mercoledì 18 luglio 2007

COSA SI MUOVE NEL PALAZZO DI CITTA'?


La politica amministrativa cittadina, a due mesi dalla nuova composizione del consiglio e della giunta comunale, stenta a decollare.
Anche se a reggere l'attività di Palazzo Longano è stato confermato il sindaco del passato quinquennio e s'è mantenuta una robusta maggioranza consiliare, grazie all'escamotage delle listarelle amiche, tuttavia non sembra che si sia istaurata tutta la tranquillità necessaria per un sicuro avvio dei motori.
Come dire: le acque non sono tranquille e l'idrovolante non riesce a prendere il volo.
Ma perchè?
La locale sezione dei Democratici di sinistra crede di potere trovare motivo di preoccupazione, in questo stato di stallo, e ne addebita la causa alla frattura tra An e gli alleati di destra. Che sarebbe stata recentemente annunciata con la reazione del gruppo parlamentare messinese di Forza Italia alla mal digerita scelta di Nania nella composizione della nuova giunta municipale barcellonese, e confermata dallo strascico di un ricorso dei due mancati assessori azzurri al Tar di Catania. A ciò si aggiunge la durezza di un altro ricorso allo stesso tribunale, precedentemente avanzato da Domenico Crisafulli d'Alleanza Siciliana, per presunti "errori e irregolarità nelle operazioni di scrutinio a conclusione delle recenti elezioni amministrative".
A giudizio dei diessini, che in consiglio hanno un solo rappresentante ( Mario Presti), addirittura uno in meno rispetto al vecchio consesso, tutto ciò costituisce motivo di preoccupazione, perchè impedirebbe una serena e seria programmazione, isolando politicamente la città dal quadro complessivo Provincia-Regione-Stato. "Tutto ciò - si lamenta in un comunicato - mentre si aggravano i problemi di Barcellona, sotto il profilo sociale, economico, ambientale e persiste l'assenza di risposte ai problemi che coinvolgono ampia parte della popolazione".
Intanto l'amministrazione Nania diimostra d'avere approntato il nuovo bilancio annuale di previsione con annesso il piano triennale 2007-2009, quello che per tradizione è sempre stato definito il libro dei sogni. In esso, generalmente, senza ancora avere la certezza dei finanziamenti, s'includono i più pressanti bisogni della città, nella speranza di poterli concretamente affrontare. E sovente si vive di speranza. Experientia docet.
Fra' Galdino

1 commento:

Anonimo ha detto...

e come cantava anni fa qualcuno... "la speranza è l'ultima a morire... chi visse sperando morì nonsipuoddire..."

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