sabato 1 novembre 2008

GIOVANE: DAI DOMICILIARI AI...DOMICILIARI. Intanto la madre si sente male e un carabiniere la salva col massaggio cardiaco


PALERMO (ITALPRESS) - La madre di un pregiudicato, colta da malore, e' stata soccorsa dai carabinieri al tribunale di Palermo. A salvarle la vita e' stato proprio il maresciallo che le aveva arrestato il figlio. E' accaduto nel corso di una udienza. La donna, C.N., di 46 anni, era in attesa che il figlio, Angelo Di Bella, venisse processato per direttissima dopo essere stato arrestato da un maresciallo della Stazione Crispi per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. L'aula era gremita, quando la donna all'improvviso si e' accasciata a terra, seminando il panico tra i presenti. A questo punto il comandante della Stazione Crispi, senza perdersi d'animo e senza esitazioni, e' intervenuto immediatamente praticandole un massaggio cardiaco riuscendo a rianimarla. Ed i presenti e gli stessi familiari della donna gli hanno rivolto un applauso. Sul posto e' poi giunta un'ambulanza del "118", ma la donna si e' rifiutata di essere trasportata in ospedale. L'udienza e' ripresa ed il figlio, Angelo Di Bella, dopo la convalida dell'arresto, su disposizione del giudice, e' finito......agli arresti domiciliari.

venerdì 31 ottobre 2008

RIAPPARE L'INQUIETANTE FIGURA DEL GRAN MAESTRO GELLI



Trick= Ciao Track. lo sai chi ho incontrato oggi?
Track= Non lo so, dimmelo, ché muoio per la curiosità.
TricK= Ho visto Licio Gelli, il venerabilissimo della P2:
Track= Non me lo dire, non ci credo: Che è forse redivivo?
Trick= E' abbastanza vecchio, ma ancora molto lucido e ha una chiacchiera...
TracK = Ma dove l'hai visto, dove l'hai sentito?
Trick= In un canale che si chiama OdeonTV. E ha parlato tanto bene di Berlusconi.
Track= Oh, no! Ma che! Lo vuole rovinare?!?
Trick= Rovinare? E come? Se lui ha detto che il cavaliere è l'unica grande persona capace di fare grandi cose, in Italia.
Track= Ah, sì? E l'ha detto: perché mai è così grande? forse perché è stato suo discepolo?
Trick= No, secondo lui è stato grande sempre, come imprenditore, e ora lo è come statista: figurati che è stato così scaltro che si è appropriato di un piano uscito dalla mente di Gelli e passo passo lo sta applicando in Italia: ecco perchè ha detto che la rivolterà come un calzino.
Track: Ma che vai dicendo, mi pare che tu stia farneticando. Se è come tu dici, allora la riforma Gelmini non è Gelmini ma Gelli?
Trick:= E pechè no? Lo sai quante cose ha detto il Venerabilissimo Gelli?! Il suo piano è una mezza rivoluzione, un rovesciamento di tutta questa marcia situazione della prima repubblica e se tu vai su internet lo puoi anche scovare, e vedrai che tante cose che ha fatto Berlusconi e tante altre che farà rispecchiano quel piano.
Track= Io, amico Trick, sono invece convinto che il gran maestro venerando è telecomandato da quei cagnacci comunisti che vogliono mettere in cattiva luce il nostro governo.
Trick= In verità quello che hai detto tu adesso mi pare d'averlo sentito dalla bocca di un sostenitore del Pdl, l'onorevole Osvaldo Napoli.
Triack= Lo so chi è, è il vicecapogruppo alla camera del partito di Berlusconi. E dimmi, che cosa ha detto: so che lui è uno che peli sulla lingua non ne ha.
Trick= Guarda è scritto qua, in questo giornale. Leggilo tu...
Track= Qua dice:"Il sostegno di Licio Gelli al Governo non è stato da nessuno richiesto. È evidente che un personaggio come il piduista Licio Gelli, screditato quanto basta, sa benissimo che un suo apprezzamento si traduce subito in veleno per lo sfortunato destinatario che lo riceve. Lo strepito che qualcuno sta facendo intorno alle sue parole mi sembra perciò il frutto di assoluta malafede. Anzi - osserva Napoli- mi spinge a chiedermi: ma Gelli per conto di chi parla e di chi lavora? Sicuramente non parla e non lavora per il governo. Le sue parole e la vicenda del suo possibile ritorno in Tv sono circostanze davvero inquietanti sulle quali sarebbe bene che si facesse un pò di luce. Chi gli dà credito lo fa per pescare nel torbido».
Trick= Ma a me Gelli è parso sincero, nel vantare Berlusconi. Figurati che ha detto che se il cav. morrà, dopo Berlusconi non ci sarà più nessuno alla sua altezza. E ha fatto pure le corna dicendo che non augura a nessuno la morte. Figuriamoci se l'augurava a Berlusconi. E poi Il granmaestro ha parlato malissimo della Magistratura - come fa sempre d'altronde Berlusconi- ha detto che è contrario alle manifestazioni studentesche e che gli piacciono il maestro unico e il grembiulino. Proprio come a Berlusconi. Che vuoi di più. Anzi, ora che ricordo, ha fatto un bel ritratto tutto positivo di dell'Utri, che è grande amico del premier.

Due pareri a confronto su quanto intende fare Berlusconi per la scuola con un nuovo decreto in coda a quelllo della Gelmini


Al fine di dimostrare l'obiettività di barcellonablog riportiamo due articoli d'orientamento opposto su un decreto con cui l'attuale governo intende riformare la scuola italiana. (Leggeteli entrambi)

primo articolo


Che ne sarebbe della scuola pubblica se passasse il ddl Aprea ?

