sabato 5 aprile 2008

INVITO ALL'APPALTO PER LA COSTRUZIONE DI UNA PARTE DELL'ASSE VIARIO


Il 20 maggio di quest'anno, se non ci saranno intoppi, si potrà sapere quale ditta prenderà in appalto i lavori per la realizzazione del primo tratto dell'asse viario che, attraversando il territorio di Pozzo di Gotto e di Barcellona, a valle del nuovo rilevato ferroviario, dovrà sostituire le due direttrici interne che a senso unico fanno da raccordo alla Strada Statale 113. La gara, bandita dall'ufficio LL.PP. del Comune, prevede un corrispettivo di spesa di Euro 805.549,05, con termine di presentazione per la partecipazione il 19 maggio, non oltre le ore 12.
Dell'importo dei lavori a base d'asta, sopra indicato, 16.502 euro vanno computati per l'attuazione dei piani di sicurezza. Il finanziamento è stato concesso con risorse del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I lavori, una volta aggiudicati, potranno essere, nei termini consentiti dalla legge, concessi in subappalto e dovranno essere realizzati entro 14 mesi dalla data di consegna. Il progetto da attuare, che è solo una parte del piano integrale, sulla base della disponibilità pecuniaria indicata, prevede la costruzione di un tratto di strada a doppia carreggiata, lungo quasi un chilometro e trecento metri, che dalla frazione Bartolella arriverà fino alla zona industriale di Sant'Andrea. Sarà quasi la metà dell'intera arteria prevista, che ovviamente per il momento resterebbe monca, in attesa di ulteriori iniziative riguardanti l'ultimazione della strada con relativa costruzione di un ponte a doppia corsia sul torrente Longano. Necessaria, a meno che non diventi realtà, in tempo opportuno, la copertura dello storico corso d'acqua nel tratto compreso tra il vecchio rilevato ferroviario e quello nuovo. Ma qui, c'è il solito grosso punto interrogativo, di prammatica a causa delle lungaggini burocratiche e giudiziarie che hanno finora sclerotizzato le procedure d'appalto e di realizzazione nel nostro Comune.

Francesco Cilona

venerdì 4 aprile 2008

LE AVVENTURE (postali) DI FRA' GALDINO



Stamattina, fra' Galdino, mentre girava per le vie della città con la sua "bisaccia" per la questua delle solite noci, s'è ricordato d'avere in tasca la bolletta Ato del convento, e siccome si trovava in via San Francesco da Paola, ha pensato di dare un'occhiata dentro l'ufficio postale del quartiere : uno dei cinque che ancora resistono a Barcellona. Purtroppo c'era parecchia gente a fare la coda, e se non voleva togliere troppo tempo alla sua "cerca", non poteva indugiare troppo a fare la fila. Proseguendo il suo cammino, questuando questuando, è giunto in via Roma. Anche lì c'è un ufficio postale - quello principale, per modo di dire - e il fratacchione ha creduto opportuno fare una capatina dentro. Gli è subito sembrato d'essere entrato in una bolgia, tanta era la gente, tanto il brusio e persino qualche litigio gli è parso di notare davanti ad una specie di distributore di "pizzini" numerati. "Dio me ne scansi e liberi - pensa turbato fra' Galdino - meglio che mi metta di nuovo in cammino". Procedeva lungo la via Regina Margherita, quando è stato raggiunto da un conoscente, che avendolo visto uscire dall'ufficio postale sconcertato, si era preoccupato di sapere perchè si fosse allontanato così in fretta e non aveva neppure risposto al suo saluto. "Oh, scusami Mario, avevo bisogno di pagare una bolletta, ma non potevo rimanere a lungo in quell'inferno. Scade oggi, ma se non riesco a pagarla in giornata, caso mai pagheremo gli interessi di mora". "Ma che dice, fratellone, non lo sa che c'è tanta gente che per protesta non la paga affatto la bolletta, ritenendola illegale? Non ha visto domenica scorsa quanta gente s'è riunita davanti al Municipio per invocare l'interessamento dei sindaci...? Senta, se vuole pagare in giornata, venga con me, l'accompagno in macchina fino a Gala. Là c'è un ufficietto postale periferico dove sicuramente troveremo poca gente".
"Deo gratias", non ha saputo dire altro il frate e con la bisaccia è salito in macchina. Effettivamente, a Gala, ha trovato poca gente: una dozzina di persone, in gran parte anzianotte, e con un sospiro di sollievo s'è accinto ad attendere. Ha atteso, ha atteso, ha atteso, mentre l'amico l'attendeva in macchina. Ma il tempo trascorreva e la persona che aveva trovato a tupertù con l'unico impiegato allo sportello era sempre là ad attendere che l'operazione terminasse. Il frate paziente ha chiesto perchè per pagare una bolletta s'impiegasse tanto tempo e qualcuno, più paziente di lui, gli ha spoiegato che era sempre così, perchè la macchinetta (il computer? ndr) era collegata ad una linea troppo lenta. Pur avendo capito poco la spiegazione, fra' Galdino una cosa però l'ha intuita: che gli conveniva andarsene, ed è risalito in macchina. L'accompagnatore, umiliato, non faceva altro che scusarsi. Ma era un tipo puntiglioso e ha voluto tentare l'ultima carta. "Adesso l'accompagno a Pozzo di Gotto, tanto per dare una sbirciatina a quell'ufficio". C'è voluto poco, per arrivare alle poste pozzogottesi: anche là c'era una dozzina di persone. Ordinatamente rispettavano la coda. Fra' Galdino sospinto dall'amico si mise in fila. Il tempo di dire "a", e da uno sportello una voce ha gridato: "C'è qualcuno che deve pagare?" Il frate s'è guardato intorno: gli altri erano là, chi per spedire un pacco, chi per una raccomandata, chi per riscuotere. Nessun altro per pagare, tranne che lui. "Deo Gratias", ebbe il tempo di dire e in men che non si dica ha pagato la sua bolletta.
Franceso Cilona

