sabato 25 ottobre 2008

GRANDE MANIFESTAZIONE AL CIRCO MASSIMO

Si è svolta in un'atmosfera di assoluta correttezza e d'entusiasmo la partecipazione di oltre due milioni di manifestanti, radunatisi nell'immensa piazza del Circo Massimo, di Roma.
Walter Veltroni con un discorso- fiume , tutto a braccio , ha attaccato l'operato del centro-destra, con una critica serrata nei confronti del leader del Pdl, accusando Governo e primo ministro dell' incapacità di gestire un paese importante qual è l'Italia.
L'affondo è stato frontale ed insistente. Veltroni, descrivendo lo stato di precaroetà in cui vivono gran parte degli Italiani, ha rinfacciato a Berlusconi di non avere mantenuto le promessa di abbassare le tasse e se ha tolto l'Ici, ciò è stato a vantaggio di chi possiede e a danno dei meno abbienti. Per contrappasso ha presentato una finanziaria che ha comportato tagli gravissimi, in grado solo di danneggiare le istituzioni più importanti ed essenziali: sanità, scuole, università, forze dell'ordine.
Parlando della riforma della scuola, il segretario del PD ha asserito "che non si può fare un'operazione come quella denominata Gelmini che va tutta contro studenti , professori, genitori". Ugualmente distorto è - a giudizio di Veltroni - il comportamento della destra di fronte al fenomeno dell'immigrazione, "perché - ha detto -l'Italia non sarà mai un paese razzista". Non è mancato il riferimento alla gestione dell'attuale crisi economica, che non può assolutamente essere affrontata accarezzando l'idea del patto tra i produttori e toigliendo ai poveri per dare ai ricchi.
Ed ancora la pubblica amministrazione che "va riformata senza criminalizzare i dipendenti". Toccando il tasto dolente della riforma Gelmini, contro la quale è in atto una mobilitazione di studenti e professori, Veltroni ha invitato il governo a ritirare o sospendere il decreto attualmente in discussione in Parlamento, per dar luogo ad un confronto con tutti i soggetti interessati: giovani studenti, famiglie, docenti. Tanti gli applausi, soprattutto quando ha parlato delle gravi contraddizioni in cui l'attuale governo si dibatte, vere tossine che la destra sta inoculando nella società italiana, con l'incapacità di affrontare la grave crisi che attanaglia la nazione.



PRESA PER IL "VERSO" GIUSTO...

Foto scattata il 25.10.2008 alle ore 12,59....click here-^

Nuvola, nuvola strana

Cosa fai su quella piana?

Messa lì da mane a sera

Su quell’aria triste e nera?”

Sono stabile , sono bianca

Di fermarmi sono stanca

Ma mi blocca l’aria nera

D’una lunga ciminiera”

Or mi spiego perché mai

In quell’area ci son guai.

Pure il prete ce l’ha detto

Che quel posto è maledetto

Troppo smog, troppi torti

A decine vedo i morti

Dei parenti sento il pianto

Provocato dall’amianto.”

fra' Galdino

venerdì 24 ottobre 2008

NASCE IL "MOVIMENTO UNITARIO BARCELLONESE"


"Il disagio giovanile", che stasera doveva essere il tema centrale dell'incontro organizzato dal nuovo "Movimento Unitario Barcellonese", quasi senza volerlo ha dovuto lasciare il posto all'argomento, anch'esso scottante, della scuola, l'istituzione pubblica che, con il pretesto di una inqualificata riforma, si sta cercando di demolire con l'inverosimile bacchettata di un decreto ministeriale, frutto di una politica strozzina, intesa a recuperare denaro a spese dell'istruzione e dell'educazione .
Ed era logico che, in questo frangente, che molte città stanno vivendo mosse da un improvviso risveglio che chiama a raccolta operatori e fruitori del più importante istituto - destinato da una politica miope ad essere spogliato della propria funzione prestigiosa - il discorso dei giovani relatori, partendo dalla constatazione di un disagio generale della loro età, si incentrasse sugli avvenimenti che attualmente stanno coinvolgendo la scuola, dalle elementari all'università.
Il Movimento Unitario Barcellonese, nato per iniziativa di un gruppo di ragazzi che ancora credono nella possibilità di coagulare, risvegliando l'interesse verso il bene comune, le forze giovanili, suppongo che sia stato stimolato dalla necessità di liberare la nostra città della patina d'indifferenza, che la rende apatica anche di fronte ad eventi così gravi ed importanti, quali quelli che stanno coinvolgendo la scuola, e con essa coloro che direttamente o indirettamente sarebbero colpiti da una sua dequalificazione.
Questo nucleo che si autodefinisce unitario ha per finalità, quindi, il coinvolgimento e la sensibilizzazione di altri giovani: un compito importante , ma anche arduo, considerato che, a fronte delle massicce manifestazioini già registrate nelle grandi città, purtroppo nei centri di provincia - il nostro compreso - la parte interessata stenta ad organizzarsi e a muoversi a difesa dei propri diritti.
L'incontro, organizzato dal Movimento Unitario Barcellonese, svoltosi nell'auditorio del vecchio scalo ferroviario, è stato supportato da diversi interventi del pubblico.

