sabato 12 gennaio 2008

NASCE UN NUOVO AMICO: IN BOCCA AL LUPO


Scrivevo l'altro giorno che, in città, si notano segni interessanti di un risveglio culturale, che potrebbe fare uscire Barcellona dal lungo torpore in cui sembra essersi adagiata.
Ad incoraggiare soprattutto i giovani, in questa confortante tendenza, sono specialmente i nuovi e più accessibili mezzi di comunicazione, e in modo specifico l'incrementato utilizzo della preziosa rete elettronica, ormai familiarmente chiamata Internet.
E' la Nuova Frontiera che, anche dalle nostre parti, si allarga in maniera talmente rapida e conciliante che affascina soprattutto quanti hanno sete di conoscenza e desiderio di trasmetterla.
Una così generosa impronta sembra che voglia darla un gruppo di volenterosi nostri concittadini ad un nuovo sito in fase di allestimento, la cui finalità dichiarata è la ricostruzione delle memorie storiche delle terre del Longano.
Sarà il filo della memoria che, per quanto sottile, ci auguriamo non si spezzi mai e che anzi si rafforzi in sintonia col crescere della cultura cittadina.

FRANCESCO CILONA

venerdì 11 gennaio 2008

L'AMARA SORTE DELLA PISCINA SCOPERCHIATA

FOTO// IL CONSIGLIERE PRESTI E LA PISCINA IDEALE


Mentre c'è una storia abbastanza ingarbugliata sulla gestione pubblica del Palalberti, condita da non poche lamentele e minacce di ricorsi alla magistratura, da parte di associazioni sportive escluse da ogni possibilità di fruizione dell'impianto di Zigari, un'altra poco chiara situazione. stavolta riguardante l'utilizzo della piscina comunale, viene scandagliata dalla sensibilità sportiva di un giovane consigliere dell'opposizione, il quale in una nota inviata al sindaco rinfaccia all'attuale amministrazione di Palazzo Longano di non aver fatto nulla per ridare agibilità alla piscina coperta del Petraro, l'unica esistente nella nostra città.
"Quest'anno - si legge nella "protesta" del diessino Mario Presti - la piscina comunale non riaprirà i battenti per erogare i servizi sportivi tanto apprezzati dai fruitori, giovani e non, che ogni anno in numero sempre crescente volgevano attività di nuoto".
Lo scrivente, praticamente, presume che la causa di tale fermo sia la precaria condizione del tetto, che sarebbe stata, già da tempo, rilevata e notificata all'Amministrazione Comunale dai tecnici del Comune , senza tuttavia essere presa in considerazione dai responsabili di Palazzo Longano, i quali sarebbero propensi piuttosto a "non mettere in sicurezza l'impianto, e quindi ad abbandonarlo, optando per la costruzione di una nuova piscina in zona Sant'Andrea".
Se la scelta dovesse essere questa, si rischierebbe - come giustamente teme il consigliere Presti - di "privare per molti anni i cittadini di un servizio utile, soprattutto per i giovani, che attraverso l'esercizio del nuoto si garantivano un equilibrato sviluppo psicofisico".
Il timore espresso nel documento sarebbe ribadito dalla consapevolezza "delle enormi difficoltà che l'Amministrazione ha nel progettare e portare a compimento le opere pubbliche tanto spesso sbandierate e clamorosamente non realizzate".
Ciò considerato, Presti chiede "che l'Amministrazione, prima di lanciarsi nella progettazione e costruzione di una nuova piscina, senza dubbio utile, provveda immediatamente alla ristrutturazione e messa in sicurezza dell'impianto esistente, in maniera che la piscina comunale di Barcellona sia in tempi brevi riaperta al pubblico".
Ascolterà, il Sindaco Candeloro Nania, questo saggio suggerimento? Speriamo di sì
.

LA BANDA DEL BUCO OTTURATO


Giufà: Chista è curiusa pi Baccialona!

DonBabà: Chi succidiu?

Giufà: Ci stupparu u catinazzu da scola i Pizzaottu, e i carusi non pòttiru trasiri all’ura giusta.

DonBabà: Parri da scola d’anchianat’o Càrminu?

Giufà: Parru da scola media du marchisi daccòntrisi, chidda undi cumanda u sindicu Speciali.

DonBabà: Tu vo’ diri u presidi Speciali, chiddu chi na vota fici puru u sindicu. E o catinazzu chi ci ficiru?

Giufà: Leggi ccà, nto giunnali d’avoi.

DonBabà: “ Ieri mattina, studenti e professori della scuola media D’Alcontres, hanno avuto la sgradita sorpresa di trovare la serratura dell’ingresso principale sigillata con l’attack."

Giufà: Un attaccu contro a Speciali, ci ficiru!?!