Gli studenti saranno ostaggio dell’indottrinamento del familismo territoriale. I docenti, esautorati della libertà d’insegnamento.

di Maria Mantello

Mentre il “Ministero della Istruzione, dell’Università e della Ricerca” sta iniziando a praticare i pesantissimi tagli all’Istruzione statale tutta, come previsto dalla legge n° 1336 dell’agosto 2008, in Parlamento sta tranquillamente viaggiando la proposta del maggio di Valentina Aprea. Ex maestra elementare (diploma magistrale alle scuole cattoliche di Bari), ex direttrice didattica (laurea in Pedagogia al Magistero di Bari). Oggi in forza nella squadra di Berlusconi.

Il disegno di legge dell’on. Aprea porta il n° 953, ed è stato presentato alla Camera dei Deputati il 12 maggio 2008: “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”.

Già nel titolo, sono enucleati i punti cardine di questo progetto, che ha come obbiettivo lo smantellamento della scuola statale, nel particolare “autogoverno delle istituzioni scolastiche” che introduce. Queste, trasformate in Fondazioni private, saranno gestite in nome della “libertà di scelta educativa delle famiglie” da vere e proprie lobby di familismo territoriale, con buona pace della libertà di ricerca e d’insegnamento che è la linfa vitale di ogni processo di formazione in un paese democratico. Il ddl 953, al contrario, pur richiamando costantemente la centralità degli studenti (che novità pedagogica!) li blinda in una concezione di famiglia-clan, dove ai figli si chiede conformismo ‘in nome del padre’. Ostacolando così quel sano processo educativo di emancipazione culturale e sociale, che passa anche attraverso l’irrinunciabile ruolo dello Stato (art. 3 della Costituzione) per rimuovere gli ostacoli (familiari compresi), perché ciascuno si autodetermini, libero di pensare e scegliere con la propria testa. Insomma di realizzare la propria appartenenza nel pluralismo della cittadinanza.

Il ddl. Aprea, al contrario, con la sua visione di autogoverno delle “istituzioni scolastiche” vorrebbe perpetuare la stasi del localismo territoriale, a cui è regalato un potere straordinario di gestione, progettazione e controllo sulle scuole statali:“Gli organi di governo concorrono alla definizione e alla realizzazione degli obiettivi educativi e formativi, attraverso percorsi articolati e flessibili” (art.1.5). Lo Stato, privato del vero compito di istituire scuole pubbliche per ogni ordine e grado (art. 33 Costituzine) diviene semplice sussidiario, anche nell’erogare fondi: “La sussidiarietà diventa la stella polare di questo cambiamento”, recita il ddl. nell’introduzione.

Le nuove scuole saranno governate da un Consiglio di Amministrazione -si legge sempre nell’introduzione- che è “l'organo di gestione della scuola”. Ogni scuola statale, trasformata in “fondazione”, proprio come un’azienda, può “avere partner pubblici e privati che le sostengano, disposti a entrare nell'organo di governo della scuola”. Tutto ovviamente allo scopo di “innalzare gli standard di competenza dei singoli studenti e di qualità complessiva dell'istituzione scolastica”. Peccato che subito dopo si affermi, che “attraverso la trasformazione in fondazioni si vuole anche favorire una maggiore libertà di educazione che poggia sulla natura sociale dell'educazione: un'opera da svolgere entro quella società civile e quegli enti pubblici e privati più vicini ai cittadini, che devono essere riconosciuti a pieno diritto come espressione dell'azione pubblica”. Insomma il governo della squadra Berlusconi vuole giocare la partita dell’insegnamento e dell’apprendimento sul campo dei gruppi di tendenza prevalenti nel quartierino, “i rappresentanti delle realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi”( art.1.2), che potranno finalmente avere una scuola pubblica a loro asservita.

Il democraticissimo e funzionalissimo Consiglio d’Istituto attuale, dove tutte le componenti della scuola sono già rappresentate, sarebbe sostituito così da un verticistico strumento politico-economico di controllo e gestione della scuola, formato da 11 persone, “compreso il dirigente scolastico, che ne è membro di diritto”. Ma in quali rapporti proporzionali i magnifici 11 sarebbero, non è dato sapere. L’assise governativa dovrà comunque avere al proprio interno (art.6.1): “l'ente tenuto per legge alla fornitura dei locali della scuola” (come se il padrone di casa di un affittuario dovesse poi prendere, di diritto, parte alla gestione della famiglia), “esperti in ambito educativo, tecnico o gestionale” (chi sono?, quali titoli hanno?), “una rappresentanza dei docenti”, “dei genitori” e “negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, degli studenti”.

Intanto alle private (paritarie) andranno i danari sottratti a quelle pubbliche. Anzi si legge nella presentazione del ddl 953, è proprio questa la sfida:“resta la sfida di riallocare le risorse finanziarie destinate all'istruzione partendo dalla libertà di scelta delle famiglie”. Vale appena sottolineare che in queste scuole di tendenza, che in Italia sono al momento soprattutto cattoliche, tutto sarà tranquillo, visto che chi comanda è l’ente gestore, di cui già per contratto i docenti sono tenuti ad abbracciare l’ideologia: “Nelle scuole paritarie la responsabilità amministrativa appartiene all'ente gestore” (art.1.7). Punto e basta! Per tutelarli da eventuali associazioni professionali di docenti, non conformi, e presenti sul territorio?

Maestri e prof. delle statali, intanto, dovranno fin che ne avranno le energie, e finché l’art. 33 della Costituzione Repubblicana non verrà cambiato, rivendicare che “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Un principio, nato proprio dallo spirito resistenziale e antifascista, ma che se passerà il ddl Aprea sarà sempre più svuotato anche grazie alla “nuova” redifinizione della funzione docente. E’ inquietante infatti, come questo disegno di legge si preoccupi di sostituire abilmente libertà d’insegnamento con libertà didattica (art.5.1). Ognuno sa -e una pedagoga-pedagogista come la dott. Aprea non può non sapere-, che questa riguarda le strategie d’insegnamento di obbiettivi e contenuti prefissati.