giovedì 3 aprile 2008

I LABISI E LA CITTA' DI NOTO


Classe 1929, classe di ferro. Ed è la classe di uno scrittore e poeta di classe. Anzi di uno studioso dall'anima di poeta. Parlo del professore Pippo Labisi, catanese di nascita e nebroideo d'elezione. Di lui si conoscono gli studi di dialettologia e geo-linguistica con particolare interesse per il dialetto Gallo-Italico, che ha saputo sviscerare fino a estrapolare la creazione di un robusto dizionario specifico.
Ma perchè mi metto a sottolineare i suoi meriti, quando so che per poterlo fare pienamente non mi basterebbe un'intera pagina?
Tanti e tali sono stati e sono i suoi interessi culturali e le sue pubblicazioni, da fargli meritare premi e riconOscimenti notevoli per numero ed importanza.
Qui piuttosto bisogna che mi soffermi sull'ultimo suo sforzo creativo e di ricerca, che gli ha consentito di pubblicare uno studio approfondito sulle bellezze artistiche e architettoniche della città di Noto.
Un'opera scrupolosa, dettagliata e, guarda un po', persino amorosa. Perchè bisogna sapere che, a spingere Labisi a questo lavoro immane, è stato appunto l'amore per i Labisi, suoi antenati, che, insediatisi ai tempi dei tempi in val di Noto, assunsero rilevanti impegni nel sociale e nelle attività produttive ed artistiche della città di Noto. Ai loro nomi, l'autore, dedica le pagine 7 e 8 del libro "Noto e la sua gente": frutto appunto della sua estenuante ricerca.
Di primo acchitto si potrebbe pure pensare che l'opera sia tutta un peana labisiano in onore dei propri antenati, anche perchè sono stati numerosi i vari Labisi che, nei secoli, misero mano nei progetti che hanno arricchito architettonicamente Noto.
Ma se non si scorre superficialmente, il libro,pagina dopo pagina, rivela che, man mano che procedeva nella ricostruzione storica dello sviluppo architettonico della città, Pippo Labisi veniva trascinato sempre più verso un amore che scavalcava l'orgoglio per la grandezza della stirpe: l'amore per la bellezza e la purezza artistico-culturale di Noto, humus delle sue più profonde radici umane.

Francesco Cilona

DOV'E' "PALAZZO SANTALCO"?




