sabato 3 gennaio 2009

E' LA SOLITA STORIA DEL ...GATTOPARDO




Anno nuovo, vita nuova: L’antico detto, se fosse veritiero, ci dovrebbe garantire tutto quello che ha auspicato, nel suo discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ma siccome Napolitano, con il suo discorso intriso di moralismo e di retorica, non ha fatto altro che predicare tutto quanto era stato auspicato da tutti, senza che tuttavia nulla di quel tutt
o fosse stato recepito dai politicanti, bisogna concludere che il nostro Presidente, nonostante le numerose cartelle proiettate sul gobbo e da lui lette con chiarissima dizione, non ha detto niente di nuovo.
E questo
"niente" ha fatto contenti tutti bipartisanamente.
Visto che sono gli stessi politici che, richiamati oggi a tuffarsi in un nuovo costume politico, nel dire d’aver
condiviso pienamente le parole del Presidente, non possono trascurare d’avere finora guazzato in un costume politico tanto riprovevole, da essere invocato il suo urgente cambiamento.
Ma il signor Presidente crede proprio che quei signori cambieranno il loro modo di pensare e di operare così come si cambia un vestito?
Io ho paura che neppure il vestito, quella gente, è capace di cambiarsi. Figuriamoci se riuscirebbe a cambiare lo stile di vita...

Francesco Cilona

venerdì 2 gennaio 2009

il 6 gennaio ricorre il 50° della morte di Vincenzo Florio



Martedì 6 gennaio ricorre il 50° anniversario della morte di uno dei leggendari pionieri dello Sport, Vincenzo Florio, fondatore della omonima Targa, la mitica corsa automobilistica tra le più antiche d'Italia e sicuramente la più famosa nel mondo.
La Targa Florio si è disputata 61 volte, praticamente senza soluzione di continuità (se si eccettuano gli anni delle due guerre mondiali), dal 1906 al 1977. Una volta soltanto la gara è stata trasformata da prova velocistica in prova di "regolarità", precisamente nel 1957, quando il recente incidente che segnò la morte della Mille Miglia mise gli organizzatori della Targa di fronte alla scelta di sopprimere la gara oppure trasformarla in una passeggiata o poco più. Gli organizzatori - Vincenzo Florio in testa - optarono per dare comunque continuità alla corsa.

Teatro della corsa sono sempre state le strade siciliane ed in particolare quelle strette e tortuose che percorrono la catena montuosa delle Madonie: solo in poche occasioni la corsa è stata abbinata al Giro di Sicilia e si è svolta lungo il periplo dell'isola mentre nel quadriennio 1937-1940 è emigrata al Parco della Favorita a Palermo, mai dunque abbandonando la terra della Trinacria.

La Targa Florio entrò subito nella leggenda per le enormi difficoltà insite nella durezza del tracciato al punto che, specialmente nei primi anni, anche il solo riuscire a completare la corsa significava compiere un'impresa titanica.Venne fuori un avvenimento mondano eccezionale. Inoltre alla gara si affiancarono manifestazioni connesse alla “Primavera Siciliana”, come gare di tiro a volo, corse ippiche. Vincenzo Florio curava la parte organizzativa e sportiva della manifestazione.
Florio aveva una passione insanabile per le corse automobilistiche, alle quali lui stesso partecipò e vinse , mostrando abilità notevole nella guida, e un pallino fisso nella sua mente, che gli restò scolpito dopo avere visto parecchie edizioni della famosa “Mille Miglia”: organizzare una gara sulle Madonie, lungo un percorso che avrebbe attraversato parecchie località e che avrebbe mostrato al mondo le bellezze della Sicilia.
L’idea della corsa gli nacque in Francia, a Rochefort, mentre si trovava in quella città per affari. Il caso volle che proprio in quei luoghi dovesse finire, il 6 gennaio 1959, i suoi giorni.
In Sicilia sono molti Comuni che si accingono a commemorarlo con cerimonie
ufficiali, ed alcuni di questi, come Capaci ed i paesi delle Madonie, gli
intesteranno una strada o una sala del municipio.
Inoltre il 6 gennaio 2009 delegazioni municipali, piloti ed appassionati
deporranno una corona di fiori nel cimitero di Santa Maria di Gesù a Palermo,
cimitero monumentale che domina dall’alto lo svincolo autostradale della
Palermo Catania/Messina

