sabato 18 luglio 2009

DOVE SONO ANDATI I GABBIANI????

.................................Stamattina, camminando lungo la battigia, sulla sabbia lambita dall'andirivieni di un mare cristallino, dove solo una piccola barca si stagliava al largo, mi sono accorto che, a differenza degli altri anni, non si scorgevano roteare sul mare o fermi sulla spiaggia i solti gabbiani.
Soltanto sull'arenile sembrava avessero preso possesso dei piccoli uccelli che pareva trovassero qualcosa da beccare. Dei tanti gabbiani che avevano popolato quel tratto di costa, a guardar bene, solo uno grosso e poderoso si vedeva volteggiare tra mare e terra. Dopo un po' anche quello s'è dileguato seguendo una traiettoria verso l'interno del paese.
Ma dove se n'erano andati tutti quei gabbiani, e perchè erano spariti? Guardando di nuovo verso il mare, ho visto che la barchetta, a remi, si stava avvicinando: a bordo c'era un pescatore che, avendo al largo ispezionato il suo conzo, quando s'è accostato alla battigia non m'è parso un granchè soddisfatto per il "pescato".
"Niente da fare" borbottava un po' sconsolato. Poi, visto che gli davo ascolto, ha alzato la voce e, mostrandomi il fondo di un secchio, m'ha fatto vedere quanto magro fosse stato il bottino.
"Quindi - ho incalzato io - qui il mare è povero, ed è per questo che i gabbiani non ci sono più?" "Ah, i gabbiani; poveracci, se ne sono dovuti andare, a meno che non siano spariti perchè morti di fame.Ma qui la fame di pesci non è di oggi..."
"Già. Non è di oggi e neppure di ieri. Questo nostro mare non è più pescoso - me ne sono ricordato - da quando mio padre, notando che con la lenza non riusciva a prendere che qualche piccola "àiola", un giorno s'arrabbiò e disse, parlando ai pesci, "Vi ho messo tutti i tipi d'esca nell'amo: purcidduzzi i santantoni, vermiciattoli, testi d'anciovi, e me l'avete rifiutati: Ora che volete ch'io faccia? Come Angelo Musco?"
Ebbene sì, fece come quel nostro grande comico catanese: mise la mano in tasca, prese una monetina e la gettò in mare esclamando: "Prendete, e compratevi l'esca che più vi aggrada..." E incazzatissimo se ne tornò a casa, senza neppure aspettare per capire se il soldino fosse stato utilizzato da quei pesci schizzinosi.
Io, che allora ero piccolo, pensai: "Ma mio padre non faceva meglio se lo dava a me quel nichelino? Non lo sa che in fondo al mare non ci sono nè botteghe e neppure taverne?"
Quindi pesci, ce n'erano pochi anche allora, ma i gabbiani c'erano e ci sono stati fino all'anno scorso. Ora vorrei sapere dove sono andati a finire.
"Basta andare - mi ha suggerito il pescatore - a Mazzarrà, e vedrà che si sono trasferiti in massa proprio là: perchè di cibo ne trovano in abbondanza. Nella discarica...
Francesco Cilona

19 commenti:

Anonimo ha detto...

I gabbiani sono alla discarica di Mazzarà...

barcellonablog ha detto...

No, prego Mazzarrà Sant'Andrea

Anonimo ha detto...

e pensare che a Calderà, giusto qualche cinquantennio fa, si pescavano pure i tonni... ora non ci sono più pesci... è vero! però venga a vedere quanta neonata si vende nelle nostre strade tra Dicembre e Aprile... secondo lei tra queste due cose non esiste nessun nesso?

Andrea Italiano
(tonnaroto predestinato, a spasso per mancanza di tonni)

Sandokan ha detto...

Certamente un pò di quella neonata diventerebbe pesce azzurro!!!

Sicuramente il problema non è la pesca alla neonata, o la discarica di Mazzarà Sant'Andrea né il depuratore di Milazzo!!!

Come ogni anno la capitaneria Ordina l'affissione del divieto di balneazione...ma nessuno durante i restanti 9 mesi si preoccupa di controllare il depuratore di Barcellona!!!

Il mare era pulito quando i reflui civili e non arrivavano direttamente in mare... quando i nostri nonni al mare forse, una volta nella stagione estiva, erano costretti a schivare uno Stronzo galleggiante ma INNOQUO!!!

Allora il pesce c'era e si pescava adesso c'è e muore da solo soprattutto nella fascia Cantoni-Portorosa ove è possibili notare galleggiare tanti pesci morti che la corrente porta dentro il porto....

Francesco ha detto...