E così, adesso che il Consiglio Comunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha trovato l'accordo su come ricordare il senatore Carmelo Santalco, abbiamo modo di sapere che il "palazzo Santalco" non sarà più in via Kennedy 88, bensì in via San Giovanni Bosco. E non perchè si sia riusciti miracolosamente a dislocarlo di sana pianta, ma per il semplice fatto che "Palazzo Longano", sede del Municipio, sarà intitolato all'uomo che per trent'anni - andando e venendo da Roma - tenne le redini della politica barcellonese, senza tuttavia togliere a qualche altro concittadino la possibilità di accedere ai Sette Colli.
In verità, era stata avanzata proposta che fosse intitolato il tribunale al defunto senatore, ma immediatamente era stata bocciata, con la giustificazione - qualcuno ha detto pretesto - che una delibera della Giunta Nania aveva stabilito di dare alla sede della Magistratura il nome di Francesco De Luca, avvocato e ministro, che Filippo Rossitto, nell'appendice della sua storia municipale, elenca tra gli uomini insigni pozzogottesi.
La soluzione (che trascura il particolare secondo cui la discutibile delibera di Giunta non è stata ancora neppure discussa dal Consiglio Comunale) ha indotto il consigliere Cosimo Flaccomio, che si era battuto per dare al palazzo di Giustizia il nome di Santalco, a ritirare la relativa mozione che, assieme ad altri 13 consiglieri, aveva presentato in Assemblea. Una specie di ritirata obtortocollo, che non sembra essere piaciuta a tutti, specialmente a chi aveva alimentato la polemica sulla scelta operata in sordina dall'amministrazione per commemorare un antico illustre concittadino cui già da tempo era stata dedicata una strada.
In riferimento a tale strada, adesso si può sentire qualche battuta di qualche pozzogottese, che, ricordando l'esistenza più recente di un altro don Francesco De Luca, noto sacerdote di Pozzo di Gotto e a lungo stimatissmo cappellano del Manicomio Giudiziario, anche lui defunto, vorrebbe che la vecchia delibera a favore del più antico De Luca, venisse "stornata" a favore del prete.

Fra' Galdino





mercoledì 2 aprile 2008

FERRARA LAICO CON...TESTATO


Giuliano Ferrara, il direttore del Foglio, che con la sua lista contro l'aborto sta svolgendo la sua campagna elettorale con itinerario principalmente nell'Italia centrosettentrionale, continua imperterrito il suo tour, malgrado le crescenti contestazioni, subite ad opera delle donne.
Le femministe sono state energiche contestatrici a Padova , il16 marzo, dove si sono registrati momenti di tensione, tanto che sono dovuti intervenire con cariche di alleggerimento i carabinieri. Il giorno successivo Ferrara, presentatosi a Conegliano (Treviso), è stato addirittura accolto con lanci di uova. Più recentemente, durante un comizio tenuto il 27 marzo a Torino, in piazza Castello, Giuliano è stato contestato con fischi e urla dileggianti la sua corporatura. Non meno intensa è stata la reazione delle poco accoglienti donne, allorchè Ferrara , il 31 marco, s'è presentato a Firenze. Oggi pomeriggio, identica contestazione è stata registrata a Bologna, dove tra l'altro le appartenenti alla Rete per l'autodeterminazione Pro-fight hanno inscenato un sit-in di protesta. Qui la protesta a base di lancio di uova e pomodori è presto salita di tono e, poichè Ferrara continuava a parlare, si è trasformata in tafferuglio. Sono dovute intervenire le forze dell'ordine e Giuliano s'è potuto allontanare scortato dalla polizia. Nonostante tutto, il direttore del Foglio sembra deciso a continuare la sua "crociata" per una moratoria sull'aborto. Da vero... laicoclericale. La violenta manifestazione è stata biasimata dal sindaco Cofferati, che l'ha definita indegna e incivile.

