giovedì 30 aprile 2009

PRIMO MAGGIO, FESTA DEL LAVORO, MA CHE LAVORO SI PUO' FESTEGGIARE IN UN TERRITORIO COME IL NOSTRO?

Abbiamo intervistato per l'occasione il dirigente della Cgil di Barcellona Salvatore Chiofalo

- Domani è il !° Maggio e si celebra in tutto il mondo la festa del lavoro.Che significato può avere tale ricorrenza in un momento di crisi come quello attuale?
- Sarà la festa del Lavoro e dei tantissimi uomini e donne che il lavoro l'hanno perso o che non riescono a trovarne uno. Per Barcellona e i comuni della zona che fanno capo allo stesso Ufficio del Lavoro la situazione è ancora più triste. I dati parlano chiaro
Al 31.12.2006 su una popolazione attiva ( di età compresa tra i 16 e i 64 anni) di 42.810 persone, i disoccupati ed i precari con un reddito annuo inferiore alle 8.000,00 € era di 21.244 unità, pari al 49% di cui 990 adolescenti, 4.493 giovani, 9085 Donne e 6.676 Uomini; Al 31.12.2007 su una popolazione attiva di 42.924 persone i disoccupati ed i precari con un reddito annuo inferiore agli 8:000,00 sono stati 22.662 unità, pari al 52,79%, di cui 1261 adolescenti, 4.926 Giovani, 9270 Donne e 7205 Uomini; Al 31.12.2008 su una popolazione attiva di 43240 unità le persone disoccupate ed i precari con un reddito annuo inferiore alle 8.000,00 € sono stati 23636 unità, pari al 54,66% di cui n. 1451 Adolescenti, 5283 Giovani, 9121 Donne e 7781 Uomini. Una crisi occupazionale in crescendo ed una conseguente condizione economica di un’alta percentuale di famiglie gravissima, costrette a vivere sulla soglia della povertà assoluta. Non si tratta, purtroppo, di una febbricola, ma di una polmonite che rischia di diventare cronica, quasi una sindrome
.
- Una crisi occupazionale in crescendo?

- Esatto. Con una conseguente condizione economica di un’alta percentuale di famiglie gravissima costrette a vivere sulla soglia della povertà assoluta. L’esercito, con poche speranze, di Giovani Laureati e diplomati aumenta di numero. Anche l’emigrazione verso il centro Nord del paese, per lavorare nelle scuole, di ogni ordine e grado, ha subito uno sconcertante ritorno a casa dei nostri docenti, a causa degli effetti devastanti, sull’occupazione e sul diritto all’istruzione, dei recenti provvedimenti governativi (conosciuti come riforma Gelmini) le cui ricadute dalla CGIL sono calcolati in 130.000 occupati in meno nei prossimi tre anni.
- Già da tempo il lavoro sicuro è diventato un mito, mentre il tessuto produttivo e tecnologico
soprattutto dalle nostre parti sembra essersi sfarinato.
- Tuttavia ciò che nella nostra zona ci fa sognare, ancora, resta la laboriosità imprenditoriale storica della nostra gente, dei Barcellonesi, a cui bisogna dare il merito della non rassegnazione, anche nelle travagliate difficoltà. La cittadinanza non è dormiente come i nostri governanti. Per ciò stesso ritengo che occorre ritornare ai valori assoluti del lavoro come dimensione di dignità umana, come emergenza, il lavoro come cuore pulsante di un nuovo modello di sviluppo in chiave moderna ed eco-compatibile con la vivibilità ambientale e la qualità della vita.

- E secondo te, questo potrebbe essere un primo maggio sentito?

- Un primo Maggio vissuto, dalla moltitudine delle espressioni del lavoro e dei lavori, con coscienza per il riscatto perché si possa lavorare meglio e lavorare tutti. Ed occorre, con altrettanta caparbietà respingere al mittente l’accanimento di cui si è reso responsabile il Ministro del Lavoro contro i diritti individuali e collettivi dei lavoratori e contro le bugie e le espressioni irriguardose poste in essere dal Ministro Brunetta contro la generalità dei lavoratori della pubblica amministrazione, additati come fannulloni.
-Credi, dunque, che Barcellona possa farcela ad invertire la rotta verso una rinnovata fase di crescita sociale?

- Ciò sarà possibile concretamente se la sua gente saprà assumere con maggiore vigore e stile di vita quotidiana la cultura dell’indignazione. La massiccia partecipazione alla recente manifestazione contro le illegalità, il racket e il pizzo promossa dalle associazioni e dalla Chiesa a cui hanno partecipato, tra gli altri le più alte cariche dello Stato lasciano molto sperare in positivo verso un nuovo risveglio per una società veramente libera dal malaffare e dalla criminalità. Certo, ora si è partiti bene, quando si arriverà dipenderà da tutti noi, cittadini ed istituzioni. Bisogna crederci ed assumere la consapevolezza che la città è dei Barcellonesi i quali da buon cittadini hanno il sacrosanto diritto di chiedere, ad alta voce, alle istituzioni e ai governi ai vari livelli l’arresto dell’inesorabile declino a cui si assiste nei diversi settori di interesse sociale.

1 commento:

franzsidoti ha detto...

La cura per la rinascita del lavoro di Barcellna P.G. è stata incardinata sulla cultura dell'indignazione.Benissimo. Ma è una cura troppo generica e troppo vasta nei tempi e nei modi.Se non si definisce con più precisione la cura non ci si smuoverà di un millimetro.Capisco che non è facile .Ci vorrebbe un progetto a medio termine di amministrazione-imprese-sindacato.Per individuare e rilanciare i settori economici trainanti in questo contesto locale europeo mondiale.Certamente un tale progetto esiste.Ma viene monitorato nei tempi e negli obiettivi parziali?

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