciando nel caos le inadeguate strade interne e, alla mercè degli invadenti abusivi, i marciapiedi,
mettendo a rischio il patrimonio urbano in caso di pioggia più persistente del solito, dimenticando insomma che c'è una città da governare. E governare significherebbe anche: agire in maniera da garantire possibilità di lavoro alle generazioni che avanzano.
E allora, stando così le cose, non è stolto chiedere: "Perchè Barcellona Pozzo di Gotto non è meta di nessuno, ed è anzi un luogo dal quale purtroppo molti - soprattutto i giovani - sono costretti ad allontanarsi? La risposta è ovvia.
Visto che ho cominciato questo "post" facendo riferimento ad un'altra Barcellona, la gemella più bella. più grande, più tutto della nostra città, mi si consenta di concludere riportando la risposta ad un interrogativo che la riguarda:
"Perchè molti Italiani emigrano in quella Barcellona?
- "Giovani, neo-laureati, spesso delusi dal panorama politico e sociale dell’Italia e dalla mancanza di opportunità professionali in patria, vedono in Barcellona la città giovane, dinamica ed efficace che non trovano più nel loro paese. A promuovere l’immagine della capitale catalana, sarebbero stati il passaparola, le borse di studio all’estero, le vacanze in Spagna, che hanno convinto molti italiani ad attraversare il Mediterraneo. Nella provincia di Barcellona ne vivono già 35.014 e in tutta la Catalogna 43.678: cioè quasi un terzo dei 157.435 italiani residenti in Spagna. È vero che quasi la metà dei passaporti nazionali sono stati rilasciati ad argentini e uruguaiani in virtù dei loro antenati italiani, ma a Barcellona, secondo il console Pietro de Martin, il 60% dei compatrioti sono nati proprio in Italia. Dove però non hanno fretta alcuna di tornare."
Figuriamoci quale fretta potranno avere i nostri Barcellonesi, emigrati nella città catalana. E ce ne sono tanti.

Eutichio Aiello e il suo quaderno, sabato, a Barcellona Pozzo di Gotto

FOTO:I DUE RELATORI, MARCELLO CRINO' E ANDREA ITALIANO

L’associazione culturale “Genius Loci” presenta alla città la sera del 10 gennaio 2009 ( ore 18 presso ex Monte di Pietà) il catalogo di sculture del Museo del Prado, intitolato “Il Quaderno di Ajello”, nella sua recentissima ed inedita traduzione italiana curata e pubblicata dalla stessa Associazione.

Si tratta del catalogo di una collezione di sculture antiche custodite nel Museo del Prado di Madrid, illustrate in un manoscritto con disegni, redatto nel 1750 circa dall’abate basiliano barcellonese Eutichio Ajello. Relazioneranno l’architetto Marcello Crinò su “Il manoscritto ritrovato” e lo storico dell’arte Andrea Italiano su “Il collezionismo d’arte in Sicilia”. Saranno lette alcune pagine dal testo spagnolo a cura di Stella Maris Natoli e saranno eseguite musiche del settecento dalla pianista Maria Laura Gisella Corica.

L'ALTA MODA PASSA PER LE MANI DI ORSOLA



Per Orsola , sabato prossimo sarà uno dei giorni più importanti della sua vita.
Orsola Di Pasquale, una giovane di 31 anni, cui la sindrome di Down non ha impedito di vivere una vita normale, grazie soprattutto all’affetto e le premure della famiglia, in quel giorno realizzerà il suo sogno più bello: farsi conoscere come "fashion-stylist".
Per iniziativa del Centro Studi e Ricerche di Psicologia e Psicopatologia "Sentieri della Mente", portata avanti col sostegno delle principali Istituzioni territoriali, potrà – da vera protagonista – essere al centro della manifestazione “Non solo moda", una mostra di disegni d'alta moda che si svolgerà presso l'Oasi dell'ex Monte di Pietà di Barcellona. NON SOLO MODA nasce da un progetto di lavoro programmato e svolto all'interno di un Laboratorio formativo di circa cinquanta ore, che ha coinvolto tre studentesse dell'Università di Messina: Giusi Cicciari, Sonja Grasso e Carmen Isgrò; un percorso di crescita personale, oltre che di formazione accademica, che certamente ha permesso loro di non restare ancorate a definizioni manualistiche della Sindrome di Down, ma di scoprire, passo dopo passo, il contatto speciale con i soggetti affetti da questa sindrome. Orsola è stata la loro prima e quasi unica guida in questa scoperta!
La ragazza, sognando di lavorare per una famosa azienda e di assumere il ruolo di capo stilista, da diverso tempo s’è dedicata al disegno avente per specifico oggetto la creazione di abiti d’alta moda. Da un'attenta visione della sua incredibile produzione, emergono diverse potenzialità cognitive e una straordinaria capacità manuale. “ Nessuno dei suoi disegni - secondo i risultati d’uno studio approfondito durante il "percorso" -- è uguale all'altro, né possono considerarsi casuali le scelte dei colori, degli accessori, né le acconciature che lei stessa disegna e cura. Tutto è scelto e collocato secondo un preciso studio stilistico, denotando una ricchezza di processi cognitivi e vivacità intellettiva che non vanno considerati in modo superficiale, ma vanno attenzionati, accolti, curati, incentivati, sostenuti, anche attraverso riconoscimenti ergoterapici.”

"Non solo moda", sarà quindi una Mostra di Alta Moda, in cui verranno presentati i disegni più significativi della straordinaria “stilista”, nonché qualche abito realizzato da Franca, brava sarta di Barcellona. Sarà proprio Orsola, ovviamente, a presentare ai visitatori il suo mondo e la sua ricchezza cognitiva con i suoi disegni, la sua creatività, la sua personale fantasia e armonia. E soprattutto con il suo naturale amore per la società, visto che questi giovani per loro natura sono d’una socievolezza che incanta.
La mostra durerà fino a domenica 11 gennaio 2009
Non solo Moda
Diversamente uguali nella Sindrome di Down
PROGRAMMA
1. Inaugurazione MOSTRA

10 gennaio 2009, ore 17:00
Sala Vetri OASI, Palazzo Spagnolo - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
INGRESSO GRATUITO

2. Seminario: "Arteterapia: la creatività dei Soggetti con la Sindrome di Down"
10 gennaio 2009, ore 17:30
Sala Vetri OASI, Palazzo Spagnolo - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
INGRESSO GRATUITO
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