mercoledì 15 aprile 2009

LE VIGNETTE CHE FANNO SCANDALO E LO SCANDALO DELLA CENSURA



"In relazione alla puntata di giovedì scorso di "Anno zero", essendo stata «valutata gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico la vignetta di Vauro Senesi «Aumento delle cubature dei cimiteri'», la direzione generale della Rai ha comunicato ai direttori Antonio Di Bella e Antonio Marano e allo stesso Senesi che «la Rai in via cautelativa e da subito non intende avvalersi delle prestazioni dello stesso Vauro Senesi»
E', questa, la notizia, che a margine del terremoto in Abruzzo, ha scatenato un'aspra polemica tra chi considera le vignette di Bauro "vergognose" e chi invece definisce stolto l'assalto alla libertà di stampa, mediante la censura alla satira politica.
«No alla censura! La satira è libertà!». Vauro risponde così, con poche parole pubblicate sull'home page del suo sito.

LE ALTRE REAZIONI


"La Rai ha bisogno di pluralismo e non di censura. Il pluralismo esige una informazione onesta e corretta, ma sospendere un disegnatore satirico mi pare una scelta assurda. La satira deve restare uno strumento di liberta'". (Francesco Rutelli).
"A me personalmente quella trasmissione non piace molto, ritengo ci siano troppe persone che pensano di avere la verita' in tasca sempre e comunque. Ma ritengo che anche le cose che non piacciono non debbano essere censurate dalla politica". ( Dario Franceschini).
"La sinistra forcaiola sostiene che Santoro fa satira oggi, come Orazio al tempo dei Romani e perciò i dirigenti della Rai avrebbero osato, quale orrore! sanzionare la satira. Il povero Orazio si rivolta nella tomba, e noi ci chiediamo con che faccia questa sinistra rimproveri i vertici della Rai, colpevoli di aver fatto finalmente rispettare le regole del servizio pubblico". (Paolo Bonaiuti)
"Se serve chiedo scusa io per la vignetta, a mio avviso di pessimo gusto. Ma tale e' anche l'inaccettabile decisione del DG Mauro Masi di sospendere il giornalista /vignettista Vauro.Ci preoccupa la disinvoltura nello spegnimento di una voce con cui si annuncia il nuovo corso aziendale. Una bizzarra priorita'.(Carlo Verna, segretario naz. Usigrai)
"Spetta al Consiglio di amministrazione e non al direttore generale della Rai decidere sulle violazioni di una trasmissione televisiva rispetto ai suoi indirizzi editoriali". (Nino Rizzo Nervo, consigliere di amministrazione Rai)

9 commenti:

daniela ha detto...

GIOVENALE:" La natura, dando le lacrime al genere umano attesta di averlo fornito anche di un cuore facile alla commozione. Questa è la parte migliore della nostra coscienza".
E di lacrime ne ho versate tante guardando, soprattutto, le piccole bare bianche disposte nella desolata piazza del capoluogo abruzzese.
Nemmeno il " peggiore" Giovenale avrebbe potuto essere più indegno e inopportuno di Vauro, ironizzare, infatti, sul dolore umano, in un momento così tragico, è da "piccoli uomini" che non meritano eco e popolarità.
E per questo motivo che non condivido l'estromissione dalla trasmissione di Santoro, la migliore risposta è il disprezzo generale della "Gente d'Italia" che è capace di provare "Pietas".

Anonimo ha detto...

"La Gente d'Italia".....mi vengono i brividi...

Anonimo ha detto...

...Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica dalla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l' indifferenza poche mani. Non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un' eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?.... Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte pulsare già l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

Io sono anonimo perchè sapere il mio nome è inutile...

francesco ha detto...

Non è vero che sia inutile sapere il tuo nome.Se così fosse, anche Antonio Gramsci avrebbe potuto siglare con un bell'anonimo questo suo profondo pensiero, che tu hai sentito come tuo. Francesco

franzsidoti ha detto...

La verità di Gramsci il suo fervore non sono di parte.Sono il fervore e la verità di chi opera nell'interesse comune con energia e lavoro instancabile per la creazione di relazioni ordinate,che rendano bella la convivenza.

daniela ha detto...

Daniela ha detto

Mi correggo:” La migliore risposta a Vauro è il disprezzo di "Quella Gente d’Italia" che è capace di provare PIETA’.
“L’Umana Pietas” è,infatti, quel sentimento di profonda umanità che in un momento di generale dolore esige il silenzio e il rispetto ( persino Aldo Garasso si è soffermato sulla inopportunità della scelta dei tempi e non è entrato in merito alla questione).
A Voi che siete Letterati ricordo che persino il "Terribile Achille” restituì ai genitori il cadavere di Ettore per una degna sepoltura e quietò le ostilità per alcuni giorni.
Quello che non mi piace di questo modo di fare giornalismo è lo sciacallaggio mediatico su eventi tragici senza il rispetto della dignità umana.
Vi rammento che il Primo Santoro era un giornalista che sapeva fare “inchiesta”, le sue trasmissioni, infatti, erano di ricerca, anticipo, apripista o di supporto alle indagini della magistratura.
Oggi invece (così come Vespa e tanti altri giornalisti), è più preoccupato di garantirsi un’ immagine politica che giornalistica e per questo non esita a lanciare nell’arena “piccoli uomini” dal sentire mediocre.

Ulisse ha detto...

Piccoli uomini ?
Piccolo uomo piccolo c'è uno solo.

Anonimo ha detto...

Ottimo commento, quello scritto da DANIELA, dove con sintesi storica è culturale esprime concetti chiari è coincisi.Sicuramente ha espresso un giudizio negativo nei confronti di SANTORO E' VAURO, dove al primo gli dice di ritornare a esercitare il ruolo vero di giornalista d'assalto come lo era un tempo, è sopratutto di liberarsi di quei piccoli uomini che ha accanto vedi VAURO è TRAVAGLIO.

barcellonablog ha detto...

Posso dire la mia? In ogni evento, della gravità pari a quella del terremoto in Abruzzo, ed anche maggiore di quella, c'è sempre stata una coda - più o meno lunga - di commento e di polemica. Non abbiamo, nessuno di noi, l'età per ricordare lo strascico polemico all'evento sismico del 1908 che distrusse Messina e Reggio e molti altri centri dei due territori su cui si vuole appoggiare il ponte dello Stretto, ma basterebbe cercare tra i libri e i resoconti per rendersi conto che quello che ha mostrato e detto "Anno zero" è stato nulla a confronto delle diatribe di allora. Chi accusa Santoro di speculazione politica sul disastro abruzzese, lo fa dicendo che non avrebbe dovuto farlo utilizzando la Rai, in quanto mezzo pubblico, come se una tv pubblica debba mettere il bavaglio e una privata no. E vi sembra, questa, una motivazione accettabile?
E' troppo carente per essere accettabile.Nè potrebbe essere condivisibile il sostenere che "Anno zero" abbia ingiustamente recriminato per ciò che era stato fatto male o addirittura non s'era fatto, prima del terremoto, pur essendo di dovere.Sarei curioso di poter contare, tra coloro che stanno inveendo contro Santoro,quanti di loro hanno visto la puntata di Anno zero dela scorsa settimana. Daniela, l'hai vista? Si o no! Ciao e segui semopre questo blog, che ti vuole garantire onestà d'intenti ed obiettività, anche se venata dell'opinione di chi vi scrive.Ma le opinioni, anche se opinabili, vanno sempre ispettate, come qui si rispetta la Vostra.

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