UN APPELLO PER JOSEPH, UN BELLISSIMO BIMBO DI TRE ANNI COLPITO DALLA SINDROME DI LEIGH




<==LUCY = = = = = = =IL PICCOLO JOSEPH==>

Riceviamo e accogliamo questa informazione, che Lucy ha diffuso tramite e-mail.

J.Lu ha detto...

E-mail per Joseph inviata al movimento BSN (Barcellona Siamo Noi)
Ciao a tutti, vi scrivo per sensibilizzarvi sulla storia di Joseph. Questo bambino ha 3 anni ed è di Barcellona Pozzo Di Gotto (ME). E' affetto da una malattia rara, La Sindrome di Leigh. Per curare questa malattia i suoi genitori dovranno viaggiare fino in Florida per una cura ke costa la bellezza di 300.000 € circa a ciclo. questo ciclo di cura dura 3 anni. Grazie a MySpace ho conosciuto Danilo che sta diffondendo il caso di Azzurra Incrocci, affetta dalla stessa malattia (ne hanno parlato pure in tv, Verissimo, Striscia la Notizia, Schiamazzi su Odeon). quello che vi chiedo è di diffondere questo caso, di fare qualcosa a Barcellona Pozzo Di Gotto per Joseph, di mettere un banner su barcellonapg.it, metter un manifesto nelle vostre associazioni, fate voi, l'importante è che possa essere aiutato economicamente. il piccolo a giugno avrà 4 anni e manca solamente 1 anno x averne 5 e morire, se i suoi non riescono a trovare i fondi sufficenti x le cure. Ho conosciuto il caso di Joseph grazie all'AIAS di Milazzo, ho visto il manifesto e loro avevano pure la cassetta delle donazioni. Non so dirvi altro, visitate il sito www.unangiolettodasalvare.it e il blog http://wwwjosephunangiolettodasalvare.blogspot.com ci son anche i recapiti dei genitori, cellulare e e-mail se volete informarvi per sicurezza. Ho invitato Joseph coi suoi genitori alla Crescere Insieme. Li avevo invitati come sconosciuti, invece ho scoperto che Rosario (il padre) conosce persone che hanno ass. ONLUS a carico, allora mi son posta la domanda: com'è che TUTTI (o buona parte di quelli che conosco) sapevano di Joseph e NESSUNO ha mai parlato??? Ho conosciuto Joseph, è un bambino bellissimo e subito ha conquistato tutti alla Crescere Insieme. C'è bisogno di tutta Barcellona e non solo per far sì che questo bambino possa avere una vita migliore, fate circolare questa mail grazie ancora.

Lucy

P.S. Rosario ha comunicato ke ha kiuso il conto della Banca Antonveneta, le donazioni le potete fare qui: BANCO DI SICILIA S.P.A. FILIALE 01815 C/C400858 IBAN IT 72 B 01020 82071 000000400858 POSTEPAY INTESTATO AL SIG. ACCETTA ROSARIO N/CARTA. 4023 6004 5960 6283 DONATE!!! grazie. :-)

2 gennaio 2009 14.09

ANNO NUOVO: SVEGLIATI POPOLO ITALIANO


ANNO DOMINI 2009:
LA BELLA ITALIA E' FIN TROPPO PREOCCUPATA,
PER LA CRISI CHE ATTANAGLIA IL MONDO, E CERCA
DI SVEGLIARE IL POPOLO INTORPIDITO DAI MESSAGGI

