venerdì 29 agosto 2008

TRE PASSI INDIETRO NELLA SCUOLA




Riflettendo su quanto sta accadendo a danno della stabilità della scuola italiana, mi sto chiedendo se sia giusto e oculato farne cadere la responsabilità sulla ministra alla pubblica istruzione, la Mariastella Gelmini, della quale si sta tanto parlando, bene o male, da farla assurgere ad astro nascente del firmamento berlusconiano. Un po' com'era avvenuto qualche anno fa con Michela Vittoria Brambilla, stella anch'essa nascente, oscurata nella sua crescita. Di tutte le "novità" nella scuola, di cui si sta facendo per ora un gran parlare, io alla Gelmini non darei neppure un briciolo di diritto d'autore: sia perchè non si tratta d'innovazioni, ma di semplice tentativo di riesumazione d'un passato remoto, non appartenente all'esperienza della giovane ministra; sia perchè, in ogni ministero italiano che si rispetti, c'è sempre un diavolo dietro l'altare, che nelle vesti di burocrate o di esperto ha il compito d'istruire il ministro neofita. E così, anche in questa occasione, con una giovane a capo del dicastero alla pubblica istruzione, l'istruzione sul da fare per ammodernare "by revival" la scuola sarà venuta dal solito "barbagianni" studioso di pedagogia e psicologia e possibilmente anche autore di polverosi programmi scolastici.
Quindi, sarei un don chisciotte contro un mulino al vento, se accusassi la Gelmini per ciò che sta avvenendo.
I veri responsabili sono i suggeritori, fautori del 5 in condotta strozza-bullismo, i quali non tengono conto di quanto sarà difficile trovare un insegnante o un consiglio di docenti che decreti un cinque asso pigliatutto, capace di provocare la bocciatura in tutte le materie. Anche perchè i veri bulli non hanno bisogno del 5 per farsi bocciare, visto che la prima cosa che odiano è lo studio.
Per quanto concerne il ripristino del voto numerico, penso che sia una rivisitazione di facciata, che nulla cambia, visto che il numero verrebbe accompagnato dal giudizio verbale.
Il ritorno al maestro unico - e lo dico io che, a suo tempo, mi amareggiai per la sua dipartita - è un passo indietro errato e non perchè, quando operava da solo, il docente non era in grado di portare avanti bene la propria classe, ma perchè adesso (dopo anni di lavoro in equipe: tre maestri per due classi, generalmente parallele) ciascun insegnante si troverebbe impreparato ad abbracciare tutte le discipline, considerato che, ancorchè gradualmente, ognuno s'è impratichito - non dico specializzato - su un gruppo di materie anzicchè su un altro. Pur non essendo stata esclusa una possibile rotazione, è certo che generalmente s'è proceduto all'affidamento delle materie privilegiando la specifica attitudine o preparazione del soggetto docente. Quindi il ritorno del maestro unico postulerebbe necessità di corsi intensivi per un rodaggio integrale della capacità didattica di ciascun maestro. Corsi che naturalmente non andrebbero confusi con quelli per gli insegnanti del Sud, usciti avventatamente dalla bocca della Gelmini.
L'educazione civica, come materia, non è una novità neppure questa, anche se sempre ha lasciato il tempo che ha trovato, visto che la vera educazione non si può imporre con la lezioncina sulla Costituzione imparata a memoria, ma affinando la sensibiltà umana e quindi la socievolezza, grazie all'esemplare comportamento del docente e della classe da lui educata.

Francesco Cilona

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