E nel ddl. di cui ci stiamo occupando nostro malgrado, è proprio la libertà d’insegnamento ad essere sottoposta a vincoli, come si legge fin dall’introduzione: “La legge, nel dare attuazione al principio costituzionale della libertà di insegnamento, non può limitarsi alla mera definizione della libertà, ma ha il compito di stabilire regole precise con riferimento ai vari aspetti che incidono su di essa, come, ad esempio, il modo con cui si identificano le attività del docente, l'eventuale tipologia della funzione docente, i rapporti fra il docente e la scuola, i rapporti fra la scuola e gli altri pubblici poteri, le procedure di assunzione, la stabilità del rapporto, i princìpi su eventuali «carriere» eccetera.”; “In tale prospettiva il concetto di «stato giuridico» include, tra l'altro: l'identificazione (in che cosa consiste) e la configurazione (identica o differenziata) della funzione docente; i contenuti e i limiti della libertà di insegnamento”.

Insomma una libertà limitata e ben vigilata! Sottoposta a diversi controllori come abbiamo visto, a molti dei quali, per altro, nessuno chiede titoli culturali e professionali, quelli che i docenti hanno ovviamente, perparlare di scuola, progettare scuola, e fare scuola ogni giorno! E per moltissime ore al giorno.

Eppure saranno i clan del familismo, che magari nei confronti della scuola nutrono i livori per non aver preso bei voti, o per essere stati non sempre promossi… che maggiormente detteranno legge, visto che il docente deve procedere nella “sua funzione educativa… in collaborazione con la famiglia di ciascun allievo, e i relativi risultati educativi costituiscono l'oggetto della specifica responsabilità professionale del docente.” (art. 12.3). Poiché poi, tale “responsabilità” sarà valutata e costituirà anche elemento di progressione di carriera (anche economica):”le procedure per la valutazione e il controllo dell'attività dei docenti rientrano nella esposta nozione di «stato giuridico» e, dunque, nell'ambito riservato al legislatore statale. In tale contesto il Parlamento potrebbe introdurre, andando a colmare un vuoto attualmente esistente nell'ordinamento, forme di valutazione e di responsabilità del docente, che dovrebbero essere improntate alla predeterminazione dei criteri della valutazione medesima (quale, ad esempio, il raggiungimento di obiettivi formativi predefiniti)”portfolio personale del docente”. –introduzione), si capisce bene a quali meccanismi perversi si andrà incontro. Tanto più che si potrà arrivare anche in caso di formulazioni di giudizio negativo sul docente, come il ddl prevede “alla sospensione temporanea della progressione economica automatica per anzianità del docente. Le valutazioni periodiche costituiscono credito professionale documentato utilizzabile ai fini della progressione di carriera e sono riportate nel

Una vera e propria schedatura, dunque. E chi non supera l’esame, magari perché ne rifiuta anche il meccanismo perverso dei continui concorsi che il decreto prevede? Perché ha fatto già durissimi concorsi a cattedra ordinari. Perché ha già anni ed anni d’esperienza, e certamente potrebbe lui insegnare ai novelli “esperti” di nomina ministeriale? E forse saranno proprio i professionisti dell’insegnamento più bravi. Ve lo siete posto questo problema? Voi che intanto, per blindare l’autonomia professionale del docente, nel suo cardine della libertà d’insegnamento contro eventuali vertenze sindacali, prevedete nel ddl Aprea: “Al fine di garantire l'autonomia della professione docente e la libertà di insegnamento, è istituita l'area contrattuale della professione docente come articolazione autonoma del comparto scuola”. Una libertà a trattativa che già è preoccupante, ma come se ciò non bastasse, ecco pronta una altra gabbia di controllo: “le materie riservate alla contrattazione nazionale e integrativa regionale e di istituto sono individuate secondo criteri di essenzialità e di compatibilità con i princìpi fissati dalla presente legge".

Il decreto Gelmini era solo un aperitivo.

La vera rivoluzione della scuola cova in un progetto di legge firmato Valentina Aprea. Che non piacerà affatto ai paladini della mediocrità

di Roberto Persico
Ce n’est qu’un debut. Cioè il bello deve ancora venire. Il contestatissimo decreto Gelmini, infatti, contiene solo alcune misure urgenti, necessarie per far fronte alle distorsioni più gravi del sistema d’istruzione. Ma la vera rivoluzione si aggira silenziosa nei meandri della Camera, sotto le spoglie della proposta di legge 953, recante “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”, proposta dal presidente della commissione Cultura della Camera dei deputati, Valentina Aprea. Scuole trasformate in fondazioni, risorse distribuite secondo il principio “i soldi seguono gli studenti”, carriera per i docenti, albi regionali degli insegnanti e un contratto ad hoc per la categoria: quando la 953 sarà approvata, la scuola italiana non sarà più quella che abbiamo sempre conosciuto. Vediamo perché.
Autonomia degli istituti scolastici. È la madre di tutte le riforme. Basta col papocchio postsessantottino dei Consigli d’istituto, parlamentini scolastici che giocano alla finta democrazia mentre le decisioni che contano rimangono saldamente nelle mani di viale Trastevere: dando piena attuazione al titolo V della Costituzione (riscritto, per chi avesse la memoria corta, dal fu governo D’Alema), le scuole verranno affidate a veri e propri consigli di amministrazione, responsabili in tutto e per tutto della gestione degli istituti e dell’amministrazione dei fondi che lo Stato affiderà loro. Composizione dei Consigli? Una novità inaudita nel monolitismo dello Stato italiano: ciascun Consiglio, di «non più di undici membri», «delibera il regolamento relativo al proprio funzionamento, comprese le modalità di elezione, sostituzione e designazione dei suoi membri». Tradotto: non sarà il ministro a decidere se in tutte le scuole della Repubblica dovranno esserci due o tre insegnanti, due o tre genitori, due o tre bidelli, con le relative infinite di-scussioni che negli anni passati hanno bloccato ogni iniziativa analoga; ma ciascuna scuola valuterà la composizione del proprio Consiglio, che potrà comprendere anche «rappresentanti delle realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi». Come a dire: siete maggiorenni, siete in grado di valutare da soli quale sia l’assetto più funzionale. E magari di cambiarlo, in tempi ragionevoli, senza attendere quelli biblici del Moloch di viale Trastevere. Accanto al Consiglio di amministrazione, il Collegio dei docenti, che si dota da sé di un regolamento che ne determini il funzionamento, e un «nucleo di valutazione dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità complessive del servizio scolastico», composto da «docenti esperti» e anche da «membri esterni». Anche qui la composizione è lasciata alle singole scuole. Chissà se sapranno usare bene tutta questa libertà? E chissà se gli insegnanti troveranno il modo di lamentarsi anche di questa?

