giovedì 23 ottobre 2008

I GIOVANI? SONO I GIOIELLI DI FAMIGLIA E NON SI POSSONO LASCIARE ACCANTONATI PRESSO IL MONTE DI PIETA'


Ieri, mentre scrivevo quel mio "pezzo" sulla città senza più colore, nell'aprire il discorso su un particolare comportamento adolescenziale - lo sfogo sui muri con l'ausilio di bombolette e pennarelli - ho cercato di riflettere sul perchè di questo diffuso fenomeno, che ovviamente non serve - come ho paradossalmente scritto - a colorare la pallida città, ma soltanto ad imbrattarla.
Ed ho creduto di poterlo spiegare, pensando che si tratti del modo più semplice che certi ragazzini trovano per "spendere" la propria carica giovanile (ormonale?).
Non sono medico, nè psicologo, ma credo tuttavia d' avere accumulato tanta esperienza accanto ai giovani - da coetaneo prima, da maestro e genitore poi, da nonno adesso - che un briciolo di cognizione dovrei averlo. Tanto da potere asserire che, se i ragazzi non sono come vorremmo che fossero, è perchè: 1) non riusciamo ad adeguarci mentalmente e spiritualmente ai parametri delle loro esigenze; 2) perchè la scuola, la Chiesa, la famiglia non posseggono le strutture e gli strumenti idonei alle attuali esigenze; 3) perchè la politica, per privilegiare il vecchiume gattopardesco, trascura se non addirittura contrasta le forze emergenti.
E quest'ultimo particolare non è semplicemte proprio di questi tempi, ma è di lunga antica tradizione.
Stamani, da qualcuno che alla radio commentava negativamente la minaccia del cavaliere senza cavallo, di usare la forza, qualora vengano occupate le scuole, ho sentito fare questa semplice domanda: "Ma non sa quel signore che i giovani sono i gioielli di famiglia?", e m'è parsa la definizione più vera e più giusta che si possa esprimere, soprattutto in questo momento così speciale in cui la gioventù comincia a reclamare i propri sacrosanti diritti.
E non solo adesso. Ma sempre.
E' davvero strano dovere constatare come un uomo che di "preziosi" dovrebbe intendersene, sia così sprovveduto da volere dare in pasto - come si suol dire -"le perle ai porci".

Post scriptum: Dopo avere scritto questo pezzo, mi sono accorto di un commento rilasciato da certo frate sole al precedente post, in cui - ironicamente- ho scritto della funzione "coloristica" di certi deturpanti scritti sui muri di chiese, scuole ,ecc.
Tale commento praticamente censura ciò che lo stesso suo autore sostiene e che io, sarcasticamente, avevo asserito in maniera più sottile e per questo più pungente, almeno a giudizio di chi sa capire l'ironia.Ovviamente senza arrivare al punto di definire barbari o untori gli imbrattamuri. Comunque, io, il mio pensiero, casualmente, l'ho chiarito sopra, in questo post. Chi vuole criticarlo è libero di farlo, e sono convinto che si tratterà di critica intelligente...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con lei quanto indica tra i giovani un malessere diffuso, le cui radici non possono essere ricercate nella brevità dei commenti d'un blog, ma devo ribadire che chi imbratta, distrugge vetrine, da fuoco ai cassonetti, strappa le aiuole, guida smoderatamente senza temere per la propria incolumità e quella degli altri con l'aggravante dello stato d'ebbrezza e della droga, chi da bullo oltraggia perfino le forze dell'ordine, è un moderno "barbaro" il cui unico credo è l'inciviltà. Grazie a Dio, la maggior parte dei giovani ha sani principi. Io sono contrario a chi protesta contro il "cinque" in condotta, e non voglio entrare nei meriti della legge Gelmini che in alcuni punti mi vede favorevoli ed in altri contrario. Sono contrario, e penso la maggior parte dei genitori che credono in una scuola più competente e disciplinata, poichè ritengo che se andiamo contro ai sani principi abbiamo fatto ulteriori danni all'educazione dei nostri figli.
Non ho frainteso quanto da lei paradossalmente affermato, la mia è stata una reazione "d'amore" nei confronti della società sana.
Non ho neanche frainteso il suo "ciao".
La saluto rispettosamente

barcellonablog ha detto...

Mi fa piacere che finalmente ci siamo capiti. Cordiali saluti e, qui, la porta è sempre aperta, con leale accoglienza.

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