venerdì 10 luglio 2009

VOGLIONO INSTALLARE UNA CENTRALE NUCLEARE IN SICILIA? SAREBBE UN'ALTRA DELLE SOLITE FOLLIE CHE HANNO RESO QUEST'ISOLA TERRA DA TERZO MONDO



L'uscita dall'aula del senato dei gruppi d'opposizione (PD e UdV) non è bastata per far mancare il numero legale, per cui il Governo è riuscito a far passare,col disegno di legge sullo sviluppo, il provvedimento che stabilisce il ritorno dell'Italia all'energia nucleare.
Cosicché l'atomo che, 22 anni fa, era stato espulso dalla porta del referendum popolare rientra dalla finestra di una maggioranza parlamentare acquiescente.
La scelta del Governo attuale, non solo non tiene più conto della volontà popolare direttamente espressa, col pretesto che al momento di quel referendum erano altri tempi, ma anche di tutte le prevedibili reazioni legate ai non sopiti timori di una svolta ritenuta più costosa e pericolosa di altre alternative all'attuale specie di produzione energetica.

"Con grande soddisfazione - denuncia ad esempio Legambiente - questo governo oggi plaude a se stesso per aver raggiunto un antico obiettivo: tornare alla preistoria energetica e spendere soldi in grandiose e fragili cattedrali per la produzione di energia nucleare di terza generazione, proprio quella tecnologia che Barack Obama si è rifiutato di finanziare perché inquinante e insicura".

"Il G8 a presidenza italiana - ricorda WWF- affronta il nodo cruciale delle politiche climatiche ed energetiche del Pianeta, dalle quali emerge la necessità di puntare con decisione ed urgenza sulle nuove tecnologie pulite: sembrerebbe una strada finalmente tracciata anche per l'Italia, facilitata anche dal consenso che si sta formando tra i paesi più influenti del mondo. E invece no: alla prova dei fatti, l'Italia decide di perseverare sulla vecchia strada e continuare a perdere tempo e denaro puntando tutte le proprie carte sull'opzione nucleare e ponendo un'ipoteca quasi irreversibile sulla diffusione delle energie rinnovabili nel nostro paese".

E in Sicilia come e cosa si pensa del nucleare? Si sa che da parte della Regione è stata aprioristicamente espressa la disponibilità ad ospitare una centrale nucleare, qualora si facesse. E tale apertura potrebbe spingere il Governo Berlusconi a optare per una sede nella nostra Isola, senza tener conto che la Sicilia è già purtroppo oberata da sedi inquinanti per la produzione d'energia.
Ma è possibile che scelte del genere continuino a venire dall'alto, quando invece sarebbe, anzi è, democraticamente necessario che passino attraverso un attento esame delle condizioni ambientali e della volontà della popolazione del posto?
Già questa nostra martoriata terra è stata oggetto di errori e d'imposizioni che hanno arrecato danno ambientale ed economico. E purtroppo se ne paga il fio, anche perchè i politici che abbiamo sempre mandato in Parlamento e alla ARS spesso non hanno saputo o voluto difendere i reali interessi della Sicilia.

"La Sicilia - rammenta in un suo articolo Salvatore Parlagreco - è una regione a statuto speciale, l’Isola produce più energia di quanto gliene occorra. Sulle coste sono ubicati gli impianti petrolchimici che producono materie prime, permettendo alla bilancia dei pagamenti nazionale di realizzare indicatori rassicuranti sull’import-export. I guasti ambientali provocati dalla localizzazione della chimica in Sicilia sono noti e rappresentano ancora oggi un filone di studio e di ricerca che interessa la salute dei cittadini residenti. Augusta-Priolo, Milazzo e Gela, sono state “sacrificate” agli interessi nazionali.
"Ciò non è avvenuto, dobbiamo ammetterlo, contro la volontà dei siciliani. La fame di posti di lavoro, l’arretratezza economica delle zone interessate, l’entità degli investimenti della Cassa Per il Mezzogiorno, gli interventi straordinari dello Stato, l’equazione sviluppo economico-industria, l’appeal esercitato dal petrolio (sinonimo di ricchezza) hanno persuaso i siciliani che accettare la petrolchimica era una scelta giusta. Anzi, ogni volta che si accenna alla possibilità di ridurre al produzione, i sindacati e le stesse amministrazioni locali protestano e intervengono in difesa dell’industria."
Ed è tutto vero, ma vorremmo che fosse vera pure la voglia di riscattarsi finalmente dalla persistente erronea interpretazione delle reali esigenze della nostra gente.

1 commento:

franzsidoti ha detto...

Questa è una decisione contraria all’interesse della terra oltre che della Sicilia.Il piano energetico del futuro per il futuro della terra e delle generazioni non passa dal nucleare ma dalle energie alternative dall’idrogeno dagli edifici sostenibili dalle reti intelligenti per distribuire l’energia secondo il modello della ragnatela.Per ridurre i gas serra senza ridurre l’economia anzi accrescerla bisogna pensare a quel piano energetico di J. Rifkin.Gli obiettivi proposti dal G8 sono insoddisfacenti per la terra e per i giovani.Se vogliamo lasciare alle future generazioni un mondo ancora vivibile e una società sana e non egoista bisogna andare in quella direzione.E ognuno deve dare il suo piccolo contributo.Qui i salesiani sono all’avanguardia .Adeguando i loro edifici al suddeto piano energetico hanno dato il giusto contributo ,e l’esempio.Bravo Don Salvino.IL comune cui è stato suggerito qualche hanno fa di fare la stessa cosa non l’ha ancora fatta.Ho visto qui ai Cantoni che si preparano a fare nuovi edifici.Sarebbe quantomai opportuno che fossero di tipo sostenibile per inserirsi con quelli dei Salesiani nella rete intelligente dell’energia diffusa

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