martedì 3 febbraio 2009

AMICI, SIAMO ALLO SBANDO: E' GIUNTA L'ORA DI DARCI UNA REGISTRATA

FOTO: DON BOSCO E I SUOI RAGAZZI

Carissimi ragazzi, sento il bisogno ed il dovere di parlarvi a quattrocchi.
E comincio, questo mio dire, appunto dandovi l'appellativo di "carissimi", perchè sempre tali vi ho considerato nei numerosi anni di scuola in cui quelli della vostra età sono stati affidati alla mia missione di maestro.
Voi, come me, avrete letto o sentito parlare di ciò che sta accadendo in questa nostra Italia, che per carenza di ideali sembra essere rimasta senza più punti di riferimento.
Un po' come una nave in gran tempesta che, abbandonata ai flutti impetuosi, debba procedere a vista senza più una bussola, senza all'orizzonte la luce d'un faro liberatorio. O peggio ancora, come una nave tra i marosi, sulla quale i marinai che dovrebbero reggerne la furia e condurla in porto ballano, cantano, sotto l'effetto di droghe ed alcol, e per divertirsi persino si stuprano.
E' questa l'immagine che si deve dare a questa nostra Patria, resa dal lassismo peggiore della stessa terra che un giorno il grande illustre suo figliolo definì: serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia ma bordello?
A questo punto siamo giunti, cari ragazzi, ora che ci sentiamo esortati dal Ministro ad essere cattivi con gli immigrati clandestini, perchè essere buoni con loro è nocivo per noi ?
Siamo già al capolinea, o ci sarà ancora di peggio, dopo che un branco di giovani, spinti dall'effetto di sostanze stupefacenti ed esilaranti, ma anche crucciati dalla noia inculcatasi nel loro animo, vuoto di valori umani, hanno dato fuoco ad un povero ragazzo che, non avendo neppure un letto su cui giacere, dormiva all'addiaccio su una panchina?
Un'aggressione insensata che diventa mostruosamente inumana quando viene festosamente raccontata attraverso gli sms dei cellulari, come atto glorioso.
Ma sì, queste sono teste veramente gloriose! Ora che si vantano della loro insulsa inumanità.
Come voremmo che non succedessero cose terribili, come quella dello stupro collettivo a danno della fidanzata di un ragazzo, che dopo essere malmenato viene chiuso nel bagagliaio della sua macchina!
Come vorremmo che giovani della vostra età, spesso anche benvoluti e coccolati dai genitori, non aggredissero i loro coetani più deboli e isolati per rapinarli di oggetti, che poi in fondo non sono il vero obiettivo di quell'aggresione!
Ma perché avviene tutto questo?
Si sono spesi fiumi di parole, mari d'inchiostro, si sono sentite sentenze di GURU che hanno fatto credere di sviscerare un'intera problematica, si sono rivolte accuse terribili alla Scuola, alla Famiglia, allo Stato, alla televisione, alle discoteche, alla droga, alla malavita.
Tutto s'è detto. E si può dire che tutti questi soggetti abbiano la propria parte di responsabilità.
Si sono insomma individuate le cause, ma non s'è riuscito mai a far alcunché per rimuoverle. Fra tutti, in frangenti del genere, ci si aspetterebbe che la Pietas Evangelica ingranasse per prima la propria marcia e sentisse il bisogno di svolgere la propria Missione in mezzo a questa società alla deriva e che lo facesse con lo stesso spirito dei missionari che partono per il terzo mondo, con lo stesso spirito di carità di quel don Bosco, cui piangeva il cuore alla vista di giovanissimi abbandonati in mezzo alla strada, in una società opulenta e indifferente.
E ch'è? E' finita la carità che spingeva il buon don Giovannino a riscaldare la pancia dei suoi poveri con la castagne bollite?
"Adesso, ci vuole ben altro che le ballotte, diranno i nostri preti attuali, il mondo corre verso il baratro, e noi siamo rimasti in pochi."
Ed è quindi, secondo lor signori, sufficiente chiudersi nelle sacrestie per mettere a posto la propria coscienza impartendo lezioni di catechismo.
La catechesi va bene, ma prima bisogna scendere nella strada e raccogliere, come faceva il padrone della vigna, quanti hanno bisogno dell'Amore del Padre, accogliendo anche gli ultimi arrivati, tutti con la stessa premurosa cura.
Le lunghe prediche in Chiesa, che spesso addormentano fisicamente e spiritualmente, sono più o meno paragonabili ai vistosi parati e agli altri orpelli che sicuramente nulla dicono della povertà del Cristo e della povertà di molte anime, che del Cristo hanno bisogno.

Francesco

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Una soluzione c'è! Tolleranza zero contro ogni nefandezza perpetrata da chichessia. Basta con il "garantismo" che tanto male sta facendo alla nostra società!

Anonimo ha detto...

Nel nostro Paese esiste un'emergenza "etica". I giovani ed i meno giovani non hanno cognizione di nulla, del bene, del male, vivono come zombie, pronti a scatenarsi contro tutto. Si drogano, si ubriacano, litigano per niente,ammazzano per niente, la televisone propina schifezze che gli imbecilli guardano avidamente. Questa è la realtà in cui viviamo. Che fare? Marcello Crinò

Anonimo ha detto...

Cosa fare? Meno chiacchiere e più fatti, meno sceneggiate e più servizi, meno distacco e maggiori contatti, meno familiarismo e maggiore apertura verso chi realmente ha bisogno,insomma meno egoismo e più altruismo, ricordando possibilmente che il vero prossimo non è chi ci può ricambiare un favore, ma chi non è in grado di ricompensarci per ciò che gli si dà. Basterebbe leggere il Vangelo,e comportarsi di conseguenza, soprattutto coi più piccoli e i più bisognosi. Ecco la risposta a quel "Che fare?".

Anonimo ha detto...

Se non esiste la certezza della pena e la deprecabile impunità regna ovunque come dobbiamo risolvere i problemi legati alla delinquenza, al bullismo, agli stupri, alla violenza gratuita. Se si scambia il razzismo con un controllo capillare dell'immigrazione divenuta una piaga della nostra società (mi riferisco ai delinquenti di altri paesi che si sono assommati a quelli nostrani e non agli onesti lavoratori stranieri residenti in Italia). Se si continua a tollerare i tafferugli dei fautori del "libertinaggio" da qualsiasi parte provengano, che dovrebbero invece liberare la propria mente dai fantasmi che vi aleggiano, e rispettare la società i beni comuni e chi ci vive. Se poi a tutto questo aggiungiamo i cattivi messaggi della politica e dei "politicanti" ossia di quelli che curano soltanto i propri interessi, i messaggi mediatici distorti, una scuola permissiva, abbiamo già toccato il fondo!

Anonimo ha detto...

""Vincerel'indifferenza",sottotitolo:Riflessioni sul mondo e sulle responsabilità dell'uomo in un'epoca di cambiamento,è un libro di Miguel Cavallè,sacerdote dei Legionari di Cristo.Nato a Barcellona di Spagna è laureato in filosofia e in teologia.L'autore sarà in città sabato prossimo invitato dall'Associazione Avluss,presso la sala convegno della parrocchia di San Sebastiano.Forse potrà chiarirci le idee sul che fare.Ma in un momento di restaurazione dogmatica come quello che stiamo vivendo,credo sarà difficile seguirlo.

Anonimo ha detto...

Caro Franz, se ci vai, portagli una copia di questo post. Vediamo come reagiranno i nostri predicatori.

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