giovedì 23 ottobre 2008

STAVOLTA T'HO RIPRESO CON UN'ALTRA MACCHINETTA



Ore 14,15 di giovedì 23 ottobre 2008
Dopo una mezza giornata di cielo velato, finalmente si diradano le velature e là, al solito posto, chi si rivede?
Lei, la solita, ormai affezionata nuvoletta, che qualcuno ha insultato dicendo che è una montatura...fotografica.

I GIOVANI? SONO I GIOIELLI DI FAMIGLIA E NON SI POSSONO LASCIARE ACCANTONATI PRESSO IL MONTE DI PIETA'


Ieri, mentre scrivevo quel mio "pezzo" sulla città senza più colore, nell'aprire il discorso su un particolare comportamento adolescenziale - lo sfogo sui muri con l'ausilio di bombolette e pennarelli - ho cercato di riflettere sul perchè di questo diffuso fenomeno, che ovviamente non serve - come ho paradossalmente scritto - a colorare la pallida città, ma soltanto ad imbrattarla.
Ed ho creduto di poterlo spiegare, pensando che si tratti del modo più semplice che certi ragazzini trovano per "spendere" la propria carica giovanile (ormonale?).
Non sono medico, nè psicologo, ma credo tuttavia d' avere accumulato tanta esperienza accanto ai giovani - da coetaneo prima, da maestro e genitore poi, da nonno adesso - che un briciolo di cognizione dovrei averlo. Tanto da potere asserire che, se i ragazzi non sono come vorremmo che fossero, è perchè: 1) non riusciamo ad adeguarci mentalmente e spiritualmente ai parametri delle loro esigenze; 2) perchè la scuola, la Chiesa, la famiglia non posseggono le strutture e gli strumenti idonei alle attuali esigenze; 3) perchè la politica, per privilegiare il vecchiume gattopardesco, trascura se non addirittura contrasta le forze emergenti.
E quest'ultimo particolare non è semplicemte proprio di questi tempi, ma è di lunga antica tradizione.
Stamani, da qualcuno che alla radio commentava negativamente la minaccia del cavaliere senza cavallo, di usare la forza, qualora vengano occupate le scuole, ho sentito fare questa semplice domanda: "Ma non sa quel signore che i giovani sono i gioielli di famiglia?", e m'è parsa la definizione più vera e più giusta che si possa esprimere, soprattutto in questo momento così speciale in cui la gioventù comincia a reclamare i propri sacrosanti diritti.
E non solo adesso. Ma sempre.
E' davvero strano dovere constatare come un uomo che di "preziosi" dovrebbe intendersene, sia così sprovveduto da volere dare in pasto - come si suol dire -"le perle ai porci".

Post scriptum: Dopo avere scritto questo pezzo, mi sono accorto di un commento rilasciato da certo frate sole al precedente post, in cui - ironicamente- ho scritto della funzione "coloristica" di certi deturpanti scritti sui muri di chiese, scuole ,ecc.
Tale commento praticamente censura ciò che lo stesso suo autore sostiene e che io, sarcasticamente, avevo asserito in maniera più sottile e per questo più pungente, almeno a giudizio di chi sa capire l'ironia.Ovviamente senza arrivare al punto di definire barbari o untori gli imbrattamuri. Comunque, io, il mio pensiero, casualmente, l'ho chiarito sopra, in questo post. Chi vuole criticarlo è libero di farlo, e sono convinto che si tratterà di critica intelligente...

mercoledì 22 ottobre 2008

LA CITTA' PALLIDA DI CUI NON FACCIO IL NOME....





