sabato 31 gennaio 2009

ELETTROSMOG E RISCHI PER LA SALUTE



Più di una volta è stata presentata dal consigliere Mario Presti (PD) al Sindaco Candeloro Nania, un'interrogazione per sapere che cosa abbia finora fatto o stia facendo l'Amministrazione Comunale per rassicurare gli abitanti di taluni quartieri di Barcellona, che si dicono preoccupati per l'accresciuta presenza in prossimità delle loro abitazioni di antenne-ponte per il funzionamento della telefonia mobile. Praticamente si è cercato di sapere se esiste nella nostra città qualche dispositivo di vigilanza per il controllo della presenza di dette antenne e per a misurazione delle radiazioni eletrromagnetiche da esse emesse e se sia stata incaricata l'ARPA per almeno un primo monitoraggio e la ricostruzione d'una mappa.
C'è stata qualche risposta esauriente? Spetta almeno al consigliere Presti farcelo sapere.
La questione sulla pericolosità dei campi elettromagnetici è molto dibattuta tra innocentisti (padroni degli impianti) e colpevolisti (associazioni consumatori, ecologisti etc…). È plausibile, comunque, che queste radiazioni artificiali, che superano di migliaia o addirittura di milioni di volte il campo elettromagnetico naturale, e che non erano presenti fino a pochi decenni fa, per prudenza,vengano evitate o ridotte. Una ricerca su Internet vi darà centinaia di pagine di risposta. In Italia si è cominciato a parlare del pericolo dell’elettrosmog nel 1992. In quel periodo le zone a rischio erano concentrate nelle vicinanze dei ripetitori FM e TV. L’avvento dei ripetitori per telefoni cellulari ha causato una diffusione capillare del fenomeno elettrosmog che è destinato ad un aumento inarrestabile. Le proteste popolari organizzate dai numerosi Comitati che sorgono spontaneamente ad ogni nuova installazione e le Organizzazioni per la difesa dei Consumatori, sono riuscite a far approvare la Legge 381/98 che da 20 v/m ha portato il limite a 6 v/m (oltre le 4 ore d’esposizione) ma non sono quasi mai riuscitie a far eseguire il trasloco o lo smantellamento di un impian che superi abbondantemente tale limite. Realisticamente, considerando queste premesse, è difficile sperare in una diminuzione dell’elettrosmog nel prossimo futuro, anzi se ne prevede il raddoppio nei prossimi cinque anni. Dobbiamo abituarci a questa convivenza tentando di minimizzare gli effetti. In sintesi le regole di difesa sono quattro: 1) Misurazione dell’entità della radiazioni e schermatura della fonte. 2) Distanza di sicurezza. 3) Limitazione del tempo d’esposizione. 4) Schermatura del sito abitabile o della persona. Almeno per le prime due potrebbe pensarci la pubblica amministrazione. Per le altre spetterebbe ai singoli. Ma l'affare qui si fa complicato.

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