mercoledì 20 maggio 2009

IL FRONTE NAZIONALE SICILIANO RICORDA IL

SACRIFICIO DI FRANCESCO PAOLO DI BLASI

Nella ricorrenza del 214° anniversario della decapitazione di Francesco Paolo Di Blasi, avvenuta a Palermo nel Piano di Santa Teresa (attuale Piazza Indipendenza), il 20 maggio 1795, "gli Indipendentisti di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU ne ricordano la figura, il pensiero ed il progetto, - sempre valido ed attuale, - di realizzare una Repubblica Siciliana, libera e indipendente". "Un motivo, quest'ultimo - lamenta il Fronte - che fa del Di Blasi un EROE condannato ad essere "rimosso" e/o dimenticato dalla Cultura dominante e dalle Istituzioni". Francesco Paolo Di Blasi (Palermo, 17531795) è stato un patriota, politico, scrittore e intellettuale siciliano, propugnatore di idee repubblicane e indipendentiste Nipote degli abati benedettini Salvatore e Giovanni Evangelista Di Blasi, fu giudice della Gran corte pretoriana e candidato alla carica di giudice del Conci storo. Conquistato dalle idee d'uguaglianza promulgate dalla Rivoluzione Francese, venne nel 1795 arrestato, processato, reo di congiura per l'istituzione di una repubblicana siciliana. Catturato e torturato, non rivelò mai i nomi dei propri complici. Fu decapitato nel piano di Santa Teresa (oggi, piazza Indipendenza) il 20 maggio 1795. Una lapide affissa nel muro della caserma Garibaldi, ne ricorda il sacrificio. La sua vicenda è narrata da Leonardo Sciascia ne Il consiglio d'Egitto. Lasciò numerose opere a carattere giuridico, tra le quali si può annoverare: "Sopra la egualità e diseguaglianza degli uomini in riguardo alla loro felicità" (1778), un' ampia rassegna delle teorie di Rousseau; e "Sulla legislazione della Sicilia" (1790), nel quale dimostrò la necessità di un nuovo codice e gettò le basi sulle quali esso avrebbe dovuto poggiarsi.

2 commenti:

franzsidoti ha detto...

Francesco Paolo Di Blasi è certo un siciliano illustre meritevole di onore.Ma quelli erano altri tempi e la sua opera di libertà e indipendenza risultava meritoria.Ma oggi in tempi globali come si sarebbe dispiegata?L'istituto autonomistico si è rivelato un disatro per la Sicilia,le ha impedito di stare al passo con i tempi e sprovincializzarsi in un contesto più ampio di integrazione con l'Italia e l'europa.Il Gattopardo dice che il siciliano non può migliorare perchè è perfetto.Tutta la cultura letteraria siciliana parla di noi sa tutto di noi ma essendo perfetti non fa nulla per cambiare e vivere nel mondo a passo coi tempi.Anzi fa della nostra diversità una bandiera.Sicilianismo sicilitudine sono concetti da superare per aprirci alla modernità al futuro abbandonando quella cultura aristocratica ed erudita fatta da aristocratici ed eruditi per aristocratici ed eruditi,che ha lasciato gli altri "al baciamu li mani" detto anche ai mafiosi.Italianizziamoci finalmente come premessa di un federalismo maturo e un autonomia responsabile, vissuti nella solidarietà.

TRINAKRIUS ha detto...

Gentile Franzsidoti,

Io credo che libertà ed indipendenza (anche di spirito e pensiero) non abbiano e non possano avere limiti né geografici né temporali.
Posto ciò nessuno può sapere se e come si sarebbe oggi dipanata la parabola umana e intellettuale di Francesco Paolo Di Blasi.
Quando poi scrivi “L'istituto autonomistico si è rivelato un disatro per la Sicilia, le ha impedito di stare al passo con i tempi e sprovincializzarsi in un contesto più ampio di integrazione con l'Italia e l'Europa”, a mio parere, scambi gli effetti con le cause.
Ovvero pensi che si possano attribuire all’Istituto Autonomistico le colpe, gli errori e le mancanze che sono state invece di un classe politica centralista quella sì provinciale e per ciò stessa incapace di integrazione e di interazioni.
Un classe politica che, del resto, ha applicato poco e male lo Statuto.
Un ottima definizione che ben rende cosa è accaduto allo Istituto Autonomistico è quella che ne diede Leonardo Sciascia.
Sciascia diceva: “Un ottimo strumento caduto in pessime mani”. Quanto poi al fatto che la “verità” lampedusiana de “Il Gattopardo” possa avere valore di dogma antropologico, beh salva la bellezza letteraria dell’opera , mi sembra un po’ troppo!.
Noi sicilianisti, Noi Indipendentisti progressisti del resto non facciamo della differenza tout court una bandiera ma invochiamo e richiamiamo alla sua reale applicazione, per Noi e e per tutti, il diritto alla diversità inteso come diritto alla non omologazione culturale, politica e/o di pensiero.
Mi permetto inoltre poi di farti notare che i sicilianisti , appunto anche come Francesco Paolo Di Blasi, sono sempre stati proiettati e inseriti nelle temperie culturali del loro tempo. Quanto poi alla presunta “ cultura aristocratica ed erudita fatta da aristocratici ed eruditi per aristocratici ed eruditi” devo dire che il miglior sicilianismo, di ieri e d’oggi, è sempre stato interclassista anche se attento ai bisogni sociali del Popolo e della Nazione Siciliana ed apertamente ANTIMAFIOSO.
Mi preme inoltre ricordarti che non solo in Sicilia ma in tutto il Mondo e non certo per colpa dei Sicilianisti per lunghissimo tempo la cultura fu a lungo fatta da aristocratici ed eruditi per aristocratici ed eruditi.
Quanto poi al tuo appello alla “italianizzazione” io invece sostengo che sia giunto il momento di rivalutare e rilanciare la cultura e la lingua siciliana, che ci permetteranno nell’Europa di domani di spendere come “valore aggiunto” la nostra identità di cittadini della Sicilia, Nazione Europea.

Cordiali Saluti


TRINAKRIUS

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