Le risorse seguono gli alunni. Tanto più decisiva la riforma degli organi di governo in quanto la legge prevede che le risorse necessarie al funzionamento delle scuole – tutte, da quelle per riparare il tetto a quelle per pagare i docenti – siano conferite tramite le Regioni a ciascun istituto, «sulla base del criterio principale della “quota capitaria”, individuata in base al numero effettivo degli alunni iscritti a ogni istituzione scolastica, tenendo conto del costo medio per alunno, calcolato in relazione al contesto territoriale, alla tipologia dell’istituto, alle caratteristiche qualitative delle proposte formative, all’esigenza di garantire stabilità nel tempo ai servizi di istruzione e di formazione offerti, nonché a criteri di equità e di eccellenza». I protagonisti, cioè, sono gli istituti, lo Stato fa un passo indietro: qui ci sono le risorse, nessuno ha ricette magiche, ciascuno provi la sua ipotesi, sarà la realtà delle cose (la soddisfazione di studenti e famiglie) a indicare quali sono le migliori, e a dirottare automaticamente con la propria scelta le risorse verso le soluzioni più efficaci.

Da istituti a fondazioni. Recita il Pdl (sic) 953: «Ogni istituzione può – a beneficio di tutti quelli che in questi giorni sbraitano che “le università diventeranno fondazioni”, sottolineiamo la parola “può”: ha la possibilità, può decidere, in base a una valutazione delle circostanze che è lasciata a ciascuna realtà – costituirsi in fondazione, con la possibilità di avere partner che ne sostengano l’attività», partecipando anche ai suoi organi di governo. È quel che nei paesi che ci sorpassano nelle classifiche Ocse-Pisa avviene abitualmente, è quel che già oggi le scuole più attente al rapporto col territorio, cioè al futuro vero dei propri studenti, cercano di fare, aggirando i mille bastoni che la normativa attuale mette tra le ruote della collaborazione col mondo reale. I soliti okkupanti abbaieranno che così si svende la scuola ai privati. Studenti, famiglie e insegnanti attenti alla realtà dei fatti sanno bene che il rapporto col mondo imprenditoriale significa miglioramento della qualità dell’offerta formativa.
Docenti in carriera. Non c’è cosa più frustrante, oggi, per un’insegnante, di vedersi trattato allo stesso modo di tutti gli altri, qualunque sia il proprio impegno. Dovunque – negli altri settori e nelle scuole di altri paesi – chi lavora bene viene premiato. Solo nella scuola italiana questo non avviene. In omaggio a un dogma sovietico, gli insegnanti sono tutti uguali. Con la nuova legge la professione docente è articolata in tre livelli (docente iniziale, docente ordinario e docente esperto) a cui corrisponde un distinto riconoscimento giuridico ed economico della professionalità maturata. La formazione degli insegnanti avviene nei corsi di laurea magistrale e nei corsi accademici di secondo livello, con la previsione di un periodo di tirocinio e la creazione di un albo regionale da cui attingere. Sono previste valutazioni periodiche dei docenti, in base all’efficacia dell’azione didattica. Che non è certo facile da valutare, ma se altri paesi ci riescono, noi siamo forse più stupidi?

Un contratto ad hoc. Dulcis in fundo, viene istituita un’area contrattuale della professione docente. Vale a dire: il contratto degli insegnanti sarà scorporato da quello di segretari e bidelli, mestieri indispensabili ma di natura differente. E scompariranno le attuali rappresentanze sindacali d’istituto (le famigerate Rsu) in cui sono sovente appunto degnissimi bidelli a decidere come vanno ripartite anche fra gli insegnanti le (poche) risorse aggiuntive. Forse anche l’Italia diventerà un paese moderno.