C'è una città di cui non faccio il nome: una città incolore, dove ogni iniziativa - quando c'è ed è raro - sembra inghiottita dall'indifferenza , dove persino i grossi poblemi che l'attanagliano perdono ogni risalto, quando non vengono addirittura nascosti sotto il tappeto dell'ipocrisia. Si potrebbe dire che, per quanto concerne l'interesse pubblico, se non prevale l'egoismo privato a smussarlo, contribuisca a stornarlo la cialtroneria. E' questo il quadro di una città ormai deperita, ed in certi momenti anche depredata, di quel poco di valido che era stato lasciato dalle passate generazioni, ormai lontane e dimenticate, come i cari morti che, per essere liiberati dalle erbacce infestanti le loro tombe, devono aspettare la vigilia della propria commemorazione. Dopo, sì che potranno attendere senza vergognarsi le navette cariche di parenti , "generosamente" offerte ai cittadini dal Comune. Nel cui Palazzo evidentemente c'è chi, almeno una volta l'anno, si ricorda che esiste un cimitero, in fondo a Via Delle Rimembranze.
Ho parlato di una città incolore, scolorita dall'indifferenza. Ma forse mi riferivo al passato, quando ancora non c'erano quei baldi adolescenti - più femminucce che maschietti: sicuramente discenti data l'età - che adesso, bombolette in mano, stanno cercando di vivacizzare almeno i muri del paese in cui sono nati e dove stanno crescendo ( per lo meno fisicamente).
Per vedere con quanto "amore" s'impegnano, basterebbe dare un'occhiata alle facciate di chiese, scuole, case, ai recinti di giardini e ville, e persino a qualche tratto di marciapiedi, se ancora ne esiste un pezzetto libero da ingombri illegittimi. Le foto, che qui testimoniano solo pallidamente questo tentativo di ricoloritura della città, sono state scattate davanti ad una scuola cittadina, al cui interno - per non smentirsi - alcuni dei volenterosi ragazzi di cui sopra si sono nascostamente adoperati per "ornare" di scritte e geroglifici le pareti delle ritirate....a conferma della loro volontà di ridare colore ad una città divenuta ormai insignificante.

martedì 21 ottobre 2008

RICETTA NATURALE CONTRO L'INSONNIA == Provare per credere!




r.s. a cura della redazione ECplanet

Soffrite di insonnia ? Prima di ricorrere alle medicine, provate a rimediare con un cocktail speciale e tutto naturale. Basta prepararsi un bicchiere di latte tiepido e una tazza di decotto di mela.

Ecco come procedere: fate scaldare una tazza di latte con due cucchiai di miele, mentre in un altro pentolino fate bollire per trenta minuti una mela intera e con la buccia in mezzo litro d'acqua. Poi mescolate tutto e bevete.

Scettici sulla reale efficacia? Lo ero anch’io, ma poi mi sono documentata e ho capito perchè funziona. Il latte contiene calcio, un minerale che ha proprietà calmanti sul sistema nervoso e sui muscoli. Inoltre, è ricco di triptofano che, insieme agli zuccheri del miele e della mela, attiva la serotonina, altra sostanza che svolge un’azione rilassante e che regola il ritmo sonno-veglia.

Data articolo: ottobre 2008
Fonte: www.oldtimeremedies.co.uk
Ripreso da: www.benessereblog.it

GENEROSO GESTO DEL SINDACO BUZZANCA,
















Giuseppe Buzzanca, primo cittadino di Messina, è il sindaco più bravo. più sensibile, più generoso d'Italia. S'è meritato questo appellativo, accompagnato da un bacio ed un abbraccio della conduttrice di "Ricomincio da qui", a conclusione dell'episofdio che il "format" condotto da Alda D'Eusanio ha presentato, in due puntate tra ieri e oggi, su Rai due. Il sindaco di Messina, che ha seguito di presenza la sconvolgente storia raccontata dalla concitadina Tina, vittima dell'invadenza di un uomo che da anni non la lascia in pace, perseguitandola e minacciandola - leggi il post di ieri - nell'esprimere la sua solidarietà per la donna, ha promesso tutta la propria disponibilità a venirle incontro, affinchè la pericolosa vicenda possa risolversi al più presto. Per questo ha assicurato che provvederà personalmente a sostenere le spese per affrontare legalmente la situazione, e che inoltre coinvolgerà il Comune perchè si dichiari parte civile nel processo contro il disturbatore e si adoperi il più possibile per una stretta vigilanza a suo favore. La seconda parte del programma, che si è svolta nel pomeriggio di oggi, ha consentito a Tina di completare il suo drammatico racconto, dando così ad una psicologa e ad un avvocato gli elementi per potere esprimere pareri e suggerimenti. Aggiungendo la promessa di ulteriori contatti per eventuali altri consigli.

