venerdì 10 ottobre 2008

Studenti in piazza contro la "riforma gelminiana"



A Roma, Napoli, Firenze, Milano e in molte altre città d'Italia, migliaia di studenti sono scesi in piazza per manifestare contro il decreto del ministro dell'istruzione e dire "no" ai cinque punti cruciali della cosiddetta riforma Gelmini: no ai tagli di otto miliardi di euro e la conseguente riduzione del personale docente e non; no al maestro unico, no all'abbassamento dell'obbligo scolastico da 16 a 14 anni, no ai finanziamenti alle scuole private, no al voto punitivo in condotta. I giovani studenti ripeteranno la manifestazione in tutt'Italia il 30 ottobre, accanto ai lavoratori delle scuole, che quel giorno parteciperanno allo sciopero generale proclamato dai sindacati. La proteste degli studenti culminerà il 17 novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca. Le manifestazioni di oggi sono state affiancate dagli studenti universitari, anch'essi contrari alle disposizioni ministeriali nei confronti delle loro università.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

da SCUOLA & GIOVANI di Repubblica.it

Spunta a sorpresa l'accorpamento degli istituti con meno di 50 alunni

Colpite le isole e i paesi montani.
Mercedes Bresso: "Solo in Piemonte 816 in meno"

Nel decreto sanità i tagli alle scuole in un anno possono sparirne 4mila
di SALVO INTRAVAIA

Le scuole nelle piccole isole e nei piccoli comuni montani potrebbero sparire già dal prossimo anno. In poche settimane, infatti, le Regioni dovranno predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Il diktat del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, alle autonomie locali arriva "nascosto" in un provvedimento che apparentemente non ha nulla a che vedere con la scuola: il decreto-legge 154 dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" ha l'intero articolo 3 dedicato alla riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Il tutto in linea con il Piano che detta le regole per tagliare in un triennio 132mila posti.

Per effettuare i poderosi tagli imposti dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla scuola occorre mettere mano alla rete scolastica. Infatti, accorpare due scuole con meno di 500 alunni consente di tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario). Per ridisegnare la mappa delle istituzioni scolastiche il decreto dà tempo alle Regioni fino al 30 novembre prossimo. Ma non solo. Le amministrazioni che dovessero risultare inadempienti, dopo appena 15 giorni, verranno "sollevate dall'incarico".

E sono già partite le polemiche. A partire dall'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, Pd: "Hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, domani toccherà a quelle con meno di 300 finora coperte da deroga, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno. Queste sono le bugie della Gelmini". Critico anche il presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso e l'assessore all'istruzione, Gianna Pentenero denunciano: "Così il governo ha deciso di tagliare 816 scuole solo in Piemonte". Gli fa eco l'assessore all'istruzione della regione Umbria Maria Prodi, preoccupata che così "la scuola sarà agonizzante, senza risorse, penalizzata da tagli imposti senza alcuna ragionevolezza".
In tutto il territorio nazionale sono 4.200 i plessi con meno di 50 alunni. Rischiano di ritrovarsi senza scuola i bambini di tanti piccoli centri di montagna e delle piccole isole: Capri, Favignana e dell'arcipelago delle Eolie.
Per chiarire meglio la questione è opportuno citare qualche dato. Il servizio scolastico statale, in Italia, è erogato da 10.760 istituzioni scolastiche che si articolano sul territorio in 41.862 scuola (plessi, sedi centrali e distaccate, succursali). Per ridurre la dotazione di dirigenti scolastici, dei segretari e del personale Ata basta smembrare e accorpare ad altri istituti le istituzioni scolastiche che, ai sensi di una norma del 1998, risultano sottodimensionate: con meno di 500 alunni. In tutta la Penisola, secondo i conti fatti da viale Trastevere, ce ne sarebbero quasi 2.600: il 24 per cento.
La stessa norma consente ai soli istituti comprensivi (di scuola dell'infanzia, primaria e media) ubicati in piccole isole e zone di montagna di scendere fino a 300 alunni, ma non oltre. Attualmente, da Nord a Sud, ci sono sparse nei centri più arroccati o nelle isole più piccole del Paese oltre 600 istituzioni scolastiche con meno di 300 alunni, che le regioni dovrebbero cancellare. Per la verità, la stessa norma stabilisce che gli istituti con oltre 900 alunni andrebbero suddivisi in due (o in tre) per evitare situazioni di estrema complessità. Ma nel Piano della Gelmini degli oltre 2.600 istituti "over size" non si parla.
(11 ottobre 2008)

Anonimo ha detto...

http://www.corriere.it/politica/08_ottobre_11/scuola_fioroni_gelmini_chiusura_ad3d8750-97a8-11dd-908f-00144f02aabc.shtml

Cinghiale nerostellato ha detto...

forse il voto punitivo in condotta è l'unico punto rilevante; troppi bambini crescono indisciplinati e qualche strillata e spauracchio in più non può far loro che bene.

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