OTTIMISTICI DELL'HOMO RIDENS


mercoledì 31 dicembre 2008


AGLI AMICI DI BARCELLONABLOG SINCERI AUGURI











martedì 30 dicembre 2008

LA CAMERA DEL LAVORO TIRA LE SOMME DI UN'ANNATA MAGRISSIMA


FOTO:SALVATORE CHIOFALO:::::::::::::::::::::::::::::>>

Si chiude un anno, che non è stato certamente benigno. Adesso si fa il consuntivo e, a Barcellona, il sindacato fa la sua parte in questo compito. In una nota emessa dalla Camera del Lavoro, il responsabile Salvatore Chiofalo si dice convinto che " il nuovo anno 2009 lascia intravedere all’orizzonte per la Città del Longano nuvoloni scuri.
Le festività Natalizie sono già indicative di uno stato di malessere sociale che colpisce tutti, eccetto la modesta percentuale di soggetti con le tasche piene".
"Basta dare uno sguardo ai negozi, in tanti semivuoti, per comprendere che siamo sull’orlo del disastro economico per la stragrande maggioranza delle nostre famiglie".
"Se i dati ISTAT - ricorda Chiofalo - confermano che i siciliani sono all’ultimo posto nella classifica nazionale per reddito, bisogna convenire che a Barcellona P.G. è ancora peggio. Alla mancanza di reddito e di lavoro e ai tanti mali vecchi se ne aggiungono di nuovi come quelli riguardanti importanti servizi non resi o resi male alla collettività". Per quanto riguarda la vivibilità cittadina, il sindacalista ripropone questo sconcertante quadro:"Ingorghi perenni nella viabilità principale, quartieri e centro storico degradati, presidio ospedaliero in regressione perenne per le prestazioni specialistiche, uffici postali affollati per l’insufficienza di strutture e di personale , con utenza e pensionati costretti a sopportare interminabili file di attesa, scuole ancora senza refezione per i bambini delle materne e delle scuole dell’obbligo, ville e piazze sempre più sudice, strutture e plessi scolastici sempre più vetusti". Inoltre, "ai disoccupati e ai precari in forte crescita si aggiunge l’esercito degli irregolari retribuiti con salari di fame e senza copertura previdenziale e assistenziale". Chiofalo tiene in fine a sottolineare che "a Barcellona P.G. il Sindacato con la Camera del lavoro CGIL, pur dovendosi confrontare con un sistema produttivo ed economico estremamente fragile, ha condotto numerose battaglie con manifestazioni: per salvare l’occupazione e il patrimonio di straordinario valore economico, storico ed architettonico dell’IPAB; per il miglioramento dei servizi alla collettività dagli operatori ecologici di ATO Me/2; per l’ammodernamento e la riapertura degli Uffici postali di Calderà e S. Antonio; per la stabilizzazione dei precari alle dipendenze del comune;per i lavoratori della refezione scolastica, la quale ad anno scolastico inoltrato non viene avviata,a danno degli alunni e delle rispettive famiglie, le quali sono costrette a provvedervi per il secondo anno consecutivo; per sostenere i livelli occupazionali nell’importante bacino idraulico forestale del Longano;per i pensionati e il sistema welfare."
"A fronte di tutto il malandare - aggiunge Chiofalo - assistiamo, sconcertati, ad un'azione amministrativa chiusa nel palazzo, autoreferenziale e taciturna, dedita a vantare autosufficienza, mentre la città scivola inesorabilmente in un costante declino. Occorre invertire rotta. Amministrare e promuovere sviluppo significa condividere scelte politiche forti, urgenti e trasparenti con programmi di inclusione sociale e non basta predicare se alla base non si coinvolgono tutti i soggetti interessati: forze politiche, associazioni dei lavoratori e degli imprenditori, associazioni culturali e del volontariato, il mondo della scuola e dell’istruzione, le organizzazioni professionali di categoria. Da soli non si va da nessuna parte. Infatti, i risultati deludenti sono sotto gli occhi di tutti." "Comunque, conclude il responsabile della Camera del Lavoro, speriamo che il nuovo anno porti un minimo di lungimiranza"