Che questo specchio di mare tra le isole Eolie e il nostro litorale sia stato meno pescoso di altri bacini, anche prima di cinquant'anni fa, lo dimostra l'aneddoto su mio padre, che è verissimo. Certo non era come oggi, completamente arido, perchè ricordo che i polipi al tramonto si catturavano con facilità, e col conzo si prendevano diverse qualità di pesci, ma ricordo pure che i pescatori dilettanti preferivano usare le loro lenze per esempio ad Acquaviole oppure addirittura ad Ortoliuzzo e se non ricordo male ad Acqualadrone, dove si pescavano belle aiole. Sono lampi di reminiscenza, perchè allora ero piccolo.Io, in verità non ho mai avuto la pazienza per pescare, ma mi piaceva assistere da profano, tanto profano che un giorno ne combinai una: al dottore Antonio Russo, che era patito della pesca in barca, una mattina mentre si avviava per la quasi quotidiana fatica in mezzo al mare ebbi l'imprudenza di augurare "buona pesca". Non l'avessi mai fatto, il buon dottore incazzatissimo fece dietrofront e, per quel giorno, la barca rimase "all'asciutto".
Ad Andrea, che pensa con nostalgia alla pesca dei tonni nel nostro mare, vorrei ricordare che la "tonnara" di Calderà ubicata dove adesso c'è la "pizzicheria" di Barca,funzionava prima di un paio di "cinquantenni" fa: cinquant'anni or sono era soltanto un magazzino di proprietà di don Santino Isgrò, poi demolito per la costruzione dell'edificio che fa angolo con la strada che porta dietro la Chiesa di San Rocco.

Lino Giusti ha detto...

Ciao Francesco, volevo solo farti sapere che i Gabbiani sono andati a suonare con Nico.
Ora, scusa, devo andare; ma, tonno subito...

ChaoLin

Anonimo ha detto...

errata corrige:
la tonnara, di proprietà del marchese D'Amico e del suo socio ing. Faranda, fece la sua ultima mattanza verso la fine degli anni 30. (non sono proprio 50 anni precisi, ma quasi...70-75, mi scuso per l'ignoranza matematica) lo si di preciso perchè il mio bisnonno Francesco Stagno ne era il guardiano (e osservatore di garitta)e mia nonna Marina vi viveva dentro insieme ai suoi 6 fratelli. E non abitava solo in quel magazzino che dice lei - intesa come "camparìa" -ma in tutto il recinto della tonnara, che continuava dove adesso c'è il bar Tramonto e insistendo su questo asse formava un quadrilatero direzionato verso "monte", avevano delle pertinenze. La tonnara di Calderà- che era una pertinenza di quella milazzese, ma che per un certo tempo ebbe l'onore di figurare sulle scatolette del tonno sott'olio, dovette chiudere definitavamente dopo la seconda guerra perchè - come spiego nel mio libro "Guerra alla Tonnara" - i tedeschi rubarono tutti i barconi da pesca e - o li distrussero - o li usarono per i loro scopi. Il fatto che lei ricorda dell'acquisto del magazzino vicino a "Barca" da parte di Isgrò (inteso u Tattainu) è degli anni 50, questo sì giusto un cinquantennio fa. Ma a quell'epoca per Calderà era iniziato il diluvio... cioè la scesa dei barcellonesi verso mare...

Ulisse

francesco ha detto...

Ti posso confermare che settantacinque anni fa, sulla grande serranda in ferro della tonnara - in occasione della festa di San Rocco- mio padre per la prima e unica volta nella vita di Calderà - attaccò un grande schermo di tela per la proiezione di film di Ridolini, che allora fu una novità, quasi un festival. La tonnara non funzionava più.

franzsidoti ha detto...

Che bei ricordi! Sembra l’età dell’oro. Oppure è solo nostalgia della nostra giovinezza. O della nostra identità

Anonimo ha detto...

caro prof... allora vuol dire che mia nonna bara sulla sua età... a me dice di averne 78... vuol dire che ne avrà 108...
Andrea

Anonimo ha detto...

piuttosto... lei quanti ne ha???? scherzo...

francesco ha detto...

Io, ottanta freschi freschi....

rino ha detto...

Ed allora le manifesto i più sinceri auuguri ... C'era un mio amico che diceva che dai 25 agli 80 anni eravamo tutti uguali ed il confronto dialettico era da ritenersi alla pari, ossia prendendo e dando sfondoni ... raggiunti bellamente gli ottanta si ottiene un livello sacro di intangibilità ... ancora le auguro il meglio.
rino nania

ottanta ha detto...

L'intangibilità, per me, vale anche per i bamboccioni, addiritura per i neonati, persino quando piangono...

DANIELA ha detto...

"Saggio è colui che fa tesoro degli anni passati e conta su quelli futuri", lunga vita al Professore.
AUGURI!

rino ha detto...

Viva l'ironia ed auguri ancora ...
Le faccio i complimenti per la sulfurea penna di Lino Giusti ...

franzsidoti ha detto...

Cicciu,tanti cari auguri!Non li dimostri affatto i tuoi ottant'anni.Certo,avere mantenuto una libera capacità di giudizio è il massimo cui un uomo possa aspirare.Grazie per l'esempio che dai a tutti.Un abbraccio, franz.

Lino Giusti ha detto...

@ Rino ... grazie per i complimenti.

ClaoLin

Edua ha detto...

Avendo raggiunto la soglia degli ottanta anni nel momento del suo festeggiamento, mio padre ad un certo punto si voltò verso di me e disse: "adesso posso fare e dire ciò che voglio, nessuno mi può contrariare..." naturalmente scherzava, sapeva benissimo che questa affermazione era infondata, tuttavia sortì in me un effetto strano, l'ho abbracciato ancora con più ardore! Se posso vorrei unirmi a coloro che le manifestano calore mandandole parte di quell'abbraccio. Auguri sig Cilona!

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