domenica 28 giugno 2009

PERCHE' LA PROVINCIA NON SE LA SENTE PIU' DI FAR PARTE DEGLI ATO NOSTRANI.


In considerazione del fatto che la gravità della situazione creatasi per la inadeguata gestione dell'ATO ME2 coinvolge l'interesse dei cittadini, i quali vivono nel timore che, quanto prima, in fatto d'igiene ambientale, ci ridurremo peggio di Napoli, tenteremo in questo blog di aggiungere dati di approfondimento, a chiarimento dell'intera questione.
L'incipit del precedente post ha intanto premesso che ci troviamo, attualmente, in mezzo a tre fuochi:1) il malcontento della gente per l'odioso tentativo dell'amministrazione ATO di succhiare all'utente denaro mediante fatture di conguaglio ritenute illegali; 2) l'improvvisa scelta dell'impresa appaltatrice Gesenu di scioglere il contratto per inadempienze dello stesso ATO nel pagamento delle spettanze; 3) dulcis in fundo, la manifesta volontà della Provincia Regionale di svincolarsi dalla socientà d'ambito, perchè esclusa dalla partecipazione amministrativa, in seguito alla composizione del nuovo CdA di ATO ME 2.
Quest'ultimo "fuoco", si sa, è stato acceso da un'istituzione che gli ATO aveva accolto con interesse e che, tramite essi, ha raccolto un bel gruzzoletto spennato dalle tariffe pagate dalla popolazione, ma che adesso sembra abbia tutta l'intenzione di svincolarsi facendo, nello stesso tempo, uno sgambetto ai consigli di amministrazione di almeno tre Ambiti territoriali (pseudo) ottimali.
Per capire meglio il perchè di ciò, vale la pena riportare, almeno nelle parti essenziali, il contenuto della relazione che l'assessore provinciale Michele Bisignano, all'inizio dello scorso mese di febbraio, inviò ai componenti della seconda commissione consiliare della Provincia Regionale di Messina.
Il documento, dopo avere ammesso che "quando furono pensati, gli ambiti territoriali ottimali, sembrarono una sorta di fatto provvidenziale per la soluzione del problema-rifiuti a livello locale, andando oltre la gestione dei Comuni e superando sprechi e diseconomie", si è soffermato sulla delusione sopravvenuta dopo pochi anni, a causa di un bilancio non certamente positivo sul piano dell'efficienza e del risparmio, reso ancora più spiacevole dalla esosità di quanto pagato dai cittadini e dall'aprirsi d'indagini ad opera della Magistratura e della commissione parlamentare d'inchiesta".
A giudizio di tale Commissione - ha sottolineato l'assessore Bisignano - sarebbe stato "opportuno introdurre degli aggiustamenti al piano stesso, in maniera che esso fosse veramente adeguato alla peculiarità della situazione territoriale" .

"Ma i protagonisti indiscussi del piano - aggiungeva il relatore - sono gli Ato, che da più parti sono stati individuati come il maggior centro di imputazione delle responsabilità connesse alla lievitazione dei costi del ciclo dei rifiuti".
"Per trovare una soluzione si era pensato di ridurre il numero degli Ato da 27 a 14.
Non se n'e fatto nulla".
"La stessa Commissione di Inchiesta aveva ritenuto necessaria la riduzione, ma soprattutto una radicale rivisitazione del loro ruolo, a favore di una maggiore centralità delle responsabilità gestionali dei Comuni".
"Peraltro - continuava la relazione dell'assessore - la costosa inefficienza degli Ato viene sanzionata dagli stessi cittadini che hanno avviato una miriade di procedure dirette a contestare la pretesa impositiva".
Sulla base di considerazioni ricavate dai dati offerti dalle documentazioni della Commisione, l'assessore suggeriva alla "Provincia di trattare la partecipazione agli Ato con molta attenzione, soprattutto quando dovesse decidere se aderire o meno ad aumenti di capitale sociale".
"La linea che in atto si ritiene opportuno, intanto, adottare è quella di un generale disimpegno rispetto alle proposte di aumento del succitato capitale".
A questo punto non resta altro da aggiungere per comprendere perchè la Provincia non vorrebbe più far parte del tanto "deprecato" nostro ATO ME2.

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