A CHE PRO GLI ESPERTI A BARCELLONA?

FOTO: DIEGO CAMMARATA E MARIO PRESTI
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La recente nota del consigliere comunale di minoranza, Mario Presti, con cui s'è criticata la perduta occasione per la nostra città di essere qualificata "zona franca", ha dato spunto al rappresentante del Pd di porre sotto i riflettori una situazione che, essendo diffusa in quasi tutti gli enti pubblici (comuni, province, regioni) dovrebbe essere vagliata più attentamente di quanto si faccia normalmente.

E' la questione degli esperti, che sorta una dozzina d'anni fa come necessità eccezionale , s'è talmente incrementata e radicata nelle nostre istituzioni da diventare esagerata ed insopportabile. Tanto da fare constatare che - a causa dei favoritismi che a volte aprono la strada a parenti e amici verso incarichi di comodo - non è difficile che si spenda molto denaro pubblico per consulenze superflue, con un aggravio di spesa, soprattutto nei Comuni, incidente in maniera negativa sui servizi socialmente utili.
E' proprio di oggi la notizia, sui giornali, che la Corte dei Conti, avendo giudicato inutili talune consulenze presso il Comune di Palermo, ha deciso di condannare il sindaco della città capoluogo al pagamento di 200 mila euro all'erario, a risarcimento del danno economico, procurato alla comunità dall'amministrazione retta da Diego Cammarata nella passata gestione. Altre 100 mila euro sono stati comminati al dirigente dell'Urbanistica del Comune, Federico Lazzaro.

Il primo cittadino, secondo la magistratura contabile, ha affidato consulenze ad architetti ed ingegneri che non avevano nè "una professionalità compatibile con l'incarico", nè i "requisiti minimi d'esperienza".
Tornando al caso di Barcellona, posto in rilievo dall'intervento di Presti, non si sa se l'opposizione abbia intenzione di fermarsi alla semplice censura verbale per la mancata capacità dell'esperto a concludere un'operazione che se, fosse riuscita, avrebbe portato notevole beneficio alla città, o se, per il fatto che ci potrebbe essere incompatibilità nell'incarico , dallo stesso Presti ventilata, ci sarà un procedimento presso la Corte dei Conti.
Così come è accaduto per il Comune di Palermo.
Un chiarimento a tale proposito potrebbe venire dal consigliere del Pd, che opportunamente ha mosso le acque agitando la questione della mancata qualifica di Barcellona a zona franca.

UN ALTRO FALSO IN ...BILANCIA?


<=======PER ZOOM CLICCA QUI



MARTEDI' 21.10.2008 ORE 10,18,02:


GUARDA UN PO' CHI SI RIVEDE !

E QUEL PENNACCHIETTO SCURO CHE SALE DIETRO LE CASE COS'E'?

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Che non sia anche questo un fotomontaggio?
Scoprirlo farebbe comodo a chi vuole ridurre il
"pacchetto Ue per la protezione dell'ambiente" e aiuterebbe le grandi industrie.

Saremmo curiosi di sapere perchè Lega Ambiente e WWF non s'accorgono di nulla.

lunedì 20 ottobre 2008

UNA MESSINESE A "Ricomincio da qui"