DonBabà: U gionnalista chiama attaccu a codda chi ci misiru ntò puttusu du catinazzu da scola.

Giufà: Ora capisciu: na specie di mastici chi si non stamu attenti ndì fa mpicciari i itita di mani.
E comu ficiru pig ghiàpriri?

DonBabà: Ci misiru nto puttusu cacchi picca d’acqua raggia. E così rinisceru a libirarlu.

Giufà: U puttusu? Menu mali! Menu mali! U puttusu ava essiri sempri libbiru.

giovedì 10 gennaio 2008

UN ANGIOLETTO E' TORNATO IN CIELO


E' stato straziante, questo pomeriggio, vedere la piccola bara bianca coperta di fiori bagnati dal pianto di quanti, piccolo angelo, ti avevano voluto ad ogni costo. Erano le lacrime amare di due genitori che t'hanno visto rapire in uno dei momenti che dovevano essere i più belli e sereni della loro vita.
Loro, che avevano fatto tanto per averti, si sono dovuti accorgere come la tua amata presenza sia diventata un fugace sogno, un soffio di vita, un rapido volo di rondine.
Atroce beffa del destino?
Non sta a noi potere entrare in questo mistero. Però, tu, potresti dirlo. E chissà se non vorrai spiegare, ai tuoi cari, che per quanto assurda sia stata la causa del tuo addio, non è stato un odioso scherzo del destino ad architettarla, ma Qualcuno che Lassù, da dove tu sei sceso tre anni fa, ti ama tanto da averti richiamato a Sè. Forse c'era un vuoto nella corona di Angeli che Lo circondano e ha voluto che fossi tu a riempirlo. Da quaggiù, caro angioletto, ti hanno lanciato in cielo tanti palloncini bianchi, perchè tu e gli altri Putti del Paradiso possiate con essi giocare.

"O.B.I." SI' ? "O.B.I." NO?


La direzione dell’ASL 5 di Messina ha stabilito d’inviare presso l’Ospedale di Barcellona una commissione tecnica per valutare se esistono locali idonei, nell’ambito del pronto soccorso, per la collocazione dell’attività di osservazione breve intensiva, la cosiddetta O.B.I. , ripetutamente richiesta dai responsabili del reparto, in prima fila dal dottor Paolo Calabrò.
Tale commissione sarà presso il Cutroni Zodda martedì mattina della prossima settimana e avrà il compito di esaminare se sia possibile ottenere gli ambienti idonei grazie al trasferimento del servizio di cardiologia in altro piano dell’edificio.
Sarebbe, questo, un primo passo, semplicemente di carattere tecnico, che farebbe iniziare il cammino verso la tanto invocata attività ospedaliera.
Ma cos’è questa O.B.I. di cui tanti parlano, senza tuttavia precisarne la funzione?
La spiegazione è lunga , ma utile e necessaria. E noi qui cercheremo di darla.
L'attività di Osservazione Breve Intensiva o Temporanea, collaudata negli anni '70 negli Usa e diffusasi poi in Europa, ha lo scopo di snellire e rendere più efficaci gli interventi in ospedale. Infatti con gli O.B.I., dove sono in funzione, vengono attuati rapidi percorsi diagnostici e terapeutici (PDC), con risultati apprezzabili per il paziente e risparmio economico per la Sanità Nazionale. Tale efficacia consente, oltre all’appropriatezza dei ricoveri, la possibilità di utilizzare in maniera concentrata ed appropriata gli strumenti diagnostici e le terapie, nel breve periodo, prima di decidere la necessità o meno del ricovero. E’ chiaro che l’O.B.I. è un’attività a tutto vantaggio non solo del paziente, ma anche del medico di Pronto Soccorso.
Esso infatti è uno strumento a disposizione del medico di Pronto Soccorso per meglio gestire e monitorare una domanda di risorse e di prestazioni sanitarie: valido soprattutto, in un momento in cui la riorganizzazione della rete ospedaliera determina una progressiva riduzione dei posti letto.
L’utilizzo di questa importante attività, intanto, serve a migliorare la professionalità del personale del Pronto Soccorso, che allargherà il percorso di diagnosi e cura già nell’ambito del dipartimento di emergenza. Consentirà inoltre la riduzione dei ricoveri, soprattutto di quelli impropri, mentre offrirà qualità e comfort in fase d’accertamento, trattamento e dimissione.
Se l’O.B.I. ha tutte queste prerogative positive, non si capisce perché si sia atteso tanto prima di avviare l’iter per la sua istituzione in un ospedale, qual è il nostro, che continuamente vive sotto la minaccia della riduzione dei posti letto e nell’ottica di una cronica insufficienza di personale.
Il direttore sanitario del Cutroni Zodda, dottor Sindoni, intanto ha messo le mani avanti, facendo capire chre la strada per la concessione al nostro pronto soccorso dell’attività O.B.I. è ancora lunga, soprattutto per carenza di personale. Ma c'è da chiedere: "Quanta gente ci vuole per fare funzionare un dipartimento che potrebbe essere utile a rendere meno precario l’intero andamento dell’attività ospedaliera? Un migliaio di unità? Oppure meno di una decina, tra personale medico, paramedico ed inservienti?"
Sù, buttiamola qualche cifra, signori amministratori della nostra sanità!