^^^^^^^^^^^foto: a Bologna, la folla preme su Ferrara >
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L'ATO ME2 NEL MIRINO DELLA CRITICA E DEL MALCONTENTO


L'Ato Me2 sembra ormai stretta in una tenaglia.
Mentre da un lato cominciano a concretizzarsi manifestazioni di piazza, in segno di protesta per l'esagerato illegale costo delle bollette, dall'altro premono organizzazioni di rappresentanza con la denuncia d'irregolarità che inficerebbero addirittura la validità degli atti finora emanati dall'assemblea dei soci e di conseguenza la legittimità del Consiglio d'Amministrazione, recentemente eletto.
La Fiap (Federazione italiana autonoma pensionati), l'Unione coltivatori italiani dei Nebrodi, l'Uci e i comitati spontanei sostengono che, intanto, il bilancio dell'anno 2oo6 non è giuridicamente valido, essendo stato approvato in inadempienza all'art.14 dello Statuto, in quanto non tutti gli azionisti facenti parte della società d'ambito erano in regola con i versamenti d'obbligo.
Di questa loro convinzione hanno informato, oltre al presidente della Regione, a suo tempo commissario delegato per l'emergenza rifiuti, il prefetto, il ministro dell'Ambiente e i sindaci del comprensorio Ato Me2, perchè si procedesse alla nomina di un commissario straordinario, ritenuto necessario per chiarire ed eventualmente sanare la situazione.
Anche perchè - sempre a giudizio delle organizzazioni reclamanti - il Consiglio di Amministrazione Ato, eletto da un'assemblea composta da soci non in regola, non poteva insediarsi, nè ricevere compensi. Per quest'ultimo motivo, quanto finora percepito dagli stessi componenti dovrebbe essere restituito all'Ato.
Nella stessa comunicazione, le organizzazioni scriventi fanno notare che, sempre in contrasto col dettato statutario, non risulta che coloro che hanno ricoperto o ricoprono tali incarichi abbiano mai operato nel settore della gestione dei rifiuti. E l'art.17 dello statuto sociale Ato prevede specificamente che gli amministratori devono avere esperienza manageriale nel settore in cui operano.

CONTROLLI LEGALI A PALAZZO LONGANO


Da un paio di giorni s'è diffusa la voce che Magistratura e Carabinieri stanno vagliando attentamente la possibilità che a Palazzo Longano ci siano dipendenti che non abbiano adempiuto pienamente il proprio dovere, allontanandosi abusivamente dal posto di lavoro.
A conferma di ciò è apparsa la notizia che, all'inizo della settimana, i Carabinieri, con il contributo dei dirigenti del Comune, hanno raccolto informazioni, per un controllo su permessi, presenze e assenze riguardanti il personale.
L'operazione d'accertamento sarebbe collegata ad un'inchiesta riguardante il comportamento di taluni dipendenti indagati per assenteismo e per svolgimento di attività estranee, fuori sede, durante l'orario di lavoro.
Sulle indagini, dalle quali potrebbero scaturire presto avvisi di garanzia, il riserbo rimane strettissimo.

martedì 1 aprile 2008

ANCORA MANIFESTI SPAZZATURA


Come già nella passata campagna elettorale amministrativa, anche in quella attuale non si riesce a disciplinare l'ormai selvaggia usanza di imbrattare muri e cassoni della spazzatura con centinaia di manifesti propagandistici. E ciò, nonostante fosse noto che c'era stato, per gli abusi dello scorso anno, un intervento della Magistratura. Adesso si ha la consapevolezza che, per l'illegalità registrata in quell'occasione, sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Barcellona ben 32 avvisi di garanzia. A rendere conto alla Giustizia saranno intanto coloro che commisero l'illegalità nella scorsa consultazione. Sull'esperienza di ciò, visto che pure adesso sono stati coperti dai manifesti gli stessi posti dello scorso anno, non dovrebbe essere difficile attendersi che anche, per quest'ultima deturpazione, ci metterà mano il Magistrato. Lo scorso anno, non appena si ebbe sentore dell'intervento della Legge, si ebbe premura di intervenire per cercare di togliere e gettare nella spazzatura quanto più era possibile di quegli orrendi deturpanti manifesti. Adesso quella premura ancora non sembra farsi viva, probabilmente perchè i candidati cercheranno di sfruttare il più possibile le loro affissioni, tanto alla fine - almeno così credono i più - si tratterà probabilmente di pagare una penale che non dovrebbe superare i mille euro. E dopo tanto denaro speso per la propaganda che cosa sono mille miserabili euro, per loro signori? Ma, a pensarci bene, ci potrebbe essere una penalità più stringente, data da un atto legale che si chiama voto. Quello di legarsi a un dito il nome di chi deturpa la città e, al momento opportuno, nel segreto della gabina, esprimere con la giusta severità il giudizio che si merita. Forse sarebbe efficace più di ogni altra penalità.
E potreste esser certi che tale atto non sarà ritenuto voto di scambio