Come si distrugge una donna. Specialmente quando si tratta di una persona fragile che non sa come difendersi.
Si sta provando a farcelo
capire - tra oggi e domani - nel programma Rai "Ricomincio da qui", condotto da Alda D'Eusanio.
La presunta vittima si chiama Tina e, accompagnata dal sindaco di Messina, città in cui lei vive, ha occupato per un'intera ora lo schermo di Raidue: per raccontare come da sei anni viene perseguitata da un uomo che non la lascia in pace e minaccia la sua vita.
Una vita, la sua, che sembra segnata sin dall'adolescenza, vissuta in una famiglia per bene, con un bravissimo padre nell'Arma e una madre più carabiniere del padre, per la sua estrema severità. Tanto che Tina, da ragazza, pareva che avesse come unico diversivo lo studio.
Morto il padre, ancora giovane, la protagonista di questa vicenda riesce a svincolarsi dalla "presa" materna, solo dopo avere completato gli studi.
Prima trovando lavoro in Valtellina, come insegnante, assieme al fidanzato, Pippo, e poi sposandosi.
Solo quattro anni trascorrono insieme: un giorno, Pippo le confessa di essersi legato ad un'altra donna e i due si separano. Subentra uno stato di depressione e Tina, sentendosi troppo sola, ritorna a Messina, a vivere con la madre.
Le sembra di essersi rituffata nella stessa vita di quando, ancora studentessa, era dominata dalla severità materna, tanto che, uscendo di casa per trovare qualche ritaglio di libertà, al rientro cercava di evitare i rimbrotti, raccontando alla madre qualche bugia.
In una di quelle sue rare sortite, un'amica le presentò un uomo, che lei conosceva di vista, e da allora cominciò - racconta lei alla D'Eusanio - il suo calvario.
A questo punto, in uno stato emotivo sempre più incalzante, la donna racconta una serie di episodi dai quali emerge una figura di uomo che, movendosi dalla falsa immagine di persona educatissima fino alla timidezza e disponibile all'aiuto, piano piano s'insinua nella vita della donna in maniera ossessionante fino a diventare invadente.
Tina sostiene che, senza avere concesso nulla a quell'uomo, lui si sarebbe ugualmente impadronito psicologicamente di lei, come se fosse stato suo pieno diritto dominarla.
Dal prosieguo del racconto - fatto in un crescendo di emotività - risulterebbe che - nonostante le numerose denunce - l'uomo, quando Tina aveva creduto di essersi liberato della sua invadenza, avrebbe continuato a perseguitarla, con frequenti azioni di disturbo, non solo nei suoi confronti, ma anche verso alcune persone che le si stavano vicine in segno d'amicizia, e sfogando persino la propria rabbia contro la macchina della "vittima".
Il racconto di Tina è stato minuzioso e, interrotto oggi, continuerà domani sulla stessa rete e nello stesso format curato da Alda D'Eusanio.
Quanto abbiamo ascoltato - e qui sommariamente riferito - ovviamente va accolto col beneficio dell'inventario, senza alcun riferimento a persone specifiche, tranne tre di quelle apparse sullo schermo: e cioè, la protagonista, la conduttrice e Peppino Buzzanca, sindaco accompagnatore.

ANCHE LA NOSTRA PROVINCIA PROTESTA



Anche la provincia di Messina ha aderito in maniera consapevole alla protesta per i gravi tagli operati dall'attuale governo in tutti i settori formativi, assistenziali e di prevenzione.
Sabato sera, in Piazza Cairoli, a Messina, in occasione della manifestazione "Accendi una luce per la scuola", voluta dai sindacati Sfida CIP e Gilda per protestare contro il taglio degli insegnanti di sostegno deciso dalla riforma Gelmini, la partecipazione della gente è andata oltre il malcontento specifico per i tagli nella scuola, mettendo in risalto pure gli altri numerosi strappi che la finanziaria varata da Tremonti sta producendo nell'intero tessuto nazionale.
Approfittando dell'occasione, i lavoratori di una cooperativa hanno sottolineato le difficoltà determinate dalla mancanza di fondi da destinare ai servizi sociali, che si ripercuoteranno sull'assistenza igienico-sanitaria agli studenti disabili. A conferma di ciò l'annuncio che già un paio di operatori hanno ricevuto la lettera di licenziamento..
Ma, come dicevamo, non sarà soltanto la scuola a soffrire gli effetti della mannaia dello Stato, perchè, venerdì scorso, sempre in piazza a Messina, i Vigili del Fuoco hanno voluto fare sentire la loro voce per soittolineare lo stato di precarietà in cui il Corpo viene lasciato.
In una nota si sostiene che "ormai nei Comandi provinciali si può disporre solo di un automezzo di soccorso, per cui il secondo intervento anche se più pericoloso non si può effettuare”
A fronte di ciò e di altre grosse limitazioni - carriere bloccate da anni, a causa di un ordinamento professionale varato dopo la pseudo militarizzazione che ha dequalificato tutti, e retribuzioni inadeguate - bisogna dire No ai tagli della Finanziaria, architettata per il recupero di 40 miliardi di Euro, che penalizzano, tra gli altri, i Vigili del Fuoco , struttura centrale di un sistema di protezione civile nel paese, la cui precarietà ricade sulla pelle dei cittadini, che hanno diritto alle migliori prestazioni di soccorso, se in difficoltà, e sui lavoratori del settore.
“Fermo restando” – conclude la nota – “ che noi profonderemo comunque il nostro impegno, come è stato sempre, anche per chi sta cercando di sottrarci diritti e dignità, parificandoci a forze poliziesche, con l’intento ben preciso di svenderci al potere politico di turno; ma rivendichiamo fermamente il nostro ruolo e la possibilità di svolgere il nostro lavoro nelle migliori condizioni possibili, che non sono certamente quelle previste dalla Finanziaria dell'attuale governo”.

