martedì 19 febbraio 2008

MA DAVVERO SI TEME LA CHIUSURA DEL "VITTORIO MADIA"?


FOTO://L'EX MINISTRO FRANCO BASAGLIA

Non sempre l’esperienza riesce a farsi sentire coi suoi saggi insegnamenti.
Agli amministratori di Palazzo Longano non deve essere stato davvero illuminante l’inutilità di tutte le preoccupate riunioni e prese di posizione suscitate dalle minacce di ridimensionamento del Cutroni Zodda se, proprio in questi giorni, si sono fatti coinvolgere da un altro improvviso allarme.
Mossa dal vago ricordo di una legge, proposta otto anni fa dal ministro pro tempore della sanità Rosy Bindi e per due legislature rimasta in ibernazione, ieri una delegazione municipale s’è presentata presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, per essere aggiornata sulla questione, nell’eventualità di dovere impostare interventi “in difesa” del “Vittorio Madia”, contro “il rischio di una paventata chiusura del “Vittorio Madia”, minacciato di essere trasformato in struttura sanitaria”.
A visitare l’ospedale e prendere contatto col direttore Nunziante Rosania sono andati il sindaco Candeloro Nania, il presidente del consiglio comunale Francesco Crinò, i componenti della prima commissione consiliare. All’incontro, tra gli altri, erano presenti rappresentanti sindacali della polizia penitenziziaria, evidentemente interessati ad approfondire una problematica, il cui esito potrebbe avere conseguenze sulla mobilità del personale di P.P. in servizio a Barcellona. Il sindaco Nania, già come recentemente aveva fatto per l’ospedale Cutroni-Zodda, avrebbe espresso la necessità di concordare un piano d’azioni da promuovere “nel caso di eventuali progetti di conversioni del Vittorio Madia, nell’intento di tutelare quanti attualmente prestano servizio nell’Opg e salvaguardare un istituto che a Barcellona garantisce occupazione”.
Il semplice fatto che si parla di paventata chiusura della funzione giudiziaria dell’ospedale e di eventuali progetti di riconversione, già la dice lunga sulla ingenuità di un allarme, sollecitato dalla semplice mozione di un consigliere comunale. Ma una tale preoccupazione, che esplode in un momento di vacanza legislativa, ai livelli nazionale e regionale, alla vigilia di una campagna elettorale che si presenta calda su entrambi i campi, che significato può avere? Quello di avere una valenza strumentale, come già qualcuno ha insinuato? Io preferirei credere di no, supponendo che, in buona fede, si sia dimenticato qual è in effetti l’attuale situazione del nostro Opg, dove si stanno ultimando notevoli costosi lavori di miglioramento e d’ampliamento della struttura, con la costruzione di due nuovi reparti destinati ad una prevista sezione femminile. La temuta legge Bindi, avente per oggetto la conversione degli OPG in strutture prettamente sanitarie, finora praticamente è rimasta lettera morta e non troverebbe certamente condizioni propizie per essere riesumata, anche perché il suo contenuto è pregiudizialmente riferibile alla famosa legge Basaglia, che ha decretato l’eliminazione di tutte le strutture psichiatriche, già denominate manicomi. Ed abbiamo visto finora quanto poco si è riuscito a fare per compensare l’avvenuta chiusura dei manicomi civili. Considerate tali difficoltà, si sarebbe finora soprasseduto nel dar seguito alla previsione di chiusura e riconversione degli Opg.
Sennonché adesso, all’improvviso, qualcuno sembra avere avuto la fregola d’insinuare preoccupazioni, che almeno per il momento dovrebbero rimanere alla larga. E a consolazione di ciò si potrebbe ricordare che sono state fatte in un passato recente e meno recente ipotesi di rimodulazione amministrativa di questo nosocomio, con un eventuale passaggio alla gestione Asl di una parte della struttura da riservare alla degenza psichiatrica e l’altra parte, restante all’amministrazione del Ministero di Grazia e Giustizia, da trasformare in casa circondariale, atta ad assorbire il personale di polizia penitenziaria attualmente in servizio al Madia. Quindi, c’è chi prima del Comune ha ragionato su eventuali nuove destinazioni, senza allarmismi e senza cortei. E tuttavia ancora rimane tempo per lavorare tranquilli e senza grosse preoccupazioni occupazionali, che sanno - secondo i sospettosi – dì troppa occasionalità.

Francesco Cilona

1 commento:

Anonimo ha detto...

> > C'è un violento terremoto in Cina.
> >
> > Tutte le nazioni si mobilitano per mandare aiuti. Dall'Italia parte una telefonata per stabilire il tipo di aiuti da inviare:
> > - Pronto, pronto vi mandiamo le ruspe? Vi servono?
> > - No, no luspe già mandate amelicani!
> > - Allora vi mandiamo i medicinali!
> > - Medicine già mandate lussi!
> > - Vi mandiamo le vettovaglie?
> > - Mangiale già mandato giapponesi!
> > Al che l'italiano, con la mano sulla cornetta per non farsi sentire, si rivolge agli altri responsabili presenti:
> > - Aho... questi c'hanno già tutto, che je mannamo?
> > Ed uno risponde:
> > - Beh con il terremoto gli saranno venute giù le case, no?
> > mandiamogli delle tende, dei teloni, così possono dormire al coperto!
> > - Grande! Mo' je lo dico! Ehm... pronto?!? Allora abbiamo deciso che vi mandiamo i teloni!
> > - No, no, i teloni no, che poi non lavolano!!!

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