venerdì 17 luglio 2009

FORSE LA REGIONE TROVERA' IL MODO PER RIPARARE I BUCHI DEGLI ATO SICILIANI



TROPPE NEGLIGENZE ED INADEMPIENZE
HANNO UMILIATO L'IGIENE AMBIENTALE

Ben 19 dei 27 Ambiti Territoriali Ottimali siciliani sono con le acque alla gola per i debiti accumulati nei confronti delle aziende appaltatrici dei servizi d'igiene ambientale e delle discariche.
Si parla di un debito complessivo ammontante ad oltre un miliardo di euro, che col passare del tempo per la maturazione degli interessi è destinato ad aumentare.
Se si considera però che detti ATO sono creditori di almeno seicentomilioni di euro, per inadempiennze dei Comuni e per evasione parziale del pagamento di bollette da parte di cittadini, in contestazione per l'esosità delle tariffe, si constata che il buco potrebbe essere almeno dimezzato.
Si tratterebbe comunque sempre d'un debito complessivo abbastanza pesante che gli ATO non potranno mai assolvere senza l'aiuto della Regione.
Di fronte ad una situazione del genere, il presidente Raffaele Lombardo avrebbe deciso di coinvolgere l'Amministrazione regionale nella ricerca di una soluzione che, escogitando un contributo finanziario "una tantum", contribuisca a risollevare le sorti di un'istitutuzione che purtroppo generalmente non ha dato prova di sana gestione.
Infatti dei 27 ATO soltanto cinque risultano in attivo. tre quasi in pareggio, mentre i restanti 19 sono in condizioni di collasso finanziario ed organizzativo.
Basta l'esempio, non certamente edificante, dell'ATO ME 2, attualmente sotto controllo commissariale e con il consiglio d'amministrazione decapitato, in seguito alle dimissioni del presidente Andrea Paratore.
"Sinora l’Agenzia che si occupa di rifiuti ed acque, per conto della Regione – ha inviato una decina di commissari in altrettanti Ato. Ma il governo è disposto a commissariare pure quei comuni, che oltre a non pagare le prestazioni degli Ato - portandoli così alla asfissia di bilancio – continuano a considerare gli stessi come delle funzionali “camere di compensazioni”, clientelari, del locale ceto politico"
Questa, quindi, è la sconcertante realtà,che, se non si vuole far soffocare da montagne di rifiuti e di debiti i nostri Comuni, va affrontatata con assoluta fermezza e apertura di borsa dalla Regione.
Don Raffaele sembra propenso a metterci mano, prima cercando di aggiustare un po' "a burza spundata" e successivamente ponendo l'attenzione sul sistema che finora ha fatto acqua da tutte le parti, sempre per quei soliti motivi che si rifanno alla distorta logica del "carrozzone politico".
E qui sorge un dubbio: sarà mai possibile che da Raffaele Lombardo esca una politica senza più i vecchi vizi da lui già sperimentati?

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