BARCELLONA POZZO DI GOTTO, UNA CITTA' IN OMBRA




Siamo alle ultime battute dell'anno che muore e sento il dovere, oltre che il desiderio, di rivolgere un saluto al nostro "Amministratore", che , a mio giudizio, non s'identifica soltanto con il Sindaco, ma con l'intero complesso umano, cui l'elettorato - o chi per esso - ha dato mandato di prendersi cura della nostra Città: Sindaco, Assessori, Consiglieri Comunali tutti, Presidente del Consiglio, Difensore Civico.
Fatta questa necessaria premessa, dico:
"Mio caro esimio Amministratore, se ci sei batti un colpo...
Perchè, vedi, dopo tutto quello che abbiamo visto e tutto ciò che non ci hai fatto vedere, mi sorge il sospetto che tu in effetti non esista.
La tua assenza è talmente macroscopica da indurmi a passare dalla parte del Ministro Brunetta, per sbraitare - assieme a lui - contro il fannullonaggio imperante.
Mi dispiace doverlo dire, nessuno di noi, proprio nessuno avrebbe mai immaginato che la nostra città si sarebbe ridotta in un immondezzaio fumante, neppure quando l'immaginario napoletano sembrava volesse estendersi in Sicilia.
Nè avrebbe mai immaginato che il nostro timore per i possibili guasti del maltempo, già fortemente annunciato in questo blog, potesse essere addirittura superato dagli effetti prodotti dall'inondazione dell'11 dicembre.
E neppure avrebbe creduto che ti saresti, caro Amministratore, continuato ad impigliare nella
trama di telenovele, come quella della mensa scolastica, sempre in vista e mai iniziata, degli appalti su lavori pubblici che da decenni attendono di essere risolti: leggi nuovo teatro Mandanici e scuola materna "Girasole", edifici pubblici ridotti in "purracchito".
Ma nemmeno sarebbe passato per l'anticamera del cervello che, dopo tutta quella manfrina per l'aumento dell'organico dei Vigili Urbani e della turnazione di comandanti giunti dallo Stretto,
si sarebbe persa di vista la presenza dei custodi del traffico nelle nostre caotiche strade.

Un nostro visitatore, proprio in questi giorni, ci ha incitato perchè parlassimo delle spiagge che si corrodono e dell'inefficienza del depuratore. E l'avrei fatto qui volentieri se di tali argomenti, ormai obsoleti, non ci fossimo occupati da decenni.
"Ma - direi a questo punto - anche volendo, con chi parlarne?
Coi sordi o peggio ancora con chi - a nostro modo di vedere - neppure esiste?
Probabilmente pensate che, questo di oggi, all'approssimarsi del consuntivo di fine anno, sia un irrefrenabile sfogo.
No!
E' - a mio modo di pensare - la semplice convinzione che ormai parliamo alle ombre, messe purtroppo da noi medesimi sullo schermo di una città dimenticata.
Un po' come quelle ombre cinesi, che tanto ci facevano divertire quando eravamo bambini.
Solo che le ombre del palazzo non ci fanno ridere affatto, anzi ci rattristano.
Purtroppo.