finis

Nella foto: Valentina Aprea e Mariastella Gelmini

SI TRASCINA ANCORA A LUNGO LA TELENOVELLA DELLA MENSA SCOLASTICA

Foto: Salvatore Chiofalo^^^ Alcune operatrici in attesa di lavoro



Siamo giunti alla fine d'ottobre e, dopo diciassette mesi dalla pubblicazione del bando comunale per l'appalto relativo alla refezione nelle scuole , ancora resta in alto mare la possibilità di avviare l'importante servizio, necessario per consentire il tempo prolungato, senza che avvenga l'interruzione meridiana .
Ed è un guaio, ancheperchè il rientro pomeridiano in classe è diventato precario, in quanto non sempre tutti gli alunni, che a mezzogiorno vanno a casa per il pranzo, nel pomeroiiggio tornano a scuola.
Il ricorso al Tar di una ditta partecipante alla gara e un controricorso opposto dal Comune, hanno allungato per l'ennesima volta i tempi di una gara che pare essere nata sotto una cattiva stella, nonostante ci siano in bilancio stanziati i soldi (un milione e duecentomila euro) necessari per la gestione della mensa scolastica.
E' una storia che ormai si ripete tutti gli anni e che non solo avvilisce le famiglie degli scolari che non possono fruire dell'attività scolastica completa, ma anche e soprattutto le numerose lavoratrici precarie che, in tempi come quello attuale, patiscono fin troppo lo stato di disagio.
La difficile situazione, che coinvolge alunni, famiglie e operatrici disoccupate, viene ormai da mesi gestita dalla Cgil, il cui dirigente, Salvatore Chiofalo, ha già presieduto un paio d'incontri, tenuti alla Camera del Lavoro, dove le maestranze in attesa d'essere impiegate nell'importante servizio scolastico hanno dovuto rendersi conto che la matassa continua ad essere ingarbugliata. Nell'ultimo incontro avvenuto mercoledì, le parti interessate hanno concordato di proporre al sindaco di affidare, nelle more derminate dall'iter dei ricorsi, il servizio in trattativa privata. Intanto il sindacato intende svolgere un'azione per il coinvolgimento attivo delle famiglie degli alunni, perchè solidalmente facciano anche loro pressione per una sollecita soluzione del problema.

giovedì 30 ottobre 2008

MARONI ANNUNCIA TEMPI DURI PER GLI STUDENTI OCCUPANTI


Chi occupa abusivamente le scuole impedendo ad altri di studiare sarà denunciato. Il governo sceglie la linea dura contro le mobilitazioni anti-Gelmini. Dopo giorni di cortei, proteste, scontri e occupazioni contro il decreto, è Roberto Maroni ad annunciare la linea dura, attirandosi le critiche dell'opposizione e degli studenti.
Gli studenti, però, hanno sempre saputo che le scuole non si possono occupare abusivamente, tanto che da decenni ormai, in occasione di manifestazioni di protesta, si sono sempre e soltanto impegnati in azioni di presidio della scuola.
E presidiare la scuola, ancora, fino a prova contraria, non costituisce reato. "D'altronde - dicono gli studenti - noi non abbiamo nessuna intenzione di costringere a non farlo chi vuole studiare. Caso mai è il ministro Gelmini che sta facendo di tutto per ostacolare la nostra voglia di studiare in maniera serena e producente".

Grande afflusso a Roma per lo sciopero generale della scuola




L'atteso sciopero generale della scuola, organizzato da Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Snals, ha portato in piazza a Roma centinaia di migliaia di manifestanti, con cortei spontanei e organizzati che hanno confluito in piazza del Popolo, dove i segretari confederali hanno tenuto vibranti comizi
A piazza del Popolo decine di migliaia di manifestanti hanno intonato l'Inno di Mameli prima dell'intervento previsto dei leader sindacali. Alla fine dell'Inno dalla piazza un lungo applauso Molti gli.alunni delle elementari e tanti genitori, i più preoccupati. «perché con i tagli del personale non sapranno dove mandare i loroi figli».
Tanti anche gli striscioni di varie città, a testimoniare la presenza di gruppi di manifestanti provenienti da tutta Italia. Dalle balconate sopra la piazza è stato esposto lo striscione: «Lascuola? Presente, Gelmini incompetente».

Di nuovo in piazza anche gli studenti, dopo gli incidenti di ieri a Piazza Navona, compresi gli universitari che sin dall'inizio hanno solidarizzato con la protesta della scuola. Si contesta il decreto Gelmini, approvato ieri in via definitiva al Senato, che ripristina il maestro unico alle elementari, con il rischio di mettere in discussione la «tenuta» del tempo pieno, ma non solo. Nel mirino ci sono i tagli dei posti di lavoro e degli orari di lezione, il dimensionamento della rete scolastica (con l'accorpamento di istituti con pochi alunni), la mancanza di investimenti nel settore.

Ancora grande movimento in tutte le città a favore della scuola



E' sperabile che quanto è successo ieri a piazza Navona, nella capitale, non si ripeta più, nè a Roma, nè in nessun altro posto d'Italia.

Doveva essere una protesta forte, civile e soprattutto senza colori politici, ed invece è stato un vero e proprio scontro fra fazioni di sinistra e di destra . Dopo l'approvazione definitiva al Senato del decreto legge sulla scuola, fuori palazzo Madama e soprattutto a piazza Navona, la rabbia degli studenti e' degenerata in atti di violenza, sedati dalla polizia che ha anche fermato una ventina di ragazzi.
L'avvenimento è stato ricostruito secondo ottiche diverse. Mentre le testimonianze della destra parlano di provocazioni provenienti dalla sinistra, quelle dell'altra parte ricostruiscono così i fatti:"Mentre il decreto Gelmini veniva approvato in Senato, una cinquantina di aderenti al Blocco Studentesco, formazione politica di estrema destra esplicitamente fascista, ha aggredito un gruppo di studenti medi che stava manifestando contro l'approvazione del decreto".

E' quanto sostengono gli studenti in mobilitazione presso l'universita' La Sapienza, i quali, appreso dell'aggressione, per garantire l'incolumità dei manifestanti, sono accorsi in piazza Navona dove si sono scontrati con una cinquantina di militanti di destra che, armati di mazze tricolori, hanno nuovamente aggredito il corteo degli studenti, che si sono difesi, respingendoli.
"Da diversi giorni - sostengono gli studendi de La Sapienza - taluni mass media cercano di alimentare il ritornello degli opposti estremismi, dando visibilità 'a quelli che sono veri e propri tentativi di infiltrazione da parte di formazioni neofasciste completamente estranee al movimento del mondo della formazione''. Forse lo stesso governo, ora in evidente difficolta' di fronte a un'onda che continua a crescere, secondo i loro sospetti, avrebbe "deciso di seguire i consigli forniti in un'intervista dall'ex Presidente Cossiga''."
"Ecco perche' - concludono gli studenti de La Sapienza, - ribadiamo con forza che il movimento che in queste settimane sta travolgendo il Paese non accetta alcun tipo di strumentalizzazione, men che meno da formazioni di stampo squadrista e razzista, che nulla hanno a che fare con la composizione degli studenti in mobilitazione''.
Roma non e' stata l'unica citta' protagonista di manifestazioni e di tensione fra manifestanti e forze dell'ordine. A Milano, si sono registrati tafferugli tra studenti e polizia in seguito ad un fitto lancio di uova marce, petardi e arance all'indirizzo delle forze dell'ordine, durante un corteo all'altezza dell'incrocio tra via Brera e via Verdi.
Gli agenti hanno pero' risposto a colpi di manganello ad un tentativo di forzare il blocco organizzato dalla polizia all'altezza dell'incrocio tra piazza Meda e via San Paolo.

