martedì 4 agosto 2009

BIANCO E NERO: LA DIFFERENZA C'E'....



Stamattina, come d'abitudine, ho intrapreso la mia piacevole passeggiata marinota.
Verso le sette, sono sceso sulla spiaggia e, dopo il solito ammirato sguardo alla distesa marina, mi sono avviato verso la battigia, lungo la quale sono solito camminare.
Il mare era calmo, lo sciacquio dell'onde quasi una musica, la sabbia del bagnasciuga soffice e uniforme: un morbido tappeto. Via, facciamo anche stamani, 'sta bella passeggiata, in questa spiaggia ancora deserta.
Eppure non è del tutto deserta : in alto, ai margini dell'arenile, qualcosa si muove sotto un mucchio di roba; sembrano stracci, ma a guardar bene noto che è una coperta, che si muove. Incuriosito m'avvicino e vedo che adesso spunta, da sotto quel mucchio, una faccia scura, Si solleva: è un nero, un ragazzone che s'era appena svegliato, dopo avere trascorso la notte avvolto in quell'improvvisato sacco a pelo.
"T'ho svegliato, eh?" Un sorriso di smalto bianchissimo è stata la sua tacita risposta. Mentre lui - sicuramete, un vu cumprà - si alzava e si accingeva a raccogliere la sua povera merce, ammonticchiata accanto alla coperta, che provvidenzialmente aveva fatto da sacco a pelo, io andavo ad immergere i miei piedi bianchi nell'acqua e la mia mente in un inatteso pensiero. "Come si può dare la caccia a questa gente - mi dicevo - con quale coraggio si può ignorare questa nostra ingiusta disparità".
Andai avanti, mentre il giovane nero, caricatosi di salvagenti, materassini di gomma, secchielli. teli da bagno, intraprendeva la sua "rancata" sotto il sole, che già cominciava a piìzzicare.
Avrebbe camminato lungo le spiagge forse fino a sera, con quel carico da offrire ai bagnanti spaparanzati sull'arena o sulle sdraio dei vari lidi che fronteggiano i residentials di questa zona, dove il mare è accessibile, quasi pulito, ma gli arenili liberi restano generalmente sporchi.
Finita la passeggiata, stavo rientrando e non m'ero ancora scordato del primo incontro, quando, giunto sulla strada che mi porta a casa, mi passa davanti un branco di cani, e dietro, con in mano alcuni guinzagli, un uomo - bianco di viso e di capelli - che con passo svelto li seguiva: contai i cani sguinzagliati: erano cinque e abbastanza giovani e grossi. Capii che non si trattava di randagi e m'incazzai.
"Ma insomma - gli gridai - vi sembra giusto, con tutto quello che si sente dire, a causa dei cani!" E lui, per tutta risposta, continuando a seguire il branco:"Mai nessuno che dica buongiorno... Mai nessuno che dica buongiorno".
Ma guarda un po', si attendeva il buon giorno.... Chissà quanti prima di me, l'avranno redarguito.
Ma lui voleva il "buon giorno", da bravo uomo bianco accompagnatore di cani sguinzagliati.

Francesco Cilona

3 commenti:

rino ha detto...

Nella sapiente cronaca di un incontro: si nota come i punti di vista collidono quando non si parla la medesima lingua, quando non si usano gli stessi modi, quando l'approccio alla realtà non coincide.
Prof. lei si renderà conto in quale realtà viviamo ...

Anonimo ha detto...

Caro Cilona, a volte lei è meglio di Camilleri... questo sì che è un racconto coi fiocchi... Ma sarà vero?

f.to
ten. col. Bismark

F:C: ha detto...

La verità è come la bellezza: è come la si vede. Comunque, di mio ho aggiunto soltanto le mie modeste, ma sincere considerazioni. Chi avrà la pazienza di scorrere i 1487 post pubblicati da maggio 2007, quando è nato questo blog, potrà notare che "quadretti" del genere, nati da considerazioni su momenti vissuti, ce ne sono diversi. Mai niente d'inventato.

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