mercoledì 20 maggio 2009

E POI SI CONTINUA A NEGARE CHE IN ITALIA NON C'E' NESSUNA TENDENZA RAZZISTA


Da tempo si cerca di esorcizzare l'ostinazione della Lega di Bossi di cacciare gli immigrati facendo mantenere, nel il disegno di legge sulla sicurezza, il reato di immigrazione clandestina, implicante la possibilità di denunciare da parte di presidi, insegnanti e medici gli scolari e i degenti clandestini.
Purtroppo questa possibilità sembra concretizzarsi ancora prima che il provvedimento diventi legge. Si tratta di fatti gravissimi, che spingeranno gli studenti immigrati quasi maggiorenni a non frequentare più le aule scolastiche e molti immigrati affetti anche da malattie contagiose ad evitare di presentarsi in ospedale o al medico di base per farsi diagnosticare e curare. Con grave pericolo e pregiudizio per la loro salute e per quella degli altri.
A confermare tale timore, un episodio avvenuto a Genova, dove la preside reggente tre istituti professionali di Stato ( Casaregis, Einaudi e Galilei) ha scritto alla lavagna l'elenco dei possibili studenti clandestini, suscitando preoccupazione tra gli interessati e dure proteste da parte dei docenti, che giustamente temono, tra l'altro, che le tre scuole vengano disertate, visto il notevole numero di alunni stranieri.
La preside ha cercato di giustificarsi dicendo di averli scritti perché temeva di sbagliane la pronuncia ed era un invito agli studenti a presentare i documenti in segreteria ma è esplosa la polemica.
La senatrice Roberta Pinotti, responsabile Difesa del Pd, criticando il comportamento della dirigente scolastica ha annunciato:«Solleverò la questione nell'aula del Senato. Io e l'onorevole Sabina Rossa stiamo presentando interrogazioni al governo nei due rami del Parlamento perchè il ministro Gelmini dia precise spiegazioni e intervenga immediatamente».

11 commenti:

En ha detto...

mi vergogno sempre di più di essere italiano...

barcellonablog ha detto...

Tesoro, la maschera se la devono mettere loro---

franzsidoti ha detto...

Gli immigrati sono la ricchezza di una nazione impoverita di figli e di forze vive.Gli immigrati sono ormai 5mln e contribuiscono al reddito per un 10%.I loro giovani sono forti volenterosi anzi caparbi capaci.Leggo diversi episodi di onesta bontà generosità in diverse città.Il presidente della nazione più ricca e potente del mondo è nero.Il film ,trasmesso anche in TV, "Alla ricerca della felictà" racconta un fatto realmente accaduto,e i protagonisti straordinari sono neri .Il sogno americano in quel caso si realizza.Vivere con la paura di paura alimentata dai demagoghi di turno non è salutare.L'Italia non è razzista e tanto meno la Sicilia ma alcuni lo sono.

Fra ha detto...

La Gelmini di spiegazioni non ne sa dare ... o per lo meno ancora non gli hanno dato il copione! Mi vergogno di essere italiana ogni volta che sento o vedo episodi di razzismo, mi sale una rabbia di pancia, perchè, perchè solo per una volta chi sente tutto questo odio dentro non prova a pensarsi dalla parte di un immigrato, solo, in un paese straniero e ostile a quanto si vede e senza conoscere la lingua, senza soldi e lavoro!

edua ha detto...

io invece mi vergogno di italiani che si vergognano di essere tali. questa gente certamente non ha memoria e non da valore al sacrificio di eroi che sono morti per la patria, probabilmente costoro sono cresciuti da rampolli e viziati figli di papà, coccolati, ovattati, incipriati, e al di fuori della realtà. quella realtà di cui oggi si ha consapevole dolore. ai delitti di mafia si sono aggiunti in maniera vergognosa i delitti degli stranieri che vengono sul nostro sacro suolo a calpestare la nostra dignità e la nostra sicurezza di cittadini che mai hanno rifuggito il proprio dovere. cosa diremo ai nostri figli nell'atto di consegnargli una società che non non è né multirazziale né multietnica ma semplicemente una accozzaglia di materiale umano gettato alla rinfusa nel vortice della sopravvivenza perchè di questo stiamo parlando: la legge della giungla. e allora dove finisce la giustizia riferita ai più deboli e ai diseredati quando soccombendo a questa semplice legge non siamo in grado di proporre un mondo migliore. sono angustiato, deluso ed amareggiato dall'atteggiamento di certi soggetti che si ostinano a svendere i valori della nostra civiltà e calpestano i valori di altre civiltà che onestamente e liberamente vogliono integrarsi con la nostra cultura. non ho mai assistito fra persone civili ad una latitanza di aiuto da qualsiasi parte essa sia provenuta e da qualsiasi parte sia stata la sua destinazione, non si può però pensare allo stesso modo di dare aiuto a chi delinque (al di là del colore della pelle) e ti sottrae i tuoi valori, spesso invece ho riscontrato nella storia di questo perbenismo falso e subdolo una incapacità ed un egoismo nell'espletamento di un vero e proprio apporto sociale. finti cavalieri che indossano la veste delle "dame di carità!".

francesco ha detto...