Sondaggi, il premier corre ai ripari


"Sarà la Carfagna il volto del governo"


"Ci ridarà smalto". Il ministro perplessa sull'incarico


Probabilmente la ministra potrebbe dare smalto alle unghie, per graffiare meglio.

Visti i tempi che corrono ....

mercoledì 29 ottobre 2008

FINALMENTE UN DECRETO CON LA TESTA SULLE SPALLE

Il capo del governo ha annunciato che, dopodomani, farà approvare dal consiglio dei ministri un provvedimento che istituisce il reato penale per gli imbrattatori dei muri.

Il problema c’è ed è diventato grave per la frequenza con cui vengono deturpati indiscriminatamente edifici pubblici e privati, monumenti, chiese, mezzi di trasporto, parchi pubblici.

Tanto che il decreto annunciato da Berlusconi è stato già preceduto dalla presentazione in parlamento di ben sette proposte di legge, tutte intese a modificare l’articolo 639 del codice penale, ritenuto ormai sorpassato per le sanzioni che contiene, troppo lievi rispetto alla portata del danno provocato da writers e graffitari.

Le nuove misure potrebbero prevedere il carcere fino a due anni e multe salatissime sull’ordine di migliaia di euro, oltre all’obbligo di ripulire a proprie spese i posti deturpati.

PALERMO: DONNA INCINTA MINACCIA DI DARSI FUOCO PERCHE' SENZA CASA

PALERMO (ITALPRESS) - Una casalinga, di 31 anni, al secondo mese di gravidanza, ha minacciato di darsi fuoco dopo essersi cosparsa il corpo di benzina e di lanciarsi da una finestra del 9° piano di un edificio. E' accaduto questa mattina, poco prima delle 10, in via Fattori, a Palermo, dove ha sede l'Ufficio settori interventi abitativi. La giovane donna si era presentata presso l'ufficio comunale per chiedere l'assegnazione di un alloggio popolare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Resuttana Colli, avvisati dagli impiegati presenti. I militari sono riusciti a far desistere la donna dall'insano gesto, strappandole dalle mani un accendino.

QUANTO MENEFREGHISMO! MA QUANTO!



Oggi, ho assistito ad un'insolita scena: due baldi "operatori ecologici" - facevano gli spazzini. Ramazza in mano stavano scopando lungo la via Matteotti.
Forse il loro lavoro, su quella strada, stava cominciando in quel momento, perchè stavano ramazzando proprio sotto il palazzo del primo cittadino, che appunto è all'inizio della via Matteotti.
Quella scena, che m'ha fatto ricordare quando ancora lungo le nostre strade gli spazzini e le loro carriole sembravano un'istituzione intramontabile - come il postino e l'ambulante di frutta e verdura -, m' è sembrata talmente simbolica che l'avrei voluta immortalare con una bella foto. Purtroppo, in quel momento, ero sprovvisto persino del "telefotino" e sono rimasto fregato.
Ma poi ho pensato: fregato di che?
Di non avere ripreso un fatto eccezionale, occasionalmente notato sotto la casa del sindaco?
Non me ne frega niente, anche perchè sono sicuro che la coincidenza è stata semplicemente casuale.
"Non me ne frega niente", in verità, è una espressione che mi piace poco, anche perchè mi pare che, da un po' di tempo a questa parte, sia diventata l'emblema del cavaliere e dei suoi più stretti collaboratori.
Non è proprio Lui che "se ne frega" della eventuale disponibilità dell'opposizione, perchè tanto gli basta il consenso (72% di share) degli Italiani? E persino Brunetta lo imita con un sonoro " Me ne frego", di fronte alla resistenza della Cgil per la modesta proposta d'aumento salariale ai dipendenti pubblici.
D'altronde, anche le compagnie petrolifere "se ne fregano" di diminuire i prezzi dei carburanti, man mano che diminuisce il costo del "barile"; e persino le stesse attuali minoranze se ne fregano di compattarsi per una solidale opposizione ad un governo che se ne frega di quasi la metà degli Italiani. Se non addirittura di tutti, visto che se ne frega anche delle manifestazioni scolastiche e promette che "tirerà diritto" ed ha tirato diritto verso l'approvazione d'un decreto demolitore, e sene frega persino dei propri alleati nella vexata questio della legge elettorale.per le "europee". C'è tanto menefreghismo, insomma, ed è così contagioso che anch'io - che credevo d'esserne immunizzato - mi son fatto fregare.
Me ne frego, me ne frego: qui lo dico e qui lo nego
: ma questo è un altro argomento, che potrebbe farmi venire l'orticaria. Tanto è caro al cavaliere!

martedì 28 ottobre 2008

Scuola, 30 ottobre 2008: sciopero e manifestazione a Roma .. Gli emeriti consigli del presidente Cossiga




Mentre si prepara la manifestazione che giovedì prossimo si terrà a Roma, in concomitanza con lo sciopero generale unitario della scuola, studenti, insegnanti, genitori continuano a tenere alta la tensione contro la riforma Gelmini, la cui approvazione è ormai alle porte. Quello che, in questo mese di ottobre, hanno fatto finora i giovani per difendere la scuola dall'assalto demolitore del duo Tremonti-Gelmini, è ormai a conoscenza di tutti. Gli studenti, pur senza interrompere l'andamento delle lezioni nelle sedi universitarie e in quelle della scuola dell'obbligo, si sono espressi compatti e continuano a farlo nel rifiuto di un decreto che, con tempestività intollerabile, è in procinto di tagliare finanziamenti, posti e attività indispensabili alla scuola pubblica, con l'evidente intento di declassarla. Nonostante la masiccia reazione, tuttavia, il governo non ha inteso finora ascoltare le ragioni della protesta e ha continuato imperterrito a mantenere la propria posizione: in maniera così tracotante da consentire al suo leader di minacciare l'invio della polizia nelle scuole.
Se alle minacce non sono seguiti i fatti, ciò non esclude che si possa architettare qualche escamotage per bloccare ulteriori possibili sviluppi della protesta studentesca.