Francesco Cilona

mercoledì 9 gennaio 2008

CUORI E CERVELLI CHE EMIGRANO


Questo signore che si ripara sotto uno sgangherato ombrello è stato un personaggio molto in vista nella nostra città. Adesso vive in Australia, dove s'è trasferito con la moglie, nativa di quello Stato, e la prole.
A Barcellona, negli anni settanta, imperversò con la sua verve di conduttore radiofonico, nella prima radio privata barcellonese.
Quando quella trasmittente locale, come sempre accade in questa città, non riuscì a sopravvivere per difetto del nostro spirito dì iniziativa, questo simpatico concittadino cercò di sfruttare la propria dote di spigliato comunicatore ancora nel campo a lui congeniale. Alla fine, però, non trovando, dalle nostre parti, la possibilità di sfondare, cercò di ripiegare in altra attività. Finchè un giorno, convinto che altrove avrebbe potuto realzzarsi meglio, decise di varcare l'oceano Pacifico e di andare a vivere nella terra della sua sposa. Il suo nome è...

martedì 8 gennaio 2008

C'E' UN RISVEGLIO CULTURALE A BARCELLONA

FOTO// LE TESTATE DI DUE GIORNALINI PUBBLICATI A BARCELLONA

Cosa sta succedendo nella nostra città?

Sembra che ci sia un risveglio delle menti che tenta di fare uscire Barcellona dal torpore culturale in cui finora si è adagiata.

Ciò che è stato finora patrimonio e virtù di pochi - anzi pochissimi - uomini di cultura, egoisticamente gelosi del proprio sapere, sembra finalmente disciogliersi ed espandersi in molteplici rivoli di novella passione per quel misterioso quid che, armonizzando lo spirito
con l’esperienza esterna, si concretizza in umana cultura non più egocentrica ed ottusa, ma aperta a tutti: radice nel passato e gemma per il domani.

Non che, negli anni addietro, fossero mancati tentativi, soprattutto da parte di giovani, per dare una scossa al torpore culturale della città. Però troppo spesso sono andati in frantumi, anche perché i mezzi di diffusione allora disponibili erano carenti e, quelli validi, inaccessibili. Diversi sono stati i tentativi di dare vita ad un giornalino locale, ma tutti di breve durata; e lo stesso è avvenuto per radio e tv private, sorte e tramontate nell’arco di pochi anni.

Persino i “Premi culturali” stentavano, non dico a crescere, ma a sopravvivere: e gli organizzatori del Premio “Bartolo Cattafi” ne sanno qualcosa.

Oggi, forse grazie ad Internet, si scorge un rifiorire d’idee e di stimoli per dare campo alla nostra “cultura”, che per quanto sonnolenta tuttavia non è priva di un suo potenziale.

Sorgono iniziative, sorgono conventicole virtuali, sorgono siti personali su Internet, si sente l’odore di caffè tra le righe, si organizzano visite tra i resti del nostro passato, si tenta di scavare nel passato per mettere in luce e preservare le radici del nostro paese.

Sono tutti, singoli o corali che siano, generosi “scappellotti”, che speriamo possano svegliare questa fin troppo ibernata vita di provincia.

