sabato 6 dicembre 2008

Successo dell'incontro culturale organizzato dal centro " Nino Pino Balotta"



La proiezione d'una parte del film "Il Delitto Matteotti" di Florestano Vancini ha fatto d'apertura alle interessanti relazioni, tenute stasera , al Liceo "Valli", da tre docenti universitari, in un incontro culturale col pubblico, organizzato dal Centro Studi "Nino Pino Balotta" di Barcellona.
Svoltosi nell'aula magna del Liceo classico "Valli", l'incontro si è sviluppato attorno a tre argomenti , che concatenati hanno consentito di inquadrare un periodo storico dalle radici del Fascismo ai nostri giorni.
L'analisi sulle origini del Fascismo, proposta dal prof. Antonio Catalfamo, con un excursus storico-letterario, ha fatto emergere le complicità del velleitarismo borghese e di certi altri noti movimenti pseudoliberisti che,incoscienti produttori di una miscela esplosiva, hanno fatto deflagrare la violenza fascista. partendo dalla quale s'è creduto di potere fare un riferimento alla situazione attuale, dove il rischio d'un nuovo autoritarismo è piuttosto subdolo, abbozzato in una serie di tentativi di delegittimazione della Costituzione e di svuotamento degli istituti più importanti: parlamento, scuola, magistratura.
Il prof. Giuseppe Amata, nel confermare l'esistenza di un tale pericolo involutivo, ha preso spunto per avviare e approfondire l'argomento di maggiore attualità: la crisi finanziaria e il risveglio dell'autoritarismo governativo. Ampia e puntuale la sua esposizione sulle origini e la natura dell'attuale crisi finanziaria, già in procinto di trasformarsi in un'irreversibile crisi economica. Il professore, che è ordinario di materie economiche all'università di Catania, ha spiegato il meccanismo del processo capitalistico facendo riferimento alla concezione marxista del fenomeno, che praticamente per sua stessa natura non può che generare fasi critiche, come quella attuale ed altre registrate nel XX secolo.
E' la stessa funzione del capitale che , identificando la propria finalità col profitto, porta necessariamente a fasi critiche che, per essere affrontate e risolte,esigono interventi drastici, come le guerre, e contraddittori al liberismo, come l'autoritarismo governativo e gli interventi dello Stato. Poichè s'è parlato di crisi e di Stato, non poteva mancare l'aggancio con la "crisi" che ormai da tempo attanaglia la nostra Costituzione,.Il prof. Federico Martino, ordinario di Storia del Diritto all'Università di Messina, nel suo intervento, ha fatto notare come, a sessant'anni dalla sua nascita, la Costituzione Italiana riveli delle crepe che, da vent'anni a questa parte, la stanno portando verso il suo svuotamento. Fortunatamente, alcune delle sue principali caratteristiche non sono state ancora intaccate, ma i tentativi per neutralizzarle non mancano. Il relatore ha messo in risalto l'originalità del testo, nato in un periodo in cui apparve necessario il passaggio dalla concezione borghese, che poneva al centro dell'attenzione il cittadino, a quella democratica e sociale, che ha posto come soggetto del nuovo impianto costituzionale il lavoratore, con la propria dignità umana postulante il diritto al salario, alla salute, all'effettiva uguaglianza sociale. Diritti che, purtroppo, negli ultimi tempi, al pari della stessa Costituzione, sono stati lentamente logorati , mediante la modifica della struttura del governo, il mutamento del sistema elettorale e il tentativo di delegittimare il parlamento e l'opposizione.

Francesco Cilona

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