lunedì 31 marzo 2008

SEMPRE GRANDE ROSA BALISTRERI


Nacque il primo giorno di primavera del 1927 e, dopo una vita sofferta ma anche ricca di sentimento e di una forza d'animo incommensurabile, lasciò questo mondo l'ultimo giorno dell'estate del 1990.
Cantò con l'impeto della sua voce e con grande amore la sua, la nostra Sicilia, e di lei e delle sue canzoni rimane incancellabile la nostalgia di chi la conobbe. Nei giorni scorsi, a Palermo, sono stati commemorati i suoi ottant'anni, anche se in effetti ormai, se fosse vissuta, sarebbe stata oggi ottantunenne. Meglio tardi che mai.



DEDICATA UNA VIA DI BARCELLONA A FERDINANDO D'AMICO


Il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto ha intitolato una delle vie del centro storico al concittadino don Ferdinando D'Amico, marchese di Protonotaro, cancelliere archiviario del Comune del Longano.
Nativo di Palermo, giovanissimo si tasferì a Barcellona, dove sposò la marchesina Agostina Pensabene, primogenita del Marchese Domenico e di Mariangela Stagno, due delle famiglie aristocratiche del luogo.
L'anno successivo - il 15 maggio del 1815 - come molti altri concittadini ebbe la grande soddisfazione di vedere Barcellona elevata a Comune, egli che con tenacia s'era battuto per l'autonomia da Castroreale.
Fu integerrimo collaboratore del nuovo Comune Unificato di Barcellona Pozzo di Gotto, dove redigeva e conservava in Archivio gli atti della civile amministrazione assieme ad una Commissione Amministrativa per le opere pie.
Da quel che si evince, implicitamente, da un capoverso della sezione VIII del capitolo decimo della storia municipale di Filippo Rossitto, don Ferdinando d'Amico dovette essere più che simpatizzante verso la setta dei Carbonari, che riorganizzata nelle Calabrie contro il dominio straniero, e favorita dai principi spodestati e dal governo francese cercava diffusione nella Sicilia orientale. Tanto che anche a Barcellona si apprestarono "tre vendite, una nel convento dei cappuccini di Pozzo di Gotto e le altre in Barcellona, nelle case del marchese D'amico, nella strada Villa (ora via Umberto primo) e in altre case della strada Crocefisso".
Don Ferdinando D'Amico morì all'età di 87 anni, nella sua dimora di vico Santa Rosalia, stradella che ancora esiste adiacente alla via Umberto. Nel lato opposto s'estende il vico Pensabene, che ricorda l'aristocratica famiglia della moglie.

