venerdì 26 ottobre 2007

UNO SPIRAGLIO PER L'IPAB


FOTO: Uno dei lasciti
gestito dall'IPAB
Una via d'uscita per affrontare e risolvere lo spinoso problema dell'Ipab di Barcellona ci sarebbe. Era stata adombrata durante il recente Consiglio Comunale, con un ordine del giorno proposto dal capogruppo di An, Filippo Marte, in cui si chiedeva l'apertura di una parentesi di riflessione, per rendersi conto della validità dell'operazione, ma il "no" maggioritario del Consiglio, invocato nello stesso documento, sembrava averne annullato la possibilità. Da ciò la reazione delle maestranze Ipab e del sindacato, che dopo giornate di rimostranze davanti a Palazzo Longano, ha avuto sbocco in un incontro col Prefetto, dott. Alecci, il quale l'ha accolte assieme ai rappresentanti sindacali, al Sindaco Candeloro Nania e al presidente dell'istituto di assistenza e beneficena, Rodolfo Fiumara. Il prefetto, edotto dei fatti più recenti riguardanti la questione, s'è reso conto della necessità di una sua mediazione presso il competente assessorato regionale, perché si conceda maggiore flessibilità ai termini per la riconversione dell'Ipab, in maniera da dare al Comune la possibilità di rendersi conto, attraverso un esatto censimento, della portata reale del patrimonio attualmente amministrato dall'Ipab e di eventuali debiti e crediti ad esso riconducibili. Dell'entità di detto patrimonio, si ha attualmente una conoscenza generica e piuttosto superficiale, mentre pare che si sappia che la parte deficitaria ammonti a poco meno di 150.000 euro, cui andrebbe aggiunto il debito maturato nei confronti dei dipendenti, che non ricevono salario da parecchi mesi.
Tale deficit sarebbe facilmente sanabile colmando le lacune determinate dal mancato adeguamento dei canoni ai diversi affittuari di case e terreni dell'Istituto, rimasti
congelati da parecchio tempo. E che ci sia l'intenzione di regolarizzare quest'incomprensibile ritardo, l'ha promesso davanti al Prefetto il presidente Fiumara, il cui mandato ormai sta concludendo i quattro anni regolamentari. E per questo motivo, il capo del Consiglio d'Amministrazione farebbe bene ad essere sollecito, perchè non si dica che abbia fatto la proposta in zona Cesarini, per lasciare ad altri un'impresa che potrebbe risultare faticosa.

Fra' Galdino

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