Intanto si ha notizia di un intervento della magistratura nei confronti di studenti che hanno occupato una scuola romana. La legge lo consente, visto che è propibita l'occupazione di luogo pubblico, come lo è pure l'interruzione dello svolgimento dell'attività scolastica. Si tratta di codice penale e, per questo, i giovani devono stare attenti a ciò che fanno. Ma quello che però maggiormente preoccupa, non è la legge, ma il balenare di certi suggerimenti che portano alla mente certe immagini truculente registrate durante il Gi8 di Genova. Il riferimento è alle sconcertanti dichiarazioni dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, rilasciate in un'intervista al quotidiano "Il Giorno", in risposta alla domanda :"Cosa suggerirebbe a Maroni di fare per controbattere le manifestazioni studentesche?". "Maroni - suggerisce Cossiga - dovrebbe fare quello che ho fatto io quand'ero ministro del'interno". E cioè? "Lasciarli fare . Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città". Dopo di chè? "Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri". Nel senso che? "Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbbero in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano". Anche i docenti? "Soprattutto i docenti!". Evviva all'ex ministro dell'interno della prima repubblica! Quasi quasi fa sorgere il sospetto che questa sua tecnica sia stata alla base dei fatti di Genova. E che lui, adesso, possa trovare l'occasione per reclamarne la paternità.

lunedì 27 ottobre 2008

SPERIAMO CHE TUTTO VADA BENE, SIGNORA LA MARCHESA .......,.... ma li vogliamo pulire questi tombini?


Oggi è stata registrata, nella nostra zona, una scossa tellurica di discreta intensità; nessun panico, nessun allarme, in genere, è seguito all'evento. Ormai noi terroni ci abbiamo fatto un po' il callo, anche perchè, di scosse, ne abbiamo avvertite altre più consistenti.
Siamo quasi a novembre e sembra ancora estate, l'autunno ritarda e la siccità continua a creare problemi, soprattutto nel settore del rifornimento idrico. Molti rubinetti restano asciutti in diverse zione della città per parecchie ore del giorno. Ed anche questo disagio viene sopportato con grande pazienza.
Le strade sono sporche, la raccolta dei rifiuti urbani rimane ancora allo stato promisquo, i cani randagi scorazzano per le vie cittadine, spesso sporcandole al pari di altri padronali, ed anche in ciò sembra che ci abbiamo fatto il callo.
Qualcuno sbraita, chi dovrebbe ascoltare non lo ascolta e la città continua a rimanere assente, inerte, indifferente.
Ma se per caso - diciamolo per ipotesi, facendo però le corna - se per caso dovesse scatenarsi un temporale, uno di quei temporali memorabili che più di una volta - anche se in maniera distanziata - hanno imperversato nel passato, trasformando le strade in torrenti e, più di una volta, facendo tracimare i torrenti veri; se per caso accadesse quello che giorni fa è avvenuto in Sardegna, se le coperture del Longano e dell'Idria dovessero tremare sotto la pioggia e non dovessero reggere i tombini della rete fognante, che finora nessuno ha visto ripulire così come s'era soliti fare una volta, se per caso uno solo di questi eventi dovesse succedere - e facciamo tutti gli spergiuri possibili perché ciò non accada - chi di noi sarebbe tanto insensibile da pensare che anche qui ci abbiamo fatto il callo?
Per bacco, come mai ho spiattellato tutti questi insani timori? Per farmi tacciare di Cassandra? Forse, anzi senza forse, sarebbe stato meglio se avessi fatto l'indifferente!
Alla baccialunisa.

Fra' Galdino

RESTA CUMME', CANTA LA CIMINIERA

PER ZOOM, CLICK SULLA FOTO ^


Non è un uccello antidiluviano che sta sorvolando la piana del Mela, ma la solita nuvola che , pur mutando di forma e di grandezza, continua a sostare sopra i pennacchi delle fumanti ciminiere . E' sempre là, inamovibile e irremovibile. Neppure la forte scossa di terremoto (4 scala Richter), avvertita alle ore 11,55 di stamani, è riuscita ad allontanarla.

"ISOLA TOBIA" PROMETTE BENE: e annuncia l'uscita di "Old George Magazine"

FOTO: Gli atleti di Isola Tobia 1
Old George Magazine, è il titolo di un foglietto che l'A.c.s.d. "Isola Tobia" ha distribuito, l'altra sera, durante una riunione presso l'auditorium della Vecchia Stazione, con il proposito di annunciare un "giornalino" pronto a diventare settimanale. Non sappiamo se l'ebdomadario lanciato avrà la stessa tiratura e uguale veste tipografica del "supplemento" diffuso, ma è probabile che sia più consistente. Cosa che ci auguriamo, visto che l'iniziativa parte da un gruppo di giovani preparati e volenterosi. Ciò si evince, tra l'altro, dalla stessa natura di "Isola Tobia" che - come sostengono i fondatori - è un'associazione culturale sportiva nata "dalla volontà di alcuni ragazzi di fare (e far fare) sport nella nostra città.
Praticare sport per divertirsi e crescere, sia mentalmente che fisicamente, nel migliore dei modi, riportando alla luce i valori dello sport, quali la lealtà, il controllo di sè e il rispetto degli avversari". I propositi, come si vede, sono ammirevoli.
L'associazione, inoltre, intende essere attiva anche fuori dall'ambito sportivo, mediante l' organizzazione di serate con musica live, rappresentazioni teatrali, partecipazioni a manifestazioni comunali, ecc.
Auguri agli organizzatori di una iniziativa così promettente e alle squadre di calcio a cinque che, sotto l'egida di "Isola Tobia", militano nelle serie C2 e D.