francesco cilona



lunedì 7 gennaio 2008

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI E' GRAVE ANCHE QUI


FOTO// IMMAGINE RIPRESA IERI
IN PIAZZA SAN SEBASTIANO

Mentre un po' tutti ci preoccupiamo per la gravità della situazione igienico-sanitaria creatasi a Napoli e in altri centri della Campania, un grido d'allarme, giustamente, parte dalla Regione Siciliana per un pericolo analogo incombente nella nostra Isola. Totò Cuffaro, che oltre a essere tuttora presidente della Regione è stato nel recente passato commissario straordinario per la soluzione dei problemi inerenti allo smaltimento dei rifiuti, in una lettera al presidente della Repubblica ha espresso la preoccupazione sua e dei Siciliani per tale amara prospettiva, ribadendo per l'occasione l'esigenza di sgombrare la strada dagli artificiosi ostacoli che stanno ritardando l'attuazione di un programma già da tempo definito per la costruzione di quattro mega-termoconvertitori, in località già prescelte: Augusta, Bellolampo, Casteltermini, Paternò.
Tutto questo, Cuffaro ha scritto al presidente Napolitano, sostenendo che la linea scelta dalla Regione Siciliana è coerente con quanto suggeriscono le positive esperienze in tal campo, fatte in Italia e all'estero, e per questo condivisa dal presidente del Consiglio Romano Prodi e da altri suoi ministri, tranne che dal ministro per l'Ambiente Pecoraro Scanio.
Il problema, così com'è stato esposto, appare ineccepibile per forma e contenuto, solo che per trovare la sua soluzione non basta superare i preconcetti dell'ambientalestremista Pecoraro Scanio, ma anche le resistenze della gente che gravita attorno ai quattro siti prescelti, nonchè le ipocrisie di chi, come lo stesso Cuffaro, ha finora accettato lo stato d'ibernazione in cui s'è lasciata dormire tutta la questione, favorendo così l'incremento abnorme delle discariche. Qui, dalle nostre parti, a momenti vedremo esplodere la situazione, non perchè per il momento le strade siano paragonabili a quelle di Napoli ( e fortunatamente ancora non lo sono), ma per l'eccessivo uso della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, destinata presto o tardi a non poter più contenere l'ammasso di rifiuti là convogliati. Diceva la collega Giovanna Betto, nel suo sito, che a Napoli ormai, per questo dramma dei rifiuti, incombe la minaccia di due "Vesuvio". Ebbene, facciamo in modo che, in Sicilia, non si giunga al punto di farci minacciare da due Stromboli o peggio ancora da due Etna. Sarebbe davvero un disastro.

Francesco Cilona

domenica 6 gennaio 2008

TRADIZIONE SALVATA




Puntuale, il giorno dell'Epifania, come ormai avviene da quasi un secolo, anche quest'anno la Parrocchia di San Giovanni Battista ha mantenuto la tradizione.
Nel primo pomeriggio, partendo dalla chiesa del SS Crocifisso, s'è snodata lungo le strade del centro cittadino l'ormai classica processione del "Batticimu".
Anche se, per motivi quasi ovvi, col trascorrere del tempo, negli ultimi anni, la caratteristica manifestazione religiosa ha dovuto modificare i propri connotati - non ci sono più i simpatici asinelli con in groppa i tre Re Magi, nè la pomposa regina attorniata da damigelle, tutte ornate di vistose collane ed altre gioie - la numerosa partecipazione di bambine e bambini, vestiti da pastorelli, è servita a salvare, anche per quest'anno, un fatto di costume che non dovrebbe andare perduto. La processione è stata seguita dalla banda musicale, e non è mancato il suono della cornamusa. Peccato che, quest'anno, c'era un solo ciaramellaro. Ma era così bravo e simpaticone che, meritatamente, l'immortaliamo con due belle foto.

SACERDOTI E PRETI: QUALE LA DIFFERENZA?

Epifania= Befana? No!
La Befana non ha niente a che vedere con la manifestazione del Signore, tutt'al più significa manifestazione del consumismo che lentamente ci sta portando alla rovina con la sua materialità.
Al tempo di Erode, narra il Vangelo, nacque Gesù a Betlemme.
Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano :"Dov'è il Re dei Giudei che è nato?Abbiamo visto la sua stella, e siamo venuti per adorarlo".
All'udire queste parole Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del poplo, si informava da loro sul luogo dove doveva nascere il Messia. Gli risposero:"A Betlemme, perchè così è scritto per mezzo del profeta.
E poi il Vangelo di Matteo continua raccontando che i Magi, esortati da Erode a informarlo del posto dove avrebbero trovato il Messia, avvertiti in sogno, non erano tornati da lui. Erode, infuriatosi, ordinò la strage degli innocenti, convinto che così avrebbe tolto di mezzo il "pericoloso" Messia.
In questo racconto, anche se di straforo, si parla di sommi sacerdoti.
Ebbene, abbiamo sentito in un'omelia della Messa odierna, il sacerdote predicatore dire, a scanso di equivoci, che quei sacerdoti della Bibbia non sono certamente quelli di adesso, quelli cioè che di norma chiamiamo preti. Non confondiamo: i sommi sacerdoti ebrei del Vangelo furono quelli che vollero la morte di Gesù.
Sì, chiesero ed ottennero, solo per tre giorni, la morte fisica del Messia. Ma quanti di noi, oggi, preti compresi, non uccidiamo giornalmente il nostro Signore Gesù Cristo?
E quei preti pedofili, per i quali adesso la Santa Chiesa ha creato una preghjiera da fare recitare a tutti i buoni cristiani, non hanno ucciso Gesù tutte le volte che hanno sfiorato un bambino?
Non sarebbe stato meglio se, invece di toccarlo, si fossero messi al collo una pietra di macina e si fossero buttati in mare?
Così si legge nel Vangelo di Marco:"E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare"(Mc ,36,37,ecc.).

Fra Galdino

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barcellona pg, messina, Italy
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