Fra Galdino


ANCORA SULL'ATO MESSINA DUE


"Ogni quattro mesi arriva la bolletta
solo a pensarci rimani a bocca aperta"
"Con questa spazzatura ci state ammazzando
mentre tutti voi vi state ingrassando"
"Alle regionali non voteremo
se questo problema non risolveremo"
Erano, questi, alcuni degli slogan che ieri pomeriggio lanciava il corteo che a Barcellona si è presentato, in segno di protesta, davanti al municipio di Barcellona, Comune capofila del comprensorio tirrenico servito da Ato Me2. Nessuno, tranne che il sottoscritto, si aspettava che ci potesse essere qualche amministratore capace di farsi vedere in mezzo a quella gente, che pur incazzata s'è comportata in maniera veramente esemplare, sfilando pacifica e chiedendo soltanto verbalmente la soddisfazione dei propri diritti.
Tutt'al più è stato gridato:
"Sindaci, sindaci, la colpa è tutta vostra,
adesso siate voi a dare una risposta".
A Barcellona la risposta ancora non c'è.
Tuttavia bisogna dire che qualcosa si muove a livello consiliare. E forse anche da parte dei sindaci. E qui mi permetto di riportare il contenuto di un post pubblicato dal blogdelmela in cui si fa sapere che, a Santa Lucia del Mela:
"Il consiglio comunale, presieduto dal prof. Santo Vaccarino, è convocato in seduta aperta per affrontare le questioni che riguardano l’Ato Me 2, in particolare il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani. L’appuntamento con i cittadini è fissato per venerdì 4 aprile, alle 18.30, presso l’aula magna della scuola media Galluppi. Il civico consesso si riunisce incontrando la cittadinanza che, come sta avvenendo in tutti i comuni interessati dalla società Ato Me2, si lamenta della gestione dei rifiuti. Soprattutto, non si trova riscontro tra la quantità di tasse pagate e la qualità dei servizi erogati, che non riescono a garantire in maniera ottimale l’igiene e la pulizia nelle aree di competenza, né l’efficienza della raccolta differenziata. Anche l’amministrazione è consapevole della validità delle lamentele dei cittadini, stanchi di un “carobollette” a cui non corrisponde la gestione ottimale del servizio rifiuti, tanto che nei mesi scorsi l’Ato Me2 è stata più volte all’ordine del giorno nelle sedute consiliari. In particolare, è stato deciso all’unanimità di ritenere superata la società e di rigettare tutte le sue proposte. “Ribadiamo la necessità di un piano diviso per comuni, che tenga conto delle specificità dei territori e delle diversità economiche dei nuclei familiari”, ha detto il sindaco, dott. Santi Pandolfo, “e appoggiamo le iniziative proposte dalle associazioni dei consumatori”. Lo stato di disagio, avvertito in tutte le comunità dell’Ato Me 2, si può risolvere, a parere dei consiglieri e dell’amministrazione, solo riconoscendo la necessità di emancipare i trentotto Comuni da un ente che ha smentito le proprie prerogative di “Ambito Territoriale Ottimale”. Questa decisione è in linea con quanto stabilito nelle diverse riunioni dei sindaci dei Comuni competenti, che ritengono illegali le tariffe dell’Ato Me2 perché imposte senza la consultazione dei Comuni, parere riscontrabile anche nelle sentenze emesse dalla Commissione Tributaria di Messina dopo i ricorsi presentati." ( Blog del Mela)

Fra Galdino

domenica 30 marzo 2008

MANIFESTAZIONE CONTRO CAROBOLLETTE ATO







Non sono stati in migliaia, ma in diverse centinaia sì. La prima manifestazione di piazza nei confronti di Ato ME 2, organizzata dal coordinamento dei comitati spontanei contro il carobollette, ha avuto successo. Riunitisi nella piazza Basilica di Barcellona, oltre cinquecento cittadini, provenienti dai diversi Comuni serviti da Ato Me 2, hanno in maniera composta e tuttavia decisa espresso il proprio malcontento per le esose tariffe applicate da quel carrozzone politico che ormai s'è rivelato l'Ato, cui è stato affidato dai comuni del comprensorio la gestione della pulizia ambientale, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. La manifestazione di protesta, svoltasi nella massima correttezza, con un corteo che, dalla piazza lungo la via Carducci, si è portato fino a Palazzo Longano, è stata preceduta da un raggruppamento dei convenuti che, nelle villette antistanti la Basilica di San Sebastiano, hanno attentamente ascoltato le motivazioni che hanno portato alla prima protesta coordinata, dei vari comitati spontanei. Nell'incontro si sono spiegate le ragioni legali del rifiuto della TIA, così come è stata concepita dall'Ato Me 2 (Sebastiano Battaglia del comitato di Villafranca), della sfiducia riposta nei confronti della maggior parte dei sindaci e del presidente del consiglio d'amministrazione dell'ATO ( Pino Visalli di Rometta), delle inadempienze dell'Ato nell'espletamento dei servizi, carenti e incongrui rispetto agli esagerati prelievi finanziari, in buona parte male utilizzati ( Santina Mondello di Milazzo), della urgente necessità di provvedere all'organizzazione seria della raccolta differenziata e dell'opportunità di un convegno da organizzare al più presto, con invito a partecipare dei responsabili ATO (Ketty Catalfamo di Barcellona). Hanno concluso, sottolineando la necessità di una sempre maggiore unità nel far sentire la propria voce, le coordinatrici della manifestazione Rosella Nastasi e Rosalia Bernava, che molto del loro tempo e della propria passione avevano già impiegato per far sì che la prima manifestazione di protesta andasse a buon termine. Ed effettivamente, bisogna dirlo, hanno speso proficuamente le proprie energie, visto che la manifestazione è riuscita in maniera soddisfacente.
Francesco Cilona

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