FEDERALISMO:GIUDICE(PDL)"CALDEROLI SI FACCIA PRESENTARE MICCICHE'"




PALERMO (ITALPRESS) - "Calderoli farebbe bene a farsi presentare Gianfranco Micciche'". Lo sostiene l'onorevole siciliano Gaspare Giudice (Pdl), componente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati. "E dopo le presentazioni di rito - aggiunge - non guasterebbe incontrare, anche, i parlamentari del Mezzogiorno, e della Sicilia in particolare, perche' solo attraverso un progetto largamente condiviso, il ddl sul federalismo fiscale potra' avere un percorso parlamentare tranquillo". (ITALPRESS). 26-Ott-08 20:45

domenica 26 ottobre 2008

INAUGURATO IL TERZO ANNO ACCADEMICO DELL'UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA'



Stasera, la sala conferenze dell’Oasi di Barcellona era stracolma. L’Università della Terza Età, che nella città del Longano è stata istituita, per iniziativa del Comune, tre anni fa, inaugurava l’anno accademico 2008-2009 ed era logico che, dato l’alto numero d’iscritti, l’importante appuntamento facesse registrare un pienone. Le relazioni di circostanza, avviate dall’intervento del rettore Ciano Santanocita, sono state intervallate da esecuzioni musicali del duo Arena (violino) Munafò (pianoforte).
L’Università della Terza Età intende “favorire una migliore integrazione tra formazione cu
lturale e condizione esistenziale e persegue il fine della solidarietà civile, culturale e sociale senza alcun indirizzo di carattere politico e religioso”.
Questo tipo d
i “Università”, come già nei due precedenti anni di attività, non organizza corsi di laurea, né rilascia titoli aventi valore legale , ma costituisce strumento, offerto a tutti, di educazione permanente alla vita; è una struttura che eroga servizi culturali e si rivolge in via prioritaria ai “meno giovani” ai quali si propone di fornire i supporti per una costante aggregazione e integrazione nella moderna società; si rivolge anche a persone “più giovani” che desiderino approfondire il proprio bagaglio culturale e nel contempo mantenere ed accrescere i rapporti sociali e culturali con i più anziani.

FEDERALISMO PADANO: UN ALTRO ISMO RISCHIOSO PER LA SICILIA





Tutto ciò che finisce con "ismo", dovrebbe essere bandito: fascismo, nazismo, comunismo, consumismo, globalismo e chi più ne ha più ne metta. Erano tutti da bandirsi, non si è riusciti a farlo subito ed è successo quel ch'è successo: una specie di finimondo. Ma anche quegli "ismi" son finiti. Adesso resta - almeno ancora sulla carta - qualche altro "ISMO" che intende resistere ed affermarsi, sicuramente per arrecare nuovi danni.
C''è intanto il federalismo, quello - per intenderci - voluto dalla Lega Nord.
E, a quanto pare, non si riesce ancora a prenderne le misure, anche se i numeri per poterlo fare ci sarebbero.
Tante volte un certo Calderoli - che sotto la scorta di Bossi ha cercato di coinvolgere in un progetto federalista made in padania persino la Sicilia, allettando il suo governatore con promesse di fantomatici vantaggi - è sembrato sul punto di riuscire a replicare una pastetta, (federalismo), pari per portata soltanto alla sua porcata di legge elettorale.
Fortunatamente però, praticamente, ancora non c'è riuscito, e probabilmente non ci riuscirà, visto che gli stessi interlocutori politici, cui aveva cercato di lavare il cervello, hanno cominciato a svincolarsi e a non fidarsi degli imbonitori del Nord.
Significativo è, in tal senso, il reentré del presidente della Regione siciliana, che sembrava stesse abboccando alle promesse dell'illusionista padano, e che ora trova una scialuppa di salvataggio nell'improvvisa presa di posizione di un alleato - il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianfranco Miccichè - il quale dice chiaro e tondo: "Questo federalismo non mi piace. Non mi fido del Federalismo fatto dalla Lega"
L'inatteso attacco di Miccichè è un colpo per la maggioranza di Governo.
Ma Calderoli reagisce fingendo d'ignorare l'improvviso interlocutore:: «Miccichè chi? Non lo conosco. Per me in Forza Italia i punti di riferimento sono Berlusconi, Schifani, Prestigiacomo, Alfano. Non posso commentare le dichiarazioni di chi non conosco». Il ministro per la Semplificazione normativa aggiunge:: «Ho già sentito il presidente Lombardo, che per me è il riferimento dell’Mpa, parlare del federalismo in termini completamente diversi».
Ma Lombardo ora sembra d'avviso diverso e precisa :" Il federalismo così non va, reagiremo". E aggiunge:«Ormai bisogna capire che i contrasti politici non si basano più su divergenze tra Sinistra e Destra: il confronto è tra Nord e Sud».
«Se questo federalismo - avverte in fine Lombardo - dovesse andare avanti così, a via di scandali e di rivendicazioni inesistenti, come quelle di presidenti di regione e sindaco del nord sostenuti da un sistema economico e di informazione volgarmente parziale, saremo costretti a reagire». Il leader del Mpa si dice però «certo che il presidente Berlusconi saprà essere buon arbitro della maggioranza, che è fatta di forze politiche della Lombardia e della Sicilia»..

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