domenica 19 ottobre 2008

ANCORA Lì, SULLE CIMINIERE...(Domenica 18.10.08)





Giornata luminosa, sole piccante, cielo azzurro. la solita nuvoletta al solito posto ore 12,40:

LE PECORE E IL PASTORE: Una realtà romanzesca narrata dal nostro Camilleri


Se quello che Andrea Camilleri racconta a supporto del suo nuovo libro – un romanzo tra il triller e lo storico – è tutto vero c’è proprio da rabbrividire. Lo scrittore siciliano sostiene che la trama di “Le pecore e il pastore” (ed. Sellerio) si basa su un fatto vero accaduto verso la metà degli anni quaranta del secolo scorso, in un convento di clausura siciliano, dove dieci suore – le più giovani della comunità religiosa – avrebbero offerto la loro vita al Signore, in sacrificio, per ottenere la guarigione del loro Vescovo, giunto tra la vita e la morte per le gravi ferite riportate in un attentato. Commissionato da qualche signorotto, per avere il presule probabilmente appoggiato nelle loro rivendicazioni i contadini. Insomma una storia da medio evo, ancora possibile nella prima metà del novecento, in Sicilia, dove la mentalità feudataria è tardata troppo a morire. Camilleri afferma che l’inquietante vicenda, realmente accaduta, l’ha appreso per caso, leggendo un libro: era riportata in poche righe in una nota a fondo pagina di una biografia del vescovo di Agrigento, Monsignor Gianbattista Peruzzo, che il nove luglio del 1945, quando ancora in Sicilia c’era l’eco del passaggio degli Alleati, mentre si trovava nel bosco di Santo Stefano Quisquina, venne fatto segno di alcuni colpi di fucile, che lo ferirono in maniera talmente grave da fare temere per la sua vita. Il fattaccio accadde veramente, tanto che la magistratura aprì un'inchiesta e si svolse un processo che si concluse con la condanna del presunto attentatore, tale Onofrio Di Salvo. La notizia del grave ferimento del vescovo si sparse subito e quando le monache di un vicino convento – quello di Palma di Montechiaro – l’appresero, fu tale il dolore di quelle religiose da indurle a offrire addirittura la propria vita al Signore, purchè guarisse il loro pastore. E pare – sostiene Camilleri – che ben dieci suore, tra le più giovani del convento, s’immolarono, presumibilmente con un rigido digiuno prolungato nel tempo, fino alla morte. Il vescovo superò la crisi, ma dello sconcertante sacrificio rimase all’oscuro fino a quando, a distanza di anni – nel 1956 - la madre superiora del convento, la badessa Enrichetta Fanara, glielo rivelò in confessione. Camilleri riferisce che, quando venne a conoscenza di questo orribile particolare, rimase scosso, e tuttavia cercò di approfondire la notizia con ricerche ed indagini che alla fine lo portarono alla conclusione che valeva la pena utilizzare i dati raccolti per un suo nuovo romanzo. Appunto "Le pecore e il pastore". Questa versione, assolutamente tragica e sconvolgente, è stata accolta polemicamente dalle autorità ecclesiastiche. La Curia di Agrigento s’è affrettata a smentire lo scrittore , asserendo che si tratta di falsità. «E se morti ci sono state, in quel periodo nel convento di Palma, sarebbero avvenute per cause naturali: per malattie, come la tisi, che allora era incurabile, ed altri malanni. . Rimane tuttavia - conclude una nota della Curia - l’atto di fede che fa offrire la propria sofferenza o il proprio morire per unirlo all’offerta di Cristo sulla croce».


Francesco Cilona

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