Edua: hai detto tutto ed il contrario di tutto.

deborah ha detto...

Mi piace quel "finti cavalieri che indossano la veste delle "dame di carità!". si tratta di travestiti? di transessuali? Eduà. che dici mai!

edua ha detto...

x Francesco: "io penso che non esista peggior sordo di quello che non vuole ascoltare".
x deborah: una volta, tanto tempo fa, i cavalieri indossavano le corazze per difendere il proprio onore e quello di altri e si spendevano per gli altri con l'anima ed il corpo, oggi esistono tanti cavalieri travestiti da "dame di carità" (eufemismo) che indossano le corazze soltanto per essere snob, al centro dell'attenzione, ma del prossimo "come loro stessi" non gli importa un fico secco!
per restare in tema evangelico concludo: "chi ha orecchie ascolti, chi ha occhi veda!"
a buon intenditore poche parole.
sentiti saluti a tutti

carmelo ha detto...

noto come l'interessante argomento posto da Edua sia scivolato nei luoghi comuni di risposte futili e prive d'interesse quando invece avrebbe meritato una più attenta analisi meditativa. e' vero comunque che risulta molto più semplice esprimersi con concetti stereotipati piuttosto che proporre un dialogo costruttivo.
affidare il proprio pensiero a dei proclami senza che non vi sia un seguito è sterile. in effetti in Italia esistono molti teorici del fare ma che nulla fanno. io credo che parlare in questa epoca cosmopolita di razzismo sia anacronistico e propagandistico tuttavia sono fermamente convinto che per riservare determinati valori ci si detta rivolgere alla valorizzazione delle comunità e se non addirittura dei singoli individui. i sanfratellani parlano correttamente il gallo-italico tuttavia risultano ben inseriti nel tessuto sociale che occupano, dal punto di vista della produzione, del commercio e della lavorazione dei loro ormai famosi prodotti. la comunità di Piana degli Albanesi è perfettamente integrata nel contesto sociale del palermitano e produce fra le migliori carni e prodotti caseari d'Italia. il problema non è di chi fa le cose ma semmai di come le fa tramite l'impegno che ci mette con quali intenzioni e finalità, ed io nelle summenzionate realtà trovo un'atteggiamento costruttivo. questa mia testimonianza appalesa l'alienazione del concetto di razzismo dal mio pensiero, tuttavia non posso esimermi di esprimere il mio convincimento di totale avversione alla clandestinità che delinque o che tenta di sovvertire le istituzioni di una Nazione nata sul sangue e sul sacrificio delle genti migliori. un saluto particolare a Edua che ha saputo toccare un argomento troppo dibattuto con cognizioni di parte ma spesso abbandonato solo a sterile retorica e chiacchiera demagogica.

daniela ha detto...

Da circa un ventennio, una presenza così massiccia di stranieri e culture ha messo e sta mettendo a dura prova le capacità di risposta dei nostri governi e della nostra società civile- in termini di accoglienza, di lavoro ,sicurezza- e purtroppo i casi di intolleranza sono i segni più evidenti di questa complicata convivenza.
La difficoltà ad interagire positivamente va letta sotto un duplice aspetto , il primo economico, il secondo etico-sociale.
Il confronto con modelli culturali diversi ha richiesto dei dinamismi intellettuali, psicologici, etici e religiosi ai quali la nostra società era in gran parte impreparata. Il cambiamento che ha interessato l’Italia è stato rapidissimo, quasi una metamorfosi:da paese di emigranti a paese di immigrazione, da paese ricco di differenze regionali a paese mappamondo, luogo di incroci e passaggi tra Nord e Sud del mondo.
Allo stesso tempo credo, però, che a distanza di un ventennio molti passi avanti si siano fatti per garantire agli uomini di possedere gli strumenti intellettuali, morali, psicologici per superare ogni forma di pregiudizio e vivere una dimensione sociale più eclettica, multietnica e soprattutto interculturale.
Le culture ,infatti, non sono immutabili, rigide, ma si evolvono, si influenzano, cambiano a secondo delle esigenze di vita delle civiltà che le producono, degli apporti dei popoli con i quali si stabilisce un rapporto di interscambio.
Detto ciò credo, però, che abbiano ragione Edua e Carmelo quando sostengono che buona parte degli amici del blog spesso intervengano demagogicamente senza capacità analitica e critica di fatti ed eventi che caratterizzano il fenomeno stranieri.

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

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