giovedì 16 agosto 2007

IL TEATRO NEL TEATRO





La storia del teatro Mandanici sta diventando una
telenovela con sfumature però fortemente pirandelliane.
Un vero teatro nel teatro, quello che dovrebbe essere il "sostituto" dell'antico locale divorato dal fuoco la notte tra il 31 maggio e il primo giugno di quarant'anni fa.
La "commedia" di questo sfortunato teatro comincia esattamente una settimana dopo la tragedia dell'incendio, quando l'allora segretario nazionale della Democrazia Cristiana, l'on. Mariano Rumor, dal podio comiziale fatto erigere da Santalco per le elezioni dell'11 giugno, ebbe a promettere solennemente che le infernali fiamme del vecchio Mandanici non avrebbero prevalso sulla volontà della Dc di ricostruire sollecitamente quel teatro tanto amato dai Barcellonesi.
E con quella "sparata" ad effetto il pezzo grosso del maggiore partito d'Italia riuscì a strappare un'ovazione di plauso, che forse in vita sua non aveva mai ricevuto uguale.
Aveva toccato la corda più sensibile, in quella circostanza, facendo sperare chissà quale contributo finanziario dallo Stato per una rapida soluzione del problema.
Speranza e attesa furono lunghe e vane, tanto che, dopo una decina d'anni di delusioni, il sindaco Santalco dovette optare per la costruzione di un nuovo teatro con ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti, allora discretamente magnanima.
E fu il secondo colpo di scena , seguito da altri piccoli e grandi episodi : dalla scelta di non utilizzare più l'area prima occupata dal vecchio teatro a quella del nuovo sito, in un angolo scosceso ed argilloso retrostante il vecchio campo sportivo "Longano", dalla pantomima della messa in scena di un lavoro teatrale presentato al pubblico nel costruendo edificio, ancora allo stato semirustico, a quella della ripresa Rai di quell'evento, dallo stato di definitivo abbandono in cui negli anni successivi "l'erede del vecchio Mandanici" è stato lasciato, alle recenti peripezie aperte con l'intervento della Magistratura, che per iniziativa del sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Barcellona, dott. Olindo Canali, ha aperto un'inchiesta su una gara d'appalto integrato per l'assegnazione dei lavori riguardanti appunto l'ultimazione del nuovo teatro.
L'ultimo colpo di scena è, naturalmente, inserito in questa inchiesta giudiziaria che sta ingranando , grazie all'invio delle prime informazioni di garanzia a sette "personaggi", che se non saranno "in cerca d'autore" come voleva Pirandello, dovranno sicuramente andare in cerca di buoni avvocati per difendersi dalle ventilate ipotesi di reato. I sette sono: l'attuale sindaco di Barcellona, Candeloro Nania per il quale s'ipotizza l'abuso d'ufficio, il falso ideologico e la concussione; l'ingegnere capo dell'ufficio tecnico del Comune, Gaetano Calabrò, che é stato presidente della commissione che ha valutato i progetti in concorso, il prof. Raffaele Tommasini, dell'università di Messina, l'ng. Pietro Grasso, l'architetto Salvatore Fazio, l'arch. Sergio Nastasi, l'arch. Giuseppe Ippolito. Per loro, soltanto l'ipotesi di abuso d'ufficio e falso ideologico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

a quanto mi han detto, quantomeno l'architetto fazio non ha ricevuto alcun avviso

Anonimo ha detto...

Vi invito a vedere questi video girati dal giornalista Carmelo Amato...qui il link... http://barcellonanews.blogspot.com/2010/05/video-denuncia-le-vergogne-del-teatro.html ....Veramente umiliante vedere certe scene...a presto Salvo I.

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