Francesco Cilona

lunedì 29 dicembre 2008

L'UOMO POLITICO E' UN CALCOLATORE PER ECCELLENZA

FOTO:Niccolò Machiavelli, autore del Principe

La politica cos'è mai, se non un calcolo. Un calcolo - inteso in tutti i sensi e significati possibili - che l'uomo politico sfrutta per rendersi conto se una cosa gli conviene o no. Ed è raro che il calcolo del politico venga utilizzato per l'utilità altrui. A meno che non si tratti di un calcolo di scambio.
Chi intende entrare in politica, o c'è già e vuole rimanerci, calcola anzitutto se il gioco valga la candela, e per questo mette in conto - cioè calcola - se e quanto dovrà spendere in denaro, ma soprattutto cerca di calcolare quanto deve promettere, senza calcolare però quanto non manterrà delle promesse fatte. Questa è l'unica eccezione nell'operazione di calcolo, che vale intanto in quanto conferma la regola.
Fra le altre cose, il bravo aspirante politico, che mira in alto, calcola di andarsene a Roma, anche se qualsiasi dizionario della lingua italiana sostiene che è errato usare il verbo calcolare per significare avere in mente. Ora, ditemi se cè qualche politico che non abbia in mente di andare a Montecitorio o a Palazzo Madama, se non addirittura al Viminale!
Quindi, per l'uomo politico è giusto calcolare di andarsene a Roma. Checchè ne dicano i dizionari. Ci va persino Bossi, che ha sempre calcolato Roma soltanto città ladrona!
Ma può capitare che il calcolo di arrivare a Roma o alla Regione o alla Provincia o, per lo meno, a Palazzo Longano non riesca, allora nel calcolare la propria delusione può capitare che si formi qualche calcolo biliare. E' il peggior calcolo che possa capitare, perchè doloroso e scompensante. Però, se a calcolo fatto il risultato è esatto - leggi ottimale -, avviene che, tornando il conto, l'uomo politico ha tutto il diritto di potere continuare a contare. Ma stavolta il suo contare non sarà più soltanto un calcolare ma un vero e proprio contare, quel contare che dà prestigio, anche quando si tratta di personaggio di cattiva reputazione, che però è sempre uno che conta. Comunque, siccome ha in mente il calcolo, l'uomo politico che conta, a volte è capace di contare qualche tangente, contando ovviamente molto sulla discrezione di chi gliela offre. Ma qui il calcolo si fa sottile, sottobanco, e se non si calcola il rischio di qualche intercettazione,si finisce col dovere contare sulla protezione di qualche legge ad personam. E' il caso in cui i calcoli si devono fare, non servendosi più del pallottoliere, ma dell'aiuto degli avvocati e dei colleghi in Parlamento.

fra' Galdino

NELLA PROVINCIA MENO ABBIENTE D'iTALIA, SI VA IN DISCOTECA IN BRANCO E PURE SI PICCHIA A SANGUE: COME NELLE PROVINCE BENESTANTI

Foto:la discoteca della lite e il primario del reparto di neurochirurgia del Garibaldi


Versa in gravi condizioni, per essere stato picchiato a sangue da un gruppo di giovani, l'operaio Saverio Di Simone, di 25 anni, ricoverato la notte tra sabato e domenica scorsi all'ospedale Garibaldi di Catania per un'emorragia cerebrale.
Data la gravità del caso, i medici della divisione di neurochirurgia l'hanno dovuto sottoporre a coma farmacologico, riservandosi la prognosi.
La dinamica e il movente del brutto episodio, in via d'accertamento da parte dei Carabinieri della locale stazione, vanno cercati in una lite, sorta nei pressi di un locale notturno di Gela (Cl), il "Tanguera", dove poco prima era sorto un diverbio per la reazione di un giovane cui sarebbe stato calpestato un piede mentre si ballava. S'è insinuato anche una ragione diversa ( qualche sguardo in più verso una ragazza) : due motivi futili es enytrambi senza scusante alcuna.
Nonostante la lite fosse stata sedata alle prime battute, dall'intervento del gestore del locale, che per non avere fastid aveva allontanato i litiganti dalla discoteca, costoro, una volta fuori, si sono nuovamente scontrati, allorchè il muratore e tre suoi amici sono saliti in macchina per tornare a casa.
A non farli partire è sopraggiunto il presunto offeso - un giovane di 20 anni - che spalleggiato da un nudrito gruppo di ragazzii, sferrando contro l'auto calci e pugni, ha sfidato gli occupanti a venir fuori per una resa dei conti. Non appena Saverio è sceso dalla vettura, probabilmente convinto di potere discutere, secondo la testimonianza dei suoi amici, è stato aggredito dal "branco" e malmenato fino ad essere lasciato tramortito sul selciato del parcheggio.
Le sue condizioni - come dicevamo - permangono gravi. Lo assistono il padre, insegnante, e la madre, casalinga.
Saverio Di Simone, perito elettronico, lavora come operaio strumentista in uno stabilimento del Nord. Era venuto a casa per le vacanze di Natale.
I Carabinieri hanno già individuato qualcuno degli aggressori, su indicazioni di testimoni.

