sabato 30 maggio 2009

RIVOLTERANNO LA REGIONE SICILIA COME UN CALZINO?

La truppa del Cavaliere non sa soltanto inventare leggi ad personam, ma anche contra personam

E’ stato presentato dal gruppo del Popolo della Libertà al Senato un disegno di legge di riforma costituzionale che modifica l’articolo 10 dello statuto della Regione Sicilia, a firma del presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, del vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, e del presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini.
Il disegno di legge costituzionale “vuole rafforzare la logica che ha ispirato la riforma dello statuto siciliano del 2001, eliminandone quegli aspetti che hanno dimostrato di essere incoerenti rispetto al modello. Il ddl, infatti, prevede che, in caso di violazione del patto programmatico con gli elettori o di trasformazione della maggioranza che sostiene il governo, quest’ultimo possa essere sfiduciato e sostituito con un nuovo presidente eletto dall’Assemblea, nell’ambito della coalizione che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni”.
“In questi anni - spiegano i firmatari - in Sicilia, si è corso il rischio di passare in talune occasioni da una democrazia governante ad un regime autoritario. Cessata, e a volte tradita, la volontà popolare, interessi personali e di gruppo sono stati perseguiti a scapito dell’interesse personale. Questo disegno di legge ha lo scopo di garantire che l’elezione diretta del capo del governo contenga dei meccanismi di salvaguardia contro rischi di degenerazioni autoritarie. Il Gruppo del Pdl, vista la priorità dell’argomento, farà propria questa proposta per poter chiedere fin dalla prossima seduta del Senato un iter più rapido, come previsto in questi casi dal Regolamento del Senato".
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"La fine del cuffarismo sta provocando un impazzimento generale perfino nel Pdl. L'annuncio del ddl Gasparri per la sfiducia 'costruttiva' in Sicilia, rappresenta un pauroso arretramento rispetto a una conquista democratica quale quella relativa all'elezione popolare del presidente della Regione".
Lo dice Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, che aggiunge: "E' gravissimo, e Pinuccio Tatarella si stara' rivoltando nella tomba. I patti programmatici li ha sabotati chi, nel Pdl, ha tentato di ostacolare il governo Lombardo. Ma non ci riusciranno, neppure con la minaccia di una legge. Di questo passo proporranno la depenalizzazione dell'omicidio di un presidente di Regione... Alla faccia dell'autonomia".

4 commenti:

Mara Chelli ha detto...

Il bue dice cornuto all'asino. Mi pare che questo motto si adatti agli attuali governanti che accusano il pericolo di dittatura nel comportamento di Lombardo e usano un dictat dittatoriale trasformando le leggi a loro piacimento, per tagliargli le gambe. Come stanno facendo con questo decreto legge.

rino ha detto...

Ho l'impressione che in Italia ancora non è stata dimenticata la "sub-cultura trasformistica" ... non è un bene.

francesco ha detto...

Infatti la cultura è tutta da una parte: nella casta imperante. Come si può vedere nelle due foto, uno saluta sorridente e l'altro riflette pensieroso: sarà un riflesso di luce.. non propria? Entrambi si sono nutriti della stessa cultura: quale dei due è adesso in "Sub"? Caro Rino, vuoi dirmi perchè per te è subcultura il parere che non ti conviene? Siamo sempre là: bisogna essere presuntuosamente ancorati ai propri schemi per capire gli altri, oppure liberarsi un attimo da quei vincolli culturali( come vedi non ho detto subculturali) per capire e interpretare meglio questa società così complessa e variegata?
Questo è il mio interrogativo e potrebbe anche essere il tuo. Scusami, ma non riesco a capacitarmi che una persona istruita tocchi sempre il tasto di difetti italici...adddebitabili ineluttabilmente agli altri. Ti saluto cordialmente. Francesco

rino ha detto...

Il quesito è puntuale, ma ritengo che i vizi storici della nostra amata Italia non si affrontano con i moralismi o con gli atteggiamenti pregiudiziali, nei quali a volte incorro anch'io, e di questo chiedo venia, bensì penso che vadano approcciati con un certo rigore logico e morale che certamente non coincide con il benaltrismo o con il trasformismo.
Al riguardo le inoltro l'umile consiglio di leggere un bel testo dal titolo "Novecento Italiano" ed. Laterza autori vari (che certamente non ho la presunzione di ritenere che sia l'unica lettura utile in argomento), in cui si sottolineano i molti aspetti che hanno contraddistinto la storia patria. Dall'8 settembre, che il Giurista Satta, fece coincidere pur parlando da a-fascista con la morte della patria nel famoso romanzo “De Profundis”, fino a giungere a Tangentopoli, quale epilogo del secolo breve, che ha visto approdare il Piano Marshall nella più negletta delle pantomime italiane, quella di mascherare i ladrocinii privati con l’alta politica ad impianto bipolare (Usa – URSS). Ho l’impressione, comunque, che la discussione stia prendendo la china giusta.

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