domenica 28 dicembre 2008

STIAMO ATTENTI AL TERRITORIO SE VOGLIAMO EVITARE ALTRI GUAI

Un sisma della stessa intensità del terremoto che nel 1908 distrusse le città di Reggio Calabria e di Messina e sconquassò gran parte del territorio delle due province sullo Stretto, anche oggi – se malauguratamente dovesse ripetersi – produrrebbe danni materiali gravissimi.

La scoraggiante previsione è uscita dalla bocca del sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, nell’incontro di Messina, commemorativo del centenario della catastrofe del 28 dicembre 1908.

Unica differenza: che non ci sarebbe un'uguale perdita di vite umane, allora disastrosa per carenze di mezzi adeguati e di preparazione, atti a soccorrere sollecitamente gli sventurati terremotati investiti dalle macerie.

Oggi - e qui Bertolaso tira l’acqua al suo mulino – si fruirebbe delle moderne tecnologie e del sistema organizzativo della Protezione Civile. Resterebbe comunque la carenza delle infrastrutture a influire negativamente sulla portata dei danni materiali.

Ma sarebbe proprio e soltanto tale difetto a mantenere alti gli effetti deleteri del terremoto o ci sarebbero altre concause?

Secondo il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è ovvio che esisterebbero altre ragioni, direttamente collegabili alla selvaggia speculazione edilizia e all’erosione del territorio che, anche di recente in seguito alle piogge autunnali, come s’è potuto constatare dalle nostre parti, hanno deternminato gravi situazioni d’emergenza e notevoli danni nelle campagne e nei centri abitati. “Quando noi non rispettiamo la Natura– ha hatto notare Lombardo – ad un certo punto essa reagisce vendicandosi. E a pagare saremo noi”.

Quante volte è stato ripetuto questo ritornello, anche a Barcellona, eppure raramente s’è fatto tesoro di tale ammonizione: e sono stati costruiti edifici , sui fianchi di colline glabre per carenza di alberi, a ridosso di torrenti e saie cementificati, o di spiagge soggette ad erosioni marine. Sono tutti – questi – punti deboli che, creando squilibrio, al primo impatto con la natura “incazzata” portano al cedimento e al dissesto cronico del territorio.

Francesco Cilona

LA CANIZZA CHE FA AUMENTARE L'ERETISMO PSICHICO....


Una volta, all'ingresso della strada che, allora, si chiamava via Manicomio e che adesso è diventata via Madia, c'era una tabella segnaletica con, dentro un cerchio rosso sbarrato, una tromba. Era "il divieto ai rumori" che, in termini speculari, significava "invito categorico al silenzio", perchè in quella via c'era l'allora detto "Manicomio Giudiziario", ora definito "Ospedale Psichiatrico Giudiziario", in ossequio al fatto che, al suo interno, ci sono malati - di mente - da curare.

Adesso quel segnale di divieto sembra superato, e non perchè c'è stato, per l'istituto Vittorio Madia, un passaggio da manicomio ad ospedale, ma perchè praticamente è impossibile imporre il silenzio, in qualsiasi luogo della città.

E poichè il silenzio è ormai diventato un "mito", non bisogna più lamentarsi dell'assordante latrante "cagnara" proveniente da un canile promiscuo sito a ridosso dei padiglioni che ospitano i ricoverati.
D'altronde, chi ci dice che, con il grande progresso fatto dalla Medicina, la canizza non possa essere un efficace metodo di cura? Se non contro la maniacalità, che è ormai fuori stagione, diciamo, ad incremento della nevrastenia?

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La mia foto
barcellona pg, messina, Italy
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